Arrivano (finalmente) le auto ad aria compressa in Europa

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Gli olandesi in molti campi sono molto più avanzati rispetto al resto d’Europa, ma anche del mondo, e per questo vogliono mantenere questo primato anche in un campo dove finora non hanno avuto punte di eccellenza, l’automobile. Per questo Amsterdam sarà la prima città europea a sperimentare le automobili ad aria compressa.

Promesse già nel lontano 2001 e tecnicamente pronte solo in India grazie alla Tata, finalmente esse sbarcano anche in Europa, grazie alla Motor Development International (MDI) che ha sede non nei Paesi Bassi, ma in Francia, a pochi chilometri da Nizza.

Le caratteristiche di quest’automobile sono a dir poco strabilianti. Prima di tutto, possono lottare ad armi pari con le piccole auto da città, il modello del futuro, visto che sono lunghe soltanto due metri, ma danno posto anche a 3 passeggeri, a differenza delle due delle auto mini finora utilizzate. Ma le caratteristiche che la fanno essere l’auto più ecologica del mondo sono altre.

La Formula Uno non mantiene le sue promesse ecologiche

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C’era una volta la Formula Uno che prese un impegno solenne: ridurre le sue emissioni aprendo le porte al motore ibrido. Ma gli impegni sono una cosa, metterli in pratica è un altra. Finora sembra che la F1 verde sia rimasta solo sulla carta. E sembra che, secondo il The Guardian Greenwash nel mondo dei motori ci sia una dolorosa mancanza di impegno verso la sostenibilità.

Ecco come, secondo The Guardian, la Formula Uno ha tradito le sue promesse ecologiche:

Una delle idee chiave di Mosley (il boss della F1, ndr) è stata quella di richiedere che le automobili riciclino l’energia generata dalla frenata, una tecnologia chiamata “recupero di energia cinetica”. Con le notevoli decelerazioni che vi sono in pochi secondi ad ogni curva, si crea tantissima energia che può essere sfruttata in qualche altro modo anziché perderla in calore e rumore.

L’aria si fa irrespirabile, i più a rischio sono i bambini piccoli

problemi-respiratori-cambiamento-climatico-bambiniIn un futuro ormai prossimo i cambiamenti climatici potrebbero causare gravi problemi respiratori nei bambini piccoli, che risultano già  tra i soggetti più esposti e maggiormente sofferenti a causa dell’aria pressocché irrespirabile di molte città.
Un recente studio, realizzato dai ricercatori della Mount Sinai School of Medicine, è giunto ad infauste previsioni che vedono nei prossimi dieci anni un aumento allarmante dei bambini ricoverati in ospedale per colpa di problemi alle vie respiratorie. Aumento dovuto, secondo gli studiosi, proprio al previsto cambiamento climatico.

In particolare, la causa dei disturbi alle vie aeree sarebbe provocato da un aumento nei livelli di ozono dell’atmosfera, generato dal riscaldamento globale. Più le temperature si innalzano, maggiori quantitativi di ozono vengono liberati nell’atmosfera. Un componente altamente nocivo, che ha effetti negativi sulla salute del sistema respiratorio, e che andrebbe a colpire, secondo le stime, in particolar modo i bambini in tenera età, al di sotto dei due anni.

Vuoi risparmiare energia elettrica ed emissioni? Pianta un albero vicino casa tua

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Gli alberi  posizionati di fianco alle case in modo tale da fargli ombra sul versante Sud e Ovest possono diminuire in estate le bollette elettriche del 5%, secondo un recente studio californiano dei ricercatori del National Institute of Standards and Technology (NIST) e il Dipartimento dell’agricoltura (USDA).

Il primo studio su larga scala di questo tipo è stato effettuato sugli effetti dell’ombra su 460 case unifamiliari a Sacramento, California, durante l’estate del 2007 e fornisce statistiche che mostrano come un albero ben posizionato per fare ombra è in grado di ridurre i costi energetici e le emissioni di carbonio nell’atmosfera.

La gente ha saputo per molto tempo che gli alberi portano molti benefici alle persone, ma noi abbiamo quantificato in termini monatari per la prima volta questi benefici

ha dichiarato David Butry del NIST, che ha pubblicato il documento con Geoffrey Donovan della USDA Forest Service’s Pacific Northwest Research Station.

Veicoli a idrogeno in carreggiata, in Norvegia la prima autostrada dedicata

autostrada-hynor-veicoli-idrogenoUn’autostrada riservata esclusivamente ai veicoli a idrogeno. E’ stata realizzata in Norvegia, lungo un percorso che si snoda per ben 580 chilometri e che è valso al Paese scandinavo un meritato primato nel campo dello sviluppo dei mezzi di trasporto con alimentazione fuel cell.

L’autostrada HyNor, che collega le città di Oslo e Stavanger, è sorta grazie all’omonimo progetto co-finanziato dal governo norvegese e dall’industria privata. L’obiettivo raggiunto ha dello straordinario per più di una ragione: si tratta infatti di un’infrastruttura a emissioni totali zero, della prima autostrada ad accesso consentito solo ai mezzi alimentati ad idrogeno, inoltre il percorso non è certo breve e finalmente garantisce ai veicoli non inquinanti la possibilità di usufruire di stazioni di rifornimento in maniera del tutto adeguata alle loro esigenze.

Quanta energia sprecano i nostri apparecchi elettronici?

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Non è un caso che il consumo complessivo di elettricità abbia a che fare con il numero di dispositivi che si devono collegare alla corrente. Un nuovo studio dell’Agenzia internazionale dell’energia afferma che l’energia utilizzata dagli apparecchi elettronici potrebbe triplicarsi entro il 2030. Quindi quanta energia si può risparmiare riducendo il numero degli apparecchi elettronici? Dando uno sguardo al consumo di energia dei vari dispositivi e gli stili di vita, è facile scoprirlo.

Nella maggior parte dei casi, tutti gli elettrodomestici, anche se non utilizzati, rimangono collegati alle prese elettriche contemporaneamente. Di solito essi sono:

  • un televisore;
  • videoregistratore o lettore dvd;
  • decoder per la tv via cavo;
  • Console di gioco;
  • PC;
  • monitor;
  • caricabatterie per cellulare, lettore mp3 o fotocamera digitale.

E questa è la lista di un consumatore medio. Lasciamo fuori ad esempio le lavatrici, gli impianti stereo o i doppi o tripli computer. Quindi, qual è il consumo di potenza tipico di alcuni di questi dispositivi comuni?

Problemi rifiuti in Campania: ecco il miracolo di Berlusconi

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“Area d’interesse strategico nazionale”. Così recitano i cartelli all’ingresso della più grande vergogna italiana: il cosiddetto miracolo di Berlusconi. “Abbiamo risolto il problema rifiuti a Napoli” continuano a dire gli alleati di Governo del nostro Presidente del Consiglio, nel tentativo di convincere qualcuno che effettivamente sia così. Potranno convincere qualche italiano che abita a centinaia di chilometri dalla Campania, di certo non i campani, che la situazione la conoscono benissimo.

Forse il vero miracolo di Berlusconi è quello di aver messo a tacere tutto e tutti. Qui, lasciatemi usare il paradosso, è tutto fuorilegge per legge. Se queste cose le avessero fatte i privati, si sarebbero aperte sicuramente le porte del carcere.

Queste le parole del professor Stefano Tonziello di Legambiente, che recentemente ha visitato il sito militarizzato e vietato ai civili, ma di cui lui e la sua squadra sono riusciti a scattare alcune foto che documentano lo scandalo.

Il nucleare torna in Italia per legge. Ecco dove potrebbero sorgere le future centrali

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Ieri sera, dopo una battaglia politica durata ore, il senato ha ratificato il ritorno al nucleare per l’Italia. In barba al referendum del 1987 in cui gli italiani dissero no al nucleare, con una semplice votazione si è data l’opportunità al Governo di cominciare, entro 6 mesi, l’iter che riporterà l’Italia indietro di 20 anni, permettendo la costruzione delle centrali nucleari.

I problemi sono tanti. A prescindere dalla volontà del popolo, che sicuramente se fosse chiamato a rispondere ad un referendum confermerebbe il no dell’87, le questioni da risolvere sono troppe. Prima di tutto, il luogo in cui costruire le centrali. Saranno coperti da segreto militare i siti in cui esse saranno costruite, e questo gesto già fa capire che si temono contestazioni delle popolazioni che abitano vicino al sito scelto, e per questo si ricorrerà alla mano dura.

Per scegliere i quattro siti in cui costruire le centrali, si è deciso di adottare una mappa prodotta dalla Cnen (oggi diventata Enea), disegnata negli anni ’70. Lì erano indicate le zone adatte al fabbisogno di una centrale, come la presenza di acqua e la stabilità del terreno. Il problema è che oggi, dopo 30 anni, questa mappa è obsoleta, alcuni fiumi segnati sono a secco o non hanno più il corso di una volta, alcune zone sono franate o ci sono stati smottamenti che non rendono più sicuro il terreno. Insomma, va rifatto tutto il lavoro tutto d’accapo.

Roll Charger, i caricabatterie a movimento

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Uno dei principi dell’ecologia è sicuramente il riuso. Quando poi si tratta di batterie, con tutto quello che ne consegue per quanto riguarda lo smaltimento, vien da sè che è importantissimo riuscire a riutilizzarle. Finora si era sempre utilizzato il classico caricabatterie il quale, per ricaricare la nostra stilo, consuma energia elettrica proveniente da fonti non rinnovabili, e quindi inquinanti. I cinesi però stavolta hanno avuto una bella idea e l’hanno applicata all’ecologia.

Ispirato alle palle cinesi Baoding, un designer di Shanghai, Qian Jiang, ha creato un caricabatterie cinetico. Il concetto è basato sul fatto che per ricaricare le batterie basta fissare questa pallina sul palmo della mano e muoverla in continuazione. L’energia del movimento dà energia alla palla, la quale la trasmette alla pila.

Energia eolica integrata negli edifici, funziona davvero?

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Tutti amano l’energia eolica integrata, come questa grande turbina del Bahrain World Trade Center nella foto, ma in realtà funziona? O è solo lì per fare una presenza esteticamente ecologica? Alex Wilson, eco-costruttore, non ci crede, e la considera una “follia”. Non vi è dubbio che la usino per fare una figura da ecologisti, ma i dati parlano diversamente.

1. L’aria è spesso turbolenta. Il vento cambia, rimbalzando intorno, le turbine eoliche funzionano meglio con aria costante. Secondo Ron Stimmel, esperto di tecnologia eolica dell’American Wind Energy Association (AWEA), tale flusso turbolento confonde la turbina, peggiorandone le prestazioni. Anche se c’è molto vento sulla cima di un edificio, è probabilmente più turbolento del vento costante. Una regola comune, secondo Stimmel, è quella di elevare una turbina di almeno 9 metri, sul terrazzo di un edificio con almeno 150 m di raggio,compreso l’edificio stesso.

Super-deuterio, l’energia nucleare del futuro veramente pulita

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Un materiale che è un centinaio di migliaia di volte più pesante dell’acqua e più denso rispetto al nucleo del Sole è stato recentemente prodotto presso l’Università di Göteborg, in Svezia. Gli scienziati che lavorano a questo materiale tentano un processo energetico che sia più sostenibile e meno dannoso per l’ambiente rispetto al nucleare utilizzato oggi.

I primi risultati pubblicati in due riviste scientifiche hanno dimostrato che la distanza tra gli atomi nel materiale è molto inferiore a quella normale. Leif Holmlid, professore presso il Dipartimento di Chimica, ritiene che questo sia un passo importante sulla strada per l’uso commerciale del materiale. Questo nuovo materiale è prodotto a partire dall’idrogeno pesante, anche noto come deuterio, ed è quindi noto come “deuterio ultra-denso“. Si ritiene che esso svolga un ruolo nella formazione delle stelle, e che probabilmente è presente in pianeti giganti, come Giove.

Inventato metodo ecologico per riciclare i pneumatici

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Un gruppo di ricercatori in Australia sono sulle tracce di una nuova tecnologia ad alta efficienza energetica per il riciclaggio dei pneumatici di gomma in polvere ad alta qualità e si spera che questo condurrà ad un aumento del riciclaggio dei pneumatici di almeno il 50%.

Il nuovo processo elude un pezzo importante di quello che finora ha rallentato il riciclo, la contaminazione del metallo. Siccome i pneumatici triturati contengono metallo, essi non possono essere riutilizzati per nuovi prodotti in gomma, senza passare attraverso costose trasformazioni. I ricercatori della CSIRO e VR TEK, le due aziende che operano in collaborazione per il progetto, hanno la sensazione che non solo questo è un processo di riciclaggio ad alta efficienza energetica, ma anche più economico e quindi più rispettoso dell’ambiente. Questo significa che l’uso dei pneumatici riciclati in nuovi prodotti, dalle strade ai muri, è molto più economico e più facile che utilizzare materiali vergini.

Il Kansas dà lavoro a 400 persone in una sola centrale eolica

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Sin dalla campagna elettorale di Barack Obama, anche Ecologiae ha sempre ritenuto possibile un incremento dei posti di lavoro nel campo delle rinnovabili. Non si parla di qualche posto di lavoro, ma di centinaia, migliaia e, a livello mondiale, si rientra nell’ordine delle decine di milioni.

Secondo The Witchia Eagle, Siemens Energy ha annunciato la sua scelta dela città di Hutchinson, Kansas per la costruzione di una turbina a vento da 50 milioni di dollari, che darà lavoro a circa 400 lavoratori. L’impianto consisterà nell’assemblare carlinghe e allungare le strutture in cima a delle torri del vento, che comprendono i generatori, gli attrezzi e l’elettronica. L’annuncio, dato con molto orgoglio, arriva dal Governatore del Kansas che ha appena approvato anche la costruzione di un grande impianto di energia elettrica a carbone. Dimostrazione che non è detto che se si investe in un tipo di energia, necessariamente bisogna escludere l’altra.

Solarexpo: l’Italia c’è, il Governo no

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Ancora una volta il Governo dimostra la sua completa mancanza di sensibilità verso la politica delle energie rinnovabili, il vero motore per uscire dalla crisi. Si è appena conclusa Solarexpo, la fiera dell’energia solare che come ogni anno si è tenuta a Verona dal 7 al 9 maggio. Una fiera che, di anno in anno, va ad incrementarsi, con nuovi padiglioni (quest’anno erano 9, tre in più rispetto alla scorsa edizione), 64 mila visitatori (record) e tante, tantissime aziende, non solo italiane, decise ad investire in questo campo.

Insomma, c’erano tutti, tranne i rappresentanti di Governo. Si attendevano il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, l’uomo che ha a cuore il nucleare, e la Ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Si attendevano, appunto. Perché si sono fatti attendere talmente tanto che si è capito che alla fine non sarebbero più venuti. Lo sconcerto non viene tanto nel sapere che i ministri del nostro Governo non si siano informati sulle nuove tecnologie rinnovabili. Il problema è che siccome con loro si muove anche una grande macchina mediatica, mancando la loro presenza, le uniche telecamere che si sono viste a Verona sono state quelle di qualche network locale, finendo con lo scomparire della notizia a carattere nazionale.