L’acidificazione degli oceani potrebbe avere gravi effetti sugli ecosistemi marini

Le preoccupazioni per l’aumentata acidificazione degli oceani si sono spesso focalizzate sui potenziali effetti del fenomeno sulla barriera corallina, ma una più ampia interruzione dei processi biologici nei mari e negli oceani può avere ripercussioni ancora più profonde sugli ecosistemi marini. E’ quanto afferma Donald Potts, professore di ecologia e biologia evolutiva presso l’Università di California Santa Cruz, nonchè profondo conoscitore della barriera corallina e della biodiversità marina.

Potts ha discusso sul tema “Geobiological Responses to Ocean Acidification” nel corso del Fall Meeting of the American Geophysical Union (AGU) svoltosi a San Francisco il 17 dicembre scorso.
L’acidificazione degli oceani è uno degli effetti collaterali della crescente concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera terrestre a causa della combustione di combustibili fossili.

Ikea rilancia la geotermia in Italia

Lo sapevate che l’Italia è uno dei Paesi al mondo che produce maggior energia geotermica nel proprio sottosuolo? Ma come al solito da noi è una delle energie meno sfruttate. E dire che in un certo senso è stata proprio l’Italia ad “inventare” l’energia geotermica, cioè è stata in grado di sfruttare le potenzialità del nostro sottosuolo sin dal lontano 1904 con la centrale di Larderello, in Toscana.

Poi purtroppo la prepotenza del mercato del petrolio ha spazzato via la concorrenza, e oggi che sta per finire ritorniamo a pensare ad un’energia a costo decisamente inferiore, non inquinante ma soprattutto rinnovabile. A ricordarcelo ci pensa la multinazionale del mobile Ikea, che si sta espandendo in tutta Italia. Nel nuovo stabilimento di Corsico, in provincia di Milano, i progettisti hanno deciso di agganciare l’impianto elettrico alla fonte sotterranea, sfruttando le potenzialità della geotermia.

Dalla Germania arriva la luce via sms

Ridurre il consumo di elettricità a vantaggio del portafoglio dei cittadini, sempre più vuoto a causa della crisi economica e della salute dell’ambiente, sempre più inquinato. E’ questo il principale obiettivo del curioso progetto realizzato a Lemgo, un paese del Nord della Germania. Qui sono i cittadini a scegliere se e quando accendere i lampioni di una determinata via grazie all’uso del comune cellulare. L’idea è di Dieter Grote, un cittadino di Lemgo, che, con il supporto del Comune, ha ideato un innovativo sistema che consente agli abitanti del paese di accendere le illuminazioni stradali attreverso l’invio di un semplice sms dal proprio cellulare. L’sms, dal costo di 50 centesimi di euro, viene inoltrato ad un computer centrale che provvede ad accendere i lampioni della strada indicata per circa 15 minuti, il tempo utile a percorrere la via desiderata.

Inquinamento da ozono ridurrà la crescita degli alberi del 10% entro il 2100

Le concentrazioni di ozono conseguenza dell’inquinamento troposferico stanno rallentando la crescita degli alberi soprattutto nelle aree temperate della Terra. E’ quanto emerge da un recente studio, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Global Change Biology.
La crescita degli alberi, misurata in biomassa, è già diminuita del 7% rispetto alla fine del 1800 ed è destinata ad un ulteriore decremento del 10% entro la fine di questo secolo. In totale ben il 17% in meno rispetto a quello che è il normale sviluppo degli alberi.

L’inquinamento da ozono è quattro volte maggiore rispetto a prima della rivoluzione industriale a metà del 1700; se la dipendenza dai combustibili fossili continua al ritmo attuale, le future concentrazioni di ozono saranno pari almeno al doppio degli attuali livelli già entro la fine di questo secolo, provocando come conseguenza proprio una riduzione nella crescita degli alberi. Lo studio è il primo riepilogo statistico delle singole misurazioni sperimentali di come l’ozono danneggia la produttività degli alberi, compresi i dati provenienti da ben 263 accreditate pubblicazioni scientifiche.

57000 posti di lavoro “verdi” già pronti negli Stati Uniti

La crisi economica ha colpito tutto il mondo, su questo non ci sono dubbi. Però mentre in Italia ci piangiamo addosso sperando che qualcosa accada e che il posto di lavoro ci cada tra le braccia, in America si danno da fare e se ne inventano uno tutto nuovo. Il lavoro ecologico.

Una nuova relazione del National Parks Conservation Association propone un reinvestimento da parte dello Stato di soldi pubblici non a fondo perduto, ma in vere e proprie opere necessarie allo sviluppo della comunità e a creare nuovi posti di lavoro, che facciano guadagnare tutti, Stato compreso. La richiesta è di 2,5 miliardi di dollari per creare nuovi posti di lavoro nei parchi nazionali e non solo. Grazie a questo aiuto iniziale, in breve tempo per ogni dollaro investito ne verranno restituiti 4, con un grande guadagno da parte di tutti.

Cambiamenti climatici, futuro a rischio per i meccanismi migratori dei pesci

In Europa, la maggior parte delle specie di pesci migratori che completano il loro ciclo tra il mare e il fiume sono attualmente in pericolo. Sebbene i programmi di recupero e salvaguardia siano stati avviati da tempo, il futuro nella distribuzione di queste specie può subire delle drastiche modifiche a causa dei cambiamenti climatici. Al Bordeaux Cemagref, gli scienziati hanno sviluppato dei modelli biogeografici per prevedere quale potrebbe essere la loro effettiva distribuzione nel 2100.

Lo studio dei pesci migratori è degno di nota in quanto per completare il loro ciclo vitale usano sia il mare che gli ambienti d’acqua dolce. A partire dal’ultima era glaciale 18.000 anni fa, questo ha permesso loro di colonizzare progressivamente tutta l’Europa. Tuttavia, la pesca eccessiva, lo sviluppo delle attività marittime e fluviali e il conseguente inquinamento delle acque hanno contribuito a far regredire le popolazioni di pesci migratori con il risultato che oggi la maggior parte di queste specie è in serio pericolo.

Buon Natale con l’eco-regalo

Avete fatto tutti i regali di Natale? Per i soliti ritardatari, o per chi ha a cuore l’ambiente, Greenpeace, Legambientee tante altre associazioni ambientaliste consigliano il regalo ecologico. Ogni associazione mette a disposizione dei suoi iscritti, ma anche di utenti esterni, dei cataloghi con prodotti eco-sostenibili ed iniziative importanti.

Un esempio? L’adozione dell’animale a distanza, proposta ovviamente dal WWF. L’associazione animalista propone di far “festeggiare” il Natale a specie in via d’estinzione, sottoscrivendo un’adozione per farla rimanere nel suo habitat naturale, così come avviene con i bambini africani. In cambio al sostenitore verranno inviati un peluche, un messaggio di auguri personalizzato, un certificato e una scheda dell’animale, e da quest’anno anche uno screensaver e uno sfondo per il computer. Non a caso si tratta di regali digitali, in modo da salvare centinaia di alberi dalla distruzione per fornire la carta per auguri, foto e quant’altro come avveniva una volta. Tra gli animali che è possibile adottare, oltre alle razze già presenti negli altri anni come gli elefanti, o il finanziamento per salvare i cani dal maltrattamento, da quest’anno si potranno aiutare anche pinguini, foche e orsi polari.

Piantagioni per biocarburanti nelle foreste tropicali sono nocive per il clima e la biodiversità

Biocarburanti si, biocarburanti no. Questo è l’amletico dubbio che anima il dibattito scientifico sui carburanti ecologici che per imporsi come alternativa al petrolio dovranno ancora superare più di un ostacolo e molte perplessità.
L’ultima è quella che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Conservation Biology, ad opera di un team di ricercatori della Denmark’s Nordic Agency for Development and Ecology (NORDECO).

Stando a quanto esposto dagli studiosi, le piantagioni tropicali destinate alla produzione di materie prime per biocarburante, nel momento in cui rubano terreno alle foreste, sarebbero nocive per il clima e per la biodiversità.
Mantenere le foreste pluviali intatte, infatti, è il modo migliore per combattere il cambiamento climatico rispetto alla loro sostituzione, anche se questa sostituzione può risultare utile per la produzione di carburanti puliti.

L’aumento delle piogge? Colpa del riscaldamento globale

Il riscaldamento globale mette a rischio la salute della Terra. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase. Sembravano soltanto teorie basate su dati statistici ed osservazioni correlate da ipotesi di scienziati, esperti e non. Adesso arrivano i dati, e sono dolori.

Secondo uno studio condotto dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, durato 5 anni, in cui sono stati rilevati migliaia di dati, pare che le tempeste, piogge e grandinate in aumento negli ultimi tempi siano causate proprio dal riscaldamento globale. Infatti, si legge nel rapporto, che a causa dei mutamenti climatici le nubi cominciano a formarsi più in alto nell’atmosfera, portando a questa e ad altre conseguenze.

Sai che pesci pigliare? Guida del WWF per “esonerare” le specie a rischio dai Cenoni natalizi

Se non sapete che pesci pigliare per allietare i banchetti natalizi senza andare ad aumentare l’impatto negativo sulle specie già fortemente provate e a rischio, ci pensa il WWF, con una guida ad acquisti consapevoli che non rischierà di mandarvi alla cieca davanti al bancone del pescivendolo. Si chiama appunto Sai che pesci pigliare, la mini-guida disponibile anche on-line, che fornisce indicazioni sulle specie che si possono acquistare in tutta tranquillità, evitando ulteriori scompensi alla fauna ittica a rischio di estinzione.

L’iniziativa, che mira a sviluppare un consumo intelligente e a formare una coscienza ecologica negli acquirenti, che siano privati o ristoranti, è già stata avviata con successo in molti altri Paesi del mondo: Sud Africa, Francia, Germania, Polonia, Finlandia, Norvegia, Indonesia, Olanda, Danimarca. E finalmente grazie al WWF giunge anche in Italia, che si sa, non è molto rispettosa della fauna ittica, dal momento che tra pesca di frodo e violazione delle specie protette, dei metodi consentiti per la pesca, e altre infrazioni simili non possiamo proprio definirci amanti degli abitanti dei mari. Ebbene, almeno a Natale, facciamo un’eccezione e seguiamo i consigli degli ambientalisti.

Impariamo a riciclare l’umido

La civiltà del consumismo è anche la civiltà dello spreco. E probabilmente non c’è un simbolo migliore dello spreco dei rifiuti “umidi“. Chiamati così perché si tratta di composti organici, l’umido è una delle raccolte differenziate più snobbate in quanto, mentre ad esempio il vetro o la plastica sono più facili da individuare, e nella coscienza civile stanno cominciando a finire automaticamente nei cestini della raccolta differenziata, per quanto riguarda questa categoria, siamo sempre abituati a gettarla nell’immondizia indifferenziata.

Nell’umido rientrano tutti i composti organici, quindi bucce di frutta, avanzi del pranzo (ed in questi giorni chissà quanti ce ne saranno), ma non necessariamente si tratta di avanzi alimentari, dato che vi può rientrare ad esempio anche la pelle degli abiti, i fondi di caffè ed anche foglie e rami tagliati dal proprio giardino. Forse non ne siamo consapevoli, ma i rifiuti organici sono da soli un terzo di tutta l’immondizia che produciamo oggi, ed è questo il motivo principale per cui essi vanno riciclati.

Candle night, questa sera dalle 20 alle 22 staccate la spina!

Una romantica cena a lume di candela, o due ore di relax in un’atmosfera soffusa, priva di luce artificiale: se da tempo programmate di spegnere per un po’ di tempo l’interruttore ed immergervi nella penombra che riposa i sensi, questa sera quel momento è arrivato.
Nella fascia oraria compresa tra le 20 e le 22 staccare la spina non sarà soltanto un modo per rilassarsi e distendere i nervi, perchè servirà ad aiutare l’ambiente e ad offrire il proprio apporto contro il riscaldamento globale e lo spreco energetico.

L’iniziativa, denominata suggestivamente Candle night, nasce per la prima volta in Canada nel 2001, e presenta due tappe distinte, una in coincidenza con il solstizio d’estate, il 21 giugno, l’altra in concomitanza del solstizio d’inverno, e dunque esattamente oggi, 21 dicembre. A cosa servirà, si chiederanno in molti, spegnere la luce soltanto due ore? Si può in un tempo così breve cambiare il corso delle cose e salvare la Terra dai mutamenti climatici?

Idee regalo: spugne naturali ed ecologiche ricavate dalle zucche

Mancono pochi giorni a Natale e noi, ancora una volta, vogliamo proporvi una buona idea per un regalo originale ed ecologico. Si tratta di spugne vegetali utilissime per l’igiene della persona e per la pulizia della casa. Nel dettaglio, le spugne in questione sono ricavate dall’essicamento di un particolare tipo di zucca, la Luffa cylindrica (o Loofa aegyptica), originaria dei paesi caldi dell’Asia tropicale ma coltivata oggi anche in Italia e in particolare in Sicilia e Sardegna. La zucca è adatta alla realizzazione delle spugnette in quanto la sua polpa, in seguito a maturazione, da morbida e commestibile si trasforma  in fibrosa, elastica e spugnosa. A questo punto la parte interna della zucca, diventata ormai una rete di fibre elastiche, viene impiegata per applicazioni in campo cosmetico.

Alluminio, come e perché riciclarlo

Non si sa come mai ma l’alluminio è uno dei materiali meno riciclati in assoluto. Eppure questo è strano, dato che è uno dei più utili, visto che con esso si possono costruire un gran numero di oggetti. Potenziale immondizia d’alluminio ci passa tra le mani tutti i giorni senza accorgercene, e con un pò più di attenzione potremmo dare una mano in più all’ambiente.

Un esempio? Il più classico sono le lattine delle varie bevande, ma sono di alluminio anche i fogli che avvolgono la cioccolata, il coperchio del vasetto di yogurt, le bombolette spray e le vaschette per alimenti, oltre ad una enorme quantità di oggetti, compresi quelli in ferro. Tutti però, per essere gettati nel cassonetto della differenziata dell’alluminio, devono riportare il simbolo “AL”, altrimenti potrebbe trattarsi di qualcosa che assomiglia all’alluminio, ma non lo è.