zanzara tigre

Animali, la zanzara tigre arriva in Gran Bretagna

zanzara tigre

Con i primi caldi e l’arrivo dell’estate oltre alla voglie di uscire e di stare all’aperto torna per gli italiani, ma tra alcuni anni se non già dalla prossima estate, anche per gli abitanti dell’Europa settentrionale, un appuntamento con un insetto tanto temuto quanto odiato: la zanzara tigre. Più volte ci siamo occupati di rimediare all’assalto delle zanzare e delle fastidiose punture con rimedi naturali, efficaci ma almeno non dannosi per l’ambiente, ma non curando alla basa la causa non possiamo che rimediare con piccoli ma insufficienti rimedi. E’ stato provato difatti che sono i cambiamenti climatici e l’aumento della temperatura terrestre ad aver causato l’arrivo delle zanzare tigre dai caldi Paesi asiatici in Italia e ora, a quanto pare, anche nella fredda Gran Bretagna e nel Nord Europa.

riscaldamento terrestre

Riscaldamento globale, più malattie tra gli Inuit del Polo Nord

riscaldamento terrestreL’aumento della temperatura terrestre che ricordiamo è stimato tra 1,4 e 3 gradi entro il 2050 non mette a rischio solo gli animali e le piante, ma anche le piccole comunità che vivono nei pressi del circolo polare artico. Ci riferiamo agli Inuit del Polo Nord, ossia le popolazioni di eschimesi che popolano le fredde terre del Nord. Secondo la notizia apparsa sulla rivista scientifica EcoHealth, queste comunità sarebbero in pericolo a causa del proliferare di alcuni batteri che si riproducono con lo scioglimento dei ghiacci.

Panda giganti dimezzati entro 70 anni

Non che oggi i Panda Giganti siano tanti, ma il loro numero si calcola in declino talmente tanto da dimezzare la quantità di esemplari in tutto il mondo entro il 2090. Il motivo? Secondo Rame Aitken-Palmer, veterinario capo al Conservation Biology Smithsonian Institute di Front Royal, Virginia, e capo dello studio, è da ricercare nei cambiamenti climatici. Questi, insieme alla presenza umana sempre più imponente nei loro territori, mettono a rischio la loro riproduzione. Ma per capire meglio la situazione bisogna fare un passo indietro.

Unep

Ambiente, il ritmo di degrado del Pianeta supera le nostre azioni

UnepOccorre intervenire al più presto, non c’è tempo per rimandare decisioni così importanti sulla salute del nostro Pianeta. Queste in sintesi le parole di Achim Steiner, sottosegretario ONU e direttore dell’esecutivo dell’Unep (United Nations Environment Programme), intervenuto  all’Aurelio Peccei lecture, conferenza dedicata al fondatore del Club di Roma. Nella conferenza promssa da Wwf Italia e Fondazione Peccei, in collaborazione con UniCredit, si è parlato di Rio+20, di sviluppo sostenibile, di politiche ambientali.

Riscaldamento globale, 900 specie di uccelli a rischio estinzione

Novecento specie di uccelli potrebbero estingersi entro la fine del secolo. E’ questo l’ultimo allarme lanciato dall’Università dello Utah che ha analizzato oltre 200 studi sul tema effettuati negli ultimi anni. Secondo i ricercatori è vero che forse gli uccelli sono la razza meno a rischio in quanto, potendo volare, può spostarsi più facilmente a seconda della latitudine che più gli aggrada. Ma a rischio sarebbero tutte quelle specie che non migrano, e che sono abituate da secoli e vivere in posti dal clima stabile.

Neve e caldo torrido, cambiamenti climatici: non è solo colpa dell’uomo

Che i cambiamenti climatici cominciano ad avere i loro effetti sul Pianeta e sulle condizioni meteorologiche lo vediamo tutti i giorni e il gelo e le temperature record sotto i 23,8 gradi raggiunti da alcune città dell’Italia ne sono un triste esempio; così come il caldo torrido e l’afa che si sta abbattendo sugli USA in modo inspiegabile fino a qualche decennio fa. Eppure una ricerca condotta da un gruppo di scienziati tedeschi, guidati da Werner Weber, e pubblicata sul tabloid tedesco “Bild” ritiene che non sia solo l’uomo il responsabile di tutto questo: il surriscaldamento globale, l’aumento delle temperature di 0,8 gradi, è dovuto almeno per il 50% dal sole, la nostra stella.

Ecologia in sfilata a Milano con Vivienne Westwood

Anche la moda sostiene la lotta ai cambiamenti climatici: scopriamo la collezione-messaggio di Vivienne Westwood in sfilata a Milano in questi giorni.

Vivienne Westwood è una delle più eccentriche stiliste britanniche, classe 1941, e tanta energia. Dai suoi primi modelli che si ispiravano alla moda punk e al mondo della strada, passa per indumenti ed elementi di sartoria che hanno fatto la storia della moda. Dopo la sua ultima collezione per la difesa dei diritti civili, contro il terrorismo e le amministrazioni Blair e Bush, Vivienne Westwook torna a stupire e a far pensare. Nella sfilata di moda in corso a Milano nella splendida cornice del palazzo Serbelloni, propone una collezione 2012-2013 ecologica e rispettosa dell’ambiente. Una collezione maschile ma per uomini dai gusti retrò e dall’estetica ben lontana da quella che oggi si rincorre: uomini con la barba lunga e ghiacciata, occhiali dalle montature spesse, trasandati, eppure virtuosi nel loro stile di vita ecosostenibile. Per tutto c’è un significato: la barba è cosparsa di ghiaccio e piccole stalattiti perché, come i ghiacciai polari, si sta sciogliendo a causa dell’innalzamento delle temperature. La Westwood aderisce all’United Nation Environmental Programme in favore di uno stile di vita più sostenibile e supporta i documenti della serie “The  Frozen Planet” di David Attenborough che andranno in onda negli USA ma senza l’ultimo episodio, quello più saliente visto che spiega come l’uomo è responsabile dello scioglimento dei ghiacciai polari.

Riscaldamento globale: i primi a farne le spese sono gli animali che vivono in montagna

I cambiamenti climatici sono ormai una realtà, e ce ne accorgiamo dove normalmente le temperature sono più estreme. Un esempio su tutti sono le montagne dove, a causa della scarsità di precipitazioni, la neve comincia a mancare. Di conseguenza anche le specie animali che si trovano lì improvvisamente hanno l’impressione di essere state trasferite altrove, e dunque sono costrette ad emigrare verso zone più accoglienti.

USA: Santorum o Romney? Per l’ambiente il migliore resta Obama

In questi giorni non si fa altro che parlare dell’ascesa di Mitt Romney come più probabile sfidante dell’attuale presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca Barack Obama tra i Repubblicani, ed il possibile outsider Rick Santorum. A noi ovviamente le questioni di politica, specialmente perché trattano temi americani, interessano poco. Ma essendo gli States uno dei Paesi più inquinanti al mondo, ci interessa conoscere le loro politiche ambientali.

Ambiente, alberi: i più vecchi vivono in ambienti difficili

Se tra gli uomini i più longevi sono quelli che hanno vissuto in modo regolare, senza stenti e seguendo un’alimentazione sana e genuina, un’interessante ricerca italiana ha scoperto che gli alberi più sono vecchi e grandi, più hanno vissuto in ambienti e condizioni difficili.

Ambiente ed energia, dopo Durban. Clini: “puntare sulle comunità locali”

Non sono i target globali che salveranno il pianeta, ma le misure concrete prese dalle comunità locali.

All’indomani dal Congresso di Durban, abbastanza deludente per il clima e per il futuro del nostro Pianeta, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini torna a parlare di politiche per il clima a Firenze, dove è intervenuto in un congresso a cui erano presenti oltre 400 sindaci per l’United Cities and Local Governments, un’organizzazione che riunisce oltre 1000 città e 112 associazioni provenienti da 36 Paesi.

L’accordo di Durban non salverà il pianeta

Il mondo ha salutato quasi con un applauso la notizia che a Durban era stato trovato un accordo sul clima, ma purtroppo questo clamore poteva far felice soltanto chi di ambiente e di ecologia capisce poco o nulla perché si informa solo al tg o sui grandi giornali che, con tutto il rispetto, non seguono tutti i giorni questi argomenti. Come affermato anche su queste pagine diversi giorni fa, l’idea di far iniziare qualsiasi tipo di restrizione dopo il 2020 equivaleva ad un suicidio perché per allora sarà troppo tardi, ed infatti oggi arriva la conferma da parte di diversi scienziati e ambientalisti che non si dicono affatto contenti dell’accordo.

Greenpeace, blitz a palazzo Chigi: “Il clima cambia. La politica deve cambiare”

A Durban salviamo il clima.
Il clima cambia. La politica deve cambiare.

Gli attivisti di Greenpeace dopo il blitz nelle centrali nucleari della Francia per dimostrare la mancanza di sicurezza nel sistema, irrompono oggi in palazzo Chigi per dare uno scossone alla politica, nel giorno della firma della manovra salva Italia e nel giorno di missione del ministro dell’Ambiente Corrado Clini a Durban per rappresentare l’Italia davanti alle grandi potenze della Terra.

Emergenza clima, Horizon 2020 vale 25 mld per l’ambiente

Molto si sta parlando di clima e di come fermare i cambiamenti climatici nella settimana del Congresso di Durban. A dare un forte contributo nel settore della ricerca e della lotta all’emergenza clima è l’Europa con il programma Horizon 2020 che ha destinato oltre 25 miliardi di euro alla ricerca. Connie Hedegaard, commissario Ue per il clima si è detta entusiasta dell’iniziativa

Horizon 2020 è una buona notizia sia per il clima che per la nostra crescita economica. Un terzo dell’intero budget di Horizon 2020 andrà alla ricerca legata al clima, si tratta di più di 25 miliardi di euro; mentre almeno il 60% del budget totale sarà relativo ai temi dello sviluppo sostenibile.