Dopo l’atelier fiorentino Gucci un altro grande nome della moda italiana sigla con il ministero dell’Ambiente un patto per una produzione più ecologica e sostenibile. Firmando un accordo con Corrado Clini, il gruppo Benetton ha approvato un progetto per la riduzione delle emissioni di CO2 per un piano di lavoro italo-tunisino. Gli obiettivi sono quelli di ridurre le emissioni per contrastare i cambiamenti climatici e dare vita a dei prodotti tessili di elevata qualità e compatibilità ambientale, certificati carbon neutral.
impronta di carbonio
Ecologia, firmato patto per carbon footprinting con le imprese del Made in Italy
Sull’onda delle politiche ambientali e sulla lotta alle emissioni, proclamata in questi giorni dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, la Coop assieme al gruppo San Benedetto, Pirelli, Palazzetti, San Marco, Le Fay e diverse aziende vitivinicole del Paese, ha firmato un accordo volontario per contabilizzare e monitorare le proprie emissioni di CO2. Il progetto di carbon footpronting è il primo in Italia, come precisa il presidente del Consiglio di gestione del marchio Coop, Vincenzo Tassinari
Siamo l’unica impresa della grande distribuzione a essere stata chiamata a sottoscrivere un protocollo che vuole promuovere progetti comuni, finalizzati all’analisi, alla riduzione fino alla possibile neutralizzazione dell’impatto sul clima nel ciclo di vita dei prodotti.
L’impronta di Google, un’orma di emissioni da gigante buono
Google ha svelato la sua impronta di carbonio, rivelando un totale di emissioni di 1,5 tonnellate di carbonio all’anno. Il gigante di Mountain View inquina quanto le Nazioni Unite e poco più del Laos, Paese del Sud-Est asiatico. Il colosso non ha voluto specificare di quanto sia aumentato il suo fabbisogno energetico rispetto allo scorso anno pur affermando che c’è stato un aumento considerevole e che i dati, nell’ottica di una politica ambientale e di responsabilità sociale e d’impresa completamente trasparente, saranno presto resi pubblici nell’ambito del Carbon Disclosure Project. Ci sono da fare alcune considerazioni importanti e doverose. Innanzitutto è bene ricordare che Google è da sempre attento al suo impatto ambientale, con un impegno costante nella riduzione delle emissioni, dei consumi ed investimenti considerevoli in opere di compensazione e nelle energie rinnovabili.
Automobili: l’Ue pensa di bandire diesel e benzina entro il 2050
Le auto elettriche o con combustibili alternativi non riescono a decollare? Allora è bene forzare la mano. In solo quattro decenni la Commissione europea ha intenzione di realizzare una proposta ambiziosa: eliminare le automobili a benzina e diesel entro l’anno 2050, nel tentativo di ridurre la congestione del traffico e ridurre drasticamente l’impronta di carbonio del Continente.
Sicuramente il piano troverà forti opposizioni specialmente dalle lobby del petrolio, ma forse solo così si potrà riuscire a risolvere il problema della dipendenza dalle fonti inquinanti che invece continuano ad aumentare la loro presenza nella nostra vita di giorno in giorno.
Impatto ambientale del cibo, un sito calcola quanto inquina la tua dieta
Di solito è difficile riuscire a farsi un’idea chiara e precisa della propria carbon footprint, ed in particolare della propria dieta. E’ difficile comprendere tutti i dati alla base della produzione alimentare e dei trasporti con una normale calcolatrice.
Mentre i vari calcolatori di emissioni di anidride carbonica che si trovano su internet possono darvi una vaga idea dell’impronta della vostra dieta, la ricerca di informazioni molto specifiche diventa più difficile. Fino ad oggi. Clean Metrics ha pubblicato uno strumento gratuito che potete usare per calcolare le vostre emissioni in modo da poter individuare i cambiamenti dettagliati che si possono apportare nella dieta per renderla più ecologica.
Quanto inquiniamo dormendo?
L’idea che dormire contribuisce ad inquinare sembra un po’ strana, ma è così. Il sonno può sembrare l’attività più ecologica che ci sia perché in quel momento non stiamo consumando, non siamo alla guida, non teniamo le luci accese (almeno la maggior parte di noi), e se siamo bravi ecologisti teniamo spento il termostato e gli elettrodomestici. Insomma come facciamo ad inquinare?
Secondo il periodico dell’Observer, il 5% dei britannici che regolarmente dorme meno di cinque ore a notte utilizza il 16% in più di energia elettrica, il 9% di gas in più e consuma e brucia più di 1,5 grammi in più di grasso corporeo ogni 24 ore rispetto a al 6% dei britannici che dorme più di nove ore al giorno.
Guerra in Iraq, quanta CO2 mi costi?
I costi in termini di vite umane delle guerre sono così alti che può sembrare assurdo pensare all’impatto sull’ambiente in casi simili. Mettiamola così: quella della CO2 prodotta dai conflitti
Emissioni CO2, KO grazie alle videoconferenze
Un nuovo rapporto diffuso dal Carbon Disclosure Project (CDP) e sponsorizzato da AT & T ha rivelato che la videoconferenza può significare un risparmio enorme per le imprese, sia in denaro che in impronta di carbonio. Secondo il rapporto, sostituire i viaggi tra Stati Uniti e Gran Bretagna con una “telepresenza” può significare
tagliare le emissioni di CO2 di circa 5,5 milioni di tonnellate in totale … e ottenere dei benefici per l’economia finanziaria di quasi 19 miliardi dollari, entro il 2020.
Poiché le imprese sono costrette a tagliare drasticamente i costi per sopravvivere alla recente crisi economica e prepararsi per una regolamentazione più severa delle emissioni di gas serra, possiamo così notare come l’uso delle telecomunicazioni al posto del classico “faccia a faccia” sia la soluzione migliore per tutti.
Ricerca mette in dubbio ecologia dei Nativi Americani
Etichettati spesso come i primi veri ecologisti, attenti alla difesa degli equilibri della Madre Terra, rispettata e onorata, i Nativi Americani sono ora sotto accusa a causa di una stalagmite (nella foto a destra). Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Ohio University suggerisce infatti, sulla base del ritrovamento di un reperto, che i primi Nativi Americani hanno lasciato un’impronta di carbonio più grande di quanto si pensasse, fornendo prove che l’uomo è stato colpito dal riscaldamento globale già molto tempo prima dell’era industriale moderna.
L’analisi chimica di una stalagmite trovata nel bacino montuoso di Buckeye Creek nel West Virginia suggerisce infatti che gli indigeni americani hanno contribuito ad un significativo aumento del livello di gas serra nell’atmosfera attraverso lo sfruttamento del territorio. I primi Nativi Americani bruciavano gli alberi delle foreste per far spazio a colture di alberi da frutto, come le noci, che rappresentavano gran parte della loro dieta.
“Essi avevano raggiunto un livello abbastanza sofisticato di vivere che non penso le persone abbiano pienamente apprezzato”, ha spiegato Gregory Springer, professore associato di scienze geologiche alla Ohio University e autore principale dello studio, pubblicato di recente sulla rivista The Olocene. “Erano molto progrediti, e hanno saputo ottenere il massimo delle foreste e dai territori in cui vivevano in tutto il Nord America, non solo in poche aree (come avviene oggi, ndr).”
Fido inquina più della vostra auto
Chi l’avrebbe mai immaginato che dietro a quei grandi occhi dolci del vostro gatto o cane, si nasconde una macchina da emissioni, la quale inquina due volte di più della vostra auto? Non avete mai visto il vostro animale usare un elettrodomestico, guidare un auto o lasciare l’acqua aperta, eppure la sua quantità di emissioni è anche maggiore della vostra.
Secondo un rapporto pubblicato da due scienziati neozelandesi sulla rivista New Scientist, la risposta sta nella quantità di superficie necessaria per produrre i loro alimenti. Gli scienziati, Robert e Brenda Vale, hanno notato che un cane di medie dimensioni consuma circa 164 chili di carne e 95 kg di grano in un anno. L’impatto sull’ambiente necessario per produrre la carne e il grano corrisponde ad una superficie di 0,84 ettari. D’altra parte, un veicolo 4×4 che viaggia 10.000 chilometri l’anno ha un impronta ecologica di 0,41 ettari, la metà rispetto al cane. Inoltre, questi fattori consumano l’energia necessaria per produrre e dare energia al veicolo.