Annunciato obiettivo solare dell’India: 22 GW di potenza installata entro il 2022

solare in india

La prima parte di un programma di tre fasi che vedeva 22 GW di nuova capacità solare installata in India è stato approvato, secondo una dichiarazione da Gauri Singh, Ministro del Governo indiano. Per intenderci, in Italia oggi non arriviamo nemmeno ad un GW di potenza installata.

A seguito del piano d’azione nazionale sui cambiamenti climatici, il cosiddetto Jawaharlal Nehru National Solar Mission (JNNSM) mira a sviluppare le tecnologie dell’energia solare nel Paese fino a raggiungere la parità di rete entro il 2022, facendo diventare l’India il leader mondiale nel solare.

La fase 1, ora approvata,  terminerà nel 2013, la fase 2 coprirà quattro anni e la fase 3 arriverà fino al 2022. Gli obiettivi del Governo sono favorire una griglia da un GW  per quanto riguarda gli impianti solari nell’immediato, 100 MW installati sui tetti e piccoli impianti solari collegati alla rete di bassa tensione e 200 MW di capacità equivalente dalle applicazioni esterne alle griglie solari da ultimare entro marzo 2013.

Congresso di Copenaghen: l’India tira il freno, nessun accordo se vengono posti vincoli

parlamento indiano

Dopo le dichiarazioni di intenti di Obama e della Cina, dopo che anche l’Europa si era mossa e aveva proposto una bozza di discussione, tutto sembrava volgere per il verso giusto. Ma siccome non c’è summit che si rispetti senza qualcuno che remi contro, ecco che interviene l’India, uno dei maggiori inquinatori mondiali, a bloccare tutti i facili entusiasmi.

L’intervento del secondo più grande Stato asiatico è arrivato dopo la proposta del Governo danese di porre dei paletti alle emissioni. In breve l’India non è d’accordo con i vincoli stretti, e ha posto 4 condizioni per poter aderire all’accordo che (si spera) potrà uscire alla fine del vertice di Copenaghen:

  1. Il vincolo alla riduzione delle emissioni deve valere solo per i Paesi industrializzati e non per tutti;
  2. Nessun controllo internazionale senza aiuti economici;
  3. Nessuna data per il picco previsto delle emissioni;
  4. Nessuna barriera economica sullo scambio di merci inquinanti nei Paesi in via di sviluppo.

Se da una parte alcune richieste indiane sembrano ragionevoli, dall’altra sono talmente esagerate che anche alcuni Paesi poveri potrebbero non essere d’accordo.

Uno Stato dell’India è alimentato da scarti di riso

impianto elettrico a scarti di riso

Una tecnologia che converte lo scarto del riso in elettricità sta guadagnando terreno a Bihar (India). Circa 100.000 nuclei familiari nello Stato già la usano per produrre elettricità dalla biomassa. Secondo una stima, il 44% della popolazione indiana vive ancora senza energia elettrica, e così questa tecnologia di nuova generazione basata sulla biomassa diventa indispensabile per la gente “affamata” di energia come quella di Bihar.

Anche se questa tecnologia è in uso da 50 anni in India, l’Husk Power Systems (HPS), una società di elettrificazione rurale, l’ha modificata per abbassare i prezzi e renderla accessibile a tutti. Oggi, le forniture HPS alimentano 50 villaggi nello Stato. Ogni villaggio ha una popolazione compresa tra 2.000 e 4.000 persone. Entro il 2012, l’HPS pianifica di coprire 2.000 villaggi.

L’India si ribella e vuole una maggiore riduzione delle emissioni

eolico in india

In merito al problema dei cambiamenti climatici, l’India cerca di prendere una posizione forte nei confronti degli altri Paesi: in un’intervista alla Reuters, il ministro dell’Ambiente indiano Jairam Ramesh ha invitato il primo ministro ad accettare riduzioni delle emissioni nazionali COP15, senza che esse siano legate agli impegni finanziari e di supporto tecnologico derivanti dagli sforzi che Stati Uniti e altri Paesi ricchi hanno intenzione di intraprendere.

Nella lettera, Ramesh ha detto al primo ministro Manmohan Singh che

La posizione che assumiamo negli impegni internazionali di mitigazione, supportata solo dal finanziamento e dalla tecnologia, deve essere sfumata semplicemente perché abbiamo bisogno di tutelare il nostro interesse. Ciò deve essere pragmatico e costruttivo, non polemico. […] l’India dovrebbe ascoltare di più e parlare di meno nei negoziati.

Alla fine, la lettera ha esortato l’India a staccarsi dal gruppo di 77 nazioni in via di sviluppo ed allinearsi con il G20.

Presentato in Kenya il primo cellulare solare africano

cellulare solare

Delle volte vien da chiedersi se effettivamente è l’Occidente ad essere più avanti rispetto ai Paesi del Terzo Mondo o il contrario. No perché se così fosse, non si spiega come mai nei Paesi in cui la tecnologia va avanti di giorno in giorno, i cellulari vengono ricaricati tramite presa elettrica, collegata ad una centrale che nella maggior parte dei casi è inquinante, mentre in Africa i cellulari si ricaricano con la luce solare.

La più grande società di telefonia mobile del Kenya, la Safaricom Ltd., ha appena lanciato il primo telefono ad energia solare del Paese. Il cellulare è dotato di un regolare caricatore e di un pannello solare che ricarica il telefono usando i raggi del sole. La vendita al dettaglio ha un prezzo di circa 35 dollari (circa 24 euro), e la produzione la si deve all’azienda cinese ZTE Corp. Safaricom prevede di effettuare una vendita iniziale di 100.000 telefoni.

India: nata generazione di bambini deformi a causa dell’inquinamento da carbone

centrale a carbone

Esistono diversi tipi di carbone: nero, duro, pieno di carbonio, e così via. Tuttavia, la concentrazione pericolosa dei minerali che lo compongono varia notevolmente come variano le emissioni di componenti tossici a seconda della progettazione e gestione di una fonte di combustione. Ad esempio, alcuni tipi di carbone rilasciano tracce di alti livelli di fluoruri, mentre altri depositi hanno livelli altamente pericolosi di composti tossici del fluoro.

Lo stesso vale per il mercurio, per l’arsenico, per l’uranio e per i suoi prodotti a causa del decadimento radiologico. E proprio per il rischio radiologico, dai dati raccolti è emerso che in India sono nati alcuni bambini deformi a causa dell’esposizione a radionuclidi associati alla produzione di energia elettrica dal carbone.

500 miliardi di dollari richiesti dalle Nazioni Unite per sviluppare l’energia pulita nei Paesi poveri

poveri scappano da inondazioni

E’ l’ennesima crepa nei colloqui sul riscaldamento del clima tra Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo: l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo del fabbisogno di energia delle nazioni ha rilevato che per consentire ai Paesi poveri di crescere senza contribuire pesantemente al cambiamento climatico bisogna finanziarli con almeno 500 miliardi di dollari l’anno (350 miliardi di euro).

Questo ovviamente complica le cose, specialmente per nazioni come la Cina e l’India, alle prese con le richieste da parte delle nazioni, come gli Stati Uniti, di assumere impegni vincolanti per tagliare le emissioni di gas a effetto serra. In precedenza, si era pensato che circa 100 miliardi di dollari l’anno sarebbero stati sufficienti per aiutare le nazioni nello sviluppo sostenibile, al fine di ridurre al minimo l’uso di energia proveniente da fonti inquinanti, come le centrali a carbone. Finora solo 21 miliardi dollari sono stati effettivamente raccolti nella lotta contro il cambiamento climatico. Le nazioni in via di sviluppo chiedono maggiore impegno finanziario per aiutarle a ridurre le emissioni.

India: installato il più grande impianto solare al mondo

impianto-solare-india

Finalmente una buona notizia. La corsa ecologica di questi ultimi tempi ha avviato una sorta di competizione con uno spirito che fa bene all’ambiente e a noi stessi. Da quando sono stati inventati i più disparati modi per reperire ed utilizzare l’energia solare, sono partite due gare: quella a chi produce il collettore solare più strambo (e di tali esempi in queste pagine ce ne sono a decine), e chi costruisce la centrale solare più grande al mondo. Ed è proprio di questo che ci occuperemo oggi.

Tempo fa ci occupammo della più grande centrale solare al mondo, costruita in Spagna. La Cina, di tutta risposta, ha annunciato un progetto che supererà quello spagnolo. Ma forse l’India ha anticipato tutti, costruendone una ancora più grande. Solo che stavolta non servirà per alimentare gli apparecchi elettrici. Indù e musulmani pellegrini in visita al santuario di Sai Baba a Shirdi potranno vedersi servito del cibo cucinato con l’aiuto di un sistema solare a vapore, inaugurato dal Ministro dell’energia nuova e rinnovabile Farooq Abdullah. I funzionari indiani hanno ammesso che questa sarà la centrale solare più grande del mondo.

Il piano energetico indiano, produzione solare maggiore del nucleare entro il 2050

pannelli-solari-india

Finchè a superarci ci sono Paesi come Stati Uniti e Germania, o colossi come la Cina, nulla da obiettare. Ma quando si nota che a superare l’Italia in quanto a progetti ecologici e a produzione di energia pulita è anche un Paese del Terzo Mondo, allora c’è da chiedersi che cosa c’è che non va.

Un anno fa l’India ha annunciato che l’energia solare sarebbe entra a far parte del suo piano d’azione, anche se dagli annunci dello scorso anno ad oggi non abbiamo visto granché. Ma ora il Worldwatch Institute fa sapere che probabilmente sta per partire un piano nazionale sull’energia solare che sembra più serio di molti europei.

Arrivano (finalmente) le auto ad aria compressa in Europa

airpod

Gli olandesi in molti campi sono molto più avanzati rispetto al resto d’Europa, ma anche del mondo, e per questo vogliono mantenere questo primato anche in un campo dove finora non hanno avuto punte di eccellenza, l’automobile. Per questo Amsterdam sarà la prima città europea a sperimentare le automobili ad aria compressa.

Promesse già nel lontano 2001 e tecnicamente pronte solo in India grazie alla Tata, finalmente esse sbarcano anche in Europa, grazie alla Motor Development International (MDI) che ha sede non nei Paesi Bassi, ma in Francia, a pochi chilometri da Nizza.

Le caratteristiche di quest’automobile sono a dir poco strabilianti. Prima di tutto, possono lottare ad armi pari con le piccole auto da città, il modello del futuro, visto che sono lunghe soltanto due metri, ma danno posto anche a 3 passeggeri, a differenza delle due delle auto mini finora utilizzate. Ma le caratteristiche che la fanno essere l’auto più ecologica del mondo sono altre.

Rabi Rashmi Abasan: il primo complesso residenziale in India alimentato ad energia solare

 

In India, a causa della rapida industrializzazione e dell’incremento demografico, la domanda di energia elettrica è cresciuta notevolmente. Secondo i dati della Planning Commission l’India, per far fronte alla maggiore richiesta energetica, dovrà produrre, entro il 2030, almeno 700 mila MW di energia in più. Il governo indiano sta cercando di rispondere a questa necessita attraverso l’impiego di fonti di energia rinnovabili, istituendo anche un apposito ministero: Ministry of Non-Conventional Energy Sources.

 

Nell’ottica dello sfruttamento delle energie rinnovabili si inserisce perfettamente il Rabi Rashmi Abasan, il primo complesso residenziale in India alimentato completamente ad energia solare. La struttura, costruita dalla West Bengal Renewable Energy Development Agency (WBREDA) e da Bengal DCL, è situata a New Town in Calcutta e rappresenta un notevole passo avanti nell’utilizzo di energia alternativa.

La rivoluzione alimentare si farà con il riso

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Il problema del costo del cibo, che da un anno a questa parte sta peggiorando la situazione di milioni di persone in tutto il mondo, potrebbe essere risolto in maniera naturale. Si chiama “Rivoluzione del Cibo“, e si basa su un nuovo modo di coltivazione del riso.

Lo scienziato in questione è il professor Norman T. Uphoff, docente della Cornell University, che si è posto il problema di come risolvere la crisi alimentare globale, senza ricorrere all’ingegneria genetica.

I dieci miti “Verdi” da sfatare

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Chi è fermo sulle proprie convinzioni verdi potrebbe perdere la bussola d’ora in avanti. Ci sono una serie di miti che vengono portati come bandiere delle proteste degli ambientalisti da diversi anni, che in realtà sono appunto leggende, ma non hanno nulla a che vedere con la realtà.

La notizia la dà la rivista americana Wired, ispirata al pensiero del sociologo Marshall Mc Luhan e al guru dell’informatica Nicholas Negroponte, che vogliono sfatare quei modi di pensare ormai obsoleti che molti ambientalisti ritengono ancora oggi attuali, ma che in realtà in molti casi sono superati, o addirittura a volte dannosi. Non per altro l’articolo si intitola «Verità scomode: preparatevi a ripensare cosa vuol dire essere Verdi». E voi siete pronti a ripensarci?

Investimenti nelle rinnovabili per 50 miliardi di euro

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Dallo studio promosso da AGICI Finanza d’Impresa, sotto la guida di Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, arrivano i dati relativi agli investimenti dei principali gruppi elettrici europei e italiani, nel periodo che va dal 2008 al 2015. Lo studio riguarda tutti i maggiori player europei (Atel, Centrica, Edf, EdP, Enel, E.On, Iberdrola, Rwe, Statkraft, Suez e Gdf considerati sia singolarmente che post fusione, Vattenfall, Verdbund, A2A, Acea, Edison, Erg, Iride, Sorgenia). Con uno sforzo finanziario di oltre 50 miliardi di euro e un tasso di crescita al 285%, i 14 gruppi europei considerati porteranno la loro capacità produttiva da rinnovabili da 13 mila megawatt nel 2007 a 50 mila megawatt nel 2015 (escludendo l’idroelettrico tradizionale).