
Il COBAT (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) è uno degli assi portati della raccolta differenziata in Italia. Il consorzio si occupa nello specifico della raccolta dei così detti rifiuti tecnologici, ampia categoria in cui rientrano pile usate, accumulatori e batterie, pneumatici dimessi, rifiuti RAEE e moduli fotovoltaici esauriti. L’attività del consorzio relativa al 2015 è stata presentata ieri a Roma durante una tavola rotonda in cui si sono discussi risultati e prospettive dell’attività del COBAT e si è affrontato il tema del riutilizzo dei rifiuti in un modello di economia circolare.
Pannelli fotovoltaici made in USA, il top dell’innovazione tecnologica
Il “Made in Italy” generalmente è sinonimo di eccellenza in tutto il mondo, ma per certi settori abbiamo ancora molto da imparare. In tema di tecnologia, ad esempio, gli Stati
La città di Londra si aggiudica un nuovo primato green: è infatti nella capitale inglese, alla stazione Blackfriars, che si trova adesso il ponte solare più grande del pianeta. Oltre 4400 pannelli solari coprono infatti il tetto della stazione che si estende sopra il Tamigi.
D’ora in avanti se un italiano volesse installare dei pannelli fotovoltaici da qui alla fine dell’anno, sappia che dovrà pagare completamente di tasca propria. Gli incentivi 2013 per le installazioni domestiche infatti sono finiti. Anche se con un certo anticipo rispetto alle previsioni, i 6,7 miliardi di euro che il Governo scorso aveva stanziato per aiutare le famiglie che avevano intenzione di installare un impianto fotovoltaico sono già terminati.
Il mezzo migliore per spostarsi in autostrada? Ovviamente l’automobile. A patto che sia elettrica. E’ il piano di Click Utility Network che ha calcolato che a fronte di una spesa da quasi 4 milioni di euro per ammodernare l’autostrada più affollata d’Italia, la Milano-Brescia, si possono ridurre le auto in circolazione, e quelle presenti su strada possono essere più pulite.
L’idea non è nuova, ma ancora è poco sfruttata. Se i pannelli fotovoltaici vanno in competizione con i terreni agricoli, sarebbe meglio spostarli in aree non utilizzate. Lo studio di architettura ZM ha avuto una brillante idea: modificare la struttura degli impianti fotovoltaici per fare in modo che possano essere poggiati a pelo d’acqua. Ma non in aree in cui si pesca o dove possono avere qualche altro tipo di impatto ambientale, ma nei fiumi e nei canali che non vengono utilizzati.
Dimenticatevi il