Come sta cambiando la legislazione sui certificati verdi? Come funzionano e, soprattutto, in che modo andare a proteggersi dal rischio volatilità? A queste ed altre domande è possibile trovare risposta il mese prossimo, e per la precisione mercoledì 1 dicembre 2010, quando l’Aper, Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili, terrà un Workshop, sponsorizzato dall’azienda Repower Italia, che sarà tra l’altro l’occasione anche per distribuire il nuovo numero sui certificati verdi a cura proprio dell’Osservatorio dell’Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili (Aper).
La giornata di approfondimento dell’Aper sui certificati verdi verte sul trading, sull’hedging, sulle prospettive di mercato e sugli scenari di prezzo, ma anche, come sopra accennato in materia di certificati verdi, sull’utilizzo di strumenti della gestione del rischio e sui riflessi legati ai finanziamenti.
Avvalendosi della collaborazione del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, l’AEEG, Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, ha annunciato il lancio della campagna controlli 2011 sugli incentivi percepiti da fonti rinnovabili ed assimilate. Questo, così come avvenuto negli ultimi anni, al fine sia di prevenire, sia di scoraggiare ogni indebito comportamento che porti a percepire contributi statali non dovuti; questi incentivi indebitamente percepiti saranno poi restituiti ai consumatori nelle bollette.
Per gli immobili di nuova costruzione, la presenza di un impianto fotovoltaico integrato a livello architettonico, a fronte del costo relativo alla progettazione ed all’installazione degli impianti, può permettere a regime sia di poter rientrare dall’investimento, in tempi relativamente brevi, sia di tagliare anno dopo anno la bolletta energetica unitamente alla possibilità di incamerare per un periodo pari a ben 20 anni gli incentivi statali in Conto Energia. Nel nostro Paese la maggiore concentrazione di nuovi immobili dove sono presenti impianti fotovoltaici integrati è il Trentino Alto Adige nel rapporto di uno su dieci, mentre nella Regione Friuli Venezia Giulia tale percentuale è pari all’8%.