Lo spazio sprecato sui tetti potrebbe produrre energia elettrica

di Redazione 1

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Una sottile pellicola trasparente utilizzata per proteggere i televisori a schermo piatto dall’umidità potrebbe diventare la base per i pannelli solari flessibili che potrebbero essere installati su tetti delle case. La flessibilità dei pannelli solari sul tetto, chiamato fotovoltaico-integrato o BIPV, potrebbe sostituire oggi i grandi pannelli solari realizzati con vetro o silicio rigido e montati su telai in metallo molto spessi. Il solare flessibile sarebbe meno costoso di quello di attuale dei pannelli e sarebbe fatto per durare 25 anni.

C’è un sacco di spazio sprecato su tetti che potrebbe essere utilizzato per produrre energia. I pannelli solari flessibili potrebbero diventare facilmente integrati nell’architettura degli edifici commerciali e delle abitazioni. I pannelli solari hanno avuto un successo limitato perché sono stati difficili e costosi da installare

ha dichiarato Mark Gross, uno scienziato del Department of Energy’s Pacific Northwest National Laboratory. I ricercatori hanno creato questi pannelli flessibili da adattare con una pellicola ad incapsulamento attualmente utilizzata per il rivestimento dei display dello schermo piatto che utilizzano diodi organici che emettitono luce, conosciuti meglio come OLED.

I ricercatori fanno sapere di aver sviluppato la tecnologia della pellicola sottile già nel 1990 e che essa al momento ha già 15 possibili applicazioni, tra cui l’energia solare. Vitex ha messo in commercio la tecnologia nel 2000. Il processo di incapsulamento e della barriera ultra resistente, chiamata Barix si è già dimostrata efficace anche sui muri con l’umidità. Ma i ricercatori hanno trovato un modo per applicare la tecnologia ai pannelli solari che sono fatti con rame indio gallio seleniuro, o tellururo di cadmio.

Il prodotto sarà flessibile e a basso costo e potrà essere installato sul substrato dei materiali per i pannelli solari. Sia la pellicola che il suo substrato sono in grado di sopravvivere ai raggi ultravioletti e agli elementi naturali come la pioggia e la grandine per 25 anni. Se avrà successo, questo processo consentirà di ridurre i costi di fabbricazione dei pannelli solari a meno di un dollaro per watt di potenza, e li renderebbe competitivi con i 10 centesimi per kilowatt-ora che servono per ricaricarlo.

Fonte: [Sciencedaily]

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