A favore o contro la bioplastica?

di Redazione 5

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La plastica tradizionale, o sintetica, è normalmente prodotta da derivati del petrolio come sottoprodotto della filiera del greggio verso il grande settore della petrolchimica. Gli oggetti in plastica tradizionale sono riassorbiti dalla natura dopo lunghi periodi di tempo: una busta di plastica lasciata galleggiare nel mare resiste all’attacco di qualsiasi batterio per secoli, una bottiglia di plastica necessita di 400 anni per decomporsi. A questo impatto ambientale si aggiunge il costo sociale del trattamento dei rifiuti in plastica.

La bioplastica, viceversa, si dissolve senza lasciare residui inquinanti, in base alla composizione chimica possono necessitare da pochi giorni a 4-5 anni. È un’alternativa a riciclaggio e reimpiego: i rifiuti bio teoricamente possono essere depositati tutti in discarica data la loro rapida biodegradabilità. Ciò consente di diminuire i contenitori dei rifiuti sul territorio (eliminando quelli di carta, vetro e materiale plastico) e i costi logistici di deposito (i rifiuti caricati periodicamente da un camion per la carta, uno per le plastiche, etc, verrebbero caricati “quotidianamente” insieme a tutti gli altri). Essendo prodotti degradabili al 100% non lasciano traccia nell’ambiente. Per un gran numero di motivi – non da ultimo a causa del prezzo costantemente alto del petrolio – si giudicano positive le prospettive future degli imballaggi prodotti da materie prime rinnovabili. L’industria fa inoltre affidamento sul sostegno della politica per andare avanti con lo sviluppo di questa tecnologia avveniristica.


Ma per amor del vero dobbiamo anche dire che vi è una corrente ideologica non proprio a favore della bioplastica. Difatti le bioplastiche possono ridurre la disponibilità di derrate alimentari, se prodotte a partire da prodotti agricoli come il granturco. La plastica tradizionale viene arricchita e resa “bio” con sostanze quali l’amido di granturco.

Commenti (5)

  1. PRODOTTI PLASTICI BIODEGRADABILI ALTERNATIVI ALLE BIOPLASTICHE
    È presente oggi sul mercato internazionale una nuova tecnologia capace di rendere i tradizionali manufatti plastici totalmente biodegradabili in alternativa alle bioplastiche. Questa tecnologia è stata sviluppata dalla ECM BIOFILMS INC, essa si basa su un additivo che, combinato ad una percentuale minima dell’ 1% alle resine plastiche tradizionali, rende il prodotto finale completamente biodegradabile conservando le stesse caratteristiche meccaniche .
    I prodotti plastici realizzati con il MasterBatch ECM:
    1. Si biodegradano completamente a partire dai 9 mesi ai 5 anni .
    2. Si biodegradano totalmente se riversati in qualunque luogo in cui ci siano sostanze in decomposizione (sia aerobicamente che anaerobicamente:
    • In Discariche,
    • In Compost (in giardino o anche in servizi commerciali),
    • Sotterrati o riversati nei rifiuti,
    • In ambienti agricoli o a rischio idro-geologico.
    3. Sono riciclabili.
    4. Possono essere realizzati con resine riciclate.
    5. Non necessitano di luce, calore o azione meccanica per attivare il processo.
    6. Non richiedono un trattamento speciale (a differenza del PLA e dei prodotti oxo-degradabili ).
    7. Non contengono metalli pesanti (a differenza della maggior parte dei prodotti oxo-degradabili).

    La plastica trattata con il metodo ECM può essere depositata in discarica, interrata, oppure può essere compostata. Sebbene siano state introdotte sul mercato molte bioplastiche , ciascuna di esse deve essere compostata (ovvero si biodegrada totalmente solo in condizioni controllate in impianti industriali) e nessuna di esse si biodegrada nelle discariche. L’utilizzo del masterbatch ECM non richiede particolari requisiti per la produzione ovvero non bisogna trasformare i vecchi impianti produttivi,ma semplicemente effettuare una corretta miscelazione. La tecnologia ECM consente la fabbricazione di materie plastiche che si biodegradano in condizioni aerobiche o anaerobiche.

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