Arca di Noè ricreata a Cuba, critiche a Fidel Castro

di Redazione Commenta

arca noè cuba fidel castroCome si fa per salvare le specie a rischio? Una persona dotata di buon senso tenterebbe di proteggerle nel loro habitat naturale, cercando di tenere lontani i cacciatori ed evitando di distruggere le foreste in cui abitano. Fidel Castro, o forse a parlare sono i suoi 86 anni, ha deciso di fare molto di più: trasferirle a Cuba. L’idea è di creare una vera e propria Arca, denominata Arca di Noè II, che come scritto sulla Bibbia imbarcò centinaia di coppie di specie diverse prima del Diluvio Universale, per tentare di salvarle dall’estinzione.

L’idea di Castro, avvallata dal primo ministro della Namibia, è di sedare decine di coppie di animali, trasportarli su un’immensa nave e farli risvegliare a Cuba dove verrebbero messi in quarantena e poi liberati in un parco nazionale. Così, ammesso che dovessero sopravvivere, si ritroverebbero a vivere per il resto dei loro giorni in prigionia. Anche se, almeno ufficialmente, le intenzioni sono buone (ma a me dà molto l’impressione di volersi creare una sorta di giardino zoologico personale con delle specie affascinanti), forse sarebbe il caso di non dare troppo credito ad un uomo in evidente fase avanzata di senescenza e per cui più che il cervello è la vecchiaia che parla.

Immediatamente sono piovute le critiche degli ambientalisti. Secondo molti infatti gli animali potrebbero morire durante il trasporto, ed anche ammesso che sopravvivessero, si ritroverebbero in un habitat molto diverso rispetto a quello in cui hanno vissuto fino a quel momento, e non riuscirebbero a vivere per più di qualche settimana. Il tutto poi aggravato dal fatto che si tratta di specie a rischio estinzione come elefanti, rinoceronti, leopardi, leoni, antilopi, iene, sciacalli e avvoltoi, e così non si farebbe altro che sottrarre alla natura altri degli esemplari preziosissimi.

Ma ancora, non finiscono qui le critiche all’iniziativa. Quei pochi animali miracolati che dovessero sopravvivere a questa tortura verrebbero poi “liberati”, si fa per dire, nel Parco Waterberg Plateau di Cuba, una sorta di zoo che in appena 342 ettari ospita già oggi 850 animali. Il primo “carico” dovrebbe partire ad ottobre, il secondo ed ultimo verso la fine dell’anno.

Photo Credits | Getty Images

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