Stop ai motorini euro zero a Roma

motorini euro zeroDal primo gennaio 2010 i motorini euro zero non potranno più circolare a Roma. Per sapere a quale classe di omologazione ambientale appartiene il vostro mezzo, dovrete consultare il carta di circolazione o il certificato di omologazione tecnica che accompagna il vostro veicolo. La circolazione dei veicoli a due, tre o quattro ruote marchiati da questa sigla sarà infatti bandita nella capitale per arginare lo smog e ridurre le emissioni. A renderlo noto è stato un comunicato diffuso dal Comune:

Dal primo gennaio 2010  ai ciclomotori e ai motoveicoli a due, tre e quattro ruote, con motore a quattro tempi ‘euro 0’, non conformi alla direttiva 97/24/ce, sarà vietato l’ingresso e la circolazione all’interno della ztl dell’anello ferroviario.

L’Indonesia converte 27 stazioni di rifornimento in aree verdi

stazione di servizio giakarta

In tutto il mondo, le auto e le infrastrutture a loro dedicate hanno coperto la maggior parte dello spazio aperto con l’asfalto. Ma con la chiusura del mese scorso del primo dei 27 distributori di benzina, la città di Giakarta, in Indonesia, ha iniziato la bonifica di alcuni terreni per il pubblico impiego.

La Jakarta Parks e la Cemetery Agency chiuderanno più di due dozzine di stazioni di servizio entro la fine del
l’anno, convertendole in 10.505 metri quadrati di spazio verde per fare un po’ respirare la capitale indonesiana. Le aree verdi a Giakarta sono andate riducendosi per decenni, dal 35% dell’intera città nel 1965 ad appena il 9,3% di oggi.

Un obiettivo del 30% è stato fissato dalle leggi di pianificazione, che hanno anche designato la custodia delle 27 stazioni di rifornimento riconvertite in aree verdi. Il piano per convertire le stazioni dismesse è stato respinto dal consiglio comunale lo scorso anno sotto la pressione politica da parte dei proprietari delle compagnie del gas, ma i funzionari neo-eletti hanno approvato l’idea questa volta.

Quanto è grande una tonnellata di CO2 (fotogallery)

cubo tonnellata di co2

Alfio Bonanno, artista italiano, insieme all’architetto americano Christophe Cornubert, presenterà un’installazione che rappresenta una tonnellata di biossido di carbonio a Copenaghen il prossimo mese, mentre la città ospita la Convenzione quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

Il cubo misura 27 metri per 27 per 27, e rappresenta l’impronta di carbonio mensile della persona media in Europa ed in alcune altre parti del mondo, o la quantità di carbonio prodotta da ciascun cittadino degli Stati Uniti in due settimane. Il 7 dicembre, i leader mondiali si impegneranno (si spera) a combattere il cambiamento climatico. Per farlo si riuniranno a Copenaghen in un congresso organizzato dall’ONU.

Dopo la Coca Cola dietetica, avremo la Coca Cola ecologica?

coca-nuda

Essendo la multinazionale per eccellenza, la Coca Cola viene spesso additata come una delle industrie più inquinanti, oltre che rea di mille altri reati. Ma come tutte le grandi industrie, anche lei ha l’opportunità di redimersi, convertendosi all’ecologia.

La proposta verde la confeziona il Ryan Harc Design Studio, e si tratta della Coca-Nuda (in inglese Naked Coke).  Quali sono i risparmi ambientali di tale progetto? Come si vede dalla foto, si tratta di eliminare definitivamente la vernice dalla lattina di coca. Può sembrare poco, ma se risparmiare cinque milioni di dollari (3,3 milioni di euro) per cinque millimetri di plastica colorata vi sembra poco! Sulla base delle statistiche di Alcoa, ogni anno si riciclano circa 112 miliardi di lattine vendute soltanto negli Stati Uniti. Pensate solamente a quanto costa riverniciare 112 miliardi di lattine di alluminio.

All’aeroporto di Copenaghen i grandi della Terra si scusano per non aver agito contro i cambiamenti climatici (fotogallery)

obama invecchiato greenpeace

Come per tutte le sue azioni, ancora una volta Greenpeace riesce a far scalpore. Da oggi tutti i viaggiatori che si recheranno in Danimarca, ed atterreranno all’aeroporto di Copenaghen, troveranno 9 manifesti di altrettanti leader politici mondiali, invecchiati al computer, dove si scusano per non aver fatto abbastanza per combattere i cambiamenti climatici.

La provocazione serve per mettere pressione ai leader che tra pochi giorni si incontreranno nella capitale danese in quanto, se non dovessero trovare un accordo vincolante sulla riduzione delle emissioni, potrebbero tra 10 anni effettivamente ritrovarsi ad essere costretti alle scuse pubbliche perché, a causa dei cambiamenti climatici, il mondo sarà diventato invivibile, e tutto per colpa dell’avidità e della poca mobilità che c’è oggi, quando siamo ancora in tempo per agire.

Incredible Edible, come fare per rendere la propria città ecosostenibile

incredible edible

Mentre i cittadini del mondo puntano gli occhi verso Copenhagen, in attesa che la leadership mondiale decida cosa ne sarà del nostro futuro, una città ha preso la situazione e l’ha posta nelle mani del popolo. Un’idea che è iniziata attorno ad un tavolo da cucina è diventata una reale prova di saggezza. A partire da soli pochi giardini di erbe, il progetto “Commestibili Incredibili” (che in inglese rende meglio il gioco di parole Incredibile Edible) è cresciuto organicamente, con l’energia delle popolazioni locali che non hanno cercato fondi pubblici, perché volevano fare a modo loro.

A Todmorden, nel West Yorkshire, Gran Bretagna, uno sforzo che si basa su un principio molto semplice: è il cibo che unisce tutti i popoli a prescindere dal ceto sociale o dai mezzi, perché tutti siamo in grado di comunicare nella lingua del cibo. E così, guidati da fosche previsioni di disordine economico mondiale, sulla scia del picco del petrolio, cambiamenti climatici, il terrorismo e altre minacce terribili, in questa cittadina si è deciso di vivere in un modo più semplice, con un’autoproduzione di alimenti biologici, piuttosto che usare i prodotti come pesticidi o additivi come gli allevamenti industriali.

Eco&Equo: Ancona diventa la capitale italiana dell’ecologia

eco&equo

In questo fine settimana Ancora è la capitale italiana dell’ecologia. A donarle questo titolo è la fiera denominata Eco&Equo, una manifestazione poco pubblicizzata ma molto importante, specialmente in questo periodo in cui tanto si parla di ecologia e di commercio sostenibile. La fiera si basa sul concetto di commercio equo e solidale, cioè l’attività diretta produttore-consumatore senza intermediari, associata al rispetto per l’ambiente e a momenti di aggregazione e conoscenza della situazione ecologica italiana e mondiale.

Le tematiche trattate sono la salvaguardia del pianeta, lo sviluppo economico di quei Paesi (specialmente africani) spesso troppo sfruttati da uomini senza scrupoli, e che invece hanno un potenziale di crescita enorme; ma anche turismo sostenibile, consumo responsabile, cooperazione sociale e acquisto solidale.

350.org organizza fiaccolate durante la conferenza di Copenaghen. Siete tutti invitati

manifestazione 350.org

Mancano poche settimane al congresso di Copenaghen, ed è ormai chiaro che tutti noi abbiamo la necessità di mantenerci uniti e far sentire la nostra voce ai leaders che si inconteranno, per fargli capire che ora è il momento di agire realmente sui cambiamenti climatici.

350.org sta organizzando veglie a lume di candela da effettuare durante i negoziati sul clima, a partire dal giorno prima in cui i capi di Stato e di Governo si riuniranno nella Conference Hall. 350.org chiede alla gente di scegliere un luogo simbolo nella loro città, e raccogliere famiglia, amici e vicini di casa per inviare un messaggio.

Le politiche ambientali di Norvegia, Costa Rica e Maldive, le tre nazioni che puntano alle emissioni zero

nazioni a zero emissioni

Norvegia, Costa Rica e le Maldive sono alle prese con alti costi e ostacoli tecnologici per cercare di combattere il cambiamento climatico, tentando di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra fino allo zero. Le Nazioni Unite stanno lodando il loro obiettivo di “neutralità carbonica“, ma il modello è difficile da imitare, con la sua richiesta di un drastico passaggio all’energia pulita.

Quello che stiamo cercando di fare è di cambiare radicalmente la direzione della loro crescita economica

ha detto Yvo de Boer, capo del segretariato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Eppure, tutte e tre le piccole nazioni affrontano grossi problemi. Le emissioni di gas serra in Norvegia sono del 7% sotto del valore del 2012 nel quadro del protocollo di Kyoto, mentre le emissioni sono in aumento in Costa Rica, in particolare nel settore dei trasporti.

E le Maldive hanno intenzione di essere una vetrina tropicale per l’energia solare ed eolica nell’Oceano Indiano, staccandosi dalla dipendenza costosa del diesel . Avranno bisogno di una cifra stimata di 1,1 miliardi di investimenti per oltre un decennio per raggiungere tale obiettivo. Le Maldive puntano alle zero emissioni entro il 2020, la Costa Rica al 2021 e la Norvegia nel 2030.

Gli Stati Uniti stanziano 275 milioni di dollari per salvare la foresta pluviale

foresta pluviale danneggiata in indonesia

Gli Stati Uniti hanno promesso 275 milioni dollari per la protezione della foresta pluviale giovedi scorso, in occasione di un evento organizzato dall’erede al trono della Gran Bretagna, il principe Carlo, a Londra. Il denaro complessivamente stanziato sarebbe di 1,2 miliardi di dollari di assistenza per i programmi internazionali, nell’ambito di un bilancio 2010 attualmente in attesa di approvazione del Congresso degli Stati Uniti.

Il principe Carlo si è battuto per la protezione delle foreste tropicali, come un modo per frenare il cambiamento climatico e per preservare la fauna selvatica, e vuole che i fondi colmino un vuoto di politica prima di un accordo delle Nazioni Unite sul clima che entrerà in vigore nel 2013.

Le religioni concordano sulla svolta ambientalista e l’Islam dà il buon esempio

islam ecologico

La sede nel Regno Unito dell’Alleanza e la conservazione delle religioni (ARC), in collaborazione con le Nazioni Unite, ha recentemente ospitato 200 rappresentanti di nove grandi religioni del mondo che rappresentano circa 60 diverse organizzazioni religiose. Baha’i, buddisti, cristiani, indù, ebrei, musulmani, scintoisti, taoisti e sikh tutti riuniti a Londra, presso il Castello di Windsor con l’ordine del giorno “Uniti per l’ambiente”.

In un’epoca di crescente divario religioso, un po’ di tempo dedicato all’argomento ambiente è stato in grado di riunire gruppi di antica fede per discutere una soluzione moderna. E con l’Islam in primo piano, con i leader musulmani che hanno dimostrato la capacità di adattarsi e di rispondere alle nuove esigenze, contro ogni previsione.

Disastri ambientali: la politica italiana comincia a muoversi

frana ischia

Dopo il disastro di Messina si era detto che bisognava prevedere tali catastrofi e bisognava quindi agire per evitarle. Poi è avvenuta la tragedia di Ischia, e si è ripetuto nuovamente lo stesso appello. Purtroppo gli italiani questo appello se lo sentono ripetere da decine di anni, senza che mai venga attuato. Forse però stavolta qualcosa cambierà.

Il Senatore Roberto Menia (Pdl), in qualità di sottosegretario all’Ambiente, ha proposto una serie di iniziative per mettere in pratica le belle promesse fatte dal Governo dopo i tanti disastri che ormai, con cadenza mensile, si stanno ripetendo nella nazione. Il primo passo sarà istituire un programma straordinario per evidenziare tutti i problemi del territorio. A lui si è unito anche il WWF con una sua triplice proposta.

Pronti? Arriva la settimana del riciclo

settimana ricicloUn’iniziativa dalla parte dell’ambiente e della cultura sostenibile. Anche in Italia, così dura a cambiare. E’ stata presentata oggi l’iniziativa “Da cosa rinasce cosa”, la prima settimana dedicata al riciclo che si svolgerà dal 13 al 18 novembre nelle piazze di Milano, Torino, Roma e Napoli. L’evento è organizzato da Conai, Consorzio Nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi.

Alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente di Milano Edoardo Croci, Piero Perron e Giancarlo Longhi, rispettivamente Presidente e direttore generale di Conai.

L’inascoltata voce dei bambini per un appello ai grandi del vertice di Copenaghen

Consider-Us-Youth-Campaign

La campagna “Considerateci” dell’UNEP è una di quelle iniziative che vengono dal basso, e che hanno il potere di ispirare ma anche deprimere allo stesso tempo. Ispirare perché l’idea di dare voce ai giovani in anticipo rispetto al vertice sul clima di Copenaghen è molto importante, perché si tratta delle generazioni del futuro. Deprimere perché nonostante si sia data voce diverse volte ai giovani, si rimane solo ad ascoltarli, ma poi non si tengono in considerazione le loro idee, pensieri e volontà. Al momento di agire, loro spariscono.

In Australia hanno lanciato il Youth Decide Climate Campaign in previsione del Vertice sulla Terra degli studenti delle High School. L’idea che, se solo potessimo ascoltare i nostri figli poi tutto andrà bene non è affatto nuova. E ha un senso. Dopotutto, saranno i nostri figli, e i figli dei nostri figli, che dovranno affrontare le reali conseguenze del cambiamento climatico che abbiamo causato.