Biocarburanti vs. bioelettricità, quale dei due è più efficiente?

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L’impronta sull’acqua della bioenergia, cioè la quantità di acqua necessaria per coltivare le colture per la biomassa, è di gran lunga maggiore rispetto alle altre forme di energia. La generazione di bioelettricità è molto più efficiente, in termini di consumo di acqua, rispetto alla produzione di biocarburanti. Stabilendo l’utilizzo dell’acqua su tredici colture, i ricercatori dell’Università di Twente, Olanda, sono stati in grado di scegliere quale coltura fosse migliore in una determinata regione e quale no. Il loro lavoro è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

Nel loro articolo, i ricercatori mostrano l’utilizzo dell’acqua in tredici colture, considerando il volume d’acqua (piovana e di irrigazione) richiesto per la produzione di energia. Per quanto riguarda le varie applicazioni della biomassa, i ricercatori hanno tenuto presente l’impatto che la coltivazione delle colture ha sul consumo di acqua. Lo hanno poi collegato alla posizione e al clima per vedere se è possibile selezionare la regione di produzione ottimale per ogni raccolto. Questo serve per impedire la coltivazione di biomassa dove potrebbe compromettere la produzione alimentare nelle regioni dove l’acqua è già scarsa.

Dopo le biciclette solari non poteva mancare il triciclo ibrido

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Lorax Motor Works, un’azienda dell’Oregon che produce veicoli elettrici, si è inventata un mezzo di trasporto ecologico a cui finora nessuno aveva pensato: il triciclo ibrido solare. Uno dei loro primi prodotti è stato battezzato The Hauler: un triciclo che come una mountain-bike è capace di trasportarvi anche sui terreni più sconnessi e difficili. In effetti ha una struttura inferiore simile a quella di una bicicletta, ma la parte superiore è altamente tecnologica.

Ad aiutare le vostre gambe, che a furia di pedalare potrebbero stancarsi, è stato inserito sul suo tetto un vero e proprio pannello solare che alimenta un impianto composto da un motore elettrico che fornisce assistenza alla guida. Secondo il blog di Lorax, il veicolo di prova ha raggiunto i 32 km/h ed è capace di trasportare fino a 136 kg, in pratica due persone che percorrono chilometri stesi con un angolo di 50 gradi.

Grasshol, il biocarburante che proviene dall’erba

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Riconosciuta ormai in tutto il mondo la pericolosità di affidare ai biocarburanti attuali il futuro del trasporto su automobili, in molte parti del mondo si stanno cercando metodi per evitare che queste colture influiscano fortemente su quelle che producono cibo.

Fino ad ora accadeva infatti che le colture di mais, ma non solo, finivano con l’abbandonare l’industria alimentare per confluire in quella della produzione di bioetanolo, molto più remunerativa. Questo ovviamente incideva sulla salute di migliaia di persone che da un giorno all’altro si ritrovavano senza cibo. Ma i metodi per aggirare l’ostacolo ce ne sono tanti, ed uno arriva dal Galles. Si chiamerà Grasshol, e sarà un biocarburante che proviene dall’erba, nulla di commestibile quindi.

Usa, Cina, Ue: la corsa all’energia pulita è iniziata

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30 anni fa le superpotenze mondiali si sfidavano per tentare di vincere la corsa allo spazio. Oggi, in una crisi ambientale terribile, si sfidano per il ruolo di leader nell’ecologia. Una corsa che per primo ha intrapreso il Parlamento di Bruxelles, ma che vede come avversari più forti e preparati Pechino e Washington. Cerchiamo di capire chi è in vantaggio e chi può arrivare a vincere la gara.

L’Unione Europea è stata senza dubbio, come dicevamo, la prima in assoluto ad intraprendere politiche verdi, in quanto ha ratificato il protocollo di Kyoto in toto (gli Stati Uniti solo in parte e la Cina per niente) e ha stabilito il famoso accordo del 20-20-20 contestato da più parti. I punti che però svantaggiano l’Europa riguardano le diversità di politiche e di tecnologie disponibili tra i vari Paesi. Mentre ci sono alcune nazioni con un ritmo di crescita ecologica impressionante (vedi Germania, Danimarca, Francia e Gran Bretagna), le quali già da anni hanno intrapreso il cammino delle rinnovabili, ci sono anche altri Paesi (come la Romania, la Polonia ed in generale tutto l’Est Europa) che vanno avanti ancora con il carbone, e che le energie rinnovabili non sanno nemmeno cosa siano.

Batterie super-potenti utilizzeranno come “motore” i germi

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Antichi germi che cacciano i batteri sono sono stati reclutati per assemblare l’elettronica del futuro. Gli scienziati stanno usando virus per costruire delle celle solari e altri apparecchi con notevoli miglioramenti rispetto ai loro omologhi già esistenti. Queste nuove tecniche di produzione sono anche molto più sicure per l’ambiente rispetto ai metodi attualmente in uso.

Viviamo in un tempo ormai con tanti problemi da risolvere, problemi molto importanti. Riteniamo di avere un vantaggio, perché stiamo usando la biologia, con l’evoluzione che ci aiuta

ha spiegato Angela Belcher, ricercatrice e scienziata dei materiali all’MIT. I germi in questione sono chiamati batteriofagi, o “mangiatori di batteri”. I batteriofagi mangiano le loro vittime usando speciali rivestimenti di proteine. I ricercatori hanno modificato geneticamente questi batteriofagi in modo che queste proteine aggancino il metallo, eventualmente formando strutture simili a dei fili. La tecnica consente inoltre di individuare specifiche proteine che crescono in un virus, e al quale esse legano i metalli.

Dell ancora più ecologico, alcune sue sedi sono alimentate solo da energia rinnovabile

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La compagnia informatica Dell continua la sua politica verde con alcune novità. Ha infatti annunciato nei giorni scorsi che il 26% del suo fabbisogno di energia elettrica a livello mondiale è attualmente soddisfatto da fonti energetiche rinnovabili, e nove delle sue sedi sono alimentate al 100% da energie pulite. Questa scelta mette Dell in una posizione leader nel grande cammino verso la sostenibilità, anche se ha ancora il 74% di “strada” da percorrere. Certo, è un buon inizio ed un esempio anche per le altre aziende del settore.

Le strutture che Dell ha reso note come alimentate esclusivamente da fonti energetiche rinnovabili si trovano a Bracknell e Glasgow, nel Regno Unito; Francoforte e Halle, Germania; Oslo in Norvegia, Stoccolma, Svezia; Round Rock, Texas; Twin Falls, Idaho e Oklahoma City, in Oklahoma. Non vi sorprendete se nell’elenco non c’è l’Italia.

Il piano energetico indiano, produzione solare maggiore del nucleare entro il 2050

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Finchè a superarci ci sono Paesi come Stati Uniti e Germania, o colossi come la Cina, nulla da obiettare. Ma quando si nota che a superare l’Italia in quanto a progetti ecologici e a produzione di energia pulita è anche un Paese del Terzo Mondo, allora c’è da chiedersi che cosa c’è che non va.

Un anno fa l’India ha annunciato che l’energia solare sarebbe entra a far parte del suo piano d’azione, anche se dagli annunci dello scorso anno ad oggi non abbiamo visto granché. Ma ora il Worldwatch Institute fa sapere che probabilmente sta per partire un piano nazionale sull’energia solare che sembra più serio di molti europei.

Ecco come si schierano i candidati alle europee sul ritorno al nucleare

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Mancano ormai pochi giorni alle elezioni europee, e questo è il momento in cui i politici sono più “sensibili” alle problematiche sociali. In questi casi diventa molto facile porgli domande ed ottenere risposte, ed una delle risposte che, in ambito ambientale, gli italiani aspettano con più ansia è quella sul nucleare.

Da tempo Greenpeace ha sposato la posizione antinuclearista, e qualche settimana fa ha inviato una lettera ai maggiori esponenti delle prossime elezioni, facendo due domande molto semplici: in che modo si schieravano nei confronti del ritorno al nucleare in Italia, e se erano d’accordo alla costruzione degli Epr, i reattori nucleari di nuova generazione, che il Governo italiano sta cercando di reintrodurre nel nostro Paese. I partiti interpellati sono stati PD, IDV, PDL, SL, UDC e Lega Nord, a cui si dovrebbe aggiungere anche Rifondazione-PDCI che però si era già schierata in precedenza contro il ritorno al nucleare.

Solare-nucleare, un arma o semplice energia? La scienza se lo sta ancora chiedendo

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Gli scienziati del laboratorio Lawrence Livermore, in California, si stanno preparando a lanciare una serie di esperimenti senza precedenti che può condurre alla capacità di sfruttare la potenza del sole con un’infinita energia. Ma alcuni avvertono che l’esperimento può produrre conoscenze pericolose, come la possibilità di creare una nuova generazione di armi atomiche.

Il Lawrence Livermore National Ignition Facility, che ha recentemente ricevuto la somma di 3,5 miliardi di dollari da dedicare al progetto, avrà bisogno di molti anni per completarlo. Gli esperimenti si svolgono in un gigantesco edificio grande quanto tre campi da calcio. Secondo il San Francisco Chronicle:

Il suo scopo è quello di focalizzare l’immensa energia di 120 raggi laser concentrati in uno solo, puntato su un piccolo bicchiere pieno di idrogeno. Tutto questo è fatto ad alta pressione ad una temperatura pari a quella dell’interno di una stella, circa 180 milioni di gradi Fahrenheit (82 milioni di gradi Celsius, ndr).

Entrano in commercio anche i primi camion elettrici

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Come riportato dal The Kansas City Star:

Smith Electric Vehicles è in procinto di avviare la costruzione di carrelli elettrici a luglio in un impianto vicino al Kansas City International Airport. La società punta a trovare una domanda sufficiente per lo sviluppo del mercato elettrico ideale per i camion.

I veicoli elettrici Smiths sono costosi, ma sono i migliori dal punto di vista ecologico perché hanno costi per i carburanti molto più bassi rispetto a tutti gli altri tipi di camion, che essi siano a gas, a gasolio, ma anche rispetto agli ibridi.

La Smith Electric ha affermato di aver costruito, e di voler immettere sul mercato, i primi veicoli ad emissione zero così pesanti come i camion, i mezzi di trasporto più inquinanti al mondo. Frito-Lay Nord America, una divisione di PepsiCo che ha sede a Plano, Texas, e la Gas Electric Company, con sede a San Francisco, in California, hanno firmato l’accordo per sostituire i loro camion con quelli puliti della Smiths. Una mossa che considerare ecologica è poco. Ma se un costruttore europeo (o magari italiano) volesse entrare nel mercato dei camion ecologici, come dovrebbe regolarsi sul proprio prodotto? Dopo il salto vedremo come.

Ecco cosa accade se non preserviamo le foreste dalla riconversione a colture per biocarburanti

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Tutte le più recenti scoperte sulle emissioni prodotte dai cambiamenti nell’uso del territorio devono essere prese in considerazione per determinare se i biocarburanti siano veramente utili come emissioni di carbonio e come fonti di combustibile. Una nuova ricerca svolta presso il Global Change Research Institute mostra che l’inserimento delle emissioni di carbonio dovute alla deforestazione abbassa l’effetto della mitigazione dei cambiamenti climatici. In breve se non cominciamo a gestire le nostre foreste, tutto potrebbero sparire entro il 2100 per fare posto alle colture di biocarburante.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver utilizzato un computer che progetta un modello economico che prende in considerazione l’energia, l’agricoltura, i cambiamenti nell’uso del suolo, le emissioni e le concentrazioni di gas ad effetto serra per capire meglio come le decisioni umane e i processi naturali interagiscano tra loro nel controllo del clima.

L’etanolo adesso si potrà fare anche dall’anguria

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Con il loro dolce succo di frutta fresca, le angurie sono uno dei frutti preferiti della stagione estiva. Ma ora questa palla di bontà potrà avere una funzione ulteriore al semplice dissetare i bagnanti accaldati in spieggia. L’Agricultural Research Service (ARS) studi di Lane, Oklahoma, hanno dimostrato che gli zuccheri semplici del succo di anguria possono essere trasformati in etanolo.

Nel 2007, i coltivatori hanno raccolto quattro miliardi di sterline di anguria dai mercati. Ora quei meloni potrebbero ottenere una “nuova vita”, come etanolo. Normalmente, questo biocarburante è prodotto da colture di canna  come mais, sorgo e canna da zucchero, per offrire una combustione alternativa più pulita della benzina. Il cocomero potrebbe spingere a diversificare il “portafoglio” di coltivazioni di biocarburanti che possono diminuire la dipendenza da petrolio, senza incidere soltanto su un tipo di coltura, con le conseguenze sull’alimentazione mondiale che conosciamo.

Batteria Stair, la prima batteria ricaricabile ad aria

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Un nuovo tipo di batteria alimentata ad aria chiamata Stair (St Andrews Air) potrebbe dare fino a dieci volte l’energia elettrica delle pile attualmente disponibili. Essa potrebbe trovare un uso commerciale per una nuova generazione di batterie per auto elettriche, telefoni cellulari e computer portatili.

Il nuovo design ha il potenziale per migliorare le prestazioni dei prodotti elettronici portatili e per dare un grande impulso al settore delle energie rinnovabili. Le batterie consentiranno una costante produzione elettrica da fonti come il vento o il sole, che si fermano quando il tempo cambia o scende la notte.

La migliore capacità si ottiene grazie all’aggiunta di un componente che utilizza l’ossigeno tratto dall’aria durante le operazioni di scarico, sostituendo un componente chimico utilizzato nelle batterie ricaricabili di oggi. Non dovendo trasportare prodotti chimici, la batteria offre più energia con le stesse dimensioni. Ridurre le dimensioni e il peso delle batterie, garantendo le necessarie capacità di carica, è stata una lunga battaglia per gli sviluppatori di macchine elettriche. Il nuovo componente è realizzato in carbonio poroso, che è molto meno costoso rispetto all’ossido di litio e cobalto che si usa oggi.

Veicoli comunali ad idrogeno, il primo passo verso le auto pulite

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Empa e l’Istituto Paul Scherrer si sono uniti con Bucher Schoerling, Proton Motor, BRUSA Elektronik und Messer Schweiz AG, e hanno sviluppato un veicolo ad idrogeno per la pulizia delle strade comunali, presentato al pubblico il 14 maggio scorso a Basilea. Il veicolo, chiamato “Bucher CityCat H2“, è il primo veicolo comunale al mondo alimentato da una tecnologia di celle a combustibile.

Per i prossimi 18 mesi sarà testato nel suo utilizzo quotidiano. Le celle a combustibile sono considerate fonti energetiche pulite adatte alle nostre future esigenze di mobilità. Esse convertono direttamente l’idrogeno in corrente elettrica, che viene poi usata per guidare un veicolo a motore elettrico. Il grande vantaggio è che non è inquinante, non emette gas di scarico, ma solo vapore acqueo prodotto dalla reazione chimica tra idrogeno e ossigeno nelle celle a combustibile.