Decreto rinnovabili: decisione entro il 10 aprile

Notizie in chiaroscuro per il settore delle rinnovabili italiano. Se sperare che il Governo non tagli gli incentivi era davvero sperare troppo, almeno le proteste delle imprese del settore hanno ottenuto un risultato: limitare i danni. Per arrivare all’ufficializzazione del quarto conto energia bisognerà attendere un paio di settimane, secondo il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo entro la prima decade di aprile, ma anche se i dettagli non sono noti, le anticipazioni parlano di parecchi passi indietro effettuati dal Governo in tema di tagli agli incentivi.

L’aspetto forse più importante è che verranno tutelati gli investimenti già effettuati e che sarebbero caduti nel nulla se il vecchio disegno, redatto mesi fa, fosse passato. In particolare il taglio degli incentivi sarà “molto lieve” per quegli investimenti effettuati fino a maggio, mentre ci sarà un nuovo scalone fissato a partire dal 2012.

Earth Hour, scatta l’Ora della Terra

Earth Hour, scatta oggi l’Ora della Terra, dalle 20,30 alle 21,30 sessanta minuti di silenzioso buio che metteranno a tacere i consumi, dando simbolicamente respiro al Pianeta.
Un evento ormai planetario nato in Autralia nel 2007 e che ogni anno guadagna sempre più seguito. Nell’edizione del 2011 si propone di andare oltre l’ora, ispirando modelli di vita a basso impatto che coinvolgano in primis le città, principali fonti di emissioni di CO2 (circa l’80%) che possono e si devono attivare per diventare centri di innovazione culturale e tecnologica per un futuro sostenibile.

Grande partecipazione all’iniziativa in Italia. Hanno aderito, per la prima volta, il Duomo di Milano e Ponte Vecchio a Firenze.
Nel capoluogo fiorentino si spegnerà anche Palazzo Vecchio, calerà l’oscurità sul Pirellone e sul Castello Sforzesco a Milano. E ancora

la Torre di Pisa, Piazza del Campo a Siena, il maschio Angioino di Napoli, le Torri degli Asinelli a Bologna, la Basilica di Superga a Torino, piazza Pretoria a Palermo, la piazza del Duomo di Siracusa, la fortezza Albornoz di Urbino, la cattedrale e il Castello di Federico II a Lucera.

Nucleare Italia, Romani: moratoria di un anno

Nucleare Italia: moratoria di un anno sulla costruzione delle centrali nucleari. Lo ha annunciato oggi al Senato il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani:

Domani il Consiglio dei ministri si esprimerà con una dichiarazione per una moratoria di un anno sulle procedure per l’installazione e la ricerca di siti nucleari.
Anche alla luce di quanto discusso ieri in Europa, bisogna consentire anche al nostro Paese di partecipare al massimo livello negli organismi europei alla definizione dei criteri, dei parametri e delle procedure a tutela della sicurezza dei cittadini.

Alluvioni e frane, rischio idrogeologico per oltre 6.500 comuni italiani

Oggi 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua. La ricorrenza ideale per affrontare non soltanto il problema della crisi idrica e dello spreco di risorse quanto anche i pericoli rappresentati da frane ed alluvioni, provocate nel nostro territorio dal dissesto idrogeologico e dalla mancanza di un’adeguata prevenzione del rischio.

Pensate che sono oltre 6.500 i Comuni italiani che ospitano aree ad alta criticità idrogeologica. Complessivamente si parla di circa 3,5 milioni di persone esposte al rischio di frane ed alluvioni.
A sorprendere è che nel 54% dei casi sono abitazioni civili ad essere costruite dove non dovrebbero e per un inferiore ma comunque largo 19% si tratta di edifici pubblici particolarmente sensibili, come scuole ed ospedali.

Nucleare Italia, quelli che tra il referendum e la pausa di riflessione si lasciano

Nucleare Italia: infiamma la polemica mentre ci si prepara al referendum, a colpi di slogan, perlopiù incentrati sul fattore sicurezza per cercare di sfruttare l’onda emotiva seguita alle evidenti lacune delle vecchie centrali al verificarsi di violenti terremoti e devastanti tsunami. Una catastrofe naturale, quella che ha messo in ginocchio il Giappone, imprevedibile. Meno naturale è il comportamento della Tepco che, in un Paese a forte rischio sismico, si fa cogliere alla sprovvista, svelando più di una falla nella gestione della centrale di Fukushima.

Sul nucleare in Italia è intervenuto Massimo Donadi, presidente dei deputati dell’Idv, gettando benzina sul fuoco sulla pausa di riflessione voluta dal Governo, peraltro un atto dovuto a livello politico per via dell’impatto sul consenso popolare. Per Donadi, prendere tempo è un meschino stratagemma per scavallare il referendum.

Nucleare in Italia: Federconsumatori, nessuna motivazione convincente

Quali sono i vantaggi legati al possibile ritorno al nucleare in Italia? Ebbene, la domanda non solo è d’obbligo, ma anche di grande attualità dopo l’incidente nucleare in Giappone. Esistono delle motivazioni convincenti per cui il nostro Paese, ai fini dell’approvvigionamento energetico, debba tornare all’atomo? Ebbene, secondo la Federconsumatori, che già in passato lo aveva dimostrato, non c’è alcuna ragione convincente per cui si debba tornare al nucleare. Tra l’altro, quella relativa, con il nucleare, al calo delle bollette dell’elettricità per effetto di minori costi, viene bollata dall’Associazione dei Consumatori come una favola a tutti gli effetti.

La Federconsumatori, inoltre, sottolinea come le dichiarazioni dei ministri dell’attuale Governo in carica siano state sinora non solo fin troppo articolate, ma anche disarmoniche. Per non parlare poi del fatto che in Italia anche coloro che ancora si schierano a favore del nucleare non lo vorrebbero nel “proprio giardino”.

Nucleare Italia, il fuori onda atomico della Prestigiacomo

Quelli che il nucleare in Italia sarà 1000 volte più sicuro che in Giappone, quelli che le rinnovabili costano troppo e l’atomo invece è gratis, quelli che il taglio delle emissioni al 30% nel libro dei sogni, quelli che cambiare idea è inimmaginabile ma non se c’è di mezzo la poltrona volante, se in gioco c’è un bel gruzzoletto di voti reagiscono con la pancia e si fanno prendere dall’emotività spicciola della campagna elettorale.

Ma ci credono davvero i nostri politici nell’affarone del nucleare? Un clamoroso fuori onda captato dalla stampa ha svelato ieri il pensiero reale a riguardo della Prestigiacomo, che ricordiamo, perché se non lo ricordiamo non si capisce, è il nostro Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese.

Nucleare Italia, WWF: “Siamo nelle mani di lobby prive di scrupoli”

Sull’accanimento atomico italiano è lecito si insinui l’ombra di un dubbio anche nella coscienza di chi è pronucleare. Perché se in tutto il mondo, dalla Russia alla Germania e passando persino per la Cina, chi ha già delle centrali nucleari sul suo suolo si sta ponendo serie domande sull’energia alternativa del futuro, mettendo in discussione rischi e sicurezza e rimettendo tutto in gioco, non si capisce come mai, un Paese che di nucleare ha ancora ben poco, se i non i mille dubbi di Regioni, Comuni e cittadini, prosegua così imperterrito per la sua strada.

Spavaldo al punto da spingersi a dichiarare di riuscire a costruire centrali mille volte più sicure di quelle giapponesi (parole della Prestigiacomo dei giorni scorsi), dimentico delle storie di scorie che ancora popolano di racconti radioattivi la penisola, per l’esattezza circa 100mila metri cubi.

Nucleare in Italia, solo nelle Regioni che lo vogliono: siamo salvi?

Dopo le proteste di migliaia di italiani che, specialmente in rete, si sono riversati per dire no alle centrali nucleari; dopo l’altolà di alcuni presidenti di Regione come Vendola che ha detto che in Puglia le centrali le costruiranno solo con i carrarmati, o Lombardo in Sicilia che ha paragonato il nucleare all’immondizia; dopo addirittura che i presidenti di Regione di destra come Zaia (Veneto) e Formigoni (Lombardia) hanno dichiarato che non vogliono il nucleare nel loro territorio; dopo tutto questo, il Governo si è reso conto che in Italia il nucleare lo vogliono solo il Pdl e le imprese coinvolte, e così ha cominciato a compiere dei passi indietro.

Ieri, in Commissione Ambiente e Attività Produttive alla Camera, è stato emesso un nuovo decreto legislativo che dice in sostanza che le centrali nucleari potranno essere costruite solo ed esclusivamente in quelle Regioni in cui sia la dirigenza politica che i cittadini saranno d’accordo. Praticamente nessuna.

Nucleare Italia, quelli che cambiare opinione è inimmaginabile

Non solo cambiano opinione ma si svestono di un partito come i serpenti mutano pelle, migrano di valori, ideali, amori, amanti, mogli, orientamento sessuale come il vento radioattivo cambia direzione, passano da gioca  a palla con la testa dell’immigrato ad aggiungi un posto a tavola, può votare anche Ahmed. Sono i maestri del trasformismo. Alla disperata ricerca delle poltrone perdute, da ministri dell’agricoltura a ministri della cultura senza conoscere né i campi né i versi, se non quelle quattro righe di parole vuote che osano chiamare poesia solo perché le hanno scritte loro.

Eppure sul nucleare, anche alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, dove ricordiamo i sistemi di sicurezza della centrale di Fukushima sono entrati in crisi per via del terremoto e del conseguente tsunami, cambiare opinione, per questi integerrimi signori millefacce, è inimmaginabile. Si voterà a breve per il referendum, la parola passa giustamente ai cittadini ed ancora non hanno realizzato che di fronte a quello che deciderà il popolo, quello stesso popolo che loro dicono sovrano da trattare con rispetto quando li elegge, non possono nulla se non cambiare opinione.

Nucleare sì, ma non nel mio cortile – parte seconda

Il vecchio slogan del “Sì al nucleare, ma non nel mio cortile” torna di moda. Se una volta c’erano solo 6 Regioni ad opporsi al ritorno all’atomo in Italia, il fronte del “no” si è poi allargato ad oltre la metà delle Regioni, 11 per l’esattezza, ed ora la situazione, dopo la tragedia del Giappone, si è capovolta, con soltanto 3 Regioni che lasciano aperta una porta al nucleare. Ma lasciare aperta una porta non significa che veramente le centrali varcheranno quella soglia.

Anzi, a sentire i tre presidenti di Regione (Formigoni, Caldoro e Cota), vien quasi da ridere, e si capisce come le dichiarazioni pro-nucleare siano fatte più per ragioni di partito che per vera volontà di avere le centrali sotto casa. Anche perché sanno benissimo tutti e tre che tra 10 anni (minimo), quando le centrali saranno attive, a capo della giunta non ci saranno più loro, e la patata bollente passerà a qualche altro malcapitato.

Centrale nucleare di Garigliano, nani sulle spalle di nani nel ritorno all’atomo all’italiana

La Campania è una delle poche Regioni che ha dimostrato una certa apertura al nucleare in Italia e noi, cari amici, volevamo vedere cosa aveva da insegnare da proporsi con tanta veemenza. E vediamolo questo know-how campano sul nucleare. L’amministrazione regionale è pronta ad ospitare sul suo territorio nuove centrali quando non ha ancora finito di fare i conti con della semplice immondizia. Senza menzionare la pesante eredità del passato atomico italiano. A questo proposito parliamo oggi della centrale nucleare di Garigliano, partendo dalla breve ma efficace cronistoria che ne fa il WWF Aversa.

Il reattore ad acqua bollente (BWR) di 160 MegaWatt, scrive l’associazione, era un modello obsoleto già ai tempi della sua realizzazione, iniziata nel 1959 e terminata nel 1964. Gli incidenti, e non vi stupite, iniziarono prima della fine dei lavori, nel 1963. Diciotto gli incidenti di rilievo fino al 1982. Nel novembre del 1980 una fuga radioattiva di Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60 provocò la morte di 25 bufale ed una moria di pesci.

Nucleare o rinnovabili, quale conviene di più agli italiani?

Bisogna cominciare affermando che, sia il nucleare che le rinnovabili, sono soluzioni infinitamente migliori dell’attuale dipendenza dal petrolio e dal gas. Entrambe non hanno emissioni, non hanno problemi di importazione e creano posti di lavoro. Ma i benefici comuni finiscono qui.

Oltre agli svantaggi già spiegati in passato sul nucleare, una forma energetica pericolosa, inquinante dal punto di vista delle scorie e soprattutto molto costosa, c’è un punto su cui molti “fans” dell’atomo puntano: creerà occupazione. Una finalità positiva, non c’è che dire, ma di certo non sarà una sua esclusiva.

Enel Green Power: capacità installata 2010 in crescita

Nel 2010, rispetto all’anno precedente, la capacità installata di Enel Green Power si è attestata a  3.127 MW con un incremento del 9%. A darne notizia è stata in data odierna proprio la controllata verde di Enel dopo che il Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power ha esaminato ed approvato i dati del bilancio 2010. Rispetto ai valori al 31 dicembre del 2009, la capacità installata nell’area Italia ed Europa ha innestato il turbo con un balzo dell’88% a 2.187 MW grazie all’entrata in esercizio di numerosi impianti eolici in Italia, ma anche in Francia, Romania, Bulgaria e Grecia.

Alla fine dello scorso anno Enel Green Power poteva far leva su ben 6.102 MW, in Italia e nel resto del mondo, di capacità installata netta, di cui buona parte da idroelettrico, con una quota del 42% sul totale, e da eolico con il 43%; il 13% corrisponde a capacità installata netta da geotermico, ed il restante 2% da altre fonti quali la biomassa, il solare e la cogenerazione.