La California punta alla geotermia

mar salton geotermia

Il Los Angeles Department of Water and Power (LADWP) ha firmato un contratto di locazione per esplorare il potenziale geotermico nella Imperial County, vicino al Mar Salton, come parte dell’intero sforzo per raggiungere il suo obiettivo di rendere il 40% dell’energia elettrica californiana proveniente da fonti rinnovabili entro il 2020.

L’offerta comprende l’affitto del terreno, inizialmente per i 5 anni di studio e la documentazione per 295.000 dollari all’anno, che rappresentano 100 dollari per ettaro all’anno, nell’ambito di un Protocollo d’intesa in materia della “fattibilità ed esplorazione geotermica dell’Imperial Valley”, mentre si determina la fattibilità della produzione geotermica.

Documento finale dell’APEC: gli obiettivi di riduzione emissioni? “Molto discutibili”

APEC

Con circa un mese dall’inizio dei negoziati internazionali sul clima di Copenaghen, i Paesi dell’Asia del Pacifico riuniti a Singapore riuniti in questo fine settimana si sono tirati indietro sul loro impegno a ridurre le emissioni del 50% entro il 2050. Nel documento finale dell’incontro si legge:

Noi crediamo che le emissioni globali raggiungeranno il picco nei prossimi anni, e possono essere notevolmente ridotte entro il 2050, riconoscendo che il picco sarà più lungo nelle economia in via di sviluppo.

La conferenza, conosciuta come l’Asia Pacific Economic Cooperation (o APEC), si è riunita per lavorare su questioni commerciali per cui la dichiarazione sul clima si presenta un po’ come una sorpresa. L’APEC comprende i due principali responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra, la Cina e gli Stati Uniti, così tale arretramento è un brutto segno per i colloqui sul clima del prossimo mese.

L’ecologia secondo Berlusconi: centrali nucleari e termovalorizzatori

berlusconi ambiente

Recentemente il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato intervistato da Tessa Gelisio e Marco Gisotti nell’ambito della stesura del libro “Guida ai green jobs“, un manuale che serve a fare il punto della situazione in Italia sull’ecologia e sui lavori che in questo campo sono possibili. Visto il capitolo che riguarda Berlusconi, il punto della situazione più che verde è piuttosto nero.

Il punto centrale dell’intervista è basato sulla denigrazione dei principi ambientalistici, considerati dal Presidente del Consiglio “fondamentalisti” (manco fossero talebani), e anziché prendere in considerazione, come fanno in qualsiasi altra parte del mondo, le nuove tecnologie come quelle basate sull’eolico, solare, geotermico e quant’altro, Berlusconi lancia ancora una volta uno sguardo al passato, parlando ancora imperterrito di nucleare e termovalorizzatori.

Mettiamo subito in chiaro una cosa: i termovalorizzatori sono i vecchi bruciatori o inceneritori inquinanti. Gli hanno solo cambiato il nome. In linea di principio, un termovalorizzatore dovrebbe produrre energia elettrica dalla combustione dell’immondizia, come avviene in Germania. Il problema è che la tecnologia tedesca non esiste in Italia, e non possiamo di certo credere che un impianto che, per la sua costruzione, ha bisogno di diversi anni, possa essere tirato su e messo in funzione in pochi mesi come ha dichiarato il Premier in merito alla questione di Napoli.

Risparmio idrico: recuperare l’acqua dalla nebbia

rete per cattura nebbia

Nei tentacolari insediamenti di Bellavista del Paraiso, una manciata di strade polverose sul lato sud di Lima (Perù), non c’è acqua corrente, nè un pozzo. L’acquisto dell’acqua, per il trasporto, costa nove volte rispetto alle più ricche aree urbane, proprio nei luoghi in cui nessuno può permettersela.

Bellavista ha più di 200 residenti i quali, stanchi di dover fare a meno dell’acqua, hanno avuto un’idea geniale:

Davvero, mi sembrava impossibile catturare la nebbia con rete di plastica, per trasformarla in gocce d’acqua

ha detto Noe Neira Tocto, il sindaco della baraccopoli, mostrando con orgoglio un sistema che funziona con una rete che assomiglia molto ad una da pallavolo, in grado di recuperare l’acqua in questo modo.

Abbiamo cinque pannelli di otto metri per quattro appollaiati sulla cima della montagna. Con loro siamo in grado di raccogliere fino a 60 litri per notte in inverno.

La Spagna riesce a garantire la metà del suo fabbisogno energetico solo con l’eolico

parco eolico spagnolo

Tra i grandi Paesi industrializzati la Spagna è senza dubbio quella che sta facendo crescere la quota “verde” maggiormente negli ultimi anni. Questo nuovo record energetico del vento spagnolo potrebbe essere come la ciliegina su una torta che rende la penisola iberica una delle più ecologiche al mondo.

E’ piuttosto impressionante sapere che, mentre in Italia gli impianti eolici non sono per nulla favoriti ed anzi, in alcuni casi anche ostacolati, la spagnola Wind Power Association (AEE) ha annunciato che la scorsa domenica, 8 novembre, ha registrato un record importante: l’energia eolica ha fornito il 50% della domanda per l’intero periodo di tempo, con un picco del 53%.

L’Eni mira ad un progetto che distruggerà il Congo

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Che cosa si ottiene quando si combinano la distruzione della foresta pluviale, sabbie bituminose, e piantagioni di palma da olio tutto in un progetto? Avete indovinato, un incubo ambientale. Questa tempesta perfetta di cattive perturbazioni climatiche può essere ritrovata nei piani della società petrolifera italiana Eni per lo sviluppo di catrame e di palma da olio nel bacino del Congo, uno dei luoghi più ricchi di biodiversità sulla Terra.

Questa sarebbe la prima esplorazione per sabbie di catrame in Africa in una delle piantagioni più grandi di olio di palma, che producono l’olio usato in migliaia di prodotti per la casa, dai detergenti alle Pringles. L’amministratore delegato della società, Paolo Scaroni, ha recentemente esortato le Nazioni Unite al Forum di New York ad intraprendere un’azione forte sul cambiamento climatico. Ma mentre i colloqui di Scaroni andavano avanti, la sua società stava investendo in alcuni dei progetti che contribuiranno a peggiorare il clima.

Atlanta, la città più inquinata d’America; Las Vegas la più pulita

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Las Vegas è lontana dall’avere una reputazione di città “pulita”, ma nella lista stilata dalla rivista Forbes, che riguarda le città americane più grandi, Las Vegas è considerata la meno “tossica” tra le 40 principali aree metropolitane.

La classifica di Forbes si basa sul numero di leggi ecologiche nella città principale, il numero di impianti che rilasciano sostanze chimiche tossiche, quantità di sostanze chimiche tossiche rilasciate nei diversi settori e la qualità dell’aria. Dunque se avete intenzione di trasferirvi negli Stati Uniti per molto tempo, teniate conto che respirerete meglio a Las Vegas, ma non sono molto da meno le città di Sacramento, Riverside, Austin, Seattle, San Diego, Virginia Beach, San Jose, New York e Phoenix.

Aree geotermiche nel pisano, l’energia impatto zero

energia geotermicaA Montecatini Valdicecina, in provincia di Pisa, sono state rilevate delle aree geotermiche che potrebbero rifornire di energia pulita il territorio circostante. Il riscontro è stato possibile impiegando dei piccoli elicotteri radiocomandati per la rilevazione elettromagnetica a bassissime frequenze. Come si legge in una nota diffusa dal comune di Pisa:

Si tratta del primo caso in Italia di geotermia a media entalpia da cui si ricaveranno almeno 25 kWh di energia elettrica in grado di coprire il fabbisogno domestico di 8 mila famiglie o 30 mila persone. Nell’operazione sono coinvolti anche il Comune di Montecatini Valdicecina, il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (Cosvig), Belvedere Spa (la società che gestisce la discarica di Legoli) e un gruppo di ricerca costituito dall’azienda agricola Rosa dei venti e dalle società Scout e Geochemiclab. Le aree individuate contengono fluidi geotermici a basse temperature, comprese fra 100 e 250 gradi, insufficienti per la produzione di vapore, ma utili per quella di energia elettrica, grazie a un procedimento a impatto zero sull’ambiente.

La Cina invade il mondo con la tecnologia verde

tecnologia verde segreta cinese

Girovagando nella rete veniamo a sapere che è in produzione un altro parco eolico cinese da record, con 240 turbine che producono 648 megawatt. Ma questo non avviene in Mongolia, ma in Texas. Questa fattoria eolica da 1,5 miliardi dollari, una joint venture cinese/americana pagata in parte dalle banche cinesi, non sarà costruita con le turbine dei soliti americani, ma con le macchine cinesi della A-Power.

Inutile dire che, la maggior parte dei posti di lavoro verdi del progetto sarà creato in Cina. Da qui si spera di ottenere il 30% (o 450 milioni di dollari) del finanziamento dai fondi di stimolo degli Stati Uniti. Insomma, per farla breve, tecnologia cinese, lavoratori cinesi, guadagno cinese, fondi americani. Non c’è niente di strano?

Sir Gordon Conway: “I cambiamenti climatici devasteranno l’Africa”

siccità in africa

Uno degli scienziati più influenti del mondo, professor Sir Gordon Conway, professore di sviluppo internazionale presso l’Imperial College di Londra, ha avvertito che il cambiamento climatico potrebbe devastare l’Africa, prevedendo un aumento catastrofico della carenza di cibo. Il professore ha affermato in un nuovo documento che il Continente si sta già riscaldando più velocemente rispetto alla media globale e che la popolazione residente può aspettarsi una più intensa siccità, inondazioni e mareggiate.

Ci sarà meno acqua potabile, le malattie come la malaria si diffonderanno maggiormente e i più poveri saranno colpiti più duramente, mentre i terreni agricoli saranno danneggiati entro il prossimo secolo. Spiega Conway che:

C’è già la prova che l’Africa si sta riscaldando più velocemente rispetto alla media mondiale, con temperature più calde e meno giorni di freddo estremo. L’Africa è probabile che diventi 4°C più calda nei prossimi 100 anni, e [sarà] molto secca.

Conway prevede che la fame nel continente potrebbe aumentare drammaticamente nel breve termine, come la siccità e l’aumento della desertificazione, e il cambiamento climatico che colpisce gli approvvigionamenti di acqua.

I repubblicani ostacolano i negoziati sul clima in nome dell’oro nero

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La commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato americano sta per iniziare la discussione sul disegno di legge sul clima ma, proprio come accade anche in Italia, anche lì ci sono politici ottusi che, per favorire le solite lobby inquinanti, remano contro. Alcuni repubblicani della commissione, guidata da importanti negazionisti come il Sen. James Inhofe dell’Oklahoma, minacciano di boicottare l’udienza, facendo bloccare i progressi già difficili che sono avvenuti grazie alla senatrice Barbara Boxer della California.

Inhofe sostiene che una corretta analisi economica del disegno di legge non sia ancora stata fatta, ma la Boxer ha tentato di respingere tale obiezione, visto che l’EPA, l’agenzia per l’ambiente americana, ha avuto cinque settimane per analizzare l’impatto economico. Il risultato è stato un rapporto che ha dimostrato che il disegno di legge avrebbe ripercussioni marginali sui bilanci delle famiglie. Ma attenzione a non pensare che si tratti solo di un problema americano, perché esso colpisce anche noi da vicino.

Lotta ai cambiamenti climatici: la Cina sta facendo molto più degli Stati Uniti

centrale eolica cina

La Cina viene spesso accusata di non fare abbastanza per ridurre l’anidride carbonica e le altre emissioni inquinanti delle sue fabbriche alimentate da centrali elettriche a carbone. Ma un nuovo rapporto suggerisce che il Paese sta facendo molto più di altri per affrontare i cambiamenti climatici. O almeno più di quello che gli viene attribuito. In realtà, i suoi standard ambientali superano addirittura quelli degli Stati Uniti in alcune misure fondamentali.

Il World Resources Institute (WRI), un rispettato osservatore ambientale con sede a Washington DC, dice che la Cina è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo principale sul cambiamento climatico, che è un 20% di riduzione dell’intensità energetica (la quantità di energia utilizzata per ogni dollaro di prodotto interno lordo) entro la fine del prossimo anno. Tagliare l’intensità energetica dell’economia cinese in questo modo porrà un freno alla crescita delle emissioni nazionali di biossido di carbonio.

La nave dei veleni in Madagascar mette a rischio balene e migliaia di persone

nave affondata madagascar

Non solo l’Italia ha problemi con le “navi dei veleni”. Una nave che trasportava rifiuti tossici è affondata qualche mese fa al largo delle coste del Madagascar, e migliaia di tonnellate di rifiuti sono stati svuotati nel ricco ecosistema marino. Il relitto ha avuto effetti devastanti sulla vita e la salute del mare, ma anche delle persone che vivono di navigazione. Ha causato, tra gli altri effetti, spiaggiamenti di balene in gran numero, e gravi malattie respiratorie e della pelle che hanno cominciato ad affliggere gli abitanti di quelle terre.

L’Ana Gülser, una nave turca, si è arenata nel punto più meridionale del Madagascar. Ha poi lentamente scaricato il suo carico (39.000 tonnellate di fosfat0, 568 tonnellate di combustibile, e 66 tonnellate di gasolio) nell’Oceano Indiano.