La storia di Pierre: un pinguino freddoloso… con il cappotto!

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Abbiamo imparato a conoscerli e ad amarli attraverso pellicole dalla suggestione straordinaria, come la Marcia dei pinguini di Luc Jacques e Il popolo dei migratori di Jacques Perrin. Ma sui pinguini c’è sempre da scoprire.
L’ultima strana notizia ci è arrivata ieri da Washington. E’ possibile che un pinguino abbia freddo? Ebbene si! Un tenero esemplare di 25 anni, Pierre (nella foto), aveva perso lo strato di piume termiche in più parti del corpo e stava letteralmente morendo di freddo.

A differenza degli altri mammiferi marini, che hanno uno strato di grasso per proteggersi dal freddo, i pinguini contano solo sulle loro piume impermeabili. Senza di esse, Pierre non era capace di tuffarsi nelle acque gelide insieme agli altri pinguini e, mentre i suoi 19 compagni dell’Accademia dei pinguini giocavano in acqua, se ne stava tutto solo e tremante ai bordi della cisterna.

Aiutiamo i pesci a tornare a casa: sono sordi a causa del riscaldamento delle acque e perdono le rotte

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I danni del riscaldamento del mare si scoprono ogni giorno più numerosi. La ricercatrice italiana Monica Gagliano, che opera in un team di scienziati oceanografici dell’Australian Institute of Marine Science di Townsville nel Queensland, ha scoperto che i pesci diventano sordi, a causa delle acque troppo calde.

La mancanza di udito li porterebbe a smarrire la giusta rotta, con gravi conseguenze per la sopravvivenza.
La ricerca è stata compiuta osservando le abitudini e gli spostamenti della damigella juventina (Dascyllus melanurus), un pesce dalla livrea bianca e nera.

La Cina è la maggior produttrice di olii contraffatti

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Da anni la Cia Puglia denuncia le sofisticazioni e le contraffazioni di olio extravergine di oliva. Il presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Puglia, Antonio Barile, ricorda in una nota che

già da inizio anno denunciammo come in Italia su 9 bottiglie che dichiarano di contenere olio extravergine solo 7 lo contengono veramente e 2 non dicono la verità, cioè non contengono extravergine. Delle 7 bottiglie, poi, 4 soltanto sono di olio extravergine italiano e 3 di olio extravergine estero. Il tutto viene venduto per italiano. Il danno per l’economia pugliese è immane.

Sono importanti i controlli come è importante l’etichettatura che di certo se non attuata impedirebbe la trasparenza ed agevolerebbe le lobby che contrastano gli interessi generali dei cittadini consumatori. In contrasto con la sicurezza alimentare, la tutela del prodotto e con la garanzia di qualità dell’olio di oliva pugliese.

Quanto si risparmia con Internet?

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La più grande invenzione del ventesimo secolo è senza dubbio internet. Coloro che hanno avuto la grande idea di mettere due computer in comunicazione a distanza dovrebbero essere paragonati ai vari Marconi, Volta, e anche a colui che ha scoperto il fuoco, perchè un’invenzione così può davvero cambiare la vita di miliardi di persone.
Anche in senso ecologico.

Avete idea dei miliardi che si risparmiano utilizzando internet? E degli ettari di foreste risparmiate? Proviamo a dare qualche numero.

Earth Day 2008: The call for climate, oggi in tutto il mondo mobilitazione telefonica per salvare il Pianeta

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Scatta l’Earth Day, 24 ore dedicate tutte alla Terra, ai suoi problemi di “respirazione”, ai cambiamenti climatici che ne stanno distruggendo le biodiversità, al disastroso effetto serra, alla deforestazione.
New York, Roma, Barcellona, Caracas, Mosca, San Francisco, Tokyo sono solo alcune delle città che si mobiliteranno oggi per l’edizione 2008 dell’Earth Day.
La manifestazione salvaterra ha raccolto l’adesione di ben 174 Paesi di tutto il mondo, per un totale di oltre 4000 eventi organizzati.

L’Earth Day Network, fondato dal senatore democratico del Wisconsin, Gaylord Nelson, in occasione della prima mobilitazione per la Terra nel 22 aprile 1970, seguirà la totalità delle manifestazioni. Tema di quest’anno sarà “The Call for Climate“, una mobilitazione telefonica.
Gli organizzatori invitano i visitatori del sito e i partecipanti all’Earth Day ad alzare la cornetta per chiamare i propri governanti e parlamentari per spronarli a legiferare sui cambiamenti climatici, sull’inquinamento, al fine di bloccare l’avanzata del disastro ecologico.
Per l’Italia è disponibile il numero della Camera dei Deputati, che riporto qui di seguito: 06-67601.
Negli Stati Uniti l’obiettivo è di raggiungere la quota di un milione di telefonate al Congresso.

Al posto della benzina l’etanolo: amico dell’ambiente

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L’etanolo, che altro non è che il comune alcool, ha una struttura in tutto e per tutto simile ad un idrocarburo, con la differenza che contiene anche atomi di ossigeno che lo rendono un combustibile migliore della benzina. Quello che non migliora è il consumo, perché l’alcool ha un minore potere calorifico e richiede miscele più “grasse”, cioè con una quantità maggiore di carburante rispetto all’aria per ottenere la combustione desiderata. Un comune motore a benzina, se alimentato con etanolo, guadagna tra il 10% e il 15% di potenza e coppia, in virtù del maggior numero di ottani.

Attualmente in Europa sia in Svezia che in Francia sono disponibili negli impianti di rifornimento colonnine che erogano l’E85 e l’E95, carburanti con l’85% o il 95% di alcool e la restante parte di benzina. La Francia esporta cereali e zucchero di barbabietola sufficienti per produrre il 70% del combustibile necessario al fabbisogno del proprio parco auto alimentato a benzina. L’etanolo è amico dell’ambiente: tre delle principali sostanze inquinanti presenti allo scarico vengono drasticamente abbattute, in special modo il monossido di carbonio (CO) risultante è solo il 14% rispetto ai valori imposti dalla normativa Euro 5, che entrerà in vigore presumibilmente nel biennio 2009-10.

Una politica economica contro la deforestazione: il disegno di legge Lieberman-Warner

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Nei Paesi poveri e sottosviluppati si fa del denaro, abbattendo le foreste. Questi Paesi potrebbero essere pagati per non tagliare i loro alberi? Sembrerebbe di si, a quanto emerge dalla nuova politica economica americana volta a bloccare i cambiamenti climatici, guadagnandoci. Per la serie agire eco è giusto, ma se ci si guadagna pure è anche meglio, ecco emergere nuove prospettive economiche salva foreste.

E’ risaputo che le piante funzionano come dei veri e propri pozzi di assorbimento del carbonio, che altrimenti si libererebbe tutto nell’atmosfera.
Nel 1997, i firmatari del protocollo di Kyoto, aggiunsero una piccola clausola: gli “inquinanti” avrebbero potuto controbilanciare la produzione di gas serra, piantando nuove foreste. Questo includeva anche la possibilità per alcune grandi corporazioni di compensare le emissioni prodotte in un Paese, piantando alberi in un altro.
E se creare nuove foreste è un beneficio, non lo sarebbe ancora di più preservare quelle esistenti?

Vegetariani per un giorno e il gas serra diminuisce

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La carne rossa torna sul banco degli imputati, e questa volta non c’entrano colesterolo e grassi saturi, le si addebita il ben più globale crimine di aumentare i gas serra.
A quanto pare non basta più consumare cibi locali, che abbiano compiuto il minor numero di chilometri possibili per ridurre le emissioni. Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Environmental and Science and Technology il risparmio di inquinanti del consumare prodotti locali viene di gran lunga superato da un solo giorno da vegetariani.

Lo studio è stato effettuato da Cristopher Weber dell’università americana Carnegie Mellon che ha esaminato l’intero ciclo di vita dei cibi, dalla produzione alla tavola ed i rispettivi consumi di ogni fase del processo.

Una speranza per gli animali in via d’estinzione: la clonazione

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La scienza dovrebbe essere al servizio dell’umanità, e finalmente la tecnologia della clonazione, tanto vituperata, e addirittura bandita dalla Chiesa, potrebbe diventare mezzo di una delle più grandi opere del genere umano: salvare le specie in via d’estinzione.

Visto che si è riusciti a clonare senza gravi problemi una serie di animali, anche inutili, si è pensato di dare un senso a questa tecnologia, e siccome molte specie non riescono più a riprodursi naturalmente, si sono unite queste due grandi questioni, per farne una unica e soprattutto utile.

Raccolta differenziata: un piccolo impegno per un grande risultato

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Ogni nostra azione produce inquinamento: leggere un giornale o bere un’aranciata, non sarebbe nulla, se non considerassimo che ogni giorno nel mondo vengono stampate milioni di pagine, costruite milioni di bottiglie in plastica o lattine in alluminio, assemblati milioni di oggetti e mobilio per le nostre case. Questo significa milioni di alberi abbattuti, milioni di litri di petrolio consumati, milioni di kg di CO2 immessi nell’atmosfera: con la raccolta differenziata, invece, tutte queste risorse vengono risparmiate.

Dopo 67 test atomici, l’atollo di Bikini riprende a vivere

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Era il primo luglio 1946, e gli Stati Uniti scrissero una delle pagine più nere della storia dell’umanità. Nell’atollo di Bikini si compì il primo di 67 test atomici compiuti in 12 anni in uno dei posti più caratteristici tra i paradisi tropicali del mondo.

Ai 167 abitanti dell’arcipelago fu detto che questi esperimenti servivano per evitare l’inizio di altre guerre, e con pochi dollari in tasca e tante promesse furono espropriati delle proprie terre, e trasferiti in un atollo lontano. 8 anni dopo, precisamente l’1 marzo 1954 ci fu l’esperimento più terribile, la cosiddetta “Bomba H“, o a idrogeno, oltre mille volte più potente di quella che distrusse Hiroshima.

Anche Bush si schiera contro il gas serra

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Finalmente una presa di posizione degli Stati Uniti contro il gas serra. Il presidente Bush, uno dei pochi a non aderire da subito al protocollo di Kyoto, evidentemente vuol lasciare un buon ricordo di sè come presidente degli Stati Uniti e, a 9 mesi dalla scadenza del suo mandato, decide di iniziare l’ultima battaglia, quella contro l’inquinamento.

Bush ha dichiarato che le emissioni di gas serra devono essere fermate entro il 2025, e ha invitato i due più grandi produttori di inquinamento del mondo, Cina e India, a fare lo stesso, eliminando le barriere commerciali in materia di energia e di introdurre tecnologie per raggiungere questo scopo.

National Toxicology Program: le bottiglie di plastica aumentano il rischio di tumori

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Secondo i risultati preliminari del National Toxicology Program, il bisfenolo A (Bpa), sostanza utilizzata non solo per produrre bottiglie di plastica, ma anche nei contenitori e nei rivestimenti interni delle lattine, avrebbe molti effetti nocivi: potrebbe accelerare la puberta’, aumentare il rischio di tumori a seno e prostata, dare problemi neurologici.

Quante volte passeggiando per il lungomare dobbiamo sorbirci quel penoso spettacolo fatto di bottiglie e lattine galleggianti a fior d’acqua? Ogni anno il problema rifiuti cresce: vengono prodotte quasi dieci milioni di tonnellate di plastica, il 10 per cento delle quali finisce in mare. Il 20 per cento di questa plastica viene gettata dalle imbarcazioni e dalle piattaforme, mentre il resto arriva dalla terraferma. Le stesse caratteristiche che rendono la plastica adatta a così tante applicazioni industriali rappresentano un problema per gli ecosistemi marini. Quindi non fanno male solo all’ambiente essendo fatte di risorse non rinnovabili (il petrolio), essendo praticamente indistruttibili quando abbandonate nei prati, in mare e sulle spiagge e liberando diossina quando vengono bruciate negli inceneritori. Le bottiglie di plastica potrebbero essere dannose anche per la salute degli esseri umani. Nella sola Lombardia, vengono portate in discarica e incenerite 150.000 tonnellate di bottiglie in PET all’anno, con un costo per la collettività di 25 milioni di euro; l’inquinamento a questo punto non è assolutamente da sottovalutare.

Cari orsi, non valicate il confine con la Svizzera…

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Alla fine ce l’hanno fatta ad ucciderlo. L’orso Jj3 è stato assassinato in Svizzera.
Lo comunica il Ministero dell’Ambiente classificando questo crudele gesto come sbagliato e irrazionale, soprattutto perchè l’Italia si era offerta di occuparsi dell’animale, offrendo mezzi ed uomini alla Svizzera.
Purtroppo questi animali non sanno dove si trovano i confini tra una nazione e l’altra, e così basta un passo in avanti o indietro per decretarne la vita o la morte, la tutela o l’assassinio legalizzato.

A giustificazione dell’abbattimento, ammesso che ne esista una plausibile, il fatto che l’animale frequentasse zone abitate. Si poteva tuttavia intervenire per spingerlo verso zone meno frequentate.
Il problema fondamentale sollevato da tutta la vicenda è che non ci sono norme comuni per tutelare gli animali protetti, quando varcano i confini tra un Paese e l’altro. L’Unione Europa dovrebbe pensare a come far fronte a questa spinosa questione, al fine di tutelare la biodiversità con provvedimenti comuni, rispettati e condivisi.