Che fine ha fatto Eolo? Da Tata ancora nessuna notizia

Sull’auto ad aria compressa Eolo se ne sono sentite davvero tante. In molti si erano messi in lista d’attesa quando, nel 2001, al Motorshow di Bologna Guy Negre, ingegnere progettista di Formula 1, presentò l’auto che avrebbe rivoluzionato il mercato dei motori: Eolo, la prima auto ad aria compressa.

Da allora si scatenarono fazioni opposte, e cioè da una parte coloro che si volevano liberare del costo della benzina, acquistando un’auto che aveva come forza motrice la semplice aria; dall’altra chi avvertiva che si trattava semplicemente di una bufala, e che addirittura un’auto ad aria compressa fosse controproducente.

Le ultime novità dell’ecoautomobilismo

Traffico, emissioni, inquinamento nelle città, caro benzina. Tutte parole chiave legate all’automobile.
Le quattro ruote che dovrebbero fungere da utilitaria per andare al lavoro e per esigenze personali, sono diventate più che un bene utile un bene di lusso. Lo testimonia il grande affollamento di Suv sulle strade italiane, simbolo di un’educazione che tutto si può definire tranne che ecologica.

Spingere verso il mercato delle auto ecologiche o che almeno limitino gli sprechi di carburante, è un obiettivo che molte case automobilistiche fingono sia primario, per ottenere plausi, pubblicità e quel consenso demagogico che tanto fa bene al buon nome di un’azienda. Ma cosa si sta facendo di concreto per limitare le emissioni dei gas di scarico delle automobili e ridurre i consumi?

Eco Pedali e Travolution, le due tecnologie per aiutare l’ambiente guidando

Fermare, ripartire e accelerare continuamente con il SUV brucia inutili quantità di carburante mentre si guida. Per combattere questa nota sfida sono state inventate due nuove tecnologie in grado di farvi guidare ecologicamente.

L’Eco Pedale della Nissan spinge indietro il piede del guidatore e il “Travolution” dell’Audi gli comunica a che velocità deve andare per beccare tutti i semafori verdi. Queste sono solo due delle funzioni ecologiche che la casa automobilistica giapponese e tedesca hanno inventato per venire incontro alle esigenze ambientali che la Terra richiede anche e soprattutto alle automobili.

Zero Rally Africa: l’ecorally emissioni zero

Tenetevi forte, amanti del rally e delle corse spericolate: tra qualche mese avrà inizio la corsa più ecologica ed eccitante che possa esistere, un mix di divertimento ed impegno ambientale che avrà come scenario l’Africa.
Già il nome è tutto un programma: Zero Rally Africa, una gara ad emissioni ridotte o completamente nulle che darà il via ad una competizione tra veicoli ecologici.

La manifestazione sportiva si svolgerà in Zambia, Namibia e Sud Africa ed ha la particolarità di accettare come auto iscritte alla corsa solo automobili ibride, elettriche, solari, ad idrogeno e a biocarburante.
Una vera e propria gara all’ultimo respiro che sembra anche un originale modo per determinare chi vince non solo per la velocità ma anche per l’ecotecnologia adottata.

Veicoli a idrogeno: il futuro si avvicina

Due milioni di auto a idrogeno potrebbero essere sulle strade a partire dal 2020.
Sono queste le ottimistiche previsioni contenute nel rapporto “Transitions To Alternative Transportation Technologies: A Focus On Hydrogen” stilato dal National Research Council.
Il passaggio all’idrogeno sembra essere una tappa obbligata per la riduzione delle emissioni e dell’inquinamento provocato dal trasporto su quattro ruote, ma rendere i veicoli a idrogeno competitivi sul mercato automobilistico, secondo gli esperti, non sarà affatto facile.

Malgrado l’innovazione tecnologica nel campo delle auto a idrogeno abbia fatto grandi conquiste negli ultimi decenni, le sfide da superare sono ancora tante.
Prime tra tutte l’abbattimento dei costi, ancora troppo elevati per imporsi sul mercato come automobile del futuro.

Come ottenere energia pulita dalle vibrazioni prodotte dal passaggio dei veicoli

Ricavare energia elettrica pulita dalle vibrazioni prodotte dal passaggio dei veicoli. È quello che accade in Giappone e precisamente a Tokyo, sul ponte Goshiki-Zakura-Ohashi che si erge sul fiume Arakawa. Sono stati, infatti, istallati sul ponte una serie di piccoli generatori in grado di trasformare le micro vibrazioni derivate dal via vai dei veicoli in energia.

L’impianto segue il principio su cui si basa il funzionamento delle casse acustiche, che partendo da impulsi elettrici generano vibrazioni che danno origine al suono, ma lo invertono. I generatori posizionati sul ponte a Tokyo, invece, catturano le vibrazioni e le trasformano in energia elettrica.

Shell: a fine mese pronto il distributore di idrogeno a Santa Monica Boulevard

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Santa Monica Boulevard (Los Angeles, California) avrà, a partire dalla fine di giugno, una stazione Shell a idrogeno. Il progetto è stato ideato da un gruppo di ricerca dell’US Department of Energy, Shell e General Motors. La stazione a idrogeno di Santa Monica sarà dedicata alla distribuzione dell’idrogeno come carburante per il trasporto su gomma. La produzione del combustibile verrà affidata agli impianti petrolchimici in attesa di poter essere ottenuta da fonti pulite come il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani o il frazionamento di carbone.

La stazione Shell di Santa Monica non è l’unica prevista dal progetto: altre stazioni verranno costruite nel territorio di Los Angeles al fine di creare una rete di distributori di idrogeno e allargare l’utilizzo di questo carburante. Il progetto, però, non è definitivo e dovrà essere perfezionato.

Il gas di scarico non sarà più un problema, basta riciclarlo

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Avete una vettura Euro 5? Oppure una vecchia Euro 4, 3, o anche di meno? Non vi preoccupate, se la vostra auto emette quantità immani di gas di scarico, tra un pò potrà valere davvero tanto.

La Origo Industries, un’azienda inglese, ha trovato la soluzione alle emissioni di CO2, non solo per quanto riguarda l’inquinamento, ma anche il risparmio. L’idea di base è riutilizzare i gas di scarico della vostra auto per creare combustibile, come se fosse nuova benzina, completamente riciclata.

Un motore ad acqua è possibile

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Arrivano i motori ad acqua: ma che cosa sono? Un motore ad acqua funziona come un normale motore da auto, senza ovviamente la marmitta catalitica, perchè non emette CO2, ma al massimo solo vapore acqueo. Questo motore è composto da un sistema elettrico collegato alla batteria del veicolo, che si innesta nel carburatore con normali adattatori in commercio. Il serbatoio sarà di plastica, e sarà accompagnato da un circuito di controllo, una camera di reazione, un raccordo ad alta pressione per il carburatore/sistema ad iniezione e tre manometri, da collegarsi poi al carburatore/iniettore dell’auto.
Semplice no? Anche perchè non ci sono complicati sistemi idraulici per poterlo far funzionare, ma basterà spingere il pedale dell’accelleratore per creare maggior vapore all’interno del serbatoio ed aumentarne (o diminuirne la potenza). Tecnologia futuristica direte voi. Eh no, perchè il primo ad avere questa grande idea è già morto da un pezzo, e la trovata risale ad almeno 50 anni fa. Ma attenzione, non è una macchina a vapore. Infatti la combustione è interna, si brucia ortoidrogeno, e non si raggiungono temperature elevate come nelle macchine a vapore di 200 anni fa.

Guidare ecologico: Sev, pannelli solari sul tettuccio dell’automobile

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Risparmiare sul carburante e sfruttare l’energia solare per la guida elettrica, questo il principale merito del kit di Sev, pannelli fotovoltaici direttamente installabili sul tettuccio dell’automobile. I modelli compatibili sono le Toyota Prius prodotte dal 2004 al 2006.

Spetta alla Sev (Solar Electrical Vehicles) il primato di una produzione commerciale che potrebbe promettere grandi risultati.
Tutti i modelli del sistema Sev sono prodotti ad alta efficienza composti da celle fotovoltaiche monocristalline.
Sono stati progettati per essere fissi e duraturi, senza problemi di manutenzione e con un design accattivante.

All’Italia il primato nella classifica delle auto più inquinanti

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Se avete intenzione di acquistare un auto nei prossimi giorni, sicuramente saranno tanti i parametri da tener conto. Il prezzo, la bellezza, la grandezza, il consumo, e chissà quanto altro ancora. Noi di Ecologiae vi chiediamo di aggiungere un’altra caratteristica da tenere d’occhio: l’inquinamento prodotto.

Siamo andati a confrontare le classifiche delle auto più e meno inquinanti stilate da Legambiente, WWF, Associazione Svizzera Traffico e Ambiente, Transport Environment, ETA e JATO Dynamics, giusto per avere un quadro completo della situazione. E i dati sono confortanti. Infatti ciò su cui tutte queste classifiche sono d’accordo è che le case produttrici più ecologiche sono quelle francesi e una italiana. La Fiat è la migliore di tutte, prendendo in considerazione la totalità dei modelli, dato che mediamente produce 137,3 grammi di CO2 per km. Seguono la Peugeot con 141,9 e la Citroen con 142,2 grammi per km. Purtroppo c’è l’altro lato della medaglia, ed è che la casa produttrice più inquinante è l’altra italiana di cui tutti andiamo fieri, la Ferrari, con oltre 200 grammi di CO2 prodotti ogni chilometro. Ma andiamo a vedere la classifica dei modelli.

Project Better Place: auto al litio come il cellulare…con regolare contratto “mobile”!

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Da ogni parte del mondo fioccano progetti per la creazione di auto ecologiche. Ma come saranno le vetture del futuro? O forse la domanda a cui più preme dare una risposta, visti i prezzi del greggio, è “come” andranno?
A benzina, a gasolio, a idrogeno, a sundiesel, a elettricità? Chissà quale tra gli ecocombustibili new generation avrà la meglio, forse tutti, forse soltanto uno…

Intanto in Danimarca è partito un progetto che trasformerebbe l’automobile in un cellulare. Beh, non proprio. In realtà, Project Better Place, questo il nome dell’ambizioso progetto, prevede l’adattamento anche alle automobili della tecnologia impiegata nella telefonia.