Lo studio del team guidato da Angelo Fontana dell’Icb-CNR di Pozzuoli sulla produzione di energia pulita dal batterio Thermotoga neapolitana è stato da poco pubblicato sull’International Journal of Hydrogen Energy e presto comparirà sul ChemSunChem e probabilmente su altri. L’idea è quella di far uso dei rifiuti alimentari per generare energia pulita e fissare la CO2 grazie al batterio in questione, in grado di produrre energia tramite un processo di fermentazione buia che si verifica in condizioni di assenza di luce e di ossigeno.
Il metodo studiato dagli scienziati dell’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli potrebbe essere utilizzato per generare energia pulita alternativa a livello industriale (il metodo è già stato brevettato dal team di studiosi). Il batterio Thermotoga neapolitana vive alla temperatura di 80 gradi, produce l’idrogeno per via fermentativa e può farlo usando zuccheri o scarti alimentari che li contengono trasformandoli in acido lattico e idrogeno tramite dark fermentation, processo che risulta relativamente semplice da indurre, se si considera che non si ha bisogno di apparecchiature e che il tasso di conversione degli zuccheri è più che buono. La sostanza che gli studiosi hanno deciso di utilizzare per portare avanti il loro studio è, come detto, lo scarto di natura alimentare.
Nelle ultime fasi del loro lavoro gli scienziati del team guidato da Angelo Fontana hanno potuto notare come durante il processo il bilancio del carbonio variava. Spiega Fontana:
abbiamo visto che veniva assorbita dal batterio per il lavoro di trasformazione e abbiamo dimostrato che il batterio prendeva l’anidride carbonica, la legava all’acido acetico e formava con due reazioni l’acido lattico. Si tratta di una reazione nuova ed estremamente complessa: il batterio funziona come un piccolo reattore, con un grosso vantaggio tecnologico, quello di trattenere il risultato all’interno del mezzo di reazione.
Uno studio che per l’ennesima volta conferma come occorra spostarsi dalla visione del rifiuto come scarto e ingombro alla visione del rifiuto come risorsa. Da un lato la produzione di energia pulita tramite il batterio Thermotoga neapolitana si basa sulla generazione di idrogeno pulito atto a produrre elettricità, dall’altro abbiamo anche la produzione di acido lattico, fattore da non sottovalutare se si considera che per la sostanza si stimava 4 anni fa un giro d’affari mondiale di 1200 milioni di dollari. Se a tutto questo aggiungiamo anche il meccanismo di cattura dell’anidride carbonica risulta chiaro che lo studio degli scienziati italiani ha tutte le carte in regola per attirare l’attenzione.
Lo studio e gli esperimenti, a ogni modo, sono lungi dall’esser conclusi. Fontana ha infatti precisato che al momento è in corso la produzione di biomasse di alghe che può essere fermentata producendo idrogeno per poter stimare con precisione la percentuale di assorbimento della CO2 durante l’operazione. L’obiettivo è sempre quello di produrre acido lattico e idrogeno dal quale ricavare direttamente l’energia elettrica pulita. Angelo Fontana parla di “possibili sviluppi industriali” “enormi ed estremamente promettenti”. Non possiamo che augurare buon lavoro agli esperti dell’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli.
Photo credits | NIAID su Flickr
Willie 1 Marzo 2017 il 2:12 am
Thanks for sharing your thoughts about ig.
Regards
Quiana 29 Marzo 2018 il 6:11 am
Just the type of ingshit we need to fire up the debate.