La situazione del riscaldamento globale e l’aiuto di Greenpeace

di Redazione Commenta

Le emissioni dei gas serra causate dalle attività dell’uomo hanno incrementato la temperatura media globale di 0,8 gradi centigradi dalla rivoluzione industriale ad oggi. Ulteriori incrementi di queste emissioni potrebbero portare ad un aumento delle temperature esponenzialmente in maniera più elevata di quella causata finora.

Le previsioni infatti parlando di un possibile aumento delle temperature globali di circa 2 gradi centigradi, il che potrebbe portare a conseguenze catastrofiche non solo nel clima, ma nella vita di tutti i giorni di miliardi di abitanti su tutto il pianeta. Per questo i leaders europei hanno spesso intrapreso politiche mirate a contenere l’innalzamento della temperatura globale, ma non sempre queste vengono prese in considerazione. Per questo motivo Greenpeace, WWF e altri partners mondiali stanno cominciando a fare pressioni sui Governi di tutto il mondo per fare in modo che questi tengano sempre conto di questi obiettivi in qualsiasi scelta essi facciano.

L’Unione Europea, nel 2006, stimò che avevamo il 50% di possibilità che questo aumento repentino della temperatura potesse verificarsi entro breve tempo. Per mantenere questa pur minima possibilità di salvezza le concentrazioni di gas serra mondiali non avrebbero dovuto superare le 450 tonnellate per metroquadro di CO2. Per raggiungere tale obiettivo le nazioni più industrializzate dovrebbero diminuire le proprie emissioni del 25-40% entro il 2020 e del 80-95% entro il 2050. Per quanto riguarda l’Europa, la riduzione prevista dev’essere intorno al 30%, con previsione di un contributo per quelle nazioni che riescono a raggiungere l’obiettivo. Per farlo l’Europa ha come primo obiettivo riccorrere al cosiddetto “colletto verde“, di cui vi avevamo già parlato in passato, l’utilizzo sempre più massiccio delle fonti rinnovabili e il limitare dell’importazione dei combustibili fossili.

L’aiuto che le associazioni ambientaliste ci danno, è un semplice canale comunicativo che collega i singoli cittadini con i rappresentati del Parlamento Europeo, chiamati a decidere sulle politiche ambientali da intraprendere nei prossimi anni. La campagna si chiama “Time to Lead” (tempo di agire) e consiste nell’inviare una e-mail, collegandosi dai siti delle associazioni stesse, in cui ogni cittadino, liberamente, chiede al proprio parlamentare di impegnarsi nella riduzione del 30% delle emissioni di gas serra, di adottare misure più forti per assicurare tali emissioni, e un finanziamento aggiuntivo per quelle nazioni in via di sviluppo che si conformano con la normativa. Se questi politici si impegnano a fare tutto ciò, voi ricambierete con un impegno da parte vostra, nel promettergli il voto alle prossime elezioni. Niente di più facile, soprattutto nel nostro Paese dove il voto di scambio va molto di moda. Solo che stavolta questo voto è a scopi benefici e quindi perfettamente legale.

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