Oasi WWF, lo status delle foreste tra degrado e impegno

di Redazione 1

Giornata delle oasi WWF: si è celebrata oggi 22 maggio, nell’ambito della Giornata internazionale per la biodiversità, con iniziative verdi nelle oltre 100 aree protette curate dall’associazione del panda: escursioni, visite gratuite e campagne di raccolta fondi per salvare tre boschi italiani in pericolo: i boschi di Marzagaglia in Puglia; il patrimonio boschivo limitrofo alla Riserva Naturale di Valpredina; nelle Prealpi bergamasche; il bosco umido di Foce dell’Arrone, in Lazio.

Manifestazioni, video con testimonial d’eccezione come l’attore Luca Argentero, momenti di gioco, sessioni didattiche, osservazione, raccoglimento a tu per tu con la bellezza incontaminata della natura protetta ma anche un’occasione, questo giorno, per riflettere sullo status delle foreste, nell’anno dedicato a livello internazionale proprio al patrimonio boschivo globale.
Quali le minacce? Quali le conseguenze della perdita degli ecosistemi boschivi? Quali gli impegni? Se ne parla nel dossier diffuso in questi giorni dallo stesso WWF che approfondisce i temi legati alla perdita di biodiversità forestale.

Tra le principali nubi che oscurano la sopravvivenza dei boschi figurano lo sfruttamento eccessivo delle risorse legnose, la deforestazione per far spazio agli allevamenti, alle coltivazioni dei biocarburanti, della polpa per carta; gli incendi; le piogge acide e i fenomeni erosivi; la diffusione di specie invasive; l’ozono; i danni prodotti dagli ungulati e dai bovidi; lo stress dei cambiamenti climatici; l’impoverimento del suolo.
Le conseguenze sono avvertite sia a livello economico, a causa della perdita di ricchezze e risorse locali, sia per l’impatto devastante sulla perdita di habitat e di biodiversità. Altri danni affatto trascurabili riguardano il rischio idrogeologico crescente con la diminuzione di alberi che garantiscono la tenuta del terreno oltre che la compromessa purificazione dell’aria dall’inquinamento.

Per ognuno di questi fattori di rischio esistono provvedimenti concreti volti ad arginarne la portata. Per quanto riguarda il mercato illegale del legno il monitoraggio del Global Forest Trade Network, nato negli anni Novanta dalla partnership tra il WWF e le industrie del settore, gioca un ruolo strategico contro l’illegal logging e le pratiche di taglio irresponsabili. L’istituzione di aree protette, l’uso sostenibile delle risorse forestali, la prevenzione contro gli incendi sono altre misure atte a limitare i danni e a garantire la salute delle foreste.

Foreste che in Italia occupano 10.673.589 ettari, pari al 34,7% del territorio nazionale: il 32% rientra, secondo la direttiva Habitat, nella regione biogeografica alpina, il 16% in quella continentale ed il 52% in quella mediterranea, una varietà di ambienti che permette di ospitare ben 117 specie differenti soltanto per lo strato arboreo delle cenosi boschive. I boschi alti italiani sono composti perlopiù da latifoglie, in una percentuale del 68%. Le formazioni più diffuse sono:

Boschi di rovere, roverella e farnia, le faggete, i castagneti e i boschi di cerro, farnetto, fragno e vallonea […]. Con 3.663.143 ettari i cedui costituiscono il 41,8% dei boschi italiani, in cui le specie più diffuse sono il castagno (Castanea sativa), i carpini (Carpinus betulus, Ostrya carpinifolia) e le querce (Quercus spp.) nei boschi di collina, mentre in quelli montani, sia alpini sia appenninici, domina il faggio (Fagus selvatica).

Le regioni più boscose sono la Liguria (62,6% della superficie) e il Trentino (60,5%). La meno boscosa è la Puglia con il 7,5% seguita a ruota dalla Sicilia a quota 10%.

Per approfondire: Lo Status delle Foreste, gli impegni richiesti per un pianeta sempre più verde.

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