Craco, Montalto di Castro e Ottobiano. Sono questi i primi tre Comuni italiani che svettano nel fotovoltaico per quel che riguarda il rapporto tra la potenza installata sul territorio ed il numero di abitanti. A rivelarlo è Comuni Rinnovabili 2010, il Rapporto di Legambiente dove si legge altresì come in questa classifica al quarto posto ci sia il Comune di San Pietro Mosezzo e poi Monrupino, Magrè Sulla Strada del Vino, San Giuliano di Puglia, Serre, Revigliano D’Asti e Serravalle Scrivia. Tutto cambia nel Rapporto “Comuni Rinnovabili 2010” di Legambiente se si considera la top ten dei Comuni rilevata per la sola potenza installata: in tal caso, infatti, iniziano a spuntare i grossi Comuni, con Roma al secondo posto dietro a Montalto di Castro, al terzo posto Rovigo e poi a seguire Pisticci, Serravalle Scrivia, Piacenza, Craco, Ottobiano, Nardò e Corato.
Abbattuti 6.000 alberi per evitare sesso nei boschi
Ormai era diventato un posto conosciuto in tutta l’Inghilterra per i cosiddetti “doggers“, quelle persone che per passare qualche momento di intimità con il proprio partner si recava, in auto
Il WWF dimostra come la salute delle foreste è legata alla salute umana

Il degrado ambientale sta causando gravi ripercussioni sulla salute dell’uomo, ma la tutela degli habitat naturali può invertire questo fenomeno e fornire ad essa dei benefici. A spiegare tutto ciò è un nuovo rapporto del WWF, che tramite Chris Elliot, direttore esecutivo del WWF, spiega che
La nostra ricerca conferma ciò che noi sappiamo istintivamente: la salute umana è indissolubilmente legata alla salute del pianeta.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che tra il 23 e il 25% del carico delle malattie globali potrebbe essere evitato con una migliore gestione delle condizioni ambientali. Il rapporto, pubblicato in occasione della prima Giornata mondiale sulle foreste del 21 marzo scorso, individua nella deforestazione la causa principale dell’impatto sulla salute umana.
Sono quasi 7000 i comuni italiani con almeno un impianto rinnovabile

Buone notizie dal fronte rinnovabili in Italia. Se lo Stato non fa nulla per incentivare alla produzione di energia pulita, ci pensano i singoli comuni. Nel 2010 sono aumentati di oltre 1.400 unità i comuni italiani che hanno adottato almeno una forma di energia rinnovabile, rispetto al 2009; la stessa quantità in aumento rispetto al 2008, arrivando all’ottima cifra di 6.993, considerando che in tutto i comuni italiani sono 8.100.
Non solo. Infatti esistono ben 15 comuni che ottengono il 100% della loro energia dalle rinnovabili. Il migliore di questi si trova in provincia di Bolzano, si chiama Sluderno, e nonostante sia piuttosto piccolo, dato che conta solo 1.800 abitanti, ha un mix di rinnovabili da fare invidia ai grandi capoluoghi. In questa cittadina infatti convivono 960 metri quadrati di pannelli solari termici, 512 kW di pannelli solari fotovoltaici sui tetti, 4 micro impianti idroelettrici con una potenza complessiva di 232 kW, un impianto eolico da 1,2 MW, impianti di biomasse locali e biogas per scaldare le case da 6.200 kW termici collegati a 23 km di rete di teleriscaldamento.
Risparmio energetico: Ford guadagna 1,2 milioni di dollari tagliando la Co2

Abbiamo scritto molte volte sulle strategie per il risparmio energetico, in particolar modo per quanto riguarda i computer. Non c’è ragione infatti per non approfittare dei vantaggi del risparmio energetico, i quali vanno dalla bolletta elettrica più leggera al minor inquinamento prodotto dagli impianti di generazione energetica. E se non avete un’idea di quanto questo risparmio possa essere concreto, prendete l’esempio più recente che proviene dall’americana Ford.
Tutti i computer della società sono stati settati in modo da avere un risparmio energetico. Lo scorso anno il risparmio nella megabolletta del colosso delle automobili è stato stimato in 1,2 milioni di dollari (quasi 900 mila euro), mantenendo tra 16.000 e 25.000 tonnellate la propria CO2 emessa nell’atmosfera.
Fotovoltaico Pesaro e Urbino: nuovi impianti in arrivo
In Provincia di Pesaro e Urbino dall’inizio dell’anno sono giunte all’Amministrazione ben 79 domande di autorizzazione per la realizzazione di impianti fotovoltaici per un potenza complessiva cumulata pari a ben 59 MW. A darne notizia è la stessa Provincia di Pesaro e Urbino che sul fotovoltaico ha fatto il punto della situazione cogliendo tra l’altro l’occasione per annunciare che sul territorio sono in arrivo nuovi impianti per una potenza cumulata complessiva pari a 100 MW. Il tutto grazie all’aumento delle richieste da parte delle imprese e dei cittadini privati anche per effetto dell’attività che, in collaborazione con Megas.net, l’Ufficio Energia della Provincia di Pesaro ed Urbino ha svolto al fine di accelerare dal fronte dell’uso delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.
L’Italia sfrutta i rifiuti meglio della media europea

Il problema rifiuti in Italia è sempre presente, ma a vedere gli ultimi dati, sembra che ce la caviamo meglio rispetto alla media europea. Certo, in questa media rientrano anche diversi Paesi dell’Est che, essendo molto indietro in quanto a tecnologia ed organizzazione, abbassano di molto la media. Ma la situazione appare meno grave di quanto si percepisca.
Il modo per smaltire i rifiuti è riciclari, compostarli, incenerirli o lasciarli marcire in discarica. Considerando i due metodi migliori, quelli cioè da cui si può trarre vantaggio dai rifiuti, il riciclo ed il compostaggio, la media europea arriva al 40%, mentre quella italiana è al 45.
8 modi “creativi” per salvare il pianeta dal riscaldamento globale

In questi anni vi abbiamo riferito delle varie trovate degli scienziati per tentare di arginare il fenomeno del riscaldamento globale. Alcune sono basate su dati scientifici, altre assomigliano più ad un film di fantascienza che alla realtà. Se il modo migliore è quello più noto, e cioè ridurre i consumi e puntare sulle energie rinnovabili, qualche inventore cerca (e a volte trova) il modo per far da solo.
Così il sito Mother Nature Network ha creato una sorta di elenco in cui sono presenti tutte queste idee, che anche se possono sembrare strambe, hanno il loro perché, e forse, se fossero attuate, potrebbero anche essere davvero efficaci. Le trovate dopo il salto.
27 marzo torna l’Ora della Terra. Qualche consiglio su come trascorrerla

La famosa Earth Hour, o ora della Terra, ritorna il prossimo sabato. Sulle iniziative che si possono seguire o organizzare torneremo nei prossimi giorni, ma intanto un interessante articolo comparso sul Globe and Mail, vi consiglia cosa potete fare di interessante durante quell’ora dedicata all’ambiente.
Ricordiamo che si chiede, a chi ne abbia voglia, di spegnere tutte le luci e gli apparecchi elettronici in casa. Contemporaneamente verranno spenti anche i monumenti e i punti più importanti delle città di tutto il mondo. Per questo trovare qualcosa da fare per un’intera ora senza tv, computer e i tanti apparecchi elettrici che affollano le nostre case non è un’impresa semplice. Dopo il salto qualche dritta.
India: i politici vanno in Parlamento in bicicletta
L’India è uno dei maggiori inquinatori al mondo, e per dare il buon esempio, aveva bisogno di qualche azione eclatante. E allora ecco la soluzione, proposta da un giovane politico
Giornata mondiale dell’acqua, oro blu “sotto assedio”
Oggi 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, si tirano un po’ di somme sull’oro blu, sulla sua distribuzione e sullo sfruttamento delle risorse idriche del Pianeta. Inutile dire che il bilancio è tutt’altro che positivo. I dati raccolti dall’Onu (l’Organizzazione delle Nazioni Unite) sono poco incoraggianti: sulla Terra 884 milioni di persone non hanno a disposizione acqua incontaminata, mentre sono addirittura in 2,6 miliardi a non beneficiare di servizi igienico-sanitari idonei.
La mancanza di acqua pulita è all’origine della diffusione di numerose malattie, tanto che la contaminazione dei bacini idrici provoca, ogni anno, più morti delle guerre. E ad aggravare la già difficile situazione, ci pensano previsioni poco confortanti: nel 2030 si stima infatti che una persona su tre vivrà in zone dove l’acqua scarseggia.
Brescia è la città più sostenibile d’Italia

Trasporti, efficienza energetica, rinnovabili, rifiuti e aree verdi. Grazie a questi 5 parametri, analizzati per un anno da Legambiente e Ambienteitalia, nel rapporto presentato a Milano pochi giorni fa è risultato che la città di Brescia è la più sostenibile d’Italia. Il capoluogo lombardo, segnalatosi qualche giorno fa per aver cominciato, insieme a Milano, la diffusione delle aree di servizio per le auto elettriche, stavolta balza agli onori della cronaca per le sue iniziative verdi.
Come mai Brescia? La spiegazione è chiara sulla motivazione ufficiale delle due associazioni ambientaliste:
con i suoi 189 mila abitanti si stacca di misura rispetto alla media delle altre città italiane e questo grazie ai buoni risultati sul fronte delle energie rinnovabili, sul trasporto pubblico e sullo sviluppo del teleriscaldamento.
A dir la verità molti progetti, come quello riguardante il trasporto pubblico ed il teleriscaldamento, risalgono a parecchi anni fa, alcuni anche tre decenni fa, ma allo stato attuale la città bresciana risulta aver fatto meglio di tutte le altre.
Riscaldamento globale: i rifugiati climatici continuano ad aumentare

Il cambiamento climatico e il degrado ambientale sono suscettibili di provocare l’aumento della migrazione dall’Africa sub-sahariana, con effetti potenzialmente devastanti per le centinaia di milioni di persone, soprattutto povere, che lì vivono. A spiegare questo scenario apocalittico è il rapporto pubblicato sull’International Journal of Global Warming.
I cambiamenti ambientali sono particolarmente pronunciati nell’Africa sub-sahariana (ASS), spiegano Ulrike Grote dell’Institute for Environmental Economics and World Trade, presso l’Università Leibniz di Hannover, e Koko Warner della United Nations University Institute of Environmental and Human Change di Bonn, Germania. Oggi, il degrado è un problema serio per 32 Paesi dell’Africa, e oltre trecento milioni di persone che già affrontano la scarsità d’acqua.
Gli africani si sentono i colpevoli del riscaldamento climatico

Può sembrare assurdo, ma secondo una recente indagine, la maggior parte degli africani pensa che sia “colpa loro” se è in corso un cambiamento climatico, citando i danni che hanno fatto per l’ambiente nella loro patria. In realtà l’intera Africa è responsabile solo di circa il 4% delle emissioni globali di gas ad effetto serra, il che rende gli africani i meno responsabili del riscaldamento globale nel mondo.
Il BBC World Service la e il British Council hanno recentemente pubblicato la loro indagine, che si ritiene essere la più ampia mai condotta sul tema. Dalla relazione della BBC si legge:
Più di 1000 cittadini in 10 Paesi hanno preso parte alle discussioni per accertare ciò che gli africani realmente conoscono e capiscono sul clima. Il rapporto ha scoperto un senso quasi universale di ciò che la gente chiama “tempo” che sta cambiando e che incide sulla loro vita. Ma la maggior parte degli intervistati non ha collegato queste modifiche con le cause a livello mondiale come le emissioni di biossido di carbonio. Invece le persone tendono ad incolpare sé stesse o i loro vicini per il degrado ambientale e alcune vedono le modifiche come una forma di punizione divina.