Arriva l’ecobagnante

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Una nuova iniziativa da parte dell’ambiente, e partendo dalle piccole cose e dai gesti ordinari di ogni giorno. L’ Assessorato al Turismo e l’Assessorato all’ambiente della Provincia della Spezia, in collaborazione con i Comuni costieri, i Parchi e la riserva marina, promuovono una campagna di educazione ambientale. Una comunicazione destinata ai turisti ma anche ai cittadini e ai residenti. Un progetto mira alla tutela e alla cura dell’ecosistema marino, passando attraverso la pulizia dei litorali italiani.

Si tratta di una campagna interamente dedicata all’eco-bagnante. Perché in spiaggia si mettono in atto troppo spesso piccoli comportamenti che tendono a “rovinare” l’ambiente circostante, e i cui segni rimangono nel tempo e nello spazio.

Celle solari anche sugli aerei da guerra. Prossimo obiettivo: gli UAV

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Celle solari con vernice sensibilizzata (DSSCs) stanno venendo testate in questi giorni per fornire energia agli aerei miiltari senza equipaggio (UAV). Essi sono una fonte ottimale di raccolta di energia e possono portare a tempi di volo più lunghi senza rifornimento. Uno dei ricercatori della University of Washington’s Multidisciplinary University Research Initiative (MURI), Dr. Minoru Taya, sta lavorando sulle celle solari flessibili utilizzando una sottile pellicola di rivestimento di vetro trasparente con elettrodi conduttivi. Egli ha constatato che i materiali organici della cella, come i coloranti della vernice, sono in grado di catturare i fotoni e di convertirli in elettroni sintetici che possono raccogliere fotoni ad alta energia.

Pochi anni fa la squadra ha montato celle solari sensibilizzate con vernice sulle ali di un aeroplano giocattolo. Il propulsore è stato alimentato in modo efficace, ma il piano non è andato a buon fine perché le celle solari a base di vetro utilizzate erano troppo pesanti. Al momento della sperimentazione, ha deciso di utilizzare la tecnologia della pellicola con batteria, che per ora ha consentito il piano di volo.

Riciclo: in 10 anni ha creato oltre 70 mila posti di lavoro e risparmiato 6,7 miliardi di euro

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Si dice che l’Italia sia uno dei Paesi meno attenti al problema del riciclaggio, e che se ne fa troppo poco. Questo è vero, se ci confrontiamo con gli altri Paesi europei, ma andando a guardare i numeri ci accorgiamo che questi sono più che incoraggianti.

Negli ultimi 10 anni di progetti di riciclaggio rifiuti, il giro di affari è stato stimato in 6,7 miliardi di euro, ma ciò che più conta è che questo settore ha dato lavoro a 76.700 persone, in controtendenza con i dati economici recenti. Certo, la crisi si è fatta sentire anche qui, ma affermano dal Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, negli ultimi anni ben 38,8 milioni di tonnellate di vetro, plastica, carta e alluminio sono stati riciclati, il che equivale alla mancata apertura di 325 discariche.

Tuvalu: la nazione che rischia di sparire diventerà 100% ecologica entro 10 anni

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Tuvalu, la quarta più piccola nazione del pianeta, ha annunciato che mira ad essere completamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili entro il 2020. Situato tra le Hawaii e l’Australia, la piccola nazione del Pacifico è uno dei pochi Paesi a fare qualcosa di concreto per combattere i cambiamenti climatici, forse perché è una di quelle che rischiano di sparire a causa degli effetti negativi dell’aumento del livello del mare.

La massima altezza sul livello del mare che l’isola raggiunge è soli 4,5 metri, e così le maree sono diventate sempre più dannose nel corso degli ultimi 10 anni, minacciando le abitazioni e il tenore di vita dei suoi 12.000 abitanti. Il governo di Tuvalu lavora con l’E8, un consorzio di 10 aziende di energia delle nazioni del G8 istituito dopo il Vertice della Terra di Rio 1992, come organizzazione no-profit. Il Governo di Tuvalu stima che ci vorranno circa 20 milioni di dollari in investimenti per raggiungere l’obiettivo del 100% di energia pulita entro il 2020.

10 miliardi di dollari, un buon inizio per aiutare il Terzo mondo nella lotta al riscaldamento globale

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Molti dei Paesi più poveri del mondo sono quelli che sentono maggiormente gli effetti del cambiamento climatico. Tre mesi fa questi Governi hanno chiesto alle nazioni più ricche di promettere maggiori impegni finanziari per aiutarli ad adattarsi al riscaldamento globale. Considerando le circostanze storiche che si allineano in questa situazione, direttamente legate alla industrializzazione, non è un’iniziativa sbagliata. A questo punto l’alto funzionario al clima delle Nazioni Unite, Yvo de Boer, ha quantificato la somma che i Paesi ricchi dovranno stanziare. De Boer, secondo la BBC, ha definito che 10 miliardi di dollari (circa 7 miliardi di euro) sono un “buon inizio”. Così ha dichiarato alla televisione britannica:

Questo denaro,  permetterà ai Paesi in via di sviluppo di iniziare la preparazione dei piani nazionali per limitare le proprie emissioni, e per adattarsi ai cambiamenti climatici.

Considerato che la Cina, l’India e il Sud Africa hanno bisogno di circa 200 miliardi di dollari l’anno per la lotta contro i cambiamenti climatici, e che questa sarebbe solo una piccola percentuale del PIL dei Paesi ricchi del mondo, la più bassa cifra di 10 miliardi di dollari, è dunque solo un inizio.

Nike e Geox si impegnano a salvare l’Amazzonia grazie a Greenpeace

foto: Greenpeace
foto: Greenpeace

Un’altra vittoria portata a casa da Greenpeace. Questa volta sotto accusa c’erano le grandi multinazionali delle scarpe, le quali si interessano poco alla provenienza della pelle bovina che utilizzano per assemblare il prodotto finito. In particolare la problematica riguardava la deforestazione dell’Amazzonia.

Dopo ricerche sotto copertura durate 3 anni, i volontari di Greenpeace hanno potuto accertare che larga parte della deforestazione amazzonica avviene per far posto ai grandi allevamenti di bovini, da cui poi viene tratta la pelle che finisce alle multinazionali. Per questo Greenpeace ha chiesto con forza che queste si impegnassero ad informarsi maggiormente sulla tracciabilità dei loro materiali, e che non acquistassero nulla che provenisse dal Sudamerica, finché non fosse certo che le pelli trattate non provengano da pascoli illeciti.

Justin Timberlake inaugura il suo golf club ecologico

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Nella corsa di Hollywood alla stella più ecologica, si aggiunge anche Justin Timberlake. L’ex membro degli N’Sync sta guadagnando qualche eco-credito con il suo nuovo campo da golf fatto costruire a Memphis, Tennessee, la sua città natale. L’apertura è prevista per oggi, 25 luglio, ed in questo progetto il cantante/ballerino ha investito 16 milioni di dollari per rendere “verde” il campo da golf, e non soltanto come colore. Il progetto rientra in uno più ampio, avviato da qualche tempo negli Stati Uniti, di rendere quante più strutture pubbliche il più possibile ecologiche.

Originariamente chiamato Woodstock Hills, il campo da golf è di vecchia data. In realtà è stato il primo posto in cui Timberlake ha imparato a colpire una pallina da golf, e da allora è stato avvolto da questa passione.

Gli Stati Uniti inventano l’energia “stradale”

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Ingegneri e ambientalisti di tutto il mondo da sempre si fondono le meningi per cercare di installare quanti più apparecchi per produrre energia rinnovabile possibile, ma la soluzione ce l’avevano sotto il naso e non l’hanno mai nemmeno considerata: le strade. Le autostrade (ma non solo) sono ricche di possibilità per la generazione di energia pulita. Basterebbe infatti allineare piccole turbine eoliche, o tanti pannelli solari, lungo il loro tratto, da poter generare energia in grandi quantità. I pannelli solari grazie all’esposizione senza ostacoli e le turbine eoliche attraverso lo spostamento d’aria dei veicoli.

Secondo Green Inc.,

Pochi Stati sono già a buon punto con la produzione di energia. L’anno scorso, l’Oregon ha iniziato un progetto per una “strada solare” con un pannello solare montato a terra che produceva 104 chilowatt situato presso l’interscambio delle interstatali 5 e 205. Questo pannello ha fornito circa un terzo dell’energia per le luci dell’interscambio. Il Massachusetts ha recentemente annunciato un piano per installare un programma di costruzione di turbine eoliche tanto vaste da dare abbastanza energia a 400 famiglie su un terreno adiacente al Massachusetts Turnpike’s Blandford Rest Area.

Inquinamento e malattie polmonari, l’esposizione da bambini provoca danni a lungo termine

polveri-sottili-tumore-ai-polmoniStephania Cormier, Professore Associato di Farmacologia presso l’LSU Health Sciences Center di New Orleans, ha dimostrato per la prima volta che l’esposizione precoce e persistente ai radicali liberi contenuti nelle polveri sottili colpisce a lungo termine la funzione polmonare. I risultati della sua ricerca sono stati presentati nel corso dell’11° Congress on Combustion By-Products and Their Health Effects svoltosi all’Environmental Protection Agency Conference Center in Research Triangle Park, N.C.

La Cormier ha effettuato ricerche per determinare come l’inalazione e l’esposizione a fattori ambientali quali allergeni, inquinanti e virus respiratori durante l’infanzia porti a sviluppare malattie infiammatorie e respiratorie, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l’asma da adulti.

La Prestigiacomo alza la voce: “Ambiente bloccato? Colpa dei miei colleghi prepotenti”

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L’immobilità del Governo sulle questioni ambientali ha fatto storcere il naso a più di un osservatore, dagli esperti a semplici cittadini che ci tengono al luogo in cui vivono. Sembrava infatti che le nostre istituzioni politiche fossero brave solo ad organizzare congressi e a fare promesse, ma poi di provvedimenti concreti ce ne sono stati davvero pochi.

Questo sospetto si è oggi convertito in realtà, grazie addirittura al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, la quale ha confermato le paure degli italiani, ammettendo in un’intervista al Corriere della Sera che se ci sono tanti ostacoli allo sviluppo dei progetti ambientali è per colpa dei suoi stessi colleghi di Governo che le mettono i bastoni tra le ruote.

Anche il Primo Ministro inglese ha il suo orto biologico privato

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Decisamente Michelle Obama ha fatto scuola. Dopo che si è fatta immortalare da fotografi di tutto il mondo mentre coltivava l’orticello nel giardino della Casa Bianca, è scattata la orto-mania. Che poi alla fine era l’intento della stessa First Lady: far capire l’importanza del cibo biologico, far vedere quanto è semplice mangiare sano, e soprattutto invogliare milioni di persone a coltivare il proprio orto personale.

La prima persona di “un certo peso” a seguire il suo esempio è stata la Regina Elisabetta d’Inghilterra la quale, nonostante l’età, ha deciso di piantare qualche ortaggio a Buckingham Palace. Dopo un tale segnale, non poteva reagire anche il Primo Ministro del Parlamento britannico, Gordon Brown, la cui moglie ha appena annunciato di aver piantato l’orto biologico anche nel giardino di Downing Street.

Per i Francesi una tassa su petrolio, gas ed elettricità: la proposta di Rocard

rocard-tassa-petrolio-elettricitaTassare le energie sporche, caricando di ulteriori oneri, a parte i già esosi costi, petrolio, gas ed elettricità. Ci pensano in Francia, dove si è formata una commissione di periti che dovrà valutare la possibilità concreta di un simile provvedimento. Il presidente della conferenza di periti sulla tassa carbonio, Michel Rocard, stima che la fattura si stabilirebbe intorno a 300 euro all’anno per poco più della metà delle case.

La Contribution Climat Energie (CCE), o  più semplicemente “tassa carbonio”  dovrebbe applicarsi alle energie fossilipetrolio, gas, carbone – così come all’elettricità già a partire dall’anno 2010, come ha indicato mercoledì, durante il meeting della commissione di esperti, lo stesso Michel Rocard:

L’idea è di tassare un certo numero di comportamenti, principalmente quello che consiste nell’utilizzare delle energie di origine fossile che sono responsabili dell’emissione di gas ad effetto serra, causa del riscaldamento climatico. La fattura si stabilirà intorno a 300 euro per anno per poco più della metà delle case.
La riflessione sull’elettricità è stata invece più complicata per il comitato di periti e non si è ancora giunti ad un accordo su questo punto.

Hawaii: la popolazione marina rischia di estinguersi

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Le barriere coralline sono in grave pericolo. Stanno cominciando a cambiare e, se non si interviene ora, non ci saranno più barriere coralline entro il prossimo secolo

spiega Ku’ulei Rodgers, Assistente Ricercatore presso l’Istituto di Biologia Marina di Honolulu, Hawaii. Rodgers dal 1998 ha contribuito allo sforzo di tutto lo stato delle Hawaii di monitorare le barriere coralline in un progetto chiamato Hawaii Coral Reef Assessment & Monitoring Program (CRAMP).

La ricerca si basa sull’interazione tra il riscaldamento del pianeta e quello del mare che crea problemi al mondo delle barriere coralline. Esse servono come un rifugio per la vita degli oceani, tanto che alcuni li chiamano le “foreste pluviali del mare” per descrivere la grande varietà della vita che pullula in queste scogliere.

Samsung investe 4,3 miliardi di dollari nel taglio delle emissioni

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Continuiamo con la nostra indagine sulle attività sostenibili delle multinazionali, occupandoci oggi del colosso sudcoreano Samsung. Pare che gli asiatici si stiano concentrando più sui gadget che sui prodotti centrali della loro attività. Nella relazione Eco-Management 2013, la Samsung anticipa di voler investire 4,3 miliardi di dollari in gadget e strutture più ecologiche entro 4 anni. Ecco tutta una serie di cambiamenti previsti per un cambiamento positivo.

Secondo la Reuters, la Samsung impiegherà 2,5 miliardi di dollari per rinnovare le attività accessorie, tra cui il taglio dei consumi della potenza dello standbye del 50%, i materiali per l’elettronica saranno riciclabili e biologici come anche gli accessori dei laptop e per i telefoni cellulari. Nulla di nuovo invece su un maggiore impegno, per esempio nel realizzare i propri prodotti con materiali riciclati, e non di lasciare agli utenti finali la discrezione di riciclarli a fine vita. Può sembrar poco ma fa una grande differenza.