Costo delle rinnovabili: idroelettrico

Terzo appuntamento con la verifica sul portafoglio delle energie rinnovabili, dedicato ad una delle fonti più snobbate in assoluto, ma molto spesso una delle più efficienti: l’idroelettrico. Come per le precedenti tecnologie, anche su questa rinnovabile il nostro blog vi ha già informato sulle tante alternative disponibili. Per chi non le avesse ancora dato un’occhiata, c’è la possibilità di consultarle cliccando su questo link.

Come già accennato in un altro articolo, questa fonte è una delle meno utilizzate solo per scopi logistici. Infatti per essere efficiente ha bisogno di molta acqua, e per questo alcune nazioni sono giustificate. Molte ma non l’Italia, circondata per 3/4 dal mare, che ancora non ha saputo sfruttare.

L’esercito statunitense fa la guerra rinnovabile

Aveva fatto un po’ discutere qualche tempo fa su Ecologiae la notizia di alcune rivoluzionarie divise mimetiche dei soldati australiani, funzionanti grazie alla luce solare.
Ora anche l’esercito americano ha una svolta ambientalista, anche se è un po’ un controsenso fare la guerra in maniera ecologica. Credo sia un paradosso irrisolvibile.

In effetti, le divise solari non ci rendono certo più digeribile il fatto che si combatta, nè che si definisca una guerra “giusta”.
Tuttavia vogliamo pensare, ottimisticamente, che il fatto di ridurre l’impatto ambientale non sia una mossa populista studiata dall’esercito americano per raccogliere consensi e che la svolta verso le energie rinnovabili dei soldati trovi applicazioni concrete solo in operazioni di pace.
E’ di questi giorni la notizia di un ulteriore potenziamento nell’utilizzo di energia pulita voluto dall’US Army, che ha diffuso in un comunicato stampa diverse nuove iniziative che l’esercito si appresta a realizzare per diventare un “modello per i militari e la nazione” in termini di efficienza energetica.

Costo delle rinnovabili: eolico

Visto il grande successo dell’articolo di ieri sul costo del solare, continuiamo la nostra indagine nel mondo delle rinnovabili, andando ad analizzare quanto verrebbe a costare al singolo cittadino un impianto privato ad energia eolica.

Premettiamo che di soluzioni ce ne sono veramente tante. Cliccando su questo link potreste trovare solo alcune delle tante possibilità che il vento, ma soprattutto la tecnologia odierna, vi offrono, e che Ecologiae ha raccolto per i suoi lettori, spiegandovele nel dettaglio. Ma andiamo a parlare di costi.

Un mammifero su quattro rischia l’estinzione, new entry nella lista rossa

Attività umane, sfruttamento sconsiderato delle risorse negli habitat naturali, surriscaldamento globale, aumento della temperatura degli oceani, inquinamento, bracconaggio, stupide usanze. Sono solo alcune delle cause che stanno portando alla scomparsa di molte specie animali. A guardarli uno per uno, risulta subito evidente che dietro ognuno dei fattori sopracitati c’è sempre e comunque l’uomo, con la sua forza distruttiva.

Ad essere particolarmente a rischio di estinzione sono i mammiferi, con molte nuove entrate nella lista rossa degli animali in pericolo, stilata dall’IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura) e resa nota a Barcellona in occasione del IV Congresso mondiale dell’organizzazione che tutela, tra gli altri obiettivi a favore dell’ambiente, la preservazione delle specie animali.

Costo delle rinnovabili: Solare

Con l’aumento del costo dell’energia, i cittadini di tutto il mondo hanno a disposizione adesso numerose alternative al pagamento della classica bolletta inquinante derivata dal lavoro delle centrali a petrolio, carbone o gas. Le tecnologie odierne permettono a tutti di installare autonomamente all’esterno della propria casa delle piccole centrali solari, eoliche, geotermiche e idroelettriche, investendo all’inizio e recuperando il costo con il risparmio sulla bolletta (e sull’inquinamento).

Ma quanto ci costa tutto questo? Ovviamente il costo varia a seconda dell’uso e della disponibilità di risorse nella vostra zona, ma in questo modo c’è da apprezzare prima di tutto la possibilità di scelta, e poi la possibilità di guadagno ulteriore, in caso di produzione eccessiva, in quanto l’eccedenza può essere rivenduta. Abbiamo provato a tirare delle somme sul costo di ogni singola fonte, ed ecco che cosa ne abbiamo ricavato. Da oggi proveremo ad analizzarne uno al giorno, per poterci soffermare meglio sui dettagli.

L’impatto ambientale della Honda Corporation, molti i progressi

Continuiamo il nostro viaggio virtuale all’interno del filone ecoautomobilismo. Oggi ci occupiamo del quarto rapporto annuale sull’impatto ambientale rilasciato dalla Honda Corporation, per esaminare quanto è stato fatto dalla rinomata casa automobilistica per migliorare le prestazioni in maniera eco-friendly, senza lasciare troppe tracce nell’ambiente circostante.

Molti ed incoraggianti sono gli sforzi operati dalla Honda per evolversi seguendo un filone maggiormente ecologico e meno inquinante. Tuttavia, viste le attuali situazioni di emergenza ambientale in cui versa il Pianeta, nessuna azione, per quanto meritevole sia, può bastare da sola a ripristinare gli equilibri sconvolti dall’uomo. Ma provarci è pur sempre un piccolo successo contro l’indifferenza ai problemi ambientali, perchè significa ammettere le proprie responsabilità e correre, per quanto possibile, ai ripari.

Quanto rumore negli oceani

Gli oceani potrebbero presto diventare più rumorosi del centro di Milano. Come i livelli di biossido di carbonio rendono gli oceani più caldi e acidi, così l’incremento dei gas nel mare può diventare rumoroso per le specie che ci abitano, soprattutto per quelle con un sistema uditivo più sviluppato come delfini e balene.

L’incremento della combustione del materiale fossile come carbone e petrolio nelle ultime decadi ha diffuso sempre più anidride carbonica nell’atmosfera terrestre. La gran parte della quantità di assorbimento (circa il 40%) va agli oceani, che così “bevono” tutto ciò che noi creiamo. Più diossido di carbonio assorbe, più l’acqua diventa acida (per lo stesso concetto che sta alla base delle bibite gassate, che si dicono acide perchè contengono un alta quantità di anidride carbonica).

L’acidificazione degli oceani, dalla rivoluzione industriale incremento del 30%

L’acidificazione degli oceani, come recita Wikipedia:

è il nome dato alla decrescita del valore del pH oceanico, causato dalla assunzione di anidride carbonica di origine antropica dall’atmosfera.
A causa dell’alta immissione di anidride carbonica nell’atmosfera ad opera dell’uomo gli scambi di CO2 non sono più equilibrati, e quindi nell’acqua marina c’è molta più CO2 del normale.
Dal momento che l’anidride carbonica in acqua si scioglie e produce acido carbonico (H2CO3), con un’elevata concentrazione di anidride carbonica aumenta l’acidità degli oceani.

Dalla Rivoluzione industriale ad oggi l’incremento nei livelli di acidità oceanici è giunto al 30%. Per discutere del problema, 250 scienziati provenienti da 32 diversi Paesi del mondo, si daranno appuntamento all’Oceanographic Museum di Monaco da domani 6 ottobre fino al 9 ottobre, nel corso del “Second Symposium on the ocean in a high CO2 world”.

Piccoli gesti quotidiani aumentano il rischio d’inquinamento

Se avete lasciato in garage la vostra auto per gran parte dell’anno, ma i dati sull’aria vicino casa vostra sono rimasti ancora preoccupantemente alti, non è che il rilevatore si è rotto, ma può darsi che state inquinando in altri modi. Secondo una ricerca dell’Università del Colorado, e riportata su Repubblica, molti gesti quotidiani apparentemente innocui possono, se sommati, arrivare ad inquinare molto di più dello scarico della vostra auto.

Secondo questa ricerca infatti sono altamente inquinanti le esalazioni della vernice utilizzata per il vostro cancello nuovo, oppure accendere un barbecue, o addirittura le esalazioni degli alberi del vostro giardino. Tutte queste piccole variazioni delle particelle nell’aria vengono classificate come inquinamento di secondo livello.

Mini Kin, il ricaricatore Eolico, Ecologico, Economico

Quando siamo fuori di casa, per esempio al parco, in montagna o semplicemente all’aperto, capita che il nostro cellulare si scarichi. Spesso non si dispone del caricabatterie sempre dietro, il che ci costringe di sovente a rinunciare alle telefonate, magari impensierendoci per quella chiamata urgente che stavamo aspettando.

A tutto c’è una soluzione e se poi viene dalla natura anche meglio! Fuori di casa il vento non manca di certo, soprattutto in certe giornate in cui la brezza soffia più intensamente.
In tal caso è utile dotarsi di un ricaricatore eolico, che sfrutta l’energia del vento per produrre piccoli quantitativi di energia.
Sul mercato ne esistono di diversi tipi, ma nessuno è così pratico, compatto ed ecologico come Mini Kin, che sarà presto disponibile per la vendita.

Il salone dell’auto di Parigi si tinge di verde

L’ecologia entra di prepotenza anche al salone dell’auto di Parigi, e la buona notizia è che larga parte del merito di questo ingresso “verde” la si deve all’Italia. Provengono dal nostro Paese molti modelli ecologici delle auto del futuro, e cioè macchine a basso consumo, ibride e quant’altro, e a rappresentarci non poteva esserci che la Fiat.

I modelli presentati dall’industria torinese nella manifestazione che prenderà il via oggi sono tre, e cioè la nuova 500, la Bravo e la Croma, tutte con marchio PUR-O2, che sta a rappresentare l’impegno che la Fiat prende nei confronti dell’ambiente.

In quale di queste ecocase vivreste?

Continuiamo a occuparci di bioedilizia e di case ecologiche, facendo una breve panoramica delle abitazioni a ridotto impatto ambientale di cui ci siamo occupati nei mesi scorsi. Soprattutto sarebbe interessante conoscere la vostra opinione su quale pensate sia la dimora maggiormente vivibile tra quelle già realizzate o in corso di progettazione oggi.

Anche se al momento i costi per una casa completamente alimentata da energia pulita sono ancora proibitivi per il grande mercato, chi lo sa se in un futuro prossimo non ci ritroveremo davanti alla possibilità di scegliere tra 10, 20 dimore verdi dai prezzi e dai tempi di realizzazione ragionevoli, In tal caso, quale scegliereste? Girate pagina per scegliere il nido verde più adatto alle vostre esigenze!

Il modo per salvare l’economia sono i “colletti-verdi”

I problemi che attanagliano il mondo in questo periodo sono due: la crisi economica e la disoccupazione (soprattutto dalle nostre parti). Per ridurre entrambi questi problemi, anche se è impossibile risolverli in così breve tempo, ci viene incontro ancora una volta l’ecologia. Infatti, secondo economisti di tutto il mondo, investimenti in energie efficienti e fonti rinnovabili potrebbero creare almeno 2 milioni di posti di lavoro nei prossimi due anni, oltre ad un cospicuo risparmio sull’energia.

In un recente rapporto, i ricercatori dell’Istituto di Politica Economica dell’Università del Massachussets hanno proposto un pacchetto di circa 100 miliardi di dollari da investire in questo campo che, nel giro di pochi anni, produrrebbe un’occupazione circa il quadruplo di quella che verrebbe creata se gli stessi fondi fossero destinati al settore petrolifero.