Fotovoltaico: Australia, ecco l’impianto più grande

Via libera, in Australia, alla realizzazione del più grande impianto fotovoltaico del Paese con una potenza complessiva cumulata pari a ben 150 MW; questo grazie a ben 650 mila pannelli fotovoltaici in grado di produrre a regime energia pulita in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 45 mila famiglie. Il tutto a seguito dell’aggiudicazione di una gara d’appalto da parte di tre società, per l’occasione riunite in un consorzio; trattasi nello specifico, di “FRV”, Fotowatio Renewable Ventures, Pacific Hydro e BP Solar.

Australia a caccia dei cammelli inquinatori

Probabilmente in questi giorni vi sarà capitato di leggere una notizia che poteva sembrare un pesce d’aprile fuori stagione, ma da quanto apprendiamo da fonti australiane, pare che non ci sia davvero nulla da scherzare. I cammelli selvatici che vivono in Australia stanno diventando un grosso problema e, per risolverlo, il Governo ha deciso di risolvere la questione alla radice, sterminandoli.

Pare infatti che il Governo australiano stia valutando una sorta di regime di “carbon credits” (crediti di carbonio) da aggiudicare con l’uccisione di cammelli nell’entroterra perché possono essere un pericolo per le specie autoctone, e perché…inquinano troppo.

CO2, l’Australia fissa il prezzo delle emissioni

Il Governo australiano ha deciso che da oggi chi inquina paga. In realtà non è un’iniziativa estemporanea, ma si tratta del terzo tentativo di far pagare le emissioni di carbonio, e così giovedì scorso ha svelato i piani per una sorta di “tariffario a prezzo fisso per la CO2” che partirà dal 2012, nonostante la forte opposizione che incontra in patria.

Il primo ministro Julia Gillard, il cui predecessore, Kevin Rudd, l’anno scorso aveva fallito altri due tentativi simili, ha detto che chi inquinerà pagherà un prezzo che verrà determinato a breve, il quale entrerà nel mercato delle emissioni entro cinque anni. Una specie di riforma australiana del cap and trade.

Auto solare più veloce del mondo in Australia

Oggi in Australia si è battuto un nuovo record: un’auto solare ha raggiunto nella prova cronometro gli 88 chilometri l’ora, battendo il precedente record di quasi 10 km e di una velocità di 79 km orari e aggiudicandosi il primato dell’auto solare più veloce del mondo.

L’auto ad energia pulita ha pressappoco la potenza di un tostapane ma da oggi è il veicolo ecologico più veloce al mondo. Il progetto dell’auto solare, la Solar Racer Sunswift IV, anche conosciuta come la IVy è stata ideato e realizzato da studenti e docenti dell’Università del Nuovo Galles del Sud. Anche la precedente auto più veloce del mondo era stata progettata da un’equipe di studiosi di origine australiana.

Una carta di credito di carbonio, il primo mercato personale delle emissioni è in Australia

Immaginate una carta di credito davvero singolare, che vi permette di pagare i vostri consumi ed il costo degli spostamenti, spendendo in benzina ed elettricità, o di guadagnare, muovendovi a piedi, in bici o in auto elettrica.
E’ il meccanismo alla base del primo mercato personale di emissioni, un’originale iniziativa made in Australia.

Siamo a Norfolk Island, un’isoletta del Pacifico di 35 kmq a 1700 km dal continente, che conta 3000 residenti e ospita centinaia di turisti ogni anno.
L’isola, dal passato tormentato, un tempo colonia penale e successivamente insediata dai marinai dell’ammutinamento del Bounty, sarà conosciuta, d’ora in avanti, come il primo luogo al mondo a dotarsi di una carbon bank, a disposizione dei cittadini, che avranno diritto allo stessa quota di unità di carbonio, caricata in una carta di credito, valida per pagare le proprie emissioni.

Cambiamenti climatici: e i canguri non saltano più

I canguri non saltano più a causa dei mutamenti climatici in atto che sarebbero responsabili di un cambiamento nella conformazione ossea dei marsupiali australiani. O almeno questo è quanto si afferma in un recente studio pubblicato sul Zoological Journal of the Linnean Society, e condotto da un équipe di paleontologi australiani della Flinders University di Adelaide e della Murdoch University di Perth.

Gli studiosi sostengono che i canguri si sarebbero adattati al surriscaldamento globale con modifiche anche sostanziali nella struttura ossea, nella forma dei piedi, nella dentatura, nel peso e in altezza. Il tutto per potersi spostare in nuovi territori ma anche per alimentarsi in modi nuovi. Come? E’ presto detto: niente più balzi verso l’alto per raggiungere le piante bensì un sostentamento che viene dal terreno, in basso, il che li porterebbe a non aver più alcun bisogno di saltare.

L’Australia mette il limite alle emissioni al 2020 al 5%, ma per gli attivisti potrebbe essere al 100%

centrali solari australiane

Le battaglie verdi in Australia, uno dei maggiori emittitori mondiali di CO2, cominciano a diventare un po’ più concrete. Purtroppo il Governo del maggiore Paese dell’Oceania è recentemente riuscito a far passare una legge che potrebbe ridurre le emissioni ad un misero 5% entro il 2020 (l’obiettivo dell’Europa è al 20%). In risposta, Beyond Zero Emissions (un gruppo di attivisti ambientali) ha esposto un piano che dimostra come l’Australia potrebbe arrivare ad essere ad emissioni zero, senza grandi progressi tecnologici.

Mothen Nature Network spiega precisamente come ciò potrebbe accadere:

Secondo il piano, il 60% dell’energia della nazione potrebbe derivare dal CSP (concentrazione solare termico) e il 40% dal vento. Il gruppo non vede la necessità di inserire l’energia nucleare nel mix che, continua a ricorrere ad una risorsa in diminuzione, l’uranio. Il sole e il vento si completano a vicenda e in combinazione con lo stoccaggio di sale fuso e la combustione di biomasse rinnovabili, si potrebbe creare anche un flusso di energia elettrica per i 21 milioni di abitanti della nazione.

E’ l’Australia la nazione meno ecologica al mondo

australia canguri

Se si pensa alle nazioni più inquinanti del mondo, il pensiero che viene subito è diviso tra Stati Uniti e Cina. Ed invece è l’Australia che continua a vincere grandi “trofei”, in termini di impatto ambientale. Peccato che siano trofei negativi. La più grande nazione dell’Oceania può “vantare”:

  • Il più alto tasso di estinzione di mammiferi nel mondo sviluppato;
  • Il più alto tasso mondiale di emissioni di anidride carbonica pro capite;
  • Le più grandi case del mondo;
  • Il debito più alto al mondo, tra le nazioni sviluppate.

A quanto pare l’Australia batte ora l’America anche per la quantità di tempo perduto a causa dei sempre maggiori ingorghi del traffico.

La “tempesta rossa” austaliana aiuterà a ridurre la CO2 nell’atmosfera

tempesta rossa australia

Notizie stravaganti arrivano dall’Australia, attraverso uno studio di Geoingegneria negli Oceani del Sud. Un enorme carico di polvere pieno di ossido di ferro, proveniente dalla zona del Lago Eyre, un bacino situato nel centro dell’Australia, è stato sversato nel mare, ricoprendo la superficie dell’oceano dalle coste australiane fino alla Nuova Zelanda.

Il ferro gettato nell’oceano così è venuto su all’improvviso, tanto che anche Greenpeace, presente all’evento, è stata presa in contropiede. Pare essere una buona notizia perché ci sarà più cibo per i pesci, visto che questo sversamento di ferro aumenterà il plancton al largo della costa australiana.

L’Australia fissa l’obiettivo del 20% della produzione energetica dalle rinnovabili entro il 2020

idroelettrico

Il parlamento australiano ieri ha approvato una legge che fissa al 20% l’elettricità del Paese che dovrà provenire da fonti rinnovabili entro il 2020, in linea con gli obiettivi europei. La legge porterebbe a quadruplicare la quantità di energie rinnovabili fissata dal precedente Governo nel 2001 e fornirà abbastanza energia pulita per dare elettricità a 21 milioni di australiani.

Ma non tutti sono contenti, anzi pare che alcuni funzionari più “aggressivi” chiedano ulteriori tagli alle emissioni di gas serra. Il progetto di legge è stato approvato dopo che il Governo ha raggiunto un accordo con l’opposizione con l’intento di aumentare l’assistenza alle industrie che consumano molta elettricità, creando anche delle garanzie per gli investimenti in materia di carbone e per l’industria mineraria.

Smart Light Sidney, un altro evento della città più impegnata del mondo nell’ecologia

smart-light-sydney-opera-house

Sydney, in Australia, è stata una delle città in prima linea durante l’Earth Hour, la famosa manifestazione in cui si spegnevano contemporaneamente tutti i monumenti e i punti simbolo delle città di tutto il mondo. Sidney spense le sue luci per evidenziare il problema energetico ed il conseguente dilemma del cambiamento climatico. Ora, e per le prossime tre settimane, le luci rimarranno spente per la stessa causa. Smart Light Sydney sta celebrando la manifestazione “innovazioni sostenibili e il futuro del design a basso consumo”.

La manifestazione fa parte di un evento più vasto legato al Vivid Sydney Festival. Smart Light Sydney (che letteralmente dovrebbe significare Sidney con la luce intelligente) si svolge con una illuminazione ecologica, in una sorta di fiera cittadina in cui vengono presentate nuove tecnologie, come i LED, nano-materiali e software avanzati di progettazione dei programmi che stanno rivoluzionando la progettazione degli impianti d’illuminazione per il loro utilizzo in città.

Parte la corsa allo stoccaggio di Co2 e alle centrali a carbone pulito

Sembrava dovesse trattarsi solo di fantascienza, ed invece sta diventando realtà. La future centrali a carbone pulito stanno per essere effettivamente realizzate. Dopo mesi di polemiche, esperimenti ed ipotesi, i primi due Paesi ad iniziare la corsa in questa direzione sono Germania ed Australia, che hanno, nella giornata di ieri, annunciato di voler far partire i primi esperimenti.

Per partire con la spiegazione di come funzioneranno, bisogna prima di tutto cominciare con il chiarire, una volta per tutte, cosa significa centrale a carbone pulito. A differenza di quanto accennato dai nostri politici sottovoce, in quando non capiscono nulla di nuove tecnologie energetiche, non esiste alcun carbone pulito. Il carbone che si utilizza oggi e che si utilizzerà domani per produrre energia elettrica sarà lo stesso identico carbone che si usava anche 100 anni fa.

La centrale a carbone pulito significa che ha un sistema di recupero della CO2, la sostanza che viene rilasciata dopo la combustione del carbone, in maniera da non farla disperdere nell’ambiente e non aumentare l’inquinamento. Una volta recuperata la CO2, bisogna immagazzinarla da qualche parte in cui non possa far danni, e qui sono cominciate le polemiche sul come e dove farlo.