Una carta di credito di carbonio, il primo mercato personale delle emissioni è in Australia

di Redazione Commenta

Immaginate una carta di credito davvero singolare, che vi permette di pagare i vostri consumi ed il costo degli spostamenti, spendendo in benzina ed elettricità, o di guadagnare, muovendovi a piedi, in bici o in auto elettrica.
E’ il meccanismo alla base del primo mercato personale di emissioni, un’originale iniziativa made in Australia.

Siamo a Norfolk Island, un’isoletta del Pacifico di 35 kmq a 1700 km dal continente, che conta 3000 residenti e ospita centinaia di turisti ogni anno.
L’isola, dal passato tormentato, un tempo colonia penale e successivamente insediata dai marinai dell’ammutinamento del Bounty, sarà conosciuta, d’ora in avanti, come il primo luogo al mondo a dotarsi di una carbon bank, a disposizione dei cittadini, che avranno diritto allo stessa quota di unità di carbonio, caricata in una carta di credito, valida per pagare le proprie emissioni.

Ogni anno la cifra a disposizione verrà ridotta, per favorire uno stile di vita più sostenibile, ad impatto vicino lo zero, aumentando il costo dell’inquinamento. E dal prossimo anno, nello schema volontario, verranno inseriti anche i prodotti alimentari, che avranno un costo maggiore o minore in unità di carbonio oltre che sulla base dell’impatto ambientale anche di quello sulla salute. Ad esempio, i cibi grassi importati sull’isola dal continente, costeranno molto più dei prodotti locali.
Anche i turisti e i visitatori che approdano sull’isola, circa 30 mila all’anno, avranno la loro carta di credito di carbonio.

Garry Egger, docente di medicina dello stile di vita alla Southern Cross University, ideatore del piano gestito dal Consiglio australiano delle ricerche con fondi governativi, spiega come questo progetto vada a perseguire il duplice scopo di contrastare il cambiamento climatico ed aumentare la qualità della salute pubblica:

Se le persone usano la propria energia fisica invece dell’auto, ne beneficerà la salute. Dopo tre anni valuteremo se vi sarà stata una riduzione di obesità e di diabete.

[Fonte: Ansa Ambiente&Energia]

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