Fukushima fu teatro di una crisi nucleare di gran lunga precedente a quella verificatasi l’undici marzo scorso, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che ha travolto il Giappone, mandando in avaria i sistemi di raffreddamento della centrale. Correva l’anno 1997 quando il reattore numero tre della centrale nipponica gestita dalla Tepco necessitò di un pronto intervento a causa di alcune crepe nell’involucro di acciaio che circonda il nucleo radioattivo. Un difetto a dir poco pericoloso. La società, per scongiurare il rischio di danni maggiori, ricorse all’assunzione di operai stranieri e vedremo più avanti perché. A rivelarlo alla Reuters è Kazunori Fujii, tra coloro che parteciparono all’epoca alla gestione dell’emergenza.
sicurezza
Nucleare, Germania: “Nessuno dei 17 impianti sicuro in caso di incidenti aerei”
Nucleare, un tema che occupa la scena politica, anima il dibattito scientifico e civico, diventa, come nel caso del referendum in Sardegna che lo ha bandito dall’isola, oggetto dell’espressione della sovranità democratica. Nucleare che, in seguito ai tragici eventi di Fukushima, è nel mirino soprattutto sul fronte sicurezza, con la questione degli stress test in Europa ancora in sospeso, Paesi che vanno avanti come la Russia e nazioni che fanno un clamoroso dietrofront come la Germania della Merkel.
E proprio delle centrali nucleari tedesche parliamo oggi, in riferimento ad un rapporto sulla sicurezza dei reattori e la resistenza ai diversi fattori di rischio atomici ad opera della Rsk, la commissione preposta alla verifica della tenuta degli impianti nelle emergenze.
Acqua radioattiva Giappone, i nostri mari sono sicuri?
Acqua radioattiva in Giappone, quanto sono sicuri i nostri mari? Quando si tratta di perdite radioattive non è affatto semplice escludere con certezza dei rischi a breve, medio e lungo termine. Spiega il professor Silvano Focardi, docente di Ecologia all’Università di Siena, membro del Comitato Scientifico di Marevivo, che
I radionuclidi – gli atomi instabili che decadono emettendo energia sotto forma di radiazione – riversati in mare con le acque contaminate, infatti, mettono a forte rischio l’ecosistema in generale e alcune specie in particolare.
I rischi per la biodiversità marina sono legati alla durata e alla dimensione dell’incidente; e sono rappresentati dalla insorgenza di danni gravi che possono arrivare fino a mutazioni genetiche capaci di incidere sulle capacità riproduttive degli organismi.
Nucleare, cinque motivi per dire no
Ritorno al nucleare in Italia: su un totale di 3523 persone che hanno risposto al nostro sondaggio, l’81%, pari a 2869 voti, è contrario alla costruzione di centrali atomiche nel nostro Paese. Il 16%, 574 voti, si dichiara favorevole, il restante 3%, 80 voti, non ha ancora preso posizione.
Sulle cinque principali buone ragioni per dire no al nucleare italiano ci scrive Giuseppe Casillo, studente di Scienze Politiche dell’Università del Molise, elencando motivi di ordine economico, tecnico, strategico, di salute e ambientali. Li pubblichiamo volentieri e ovviamente restiamo a disposizione di chiunque voglia scriverci per esporre una posizione diversa.
Nucleare, riesame delle politiche energetiche in Giappone
Non ora, ma tra un po’, quando l’emergenza sarà alle spalle. Così ha esordito questa mattina il premier Naoto Kan, dopo alcune settimane dal disastro nucleare in Giappone. La situazione
Nucleare, Sarkozy chiede G20 su sicurezza
Sicurezza nucleare, più che mai acceso il dibattito internazionale alla luce dei recenti drammatici eventi che hanno svelato le falle della centrale di Fukushima, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che hanno colpito il Giappone tre settimane fa.
Se la Russia va avanti tutta con il programma nucleare ma apre agli stress test coinvolgendo gli USA, sul fronte opposto si pone la Merkel che sull’atomo ha cambiato radicalmente idea e vuole un’inversione di rotta per il suo Paese che punti tutto sulle rinnovabili.
Oggi, durante la visita in Giappone, è intervenuto in merito alla sicurezza delle centrali nucleari Nicolas Sarkozy che pure qualche giorno fa aveva affermato di non voler illudere i cittadini francesi sulla dismissione delle centrali, un’ipotesi reputata assurda dal momento che il Paese ne ha al momento assoluto bisogno per l’approvvigionamento energetico. Ciononostante, Sarkozy preme per un focus sulla sicurezza, offrendosi di ospitare un incontro del G20 a maggio con la mission di fissare nuovi standard industriali globali alla luce del disastro nucleare occorso in Giappone.
Diossina, produzione uova veneta sicura
Ancora sull’allarme uova alla diossina. Il caso su un’eventuale emergenza sanitaria in Europa tiene banco da giorni. La minaccia ricordiamo ha come focolaio di origine la Germania a causa dei mangimi animali prodotti utilizzando biodiesel, e si è estesa dunque, dopo la chiusura di oltre 4700 allevamenti in Bassa Sassonia, ai mangimi ed ai prodotti importanti dal mercato agroalimentare tedesco.
In Italia le autorità sanitarie e le associazioni di agricoltori, come la CIA, hanno rassicurato i consumatori sulla scrupolosità dei controlli sulle merci importate e ancor di più sulla sicurezza del made in Italy. Già nei giorni scorsi si era parlato di un’importazione di uova davvero minima nel nostro Paese, a fronte di un’esportazione che invece è massiccia. Idem per il pollo.
Oggi interviene la Coldiretti Veneto, analizzando la situazione nella Regione, che è una grande produttrice di uova destinate al mercato nazionale.
Nucleare, D’Alema: un affarone… per la Francia
Interviene sul ritorno al nucleare italiano, Massimo D’Alema. Nell’ambito della tre giorni conclusasi oggi a Perugia e dedicata alle Energie positive, promossa dalla Fondazioneitaliaieuropei di cui il politico è presidente, tanti i dubbi sollevati sulla rivoluzione energetica in chiave atomica avviata dal Governo: D’Alema preferisce le rinnovabili, intese come un’occasione che il Paese deve perseguire, rifuggendo da quello che altro non è se non un affarone per la Francia, che riceverà ricche commesse mentre l’Italia non trarrà granché vantaggio dalla costruzione di centrali nucleari sul suo territorio.
E a dirlo, badate bene, è uno che votò pro atomo nel tanto famoso referendum, lo rivela lui stesso, ma che oggi non esita a manifestare le sue perplessità sullo buttarsi a capofitto in tecnologie da cui saremo dipendenti.
Il nucleare è un grande affare per i francesi e non per gli italiani ed è difficilmente gestibile. Porterà grandi commesse alla Francia, e forse anche agli Stati Uniti, ma é più un’idea propagandistica che di politica industriale. E’ difficile recuperare 25 anni di ritardo se non con costi altissimi.
Nucleare, in arrivo nuove norme sulla sicurezza
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo Statuto per l’Agenzia di sicurezza nucleare, con il compito di stabilire
finalità e compiti istituzionali dell’organismo, è un Ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e di autonomia tecnica, scientifica, amministrativa e contabile e soggetto al controllo della Corte dei Conti.
Il segretario dell’Associazione italiania nucleare (Ain) Enzo Gatto si dice molto soddisfatto dell’evento perché
con la pubblicazione dello Statuto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare l’Italia compie un passo fondamentale verso una nuovo assetto energetico che porterà al paese sicurezza, minori costi, tutela dell’ambiente.
Marea nera, Obama propone autotassazione
A 3 settimane dalla tragedia del Golfo del Messico, con l’esplosione della piattaforma petrolifera della BP e la morte di 11 persone, è arrivata la prima mossa politica. Siccome negli Stati Uniti le regole sulla sicurezza di tali impianti sono molto meno rigide che altrove, Barack Obama ha deciso di cambiare rotta e porre delle regole più ferree.
Il presidente statunitense ha proposto di tassare le compagnie petrolifere che agiscono nell’area degli Stati Uniti con un centesimo a barile estratto. In questo modo la tassa non peserà tanto sulle aziende, visto che ogni barile è poi rivenduto a 70-80 dollari, ma in questo modo si otterrano circa 118 milioni di dollari l’anno da investire nella sicurezza delle piattaforme.
Impianti nucleari: quelli che verranno costruiti in Italia sono più costosi del previsto e nemmeno molto sicuri
Come tutti ormai sappiamo, in Italia è stato approvato il progetto per la costruzione delle famose quattro centrali nucleari che dovrebbero renderci indipendenti energeticamente dall’estero, facendoci risparmiare tanti soldi sulla bolletta. Ora, tralasciando le polemiche sul dove costruirle, sulla volontà degli italiani e sulla effettiva produzione di elettricità, tutte tematiche già trattate in passato su queste pagine, oggi si vengono ad aggiungere due nuove problematiche: il costo e la sicurezza.
Ciò è scaturito da una diatriba nata in Finlandia tra le due società appaltatrici del famoso Epr, e cioè la Areva e la TVO. Questa è una problematica che ci riguarda molto da vicino, visto che l’Epr è anche la stessa centrale che dovrà essere costruita in Italia, e che stiamo sperimentando proprio con l’esperienza scandinava. Se in Finlandia, dove i lavori sono molto più efficienti che da noi, stanno avendo dei problemi enormi nel costruirne una sola, figuriamoci cosa accadrà da noi costruendo quattro centrali nucleari. Dopo il salto spieghiamo in cosa consistono queste problematiche.