Buone notizie dal fronte animali in via di estinzione: le aree protette funzionano. Per decenni molti animali, il più emblematico di tutti è la tigre, hanno rischiato di sparire perché tra distruzione del proprio habitat e bracconaggio hanno visto decimare il proprio numero. Ora però in Asia sono state istituite decine di aree protette e sono state ratificate leggi, anche internazionali, sulla tutela degli animali in via di estinzione, ed hanno subito ottenuto i loro frutti.
tigre
Tigri, in India è aperta la caccia al cacciatore
Come i nostri lettori ben sanno, una delle specie a maggior rischio estinzione è la tigre. In particolare è proprio nel Sud-Est asiatico che si stanno perdendo la maggior parte degli esemplari. E se non tutte le cause si possono eliminare, come ad esempio la riduzione dell’habitat, per qualcuna di esse, come la caccia, si può fare qualcosa. Rendere illegale la caccia alla tigre non è bastato, e allora il Governo di uno Stato indiano ha deciso di usare la mano pesante contro i cacciatori: d’ora in avanti se qualcuno di questi bracconieri verrà sparato, questo non sarà più considerato reato.
Deforestazione e tigre di Sumatra, la pubblicità ingannevole della APP fa infuriare gli ambientalisti
Non si arrestano le polemiche, a dir poco accese, tra la APP (Asia Pulp & Paper) e le associazioni ambientaliste italiane. Stavolta la multinazionale sino-indonesiana della carta, complice per i verdi della deforestazione e dunque della scomparsa dell’habitat della tigre di Sumatra, sarebbe finita nel mirino di Legambiente, WWF, Greenpeace e Terra! per via di una massiccia campagna pubblicitaria avviata in Italia sulle pagine dei principali quotidiani e su diverse emittenti televisive di spicco. Gli spot che strumentalizzano, pensate un po’, proprio la tigre, sarebbero infatti per gli ambientalisti a dir poco ingannevoli: sono addirittura crudeli.
Greenpeace vs PEFC, l’asino o la tigre…di Sumatra?
Non si placano le polemiche seguite al video shock diramato da Greenpeace: l’associazione ambientalista dopo essere stata accusata di falsità dal segretario generale di PEFC Antonio Brunori, chiarisce come in realtà le relazioni tra l’ente di certificazione italiano e la Asia Pulp and Paper Group ci siano, eccome. Se l’ente di Certificazione forestale rivendica la sua indipendenza dalle foreste indonesiane incriminate di essere responsabili dell’estinzione della tigre di Sumatra, effetto della deforestazione che spinge l’animale ad avvicinarsi ai centri abitati e finire ucciso vittima di trappole per cinghiali, come nel caso del video diramato da Greenpeace, l’associazione ambientalista nella persona di Chiara Campione, responsabile della Campagna Foreste, precisa che
I prodotti certificati PEFC possano essere contaminati da fibre provenienti dalla distruzione delle foreste.
Video shock tigre, Pefc: “Greenpeace, solo falsità”
Il video shock diramato nei giorni scorsi da Greenpeace che mostra la lenta morte della tigre di Sumatra sarebbe solo un
accostamento incomprensibile e assolutamente improprio
che
ancora una volta l’associazione ambientalista ha voluto creare […] rendendosi responsabile di una serie di scorrettezze e falsità estremamente gravi, al limite della diffamazione.
per attaccare la multinazionale APP (Asia Pulp and Paper Group) e le attività del Pefc (Certificazione della gestione forestale).
Tigri, al via oggi in Russia l’International Forum on Tiger Conservation (fotogallery)
Il 2010 è l’anno della tigre. O almeno di quello che ne ne rimane. Della tigre, maestoso animale simbolo di possenza e fierezza allo stato brado, resta un’orma sempre più ristretta e limitata a poche aree della Terra. La sopravvivenza della popolazione è messa a repentaglio dalla perdita di habitat e dal fenomeno del bracconaggio che non conosce purtroppo decremento, persino nelle riserve, a dispetto delle numerose iniziative messe in atto da associazioni governative e non. Sarebbero circa 3.600, stando alle stime disponibili, gli esemplari di tigre che vivono ancora allo stato selvatico. Rispetto al secolo scorso il calo registrato è esorbitante: circa 100.000 tigri in meno.
Oggi in Russia si apre l’International Forum on Tiger Conservation, il Forum Internazionale sulla Conservazione delle Tigri, che vede riuniti fino al 24 novembre i leader delle 13 nazioni che ospitano la specie, per discutere dei provvedimenti atti a garantirne la sopravvivenza.
A partecipare non saranno rappresentanti che hanno poca influenza e nessun potere decisionale, come spesso accade in questi summit, bensì personalità influenti della politica dei Paesi aderenti. In primis Putin per la Russia.
Putin che nel 2008 ha ricevuto un cucciolo di tigre, una femmina, come regalo di compleanno, di nome Mashenka che ora si trova in uno zoo, dopo aver trascorso i primi tre giorni di vita in una cesta di vimini a casa del premier russo. Ma sono le tigri selvatiche che si vogliono tutelare, la loro libertà è il vero patrimonio.
Vertice internazionale a Bali per salvare le tigri dall’estinzione (fotogallery)
In questi giorni è in corso a Bali, in Indonesia, un vertice internazionale per discutere i provvedimenti da adottare per raddoppiare la popolazione mondiale di tigri. Ai lavori partecipano i responsabili dell’ambiente di tredici Paesi, anticipando i temi di cui si parlerà in un summit globale previsto a dicembre.
Il 2010 è l’anno della tigre. La tigre che è in via d’estinzione per cause tutt’altro che naturali: c’è lo zampino dell’uomo, in particolare sotto accusa ci sono alcuni Paesi, come la Cina, ai quali gli animalisti imputano addirittura di tenere prigionieri 5.000 esemplari sequestrati illegalmente. Ricordiamo, infatti, che il commercio internazionale delle tigri è vietato dalla CITES (la Convenzione internazionale che regola il commercio delle specie minacciate).
Le 5 specie a cui “conviene” la guerra
Quando si dice che non tutti i mali vengono per nuocere. Il primo impatto su qualsiasi specie che vive in una zona di guerra è terribile. Insieme alle persone ferite o uccise anche gli animali subiscono un destino simile. Mentre per alcune specie una zona di conflitto non è un posto per vivere, per altre, grazie all’assenza improvvisa in vaste aree dell’uomo, l’esistenza comincia a diventare un tantino più semplice. Quella che viene prima alla mente è la tigre, che trova cadaveri di cui nutrirsi per il più facile dei pasti, ma non è solo questo a fare la differenza.
Queste 5 specie, nei decenni scorsi, hanno prosperato mentre gli esseri umani erano impegnati a lottare tra di loro. E chissà che non sperino che le battaglie durino ancora per molto.
1. Tigri. Un caso storico ci riporta alla guerra del Vietnam. Mentre le forze statunitensi distruggevano vaste aree di foreste per stanare i guerriglieri, studi post-guerra mostrano che le zone che non sono state toccate hanno permesso il prosperare di diverse specie animali, tra cui la tigre:
Le tigri (Pantheris tigris), a quanto risulta, hanno imparato che lasciar combattere (gli uomini) avrebbe prodotto cadaveri con cui alimentarsi. Dopo la guerra, i biologi sul campo tornati nelle foreste del Vietnam hanno trovato un numero incredibile di specie che era sopravvissuto alle turbolenze, compreso l’appena scoperto muntjac gigante (Muntiacus vuquangenesis, una specie di cervo) ed il bue Vu Qang (Pseudoryx nghetinhensis).
Conclusa la conferenza sulle tigri: ecco tutte le misure per evitare l’estinzione
La Conferenza ministeriale sulla conservazione della tigre, che ha portato 13 Paesi asiatici a riunirsi, si è conclusa poche ore fa con un progetto di risoluzione. Il piano, che ha messo d’accordo molti esperti, è un forte passo avanti nella lotta per salvare le tigri del Continente in pericolo di estinzione. Gli elementi chiave, come un finanziamento adeguato, tuttavia, può essere che non siano del tutto completi.
L’accordo inizia affermando l’importanza della conservazione della tigre:
Con la volontà politica e l’attuazione degli interventi necessari, l’estinzione delle tigri selvatiche attraverso [la sparizione di] gran parte della loro gamma può essere scongiurata […] la conservazione delle tigri è importante per proteggere la biodiversità e preservare una parte vitale del nostro patrimonio nazionale.
Le 10 specie più in pericolo per il WWF
Qualche giorno fa abbiamo riportato l’appello del WWF per salvare la tigre. Nonostante la sua immagine così forte, in realtà per l’associazione animalista si tratta della specie più fragile di tutte. Così fragile da rischiare di sparire per sempre. Ma purtroppo non è l’unica.
Con l’inizio del nuovo anno il WWF ha voluto stilare una specie di triste classifica delle 10 specie più a rischio nel 2010. E se il primo posto della tigre vi ha sorpreso, rimarrete a bocca aperta anche in altri casi. La posizione più bassa spetta al panda gigante. L’animale, che è il simbolo vivente degli animali a rischio estinzione, è presente nella lista praticamente da sempre. Quest’anno però lascia i primi posti perché, grazie all’azione di molti, ha ricominciato a riprodursi. Ad oggi si contano circa 1.600 esemplari in tutto il mondo. Non sono tantissimi, ma la situazione è migliore di qualche decennio fa.
E’ la tigre l’animale a maggior rischio estinzione nel 2010
Gli scienziati e gli ambientalisti devono intensificare i loro sforzi quest’anno per salvare una delle più potenti creature della Terra, purtroppo però in pericolo di estinzione: la tigre. I biologi hanno messo la Panthera tigris al primo posto in un elenco dei 10 animali che più di altri rischiano l’estinzione, non tra decine o centinaia di anni, ma già nel 2010.
Quest’anno è stato proclamato l’Anno Internazionale della Biodiversità dalle Nazioni Unite, e così abbiamo creato una lista di 10 animali in pericolo, di fondamentale importanza che riteniamo possano richiedere un particolare controllo nei prossimi 12 mesi
ha dichiarato Diane Walkington, responsabile del programma specie per il WWF nel Regno Unito. Gli animali nella lista WWF comprendono anche quelli presenti da sempre, come l’orso polare e il panda gigante.