Vertice Fao: tante parole, ma zero soluzioni

di Redazione 9

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Tutti d’accordo sul problema, ma nessuno sulla soluzione. Si potrebbe riassumere così l’incontro nella sede della Fao tenutosi ieri a Roma tra 40 capi di Stato e di Governo che aveva come obiettivo quello di capire e trovare una soluzione al problema dell’aumento della fame nel mondo.

Ognuno dice la sua, compreso il Papa che non sarebbe propriamente autorizzato a farlo, mentre attivisti di numerose associazioni umanitarie vengono messi a tacere all’esterno, a volte anche con la forza, dalla polizia. Nel corso del vertice si delineano coalizioni più o meno forti e durature, ma nessuna in grado di prendere una decisione definitiva sul problema. Tutti più o meno concordano sul fatto che non si può più sperare che il mercato si autoregoli in regime di concorrenza, come sostenuto dalla maggior parte degli economisti degli ultimi 50 anni, ma bisognerà creare un organismo superiore per gestire la crisi.


Ma partiamo dall’Italia. Il vertice si apre con l’intervento di Napolitano che interpreta il pensiero di tutti, riconoscendo la gravità della situazione, e parlando di cifre da far rabbrividire: un miliardo di persone sottonutrite. Auspica l’intervento delle Nazioni Unite il Presidente della Repubblica italiana, per un intervento di un governo della globalizzazione, su cui ha ricevuto l’appoggio anche del presidente spagnolo Zapatero.

L’intervento più importante è stato quello del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, che ha parlato di una politica anti-fame, con l’obiettivo di aumentare del 50% entro il 2030 la produzione delle derrate alimentari per dar da mangiare a quei paesi in cui produrre cibo è diventato troppo costoso, e ha portato sulla soglia della fame centinaia di milioni di persone. Ma, secondo Ban Ki-Moon, non si può soltanto attuare politiche assistenziali, in cui ogni singolo paese invia aiuti fini a se stessi, ma bisognerebbe agire in coordinazione, per creare i presupposti per cui i paesi poveri possano un giorno farcela da soli. E il tempo a nostra disposizione è molto poco, dato che, secondo le stime dell’Onu, entro il 2015 la popolazione sulla terra sarà di 7,2 miliardi di persone, davvero troppe bocche da sfamare, stando alla situazione attuale.

Il presidente francese Sarkozy e quello spagnolo Zapatero non sono d’accordo con il segretario generale, ma preferirebbero un piano di aiuti più chiaro. Infatti si sono detti disponibili ad aumentare gli aiuti verso i paesi in crisi, anche fino a raddoppiare gli sforzi, a patto che sia chiaro dove vadano a finire gli aiuti inviati.

Silvio Berlusconi invece pensa di essere ancora in campagna elettorale e conia lo slogan “Meno parole, più fatti“, subito applaudito dal presidente della Fao Jacques Diouf dopo aver raccontato l’ennesima barzelletta del suo repertorio. Alle poche parole di Berlusconi però sono seguiti ancora meno fatti (l’unica proposta è di togliere i vincoli agli aiuti ai paesi in via di sviluppo dagli accordi di Maastricht), e allora è stato Diouf a prendere le redini della situazione, sollecitando subito un intervento da 30 miliardi di dollari l’anno, sufficienti, a suo dire, per risolvere il problema alla base. E non sarebbero nemmeno tanti, dato che, secondo la Fao, solo nell’anno 2006 in tutto il mondo si sono spesi 1200 miliardi di dollari solo per gli armamenti.

Un accordo con Ban Ki-Moon però alla fine Berlusconi lo ottiene, e cioè compiere una “rivoluzione verde” che consisterebbe sul puntare sulle nuove tecnologie per la produzione, che però metterebbero il destino di quelle popolazioni nelle mani delle multinazionali. L’ultima proposta del segretario generale delle Nazioni Unite è stata di far acquistare a prezzi ridotti dai paesi poveri il surplus di cibo prodotto nelle nazioni più sviluppate, che però trova in disaccordo il presidente del Senegal Wade, che dice che la Fao tratta i paesi poveri come dei mendicanti.
Proporrei che il prossimo vertice venga tenuto in qualche paese africano o del medioriente, tra quelli colpiti maggiormente dal problema fame, così almeno i capi di Stato, toccando con mano la situazione, la smetterebbero di litigare e cercherebbero subito una soluzione concreta.

Commenti (9)

  1. Certo! e anch’io rispetto moltissimo le belle parole che non sono altro che una buona e gustosa ricetta: aria fritta. La fame nel mondo si è sempre risolta con aria fritta. L’ONU è l’organismo che ha la maggiore responsabilità in questo. Ogni lancio di derrate alimentari sono stati eseguiti nelle aree controllate dagli eserciti misti che rubano queste tonnellate per rivenderle ai migliori offerenti. O vi siete dimenticati di cosa è successo vicino casa nostra: Albania. Esistono molti filmati di giornalisti indipendenti che hanno documentato come proprio i caschi azzurri stavano a guardare la criminalità albanese portarsi via il tutto con enormi camion e poi sono entrati anche loro a prendersi quello che avanzava. Ma nelle aree africane la situazione è ben peggiore. Lì è proprio sistematica la cosa, perchè è affamando il più possibile la gente che si riesce a controolarla meglio. Si scannano tra loro per accaparrarsi il poco che riescono a scovare, il resto lo devono pagare a peso d’oro, scavando in miniere che crollano ogni giorno. La manovalanza non manca, figliano continuamente e i bambini sono le riserve che subentrano, senza bambini non esisterebbe l’economia delle multinazionali (tra cui l’italia). Se volete vi posto i siti dive poter vedere questi filmati realizzati pericolosamente, dove molti giornalisti ci hano lasciato le penne per trasmettere fuori da quel continente cosa accade veramente. Tutti i media sono a conoscenza di questo, ma le amministrazioni ufficiali devono salvare la faccia con conferenze mondiali, incontri a tema, sorrisi e gran scrollate di mani (oltre che di spalle), migliaia di sctti fotografici; è importante per le P.R. far apparire tutto e il contrario di tutto. quidi l’acronimo FAO si sta trasformando in Fai Affamare Ognuno.

  2. menzoniera la nitizia che in tutto il mondo si siano spesi solo 1200 miliardi di dollari per l’armamento. Se tenete presente che un solo stealth ne costa 50 miliardi (e ne producono centinaia e sempre più sofisticati).
    Avrei troppo da scrivere in proposito, ma vi lascio un link dove rivedere una giornata tragica per il mondo intero (e che l’amministrazione americana aveva PREPARATO con cura, solo che non si aspettava una indagine globale). Le maggiori organizzazioni umanitarie sono state create e hanno sede negli states…ma state a vedere qui!
    http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/article-64-11-settembre-2001-inganno-globale.html

  3. dopo che l’avrete visto, forse riuscirete a capire meglio come vanno le cose nel mondo. Se poi volete farvi una idea su come va in italia ditemelo, ho altre sorprese da proporvi, se la redazione lo concede…

  4. Sono andato a guardarmi il sito di Solidaria, proposto in questa pagina, (vedete il primo link in azzurro qua sopra); è una ONLUS laica che opera dove NON ce ne bisogno! La ci sono già migliaia di organizzazioni che fanno le stesse cose senza risolvere nulla ma accrescendo il caos nelle distribuzioni dei compiti e litigando sulle competenze. Attualmente le zone in africa dove esiste la REALE EMERGENZA sono le regioni comprese nel tropico settentrionale, soprattutto il Mali, Sierra Leone, Liberia, Niger, Burkina Faso,Ciad…insomma tutta la fascia a sud del sahara che sta attraversando una delle più forti siccità in atto. Le zone dove la presenza laica è maggiore, sono quelle che si contendono il primato di presentazioni di progetti per poi realizzare tutt’altro. Ricordatevi una cosa, dove esiste qualche fotografia della zona, lì c’è civiltà (nel senso che le notizie arrivano in altri stati) ma vi siete mai chiesti perchè delle zone che vi ho detto non si vede mai nulla o quasi? Perchè gli interessi economici mondiali impongono il silenzio stampa!

  5. Una delle poche ONLUS che conosco, italane che hanno realizzato tre bacini acquiferi in Mali (totalmente a LORO spese e sono andati personalmente in loco a eseguire i lavori, altrimenti…ciao bacini) è questa http://www.sesonrose.net. Lì troverete tutta la loro storia, a cui anch’io ho partecipato stando qua, ma ci si incontra regolarmente per verifiche. Sono prossimo a trasferirmi in Africa tra un anno e mezzo per vivere laggiù e fare il possibile. Il costo di ogni bacino acquifero è stato di soli 7.000 euro, contro i 400.000 stanziati dalla francia e che poi e andato tutto a p…..per motivi ormai troppo conosciuti.

  6. grazie sekhmet, complimenti per il tuo apporto. la redazione ti dà tutto il suo appoggio nel caso in cui tu voglia continuare a mandarci i tuoi contributi che sono sempre molto interessanti.
    quando andrai in africa, se possibile, continua a mandarci le tue ricerche così da tenere aggiornati i nostri lettori.
    grazie ancora

  7. Mi associo ai ringraziamenti di Marco e mi auguro davvero che tu voglia tenerci aggiornati dall’Africa, solo chi diventa testimone di quello che accade realmente laggù potrà aiutarci a fare un po’ di luce sulla verità della crisi attuale.
    Cordiali saluti
    Paola Pagliaro

  8. Un libro e uscito su Amazon.com sulla tematica FAO si chiama U.N. a Cosa Nostra

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