L’allarme, per la diossina di casa nostra, viene dalle associazioni ambientaliste PeaceLink e Fondo Antidiossina. Siamo a Taranto, la città malata, dove la contaminazione ambientale è divenuta ormai un fattore di rischio per la salute pubblica noto come lo sono il fumo e l’obesità. Mentre ci preoccupiamo dei prodotti agroalimentari importati dalla Germania, nell’ambito di una conferenza stampa svoltasi ieri mattina nel capoluogo pugliese, Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti, rispettivamente presidenti del Fondo Antidiossina e di Peacelink, hanno diffuso i dati preoccupanti delle analisi fatte svolgere su alcuni molluschi del Mar Piccolo.
Ad effettuare i rilievi, che hanno registrato valori di diossine e policlorobifenili (PCB) al di sopra della norma consentita dalla legge di ben il 69%, il laboratorio Inca (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l’Ambiente) di Venezia.

Una nuova ondata di attenzione mediatica sull’annoso nodo della contaminazione ambientale della base militare nel
