
Era un po’ che non si sentiva più parlare del “picco di petrolio“, quel fenomeno, presunto o reale, che vuole un momento in cui si registra una produzione massima di petrolio a livello mondiale, seguita da un periodo di calo costante di estrazione, fino al totale esaurimento. Questo forse perché i cosiddetti “catastrofisti” si sono concentrati maggiormente sull’esaurimento di un altro combustibile fossile più attuale, l’uranio per l’energia nucleare, e per questo hanno tralasciato l’oro nero. Ma quando a parlare non è l’amico della Terra di turno, ma la IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), qualcosa cambia.
Fino a poco tempo fa l’Agenzia non aveva mai riconosciuto pubblicamente il picco del petrolio, e ancora oggi usa raramente tale termine, ma nell’ultimo anno l’argomento è stato riconosciuto come “molto reale”. In un recente rapporto intitolato World Energy Outlook si legge un grafico (che troverete dopo il salto) che mostra come i giacimenti di petrolio hanno superato il picco circa quattro anni fa, comprese le stime più probabili per il futuro.
Il Comune di Sao Félix do Xingu, nello Stato del Parà in Brasile, è stato ritenuto responsabile della distruzione di oltre 19.000 km quadrati di foresta dell’Amazzonia, un’area vasta quanto la regione Puglia, e multato per 12,3 milioni di real, che corrispondono circa a 5,2 milioni di euro. Una cifra record per l’ambiente nello Stato del Brasile.
Si chiama eco:DriveGP il concorso Fiat riservato ai drivers ecologici. Per le adesioni, aperte il 28 ottobre scorso, ci sarà tempo fino al 22 novembre prossimo.