Indice sviluppo umano, Clark: “La sostenibilità non è solo una questione ambientale”

di Redazione 3

La sostenibilità non è esclusivamente o soprattutto una questione ambientale. Riguarda fondamentalmente il modo in cui noi decidiamo di vivere le nostre esistenze, con la consapevolezza che ogni cosa che facciamo ha delle conseguenze per i 7 miliardi di nostri simili che abitano il pianeta oggi, come pure per gli altri che verranno in futuro.

Ha dichiarato Helen Clark, Amministratrice dell’United Development Programme nel presentare il rapporto “Sostenibilità ed equità: un futuro migliore per tutti”, basato sull’Indice di sviluppo umano. Il rapporto ha messo in evidenza che la distribuzione del reddito è peggiorata nell’ultimo anno, gravando soprattutto sui Paesi in via di sviluppo, dove l’inquinamento delle acque e le carestie causate dalla siccità hanno favorito ulteriormente l’impoverimento ecologico, e sociale.

Un Paese ricco e all’avanguardia non deve necessariamente essere quello che più inquina in assoluto, le emissioni di CO2 non sono più sinonimo di progresso e benessere, anzi

La crescita guidata dal consumo di combustibili fossili non è un prerequisito per una vita migliore in termini di un più ampio sviluppo umano. Investimenti che migliorano l’equità nell’accesso, per esempio, a energie rinnovabili, acqua e impianti igienici, e assistenza alla salute riproduttiva potrebbero far progredire tanto la sostenibilità quanto lo sviluppo umano.

L’ONU chiede dunque ai Paesi civilizzati e progrediti di mettere in atto politiche per ridurre le emissioni inquinanti e i cambiamenti climatici per far si che si possa garantire l’accesso all’energia anche ai 1,5 miliardi di persone che oggi non beneficiano di servizi elettrici. I fondi necessari si potrebbero dedurre con una tassa minima dello 0,005% sulle transazioni valutarie internazionali che frutterebbe ogni anno circa 40 miliardi di dollari. Necessari anche interventi sul controllo delle nascite e sul miglioramento dell’assistenza sanitaria che permetterebbe di livellare le disuguaglianze nel mondo e ridurre la crescita della popolazione. Solo evitando il deterioramento ambientale si potranno fronteggiare la siccità che già sta devastando l’Africa sub-sahariana; l’innalzamento dei livelli dei mari che potrebbero far scomparire Stati interi, come il Bangladesh; l’aumento dei prezzi dei generi alimentari che saranno sempre meno nel tempo; l’accesso all’acqua e agli impianti igienici. Per la messa in atto di queste politiche, continua il rapporto, fondamentale è il supporto dei media, della società civile e dell’ordine giudiziario perché in 120 Costituzioni sono previste leggi per la tutela dell’ambiente, ma non tutti rispettano tali norme.

[Fonte: Adnkronos]

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