Ercolano, qui il dramma rifiuti non è mai finito

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Doveva essere uno dei fiori all’occhiello del Presidente del Consiglio che tentava di fare il supereroe e, nel giro di un mese o poco più, avrebbe eliminato la spazzatura dalle strade di Napoli. Poi l’aspirazione si è ridimensionata almeno alle zone turistiche, per dare del capoluogo campano un’immagine sana al mondo. Ed invece ecco Ercolano, uno dei punti più caratteristici del turismo campano, in che stato è ridotta oggi.

Qui effettivamente qualcosa si era fatto. Era stata aperta una discarica per la raccolta differenziata, e potenziato la raccolta porta a porta nei vicoli del paesino a pochi chilometri da Napoli. Ed invece, dopo i primi mesi in cui questa discarica cominciava ad essere riempita, oggi è di nuovo vuota, ma non perché gli ercolani hanno smesso di produrre immondizia. Semplicemente la ributtano in mezzo alla strada.

Smart Light Sidney, un altro evento della città più impegnata del mondo nell’ecologia

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Sydney, in Australia, è stata una delle città in prima linea durante l’Earth Hour, la famosa manifestazione in cui si spegnevano contemporaneamente tutti i monumenti e i punti simbolo delle città di tutto il mondo. Sidney spense le sue luci per evidenziare il problema energetico ed il conseguente dilemma del cambiamento climatico. Ora, e per le prossime tre settimane, le luci rimarranno spente per la stessa causa. Smart Light Sydney sta celebrando la manifestazione “innovazioni sostenibili e il futuro del design a basso consumo”.

La manifestazione fa parte di un evento più vasto legato al Vivid Sydney Festival. Smart Light Sydney (che letteralmente dovrebbe significare Sidney con la luce intelligente) si svolge con una illuminazione ecologica, in una sorta di fiera cittadina in cui vengono presentate nuove tecnologie, come i LED, nano-materiali e software avanzati di progettazione dei programmi che stanno rivoluzionando la progettazione degli impianti d’illuminazione per il loro utilizzo in città.

L’etanolo adesso si potrà fare anche dall’anguria

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Con il loro dolce succo di frutta fresca, le angurie sono uno dei frutti preferiti della stagione estiva. Ma ora questa palla di bontà potrà avere una funzione ulteriore al semplice dissetare i bagnanti accaldati in spieggia. L’Agricultural Research Service (ARS) studi di Lane, Oklahoma, hanno dimostrato che gli zuccheri semplici del succo di anguria possono essere trasformati in etanolo.

Nel 2007, i coltivatori hanno raccolto quattro miliardi di sterline di anguria dai mercati. Ora quei meloni potrebbero ottenere una “nuova vita”, come etanolo. Normalmente, questo biocarburante è prodotto da colture di canna  come mais, sorgo e canna da zucchero, per offrire una combustione alternativa più pulita della benzina. Il cocomero potrebbe spingere a diversificare il “portafoglio” di coltivazioni di biocarburanti che possono diminuire la dipendenza da petrolio, senza incidere soltanto su un tipo di coltura, con le conseguenze sull’alimentazione mondiale che conosciamo.

La Groenlandia si sta sciogliendo, New York è destinata a sparire

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New York, Boston, Halifax e altre città nel nord-est degli Stati Uniti e del Canada potrebbero essere sotto la minaccia di un maggiore aumento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacci della Groenlandia entro questo secolo.

La Groenlandia è l’isola più grande del mondo. Essa copre una superficie superiore a 7 volte l’Italia ed è coperta per l’84% dal ghiaccio. Il problema è che oggi molti ghiacciai lentamente si stanno sciogliendo, o rischiano di sciogliersi nel giro di pochi decenni.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ritiene che se il ghiaccio della Groenlandia si scioglie a moderata velocità e che, mantenendo questo tasso, entro il 2100 avrà innalzato il livello del mare tanto da minacciare la costa nord-orientale del Nord America, crescendo di circa 30-50 centimetri più che in altre zone costiere.

Crisi economica e cambiamenti climatici: ecco come e perché cambiano le nostre abitudini

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I consumatori di tutto il il mondo spendono meno ed hanno una maggiore attenzione al proprio impatto ambientale. Secondo un nuovo studio condotto dalla National Geographic Society e GlobeScan, questo è dovuto in parte alle scelte volontarie dei cittadini, ma in parte alla crisi economica e alla necessità di risparmiare sui costi energetici.

Diciassette mila consumatori in 17 paesi sono stati censiti nel loro comportamento e sono stati valutati in 65 settori relativi agli alloggi, cibo, trasporti e beni di consumo. Senza ovviamente dimenticare lo smaltimento dei rifiuti e il riciclaggio, l’uso dei prodotti ecologici e il consumo di energia. Degli intervistati:

  • Il 55% ha dichiarato di essere “molto preoccupato” dei problemi ambientali;
  • 6 persone su 10 credono che si dovrebbe consumare meno per preservare l’ambiente per le generazioni future;
  • L’85% ha indicato che la ragione principale della loro diminuzione nel consumo di energia è stata risparmiare denaro.

Il dato paradossale è che quelli che sono risultati più attenti all’ecologia e al futuro del mondo sono stati proprio i cittadini più poveri. Tra i paesi presi in esame, l’India, il Brasile e la Cina hanno ricevuto il massimo dei voti per i modelli di consumo ambientalmente positivo. Gli Stati Uniti e il Canada hanno ricevuto il voto più basso, secondo la valutazione dell’anno 2009 effettuata da Greendex.

Batteria Stair, la prima batteria ricaricabile ad aria

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Un nuovo tipo di batteria alimentata ad aria chiamata Stair (St Andrews Air) potrebbe dare fino a dieci volte l’energia elettrica delle pile attualmente disponibili. Essa potrebbe trovare un uso commerciale per una nuova generazione di batterie per auto elettriche, telefoni cellulari e computer portatili.

Il nuovo design ha il potenziale per migliorare le prestazioni dei prodotti elettronici portatili e per dare un grande impulso al settore delle energie rinnovabili. Le batterie consentiranno una costante produzione elettrica da fonti come il vento o il sole, che si fermano quando il tempo cambia o scende la notte.

La migliore capacità si ottiene grazie all’aggiunta di un componente che utilizza l’ossigeno tratto dall’aria durante le operazioni di scarico, sostituendo un componente chimico utilizzato nelle batterie ricaricabili di oggi. Non dovendo trasportare prodotti chimici, la batteria offre più energia con le stesse dimensioni. Ridurre le dimensioni e il peso delle batterie, garantendo le necessarie capacità di carica, è stata una lunga battaglia per gli sviluppatori di macchine elettriche. Il nuovo componente è realizzato in carbonio poroso, che è molto meno costoso rispetto all’ossido di litio e cobalto che si usa oggi.

Delocalizzazione gestita, un metodo per salvare gli animali in via d’estinzione

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Gli scienziati stanno per la prima volta valutando i modi per aiutare le specie di adattarsi al rapido cambiamento climatico e alle altre minacce ambientali attraverso strategie che sono state considerate troppo radicali solo cinque o dieci anni fa. Tra queste strategie attualmente in esame c’è la cosiddetta “delocalizzazione gestita“. Conosciuta anche come “migrazione assistita“, si tratta dello spostamento manuale delle specie in habitat migliori rispetto a quelli in cui attualmente si trovano.

Un nuovo strumento pionieristico per aiutare in questo compito è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). I ricercatori finora avevano evitato tale strumento per non causare l’estinzione di alcune specie locali, o intasare gli habitat. Allora perché adesso lo si sta prendendo in seria considerazione? Perchém secondo Jessica Hellmann, una delle autrici dello studio:

è evidente che la stragrande maggioranza degli animali sarà danneggiata dal cambiamento climatico molto velocemente. Le conseguenze le potremo rilevare all’interno di decenni, non secoli. Quindi, l’azione sembra molto più importante di quello che poteva sembrare 5 o 10 anni fa, quando le concentrazioni atmosferiche di gas ad effetto serra erano inferiori.

Qatar Airways vola verde

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Qatar Airways si racconta come “da sempre impegnata nella politica di tutela ambientale contro l’inquinamento atmosferico“, e attenta nell’offrire un trasporto sostenibile, nell’ottica anche della qualità offerta ai propri passeggeri. Quello dell’ambiente è un investimento in immagine che va molto, di questi tempi. E sul quale molte aziende, dei settori più disparati, stanno orientando i propri sforzi. La compagnia aerea, dopo un accordo con IATA (l’International Air Association) per una serie di azioni comuni, lancia l’operazione “Vola verde”, al secolo “The Orix flies green”.

L’iniziativa è mirata alla riduzione sostanziale ed effettiva di emissioni di carbonio nell’atmosfera. Un accorgimento che si colloca all’interno del generico impatto del trasporto aereo sull’inquinamento totale del pianeta, già dalle percentuali molto basse: solo il 2%.

Veicoli comunali ad idrogeno, il primo passo verso le auto pulite

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Empa e l’Istituto Paul Scherrer si sono uniti con Bucher Schoerling, Proton Motor, BRUSA Elektronik und Messer Schweiz AG, e hanno sviluppato un veicolo ad idrogeno per la pulizia delle strade comunali, presentato al pubblico il 14 maggio scorso a Basilea. Il veicolo, chiamato “Bucher CityCat H2“, è il primo veicolo comunale al mondo alimentato da una tecnologia di celle a combustibile.

Per i prossimi 18 mesi sarà testato nel suo utilizzo quotidiano. Le celle a combustibile sono considerate fonti energetiche pulite adatte alle nostre future esigenze di mobilità. Esse convertono direttamente l’idrogeno in corrente elettrica, che viene poi usata per guidare un veicolo a motore elettrico. Il grande vantaggio è che non è inquinante, non emette gas di scarico, ma solo vapore acqueo prodotto dalla reazione chimica tra idrogeno e ossigeno nelle celle a combustibile.

Solare a concentrazione, l’evoluzione futura dell’energia pulita

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In questi giorni si sta tenendo a Roma il g8 dell’energia. I telegiornali si guardano bene dal diffondere la notizia perché mentre nelle sale convention si parla di nucleare e carbone, e solo in minima parte delle energie rinnovabili, fuori da quelle sale centinaia di manifestanti chiedono maggiori investimenti in favore dell’energia pulita.

Alcuni di questi manifestanti sono di Greenpeace, ed oggi hanno pubblicato un dossier molto interessante sul futuro del solare. Essi parlano dell’energia del futuro, che potrebbe essere quella del solare a concentrazione. Più precisamente si tratterebbe di una centrale la quale moltiplicherebbe esponenzialmente la produzione di energia solare con degli antichi metodi di giochi di specchi. Si tratterebbe semplicemente di potenziare i raggi solari tramite degli specchi, i quali potrebbero far arrivare la temperatura al generatore di corrente da 400 a 1000 gradi, producendo tantissima energia in più rispetto a quella che si produce oggi.

Nucleare a braccetto delle rinnovabili? Tutto è possibile

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Nel lontano 2003, un gruppo interdisciplinare dell’MIT ha deciso di studiare il futuro delle centrali nucleari a causa della convinzione che questa tecnologia sia un’opzione importante per gli Stati Uniti e il resto del mondo per soddisfare le future necessità di energia senza emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti atmosferici. Lo studio è stato aggiornato nel 2009, ed esso rinnova la precedente conclusione che “se adottata dal governo, l’energia nucleare può dare un vantaggio in termini di crediti sull’emissione di carbonio”.

Questa è una buona notizia per le centrali nucleari. Significa che l’industria nucleare potrebbe beneficiare, a lungo termine, di aiuti governativi se dovesse essere attuata a livello mondiale la politica del Cap & Trade, cioè la limitazione alle emissioni. Ma c’è anche una cattiva notizia.

La relazione del 2003 aveva rilevato che:

Nel mercato liberalizzato, l’energia nucleare non è oggi competitiva con i costi del carbone e del gas naturale. Il costo stimato della costruzione di una centrale nucleare è aumentato ad un tasso del 15% l’anno con il tasso attuale, a cui si va aggiungendo il rallentamento della crescita economica.

Questo dato si basa sul costo effettivo che si è visto di recente in Giappone e Corea, e sulle previsioni relative al costo dei nuovi impianti previsti per gli Stati Uniti, Finlandia e, perché no, anche per l’Italia. I costi degli investimenti sia per il carbone che per il gas naturale sono aumentati, anche se non così tanto. Il picco del costo del gas naturale e del carbone appartiene al passato.

Da Terminator alla Disney, la rivoluzione ecologica di Hollywood

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Forse sarà una trovata pubblicitaria per lanciare il nuovo film della saga di Terminator, Salvation, ma considerando il consumo di energia che è servito per fare gli effetti speciali, la produzione è stata sorprendentemente eco-friendly.

Siamo stati selvaggiamente verdi, e non abbiamo prodotto quasi alcuna emissione. Il nostro team di produzione era molto insistente sul riciclaggio ed il riuso sul set. Abbiamo cercato di inquinare il meno possibile. Penso che abbiamo fatto molti passi avanti in tal senso. In realtà, ci è stato riconosciuto dal governatore del New Mexico di aver fatto un buon lavoro.

Si vanta il regista Joseph McGinty Nichol, conosciuto con l’acronimo di McG. Lui non si limita a mantenere ecologico il set:

Sono molto, molto ambientalista. Sono un appassionato. Io riciclo, è ridicolo non farlo. È così facile una volta che si effettua la raccolta differenziata, che ci si sente meglio nel quotidiano approccio al mondo.

E così, cavalcando quest’onda verde, sono già in progettazione i prossimi due Terminator ed il film 20.000 Leghe sotto i mari, più altre serie televisive, tutte con stampo ecologico. Ma anche il cast non è voluto essere da meno. Alla premiere del film, Jane Alexander, una delle attrici, ha ammesso di non utilizzare nessun tipo di erbicida o pesticida nel suo giardino e per la pulizia della sua casa. Rodrigo Santoro ha detto di preferire spostarsi a piedi o in bicicletta, anziché in auto, per diminuire la sua impronta di CO2.

Consumo energetico in calo: luci ed ombre di una buona notizia

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L’Iea (agenzia internazionale sull’energia) ha diramato oggi dei dati che, a primo impatto, possono sembrare positivi. L’anno 2009 si chiuderà con una riduzione del consumo di energia elettrica a livello mondiale del 3,5% rispetto al 2008. Un risultato storico, dato che dal dopoguerra ad oggi non era mai accaduta una cosa simile, ma che racchiude in sè qualche insidia.

Se da un lato è vero che riducendo il consumo, si riduce anche l’inquinamento, perché meno combustibili fossili si bruciano e meno anidride carbonica si emette nell’atmosfera; è vero anche che questo calo non è dovuto ad una scelta dell’uomo, ma è stata obbligata dalla crisi economica, che ha portato alla chiusura di diverse fabbriche, lasciando a casa milioni di lavoratori.