Il riscaldamento del pavimento con i pannelli solari: cos’è e come funziona

di Redazione 2

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La tecnologia moderna ci permette di superare alcuni ostacoli e limitazioni del passato, e per questo vedremo le nostre case in futuro sempre più rivoluzionate. Ad esempio non sarà uno scandalo se nella prossima abitazione che costruiremo (o ristruttureremo) non ci saranno i termosifoni. Non è una dimenticanza, o una bizzarria, perché le nuove abitazioni sono costruite sempre più spesso con l’impianto di riscaldamento sotto il pavimento.

Ma aggiungendo tecnologia moderna alla tecnologia passata, perché non rincarare la dose, provando ad alimentare questo sistema attraverso l’energia del sole? Gli impianti moderni ce lo permettono. I vantaggi, ovviamente, sono tantissimi. Limitandoci per adesso al riscaldamento dal pavimento, troviamo un primo vantaggio tangibile, e cioè che il costo è inferiore a quello del vecchio calorifero (20-30% in meno). Inoltre irradia calore molto meglio, perché quello di un termosifone è più intenso vicino all’impianto, ma in una stanza grande, dalla parte opposta, la temperatura è più bassa; con il riscaldamento a pavimento invece è uniforme. Senza poi parlare del vantaggio rispetto a stufe o altri sistemi ancora più pericolosi. E poi ci sono vantaggi dal punto di vista estetico, perché non si vedono tubi o radiatori, e di comodità, visto che tale impianto ha bisogno di molta meno manutenzione.

Sviluppando invece la tematica della versione solare, vediamo che questa ha un duplice vantaggio. Infatti, installando un unico impianto solare, potremmo ottenere sia l’acqua calda che il riscaldamento. Sotto il pavimento infatti passano i tubi che portano l’acqua calda prodotta dal sole fino ai vari rubinetti di casa, e dunque, nel percorso, rilasciano calore in modo molto più economico.

Il costo per una casa molto grande, intorno ai 150 metri quadrati, va dagli 8 ai 10 mila euro (più l’installazione), anche se per le abitazioni più piccole il prezzo scende di poco, perché il costo dell’impianto non differisce molto da quelle cifre. In più si risparmia nel consumo, in quanto non viene alimentato dal gas o altri combustibili costosi, e si fa anche un favore all’ambiente, aspetto da non sottovalutare.

Unica pecca, che non tutti gli impianti riescono a soddisfare a pieno le esigenze di riscaldamento, e mediamente si ottiene in questo modo soltanto il 60% del calore di una casa, il quale spesso viene accompagnato da un impianto ad aria condizionata. Questo viene spesso installato per il raffreddamento dell’abitazione, quindi può sempre essere utile in quei giorni molto freddi, in cui il solo riscaldamento del pavimento non basta.

Alcuni tipi di impianti sono in grado di funzionare anche nel senso opposto, e cioè per raffreddare l’appartamento, dato che si può impostare la temperatura dell’acqua che scorre nei suoi tubi, fino a circa 15 gradi, offrendo così un po’ di refrigerio nelle giornate calde. Le varie alternative sono pannelli radianti che hanno una bassa inerzia termica, o serpentine installate sotto i parquet, anche se, dal punto di vista ecologico, sono consigliati i primi modelli, quelli affiancabili ad impianti solari. Una valida alternativa è quella del riscaldamento a parete anziché a pavimento, ma il meccanismo è praticamente identico.

Anche quest’impianto, come quelli che producono energia dalle fonti rinnovabili, prevede un incentivo statale, che per quest’anno si attesta sul 36% di sgravi Irpef o sul 55% in caso di ristrutturazione della casa, a cui si aggiungono gli eventuali incentivi che ogni Regione decide di anno in anno.

Commenti (2)

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