Thailandia, carri armati gettati in mare per salvare la barriera corallina

di Redazione 2

Può sembrare un controsenso, ma gettare alcuni vecchi carri armati in mare potrebbe salvare milioni di pesci. Almeno questo è quanto sperano le autorità thailandesi, che hanno avuto quest’idea alquanto bizzarra.

Ventisette carri armati dell’esercito, aggiunti a 273 vecchi vagoni del treno e 198 camion dell’immondizia sono stati gettati in mare pochi giorni fa. E’ un bel po’ di metallo di scarto che raggiunge il fondo dell’oceano, e che a prima vista dovrebbe creare una gran quantità di inquinamento. Secondo gli scienziati asiatici tutto questo è uno sforzo per creare una barriera artificiale per risolvere il problema del sovrasfruttamento della pesca.

I funzionari di governo ritengono che fornendo maggiori habitat per le specie, l’industria della pesca possa essere sostenuta. Mentre erano scettici all’inizio, anche i locali si sono adattati all’idea, come dimostra anche il video alla fine dell’articolo. Le scogliere artificiali sono spesso create con l’affondamento delle navi o di altri mezzi per aiutare le barriere coralline a ricrescere, dato che i coralli iniziano a prosperare sulle nuove strutture (come ad esempio è stato notato sulle strutture eoliche off-shore). La flora e la fauna dipendenti dai coralli per la sopravvivenza possono così riprendere a prosperare.

Tuttavia, l’idea di barriere artificiali non ha mancato di suscitare polemiche. Come spiegano alcuni critici, è più importante adottare misure di conservazione per salvare le barriere coralline che crescono naturalmente, piuttosto che creare barriere artificiali di “seconda classe” per puro capriccio.

Ma intanto, con le barriere coralline che stanno sparendo, qualcosa bisognerà pur fare nelle acque della Thailandia per evitare che le pratiche di pesca diventino sempre più povere. Questa necessità però dev’essere conciliata con l’attività ittica che rappresenta una delle maggiori fonti di reddito dell’area, e che non può essere diminuita per non danneggiare l’economia. Anche se una cosa del genere è più facile a dirsi che a farsi, visto che ormai questo esperimento è stato avviato, non possiamo far altro che aspettare e vedere se porterà qualche miglioramento o se la tossicità di questi elementi darà il colpo di grazia ad un ambiente già pericolante.

Fonte: [Treehugger]

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