Virus, quasi sempre nemici dell’uomo, ma in alcuni casi amici sia del progresso tecnologico che dell’ambiente. In futuro potremo infatti utilizzare batterie a virus, pile costituite da minuscoli virus disseminati sul dispositivo da alimentare. Se ne è parlato nel corso del meeting dell’American Chemical Society, in corso in questi giorni a Boston, i cui risvolti Ecologiae sta osservando con vivo interesse. Vi abbiamo già parlato del pannello fotovoltaico che si pulisce da solo e delle case come centrali elettriche, completamente autosufficienti dal punto di vista energetico.
Oggi ci occupiamo di due ricerche, una del MIT (Massachusetts Institute of Technology) e una dell’università del Maryland, entrambe incentrate su microorganismi incorporati in una pila.
Scovare un briciolo di felicità nel cielo, in qualcosa di più solido del deserto in cui si sta tramutando il mondo. Conservare la fiducia nella vita e nel genere umano, malgrado tutto. Questo e molto altro simboleggiava per Anna Frank l’ippocastano crollato al suolo lunedì scorso, dopo oltre 150 anni di vita, per molti dei quali è stato per tutti il simbolo di qualcosa di più alto, l’amico di quei giorni di clausura che tutti conosciamo perché raccontati in un
