Pile a virus, energia contagiosa per le batterie del futuro

Virus, quasi sempre nemici dell’uomo, ma in alcuni casi amici sia del progresso tecnologico che dell’ambiente. In futuro potremo infatti utilizzare batterie a virus, pile costituite da minuscoli virus disseminati sul dispositivo da alimentare. Se ne è parlato nel corso del meeting dell’American Chemical Society, in corso in questi giorni a Boston, i cui risvolti Ecologiae sta osservando con vivo interesse. Vi abbiamo già parlato del pannello fotovoltaico che si pulisce da solo e delle case come centrali elettriche, completamente autosufficienti dal punto di vista energetico.

Oggi ci occupiamo di due ricerche, una del MIT (Massachusetts Institute of  Technology) e una dell’università del Maryland, entrambe incentrate su microorganismi incorporati in una pila.

Il crollo dell’ippocastano di Anna Frank, quando un albero non è solo un albero

Scovare un briciolo di felicità nel cielo, in qualcosa di più solido del deserto in cui si sta tramutando il mondo. Conservare la fiducia nella vita e nel genere umano, malgrado tutto. Questo e molto altro simboleggiava per Anna Frank l’ippocastano crollato al suolo lunedì scorso, dopo oltre 150 anni di vita, per molti dei quali è stato per tutti il simbolo di qualcosa di più alto, l’amico di quei giorni di clausura che tutti conosciamo perché raccontati in un diario (scritto dal luglio del 1942 all’agosto del 1944) dalla penna della sua giovane protagonista, la ragazza tedesca di tredici anni rifugiatasi ad Amsterdam nel 1933, e costretta a nascondersi durante l’occupazione nazista in un rifugio segreto, protetta da una libreria girevole che nasconde la sua famiglia nel sottotetto alle perquisizioni delle SS.

Durante i 25 mesi di clandestinità, prima della deportazione che le fu fatale nel lager di Bergen-Belsen, dove morirà di tifo, quell’albero fu per Anna fonte di emozioni e deposito di speranze, perché avere la possibilità di ammirare la bellezza della natura le restituiva, per alcuni attimi, la libertà di immaginare un destino diverso e di recuperare fiducia nell’umanità.

Foche salve, arriva l’embargo dell’Unione europea

Il 20 agosto 2010 l’Unione europea ha dato il via all’embargo dei prodotti derivati dalle foche. Si tratta di carni, pelli per pellicce, ma anche di olio e organi, senza dimenticare le molto ricercate capsule di omega 3.

Il bando all’import di prodotti derivati dalla caccia dei pennipedi arriva dopo l’embargo deciso nel 2009 dalla Commissione europea ed entrato in vigore solo da alcuni giorni, ma con delle eccezioni.

Il pannello solare che si pulisce da solo

Uno dei problemi più annosi per le società di distribuzione di grandi impianti ad energia solare è rappresentato dalla pulizia, con la necessità costante di ripulire superfici piuttosto estese dal deposito di polvere e sporcizia che comprometterebbe il corretto funzionamento del sistema.
Una soluzione valida potrebbe essere rappresentata dai nuovi pannelli solari che si auto-spolverano, basati su una tecnologia innovativa messa a punto per le missioni spaziali su Marte, pianeta secco e polveroso.

A presentarla in questi giorni a Boston, nel corso del 240° Congresso Nazionale della American Chemical Society, l’équipe di ricerca della University of Boston, coordinata da Malay K. Mazumder, che ha lavorato al sistema in collaborazione con la Nasa.
Il rivestimento autopulente sulla superficie delle celle solari potrebbe aumentare l’efficienza della produzione di energia elettrica dalla luce solare e ridurre nello stesso tempo i costi di manutenzione per gli impianti solari su larga scala.

Green Public Procurement, come le Pubbliche Amministrazioni investono nel Verde

Dopo il monito della Comunità Europea anche le Pubbliche Amministrazioni italiane si tingono di Verde, con il programma Green Public Procurement (GPP), e mettono in atto sistemi e modelli ecologici.

Gare d’appalto telematiche (abbattimento dell’uso di fogli di carta, da 700 a 177), fotocopie su fronte e retro pagina, pratiche d’acquisto centralizzate, ma anche materiale privo di sostanze chimiche o solventi per arredare uffici e stanze comunali. Così le PA investono dell’ecologia e nell’ambiente, e nelle tasche dei contribuenti, visto che gli acquisti verdi coprono da soli il 16,3% del Pil nazionale.

Case del futuro, le donne britanniche le sognano verdi

È probabile che il tipo di tecnologia che oggi si pensa possa esistere in futuro assomigli a quella vista negli episodi di Star Trek, ma una nuova ricerca su ciò che i consumatori si aspettano dalla cucina dei loro sogni fra 30 anni indica un forte desiderio di un “ritorno alla natura“.

Una nuova ricerca effettuata dal rivenditore Ikea su ciò che vogliono i consumatori ha rivelato che le caratteristiche nella loro cucina dell’anno 2040 nel Regno Unito e Irlanda dovranno prevedere efficienza energetica ed uno

spazio verde in cui il giardino emerge in cucina, permettendo di coltivare il proprio cibo.

Rane a rischio estinzione, fondamentali per valutare l’ecosistema

I ricercatori di tutto il Pianeta lanciano un allarme estinzione per un terzo delle specie anfibie, e dalla Gran Bretagna parte un progetto per salvare rane e rospi, animali indispensabili per monitoriare la salute dell’ecosistema.

Il progetto che coinvolgerà 14 Paesi è stato presentato a Londra dal ricercatore  Robin Moore e avrà i finanziamenti della Conservation International (CI), della Amphibian Specialist Groups (ASG) e dell’International Union for the Conservation of Nature (IUCN). Lo studioso ricorda di quando

Un paio di anni fa ero in Ecuador con un gruppo di scienziati del posto alla ricerca di una specie che sembrava scomparsa da dodici anni. Non nutrivamo molte speranze di successo, ma quando tutto sembrava perduto ne abbiamo trovato un esemplare e ci siamo attivati per proteggere il suo ambiente. Dalla nostra missione ci aspettiamo molte storie di questo tipo.

Riciclaggio creativo, una scultura fatta da casse di birra (fotogallery)

Avete finito di festeggiare a casa con i vostri amici, cosa ne fate della cassa di birra vuota? Una cassa o poco più in casa diventa un problema, e la maggior parte delle volte finisce nel bidone dell’immondizia, e di lì in discarica; pensate a cosa ne dovrebbero fare i gestori dei locali che ogni giorno ne devono smaltire qualche centinaio. Un gruppo di studenti ha trovato la soluzione: farci delle sculture.

Il padiglione sperimentale Boxel è stato progettato e realizzato dagli studenti del dipartimento di architettura durante il semestre della scorsa estate nel campus dell’Università di Scienze Applicate di Detmold (Germania). Il design espressivo da Henri Schweynoch è riuscito, in un concorso estemporaneo, a creare uno scenario generoso per le presentazioni, concerti, eventi e raduni del campus riciclando ciò che sarebbe andato altrimenti ad intasare le discariche.

Energia dal mare, potenzialità doppie rispetto al nucleare

Il mondo sembra aver iniziato da un paio d’anni una seconda corsa al nucleare, ma basterebbe guardare leggermente al di là del proprio naso per notare che c’è un’energia rinnovabile ed accessibile a tutti che ha potenzialità molto maggiori: il mare.

Questo è quanto calcolato da Frost & Sullivan, un’agenzia di analisi di mercato, la quale ha spiegato che considerando l’energia proveniente dal moto ondoso, maree e correnti degli oceani e mari di tutto il mondo, l’energia potenzialmente producibile ammonterebbe a 6 mila terawattora all’anno, circa il doppio di quanto tutte le centrali nucleari al mondo producono. Con la differenza che mentre il nucleare ha vita breve, dato che l’uranio prima o poi finirà, il moto ondoso ci sarà per sempre.

Aumento delle temperature e scioglimento dei ghiacci, la controtendenza del Polo Sud

Uno studio condotto da ricercatori americani ha tentato di risolvere uno dei più grandi enigmi degli ultimi tempi: perché con l’aumento della temperatura terrestre e con il riscaldamento globale nel Polo Sud i ghiacci non si sciolgono ma anzi, aumentano le nevicate?

La risposta è stata data dai ricercatori del Georgia Institute of Technology sulla rivista accademica Proceedings of the National Academy of Science: l’aumento della temperatura terrestre di circa 4° C, ogni 10 anni porta allo scioglimento del 10% dei ghiacci del Polo Nord.

Fotovoltaico, dalla Norvegia arriva la pellicola spray

Novità nel campo della ricerca sulla tecnologia fotovoltaica arrivano dalla Norvegia, dove la compagnia norvegese EnSol, in collaborazione con un’équipe di ricercatori britannici dell’Università di Leicester, ha ideato la prima pellicola spray che sfrutta l’energia solare.
Si tratta di un dispositivo completamente trasparente, che viene steso su superfici piatte come quelle degli edifici ed è in grado di utilizzare l’irraggiamento solare per produrre energia, con una produzione stimata in circa 100 watts per metro quadro. Dal momento che è trasparente potrà trovare impiego anche applicata sui vetri.

Il prototipo brevettato utilizza nanoparticelle metalliche con un diametro di circa dieci nanometri, molto più sottili rispetto alla larghezza di un capello umano. Il fatto che sia estremamente sottile la rende adatta ad essere spruzzata o addirittura dipinta sulle pareti piane di case e palazzi.

Gli edifici LEED non sono così ecologici come dicono

Da qualche anno si sente parlare sempre più spesso di certificazioni LEED, e di conseguenza, gli edifici che le ottengono, vengono soprannominati edifici LEED. Si tratterebbe in teoria di una certificazione ecologica la quale attesta che quell’edificio segue alcuni parametri considerati sostenibili. Ma non tutto è oro ciò che luccica. Alla Yale School of Forestry and Environmental Studies si sono infatti accorti che gli edifici LEED non prestano sufficiente attenzione alla qualità dell’aria indoor, come spiega il prof. John Wargo.

LEED sta per Leadership in Energy and Environmental Design, è un sistema di certificazione sviluppato dall’US Green Building Council, che prende in considerazione il risparmio energetico, l’efficienza idrica, le emissioni di anidride carbonica e la qualità dell’aria indoor. Lo studio dell’Università del Michigan è stato pubblicato sull’American Journal of Public Health.