Lavare i pannelli fotovoltaici con il Solar Wash della OCS Energy

Abbiamo parlato molte volte dei pannelli solari, della loro installazione, delle loro potenzialità e dei loro costi. Oggi ci occupiamo di un altro aspetto molto importante ma spesso sottovalutato e trascurato: la pulizia dei pannelli fotovoltaici. Come tutti i dispositivi collocati all’aperto, i pannelli sono esposti a tutta una serie di rifiuti, come insetti morti, foglie, muschi e resine, che ne sporcano la superfice a cui contribuiscono anche gli agenti atmosferici tra cui il vento, la pioggia e la neve. Tutto questo accumulo di sporcizia influisce negativamente sulle prestazioni dei pannelli solari, diminuendone sensibilmente l’efficacia. Gli impianti fotovoltaici, infatti, subiscono lungo il loro ciclo di vita, un calo delle prestazioni con perdite di energia prodotta dal 5 al 25% e molto spesso queste perdite sono causate dalla sporcizia che si accumula sui pannelli.

Inventato lo spray solare

Alle volte le invenzioni migliori avvengono per caso. La storia che vi stiamo per raccontare proviene dagli Stati Uniti, terra natale di tante invenzioni ecologiche, sempre prolifica nel campo delle tecnologie, e purtroppo sempre molto più avanti della nostra vecchia Europa.

Xiaomei Jiang, ricercatrice dell’Università della Florida, insieme alle sue colleghe cercavano un modo per dare potenza ai sensori dei loro microscopi che potessero rilevare tossine o sostanze chimiche pericolose, che le aiutassero a scoprire queste sostanze in punti infinitesimamente piccoli.

La rivoluzione del sole inizia dai kibbutz israeliani

Ricavare il 20, il 40% del fabbisogno totale di energia dalla luce solare. Questo il sogno di Israele che sta per avviare una vera e propria rivoluzione del sole, potenziando enormemente il settore delle rinnovabili al fine di rendersi semi-indipendente dal petrolio, risorsa difficile da ottenere per gli israeliani, che non godono certo dell’amicizia dei governi dei Paesi confinanti, ricchissimi detentori di oro nero.

Motivazione sufficiente a dare una bella spinta verso fonti di energia pulita e lo slancio necessario per lanciarsi in una grandiosa impresa: quella di ricavare energia trasformando il deserto del Negev, una regione che si trova nella parte meridionale dello stato d’Israele, nel sud di Arava, in una mega centrale solare.

Da un fungo della Patagonia arriva il mico-diesel

Al fine di scongiurare il rischio di un’eventuale crisi globale dovuta alla scarsità di petrolio e per tutelare la salute del nostro Pianeta, cresce sempre di più l’attenzione alle fonti di energie alternative, con particolare riguardo alle nuove generazioni di carburanti. L’ultima scoperta in merito arriva dall’America dove un gruppo di scienziati della Montana State University (MSU) ha individuato un particolare fungo capace di produrre delle sostanze chimiche simili al tradizionale combustibile diesel. Si chiama Gliocladium roseum ed è un piccolo micete che cresce nella foresta pluviale della Patagonia, dove è stato scoperto.

Rinnovabili in crisi se il prezzo del petrolio scende

Lo abbiamo visto salire alle stelle nei mesi scorsi, suscitando preoccupazioni, crisi, lamentele da parte degli automobilisti. E ora calare di nuovo di prezzo, facendo tirare un sospiro di sollievo agli acquirenti. Si parla del petrolio, l’oro nero più conteso, dibattuto, criticato, rilanciato sul mercato.
Può essere definito un po’ il carburante per eccellenza del mondo, muove la Terra intera, le attività dell’uomo, i trasporti.

Eppure, per un momento, pochi, troppo pochi, giorni ci era parso possibile persino pensare di vivere senza, di farne a meno, di poter usare la bicicletta, i mezzi di trasporto pubblico, il carsharing, tutto pur di evitare un dispendioso e tanto temuto pieno.

Inventata una super-cella solare

Un team di ricercatori di tutto il mondo ha scoperto un tipo particolare di cella solare che fornisce alti rapporti di efficienza, i quali potrebbero far fare un grosso passo avanti alla tecnologia rinnovabile per eccellenza, ancora spesso snobbata in quanto produttrice di troppo poca energia.

La nuova cella fotovoltaica è chiamata “sensibile al colore” o più semplicemente cella Gratzel, dal nome dello scienziato svizzero che l’ha inventata, e funziona sia per le abitazioni che per gli edifici più grandi, e soprattutto a costi molti bassi.

Bioetanolo, possibile impiego di noccioli di olive

Per evitare i rincari dei beni di prima necessità come zucchero, pasta e pane dovuti alla destinazione di molte aree agricole alla coltura di materie prime per bioetanolo, gli scienziati si stanno sforzando di trovare nuove fonti energetiche che possano fungere da biomassa, senza compromettere gli equilibri dell’agricoltura mondiale e senza aumentare il fenomeno della deforestazione per far posto alle biocolture.

A questo proposito si stanno rivalutando ad esempio vegetali come le alghe, materiali di scarto di processi industriali, rifiuti organici provenienti dai residui dei consumi domestici. Tra le altre possibilità, sembra prendere campo quella di utilizzare i noccioli di oliva, che solitamente finiscono nella pattumeria, per produrre biocarburante.

Costo dell’energia: a quanto ammontano gli investimenti del futuro

In un clima di polemica in cui diversi schieramenti di tutto il mondo si attaccano in una guerra di cifre sul costo da sostenere per l’energia futura, Greenpeace ha cercato di mettere dei paletti, e ha diffuso un rapporto di previsione di spesa mondiale se si decidesse di investire sulle rinnovabili, piuttosto che su altre forme di combustibili fossili.

Il rapporto “Energy [R]evolution 2008” mostra come fronteggiare i cambiamenti climatici attraverso una politica dell’energia pulita, senza costi eccessivi. Infatti si legge sul rapporto che entro il 2030, se si seguissero i parametri indicati da Greenpeace, il risparmio nel settore elettrico mondiale ammonterebbe a 18.700 miliardi di dollari.

Adriano Celentano, sognando Chernobyl

Dopo l’uscita qualche mese fa di Fiori, la rock song in difesa della Terra,  prosegue l’impegno a favore dell’ambiente di Adriano Celentano con il debutto sul web del nuovo video-singolo dall’emblematico titolo “Sognando Chernobyl“.

Parole dure ed immagini altrettanto sconvolgenti che lasciano intravedere agli uomini la prospettiva di una sorte di apocalisse anticipata dai disastri ecologici, dall’incuria degli esseri umani verso la Natura, il suo soccombere nella distruzione, un grido d’aiuto rimasto senza ascolto.  E questa canzone invece si fa ascoltare, ammonendo l’umanità con parole terrificanti, che nascondono una semplicità e un’evidenza dei fatti disarmanti: Tutti quanti insieme salteremo in aria bum.

La buona notizia: il Governo italiano stanzia 10 milioni per le rinnovabili

Ogni tanto qualche buona notizia arriva anche dall’Italia. Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha deciso di stanziare 10 milioni di euro da investire nelle rinnovabili. Un regalo che dal Governo non ci aspettavamo, ma che può finalmente far ritornare, per pochi minuti, in buona luce l’operato di uno dei Governi meno ambientalisti della storia.

Ma attenzione a non farci false illusioni, non è oro tutto quello che luccica. La Ministra infatti ha aggiunto che questo investimento è fatto in previsione del nucleare, dato che da qui fino a che le centrali nucleari saranno pronte per entrare in uso, ci vuole un supporto ulteriore per cominciare a renderci energicamente indipendenti.

L’America torna al nucleare, 30 anni di civiltà dimenticati in un lampo

Gli Stati Uniti tornano indietro e, dopo trent’anni, riprendono a costruire centrali atomiche. Il sogno di uno smantellamento mondiale dell’energia più pericolosa in assoluto pare doversi fermare qui. Sull’esempio italiano, anche gli States hanno varato un piano per la costruzione di nuovi impianti per la prima volta dal 1973, ciò significa che a pagare ancora una volta saranno i progetti sulle rinnovabili, posti nuovamente in qualche cassetto.

Da New York fino al Texas le compagnie che hanno richiesto l’autorizzazione a costruire le centrali sono 21, per un totale di 34 impianti. Giovedì scorso la compagnia francese Areva ha annunciato di aver investito 360 milioni di dollari insieme alla Northrop Grumman per costruire in Virginia componenti per 7 reattori nucleari, ma per fortuna c’è ancora chi si oppone alla loro costruzione, e non è uno sprovveduto.

Energia pulita: arrivano i pannelli solari biodegradabili

Vivere ecologico significa usare le energie rinnovabili come il sole. Vivere ecologico significa anche utilizzare materiali biodegradabili per non creare grandi quantità di rifiuti. Quando poi queste due opportunità convergono nello stesso oggetto, questo sì che significherebbe mettere davvero l’ecologia al primo posto nella propria vita.

L’invenzione arriva come al solito dagli Stati Uniti, e più precisamente dalla dottoressa Diane Hinkens, neolaureata all’Università del South Dakota, che è riuscita a risolvere il “problema” dell’inquinamento creato dallo smaltimento dei pannelli solari dismessi, costruiti con il silicone usualmente, inventando un materiale biodegradabile capace di accumulare energia solare.

L’immondizia di casa e i resti agricoli insieme per un nuovo tipo di biocarburante

Abbiamo spesso parlato di biocarburanti e delle immense potenzialità a cui questa nuova fonte energetica potrebbe aspirare se non intaccasse gli equilibri nell’approvvigionamento delle risorse alimentari del mondo.
Come denunciato dalla Fao, infatti, il prezzo del grano, dello zucchero e delle altre colture destinate alla produzione di etanolo e degli altri biocarburanti, lievita con l’aumentare della richiesta e con l’incremento dell’industria del biocarburante.

Ecco perchè si rivela a questo punto necessario trovare al più presto altre materie prime da impiegare come fonte di energia alternativa da biomassa.
A questo proposito, gli scienziati stanno elaborando il modo di ricavare etanolo dalla commistione tra la comune spazzatura prodotta negli ambienti domestici e i resti delle colture agricole.
Ad elaborare questo ambizioso progetto sono stati i ricercatori dell’Agricolture Research Service (ARS), che stanno già effettuando degli esperimenti nei loro laboratori presso il Western Regional Research Center dell’ARS, che si trova ad Albany, in California.