Finning, il massacro degli squali con la barbara tecnica dello “spinnamento” (foto)

Oggi parliamo di finning, lo spinnamento degli squali. Immaginate il terribile predatore dei mari catturato, privato delle pinne e rigettato in mare ancora vivo, annegare senza via di scampo o morire dissanguato lentamente. Ecco, in sintesi, questo è il finning, l’ennesima barbarie dell’uomo cacciatore crudele che non ha alcun rispetto per le sue prede.

Dico in sintesi perché in realtà dietro lo spinnamento degli squali c’è molto di più. Ci sono tradizioni dure a morire, in particolare una ricetta molto diffusa in Asia, in special modo in Cina, di una zuppa realizzata con le pinne di squalo.  Questo piatto è considerato una prelibatezza ed è molto diffuso sulle tavole asiatiche.

Tartarughe “sfrattate” dal cemento in Calabria

Se c’è un paese che in Italia può essere considerato la patria delle tartarughe, questo è Galati, in provincia di Reggio Calabria, dove nidifica il 70% delle tartarughe italiane. Almeno fino ad oggi. Un progetto della Rdv (Rosa dei Venti) ha intenzione di distruggere questo Paradiso con una colata di cemento proprio in tutta l’area dove gli animali depongono le proprie uova, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della specie.

A denunciare tutto è Legambiente, che oltre ad assegnare la bandiera nera all’azienda e al comune di Brancaleone (di cui Galati è una frazione), ha anche reso noto al pubblico lo scempio che quest’azienda ha intenzione di attuare. Secondo quanto spiegato da Antonio Morabito, presidente di Legambiente Calabria,

il progetto prevede anche un centro commerciale, un albergo club house, impianti sportivi, piscine,  campi da golf a 18 buche nel territorio a maggior rischio desertificazione della provincia reggina. Il tutto per un’estensione di 11.420 ettari.

Primatist Trophy 2010, la gara di motonautica tra i cetacei protetti

Primatist_Trophy

E’ passato appena un mese da quando il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, insieme al suo omologo francese Jean-Louis Borloo, ha stretto l’accordo per aumentare i controlli e la protezione delle aree marine ricche di biodiversità tra Italia e Francia. Ma proprio nei giorni scorsi è arrivata la notizia che la famosa Primatist Trophy 2010, la gara di motonautica più famosa d’Italia, si terrà proprio in una delle aree più delicate del pianeta.

La gara infatti coprirà parte della Toscana, Sardegna, Corsica e Provenza, un’area chiamata Santuario Internazionale Pelagos in quanto ospita una miriade di mammiferi marini, alcuni anche in pericolo d’estinzione, i quali di certo non vivranno dei giorni facili vedendosi sfrecciare vicino centinaia di imbarcazioni, con inquinamento da scarichi annesso.

Vertice internazionale a Bali per salvare le tigri dall’estinzione (fotogallery)

tigre seiIn questi giorni è in corso a Bali, in Indonesia, un vertice internazionale per discutere i provvedimenti da adottare per raddoppiare la popolazione mondiale di tigri. Ai lavori partecipano i responsabili dell’ambiente di tredici Paesi, anticipando i temi di cui si parlerà in un summit globale previsto a dicembre.

Il 2010 è l’anno della tigre. La tigre che è in via d’estinzione per cause tutt’altro che naturali: c’è lo zampino dell’uomo, in particolare sotto accusa ci sono alcuni Paesi, come la Cina, ai quali gli animalisti imputano addirittura di tenere prigionieri 5.000 esemplari sequestrati illegalmente. Ricordiamo, infatti, che il commercio internazionale delle tigri è vietato dalla CITES (la Convenzione internazionale che regola il commercio delle specie minacciate).

Eco-vacanze, alcuni souvenir da evitare

boa sequestrato

Anche quest’anno, verso la fine della vacanza, uno dei pensieri principali dopo giorni di sole, mare e divertimento sarà prendere uno o più souvenir da mettere in valigia per non dimenticarsi mai del posto che avete visitato. Ma state attenti a cosa acquistate.

Ogni anno, centinaia di milioni di animali e piante selvatiche minacciati dall’estinzione sono commercializzati illegalmente. Si deve fare quindi molta attenzione perché spesso i commercianti, specialmente quelli non autorizzati, non si fanno scrupoli e a volte non conoscono nemmeno la differenza tra un vegetale che rischia di sparire ed uno invece che può essere maggiormente disponibile. Se non volete dunque che la vostra vacanza diventi un pericolo per le più svariate specie, continuate a leggere.

Polo Nord in pericolo a causa dei cambiamenti climatici e della pesca a strascico

Greenpeace, spedizione nel Polo Nord

Le immagini dei fondali dell’Oceano Artico sono state rese note da poche ore da Greepeace, eppure gli scatti meravigliosi e il video della spedizione “Artic Under Pressure” su YouTube ha già ricevuto migliaia di visite!

Anemoni di mare, coralli molli, tunicati e specie spettacolari che vivono nei fondali del Polo Nord rischiano di sparire per sempre se l’uomo non interviene subito per fermare lo scempio che sta facendo del nostro Pianeta. L’aumento della temperatura globale e il conseguente ritirarsi dei ghiacci del circolo polare artico stanno favorendo la pesca industriale e le esplorazioni petrolifere in acque ancora incontaminate, mai raggiunte dall’uomo.

Marea nera, animali in fuga come da bosco in fiamme

uccello marea neraMarea nera paragonabile ad un mega incendio di quelli che spingono gli animali fuori dal bosco. La vita si fa impossibile nel Golfo del Messico che si sta riempiendo di zone morte, prive cioé di ossigeno, succhiato via dal metano, che al momento rappresenta più del 50% della perdita e i cui valori sono stati quantificati in 100mila volte superiori alla norma. A contatto con l’acqua, il metano provoca la proliferazione di batteri in grado di degradarlo ma a farne le spese è proprio l’ossigeno, e dunque la vita. Come spiega Samantha Joye, ricercatrice all’Università della Georgia, ci sono:

colonne di metano di 200 metri a una profondità tra i 1.000 e i 1.300 metri. L’acqua non è ancora arrivata ad avere zero ossigeno, ma ci si sta avvicinando.

Biodiversità, il camoscio appenninico nel Parco dei Sibillini è “quasi” salvo (fotogallery)

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Il suo nome scientifico è Rupicapra pyrenaica ornata, ma è meglio conosciuto come camoscio appenninico o camoscio d’Abruzzo, e siamo andati molto vicini al perderlo definitivamente. Questo bellissimo quadrupede era stato inserito nella Lista Rossa dell’IUCN perché il suo numero, soprattutto a causa del bracconaggio, si stava riducendo drasticamente.

Per fortuna alla fine del 2008 le autorità del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise hanno tentato il tutto per tutto, con la migrazione assistita, catturando cioè 8 esemplari e liberandoli nel parco dove, al sicuro dai cacciatori, potessero vivere e riprodursi senza problemi. Un esperimento riuscitissimo, dato che nell’arco di poco più di un anno gli esemplari sono raddoppiati.

Marea nera, tartarughe bruciate vive dalla BP (video)

tartarughe bruciate vive BPLa BP non conosce vergogna e continua a scivolare ben oltre il fondo, toccato ormai da molti giorni. La notizia che sta facendo il giro del mondo e indignando l’opinione pubblica è la strage di tartarughe, letteralmente bruciate vive nell’area in cui la compagnia petrolifera sta praticando degli incendi controllati per arginare i danni.

Ne parla il Guardian e lo conferma l’amministrazione Obama: non è una bufala, nel tentativo di rimediare la BP non si preoccupa affatto di evitare di uccidere altri animali. D’altra parte, cosa ci aspettavamo, da un’azienda che risparmia sulle misure di sicurezza e pensa a farsi pubblicità e a spartirsi i dividendi dopo un disastro simile?

Una balena si arena a piazza di Spagna, Greenpeace protesta contro la riapertura della caccia

caccia balene greenpeaceSingolare protesta di Greenpeace questa mattina a Piazza di Spagna, Roma. Gli attivisti hanno arenato una  balena gigante sulla scalinata di Trinità dei Monti. Il cetaceo, lungo 15 metri, fa da sfondo allo striscione: Le balene non sono in vendita.
In occasione dell’apertura della 62esima riunione della commissione baleniera internazionale (Iwc), che inizia oggi ad Agadir in Marocco, Greenpeace fa sentire la sua voce, esprimendo il suo dissenso contro la riapertura alla caccia commerciale delle balene, che metterebbe a repentaglio la moratoria in vigore da 24 anni.

L’Italia si è sempre dichiarata contraria, ma per l’associazione ambientalista non basta. Occorre, infatti, che il nostro Paese si impegni a denunciare la compravendita di voti all’interno dell’Iwc. Stando ad un’inchiesta realizzata dal Sunday Times, sembra infatti che il voto delle nazioni più povere venga acquistato illecitamente da Paesi interessati alla riapertura della caccia: in primis, manco a dirlo, il Giappone.

Giornata mondiale degli oceani, meraviglie del pianeta blu in pericolo (fotogallery)

barriera corallinaOggi 8 giugno, in occasione della Giornata mondiale degli oceani, si accendono i riflettori sul pianeta blu: abissi in pericolo, meraviglie dei fondali dimenticate e scarsamente protette, fauna e flora marina a rischio che vanno ad allungare la lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

La Giornata Mondiale degli Oceani è nata a Rio de Janeiro nel 1992 nel corso della Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo. Oggi il segretario delle Nazioni Unite, Bang Ki-Moon ha ricordato che

lo sfruttamento eccessivo delle risorse di vita marine, il cambiamento climatico e l’inquinamento derivante da attività e materiali pericolosi, minacciano fortemente l’ambiente marino.

E che

numerose azioni sono già state compiute nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul Diritto del Mare – la nostra “costituzione per gli oceani”. Più di 15 anni dopo la sua entrata in vigore, la Convenzione continua ad essere la nostra guida in materia. Ma se vogliamo salvaguardare la capacità degli oceani di soddisfare molte e variegate necessità, dobbiamo agire di più.

Rinoceronte nero: dalla quasi estinzione alla ripopolazione

rinoceronte nero

Dopo decenni di bracconaggio nella seconda parte del 20° secolo, il destino dei rinoceronti neri del Serengeti (Africa Orientale) sembrava molto cupo. Fino agli anni ’90, i rinoceronti di quasi tutta la regione erano stati spazzati via e solo due femmine erano rimaste allo stato selvatico. Ma, nella speranza di conservare questo animale cacciato illegalmente per le ambite corna, gli ambientalisti hanno offerto un’ancora di salvezza trasferendo sette esemplari in una riserva naturale in Sud Africa nel 1964. E ora, a 46 anni di distanza, i discendenti di questi rinoceronti hanno iniziato un viaggio storico per tornare nel Serengeti, in uno degli sforzi più “ambiziosi” di delocalizzazione mai intrapreso.

Secondo un rapporto del Telegraph, cinque rinoceronti sono stati trasportati da un’area protetta in Sudafrica verso la loro casa natale in Tanzania, nel Serengeti National Reserve attraverso gli aeromobili. Nel corso dei prossimi due anni, altri 27 rinoceronti seguiranno lo stesso percorso.

Foche canadesi, previsto un nuovo massacro

cucciolo foca grigiaE’ solo un’ipotesi, ma é talmente raccapricciante da aver sollevato le immediate proteste di media ed ambientalisti canadesi. Siamo nell”isola di Sable, una tra le riserve naturali più ricche e suggestive del Canada tanto che le autorità vorrebbero farne un parco nazionale.
C’è in previsione il massacro di 220 mila esemplari di foche, sulla costa Est del Canada, al largo del porto di Halifax. E se si pensa che in totale la colonia é composta da 300 mila foche grigie, non si può che convenire che si tratti di vero e proprio genocidio.

Un omicidio di massa premeditato per rispondere alle lamentele e alle difficoltà economiche dei pescatori della zona. Da anni lamentano che le foche facciano incetta di merluzzi per cibarsi e che nelle reti da pesca ci sia un bottino troppo magro.