
L’esposizione all’aria inquinata nei primi anni di vita ha portato ad un accumulo di grasso addominale e resistenza all’insulina nei topi, anche se hanno seguito una dieta normale. A spiegarlo è una nuova ricerca scientifica effettuata negli Stati Uniti, dove si è dimostrato che gli animali esposti alle polveri sottili presenti nell’atmosfera erano più in sovrappeso, possedevano più cellule di grasso nella zona addominale e livelli più elevati di zucchero nel sangue, rispetto a quelli che avevano seguito la stessa dieta ma respirato aria pulita. Un meccanismo molto simile potrebbe avvenire anche nell’uomo, e così si potrebbe spiegare l’epidemia di obesità che sta colpendo il mondo Occidentale da alcuni decenni.
I ricercatori hanno esposto i topi all’aria inquinata per sei ore al giorno, cinque giorni alla settimana per 10 settimane a partire dalla terza settimana di vita. Questo arco di tempo corrisponde all’incirca, in un essere umano, al periodo che va dalla prima infanzia alla tarda adolescenza. I livelli di esposizione all’aria inquinata a cui gli animali sono stati sottoposti erano paragonabili all’inquinamento da polveri sottili che si può trovare nelle aree urbane degli Stati Uniti, ma anche in molte zone d’Europa.
Una ricerca compiuta dalla Regione Puglia ha svelato interessanti aspetti sulle polveri sottili, anche note come particolato atmosferico, PM.
I bebè crescono in fretta, i loro
Alcuni ricercatori hanno identificato due geni essenziali che controllano l’accumulazione e la detossificazione dell’arsenico nelle cellule delle piante. Il loro isolamento aiuterà gli scienziati a ridurre l’accumulo del metallo tossico nelle colture.
E’ stato presentato oggi a Roma il risultato di un progetto pilota sulla qualità dell’aria, partito nella Valle del Biferno, in Molise, quattro anni fa.
