Goletta dei Laghi Legambiente, quel ramo del lago di Como… inquinato

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Goletta dei Laghi, la campagna annuale di monitoraggio di Legambiente sulla salute dei bacini lacustri italiani, è giunta oggi alla sua tappa finale con la pubblicazione dei dati relativi al Lazio. L’analisi dei tecnici dell’associazione ambientalista, quest’anno alla sua sesta edizione, ha portato alla luce una situazione critica per alcuni laghi laziali: Bolsena, Fondi ed Albano. Va decisamente meglio, invece, per Bracciano, Nemi e Martignano che conquistano il riconoscimento delle tre vele. Sotto la lente di ingrandimento di Legambiente i livelli di inquinamento batteriologico causato dagli scarichi che, malgrado siano risultati non proprio confortanti, sono comunque al di sotto della soglia di legge.

Almeno in Lazio perché al Nord la situazione si fa decisamente più preoccupante con il lago di Como, il lago d’Iseo, il lago di Garda ed il lago Maggiore che risultano tra i più inquinati e si sono aggiudicati la maglia nera.


Tornando ai dati relativi al Lazio di cui si è discusso oggi,  Michele Civita, assessore alla Tutela Ambientale della Provincia di Roma, afferma che le cifre fanno riflettere ed incitano a proseguire negli investimenti per migliorare le attività di depurazione. Per il 2011-2013 sono stati già messi a disposizione ben 430 milioni di euro e comunque, spiega Civita, si registra già un lieve miglioramento.
Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, sottolinea invece come i Comuni non investano abbastanza nella salute dei propri laghi e che la situazione non appare affatto in miglioramento sul fronte depurazione.

L’occhio critico della Goletta, nei suoi monitoraggi, ha avuto maggiore attenzione dopo il recepimento dello scorso anno della direttiva europea che ha permesso all’Italia di modificare in modo più permissivo i criteri e i parametri sulla balneazione che erano in vigore dal 1982. Dobbiamo sanare in tempi brevi il deficit di depurazione per le acque superficiali del nostro Paese, anche per evitare le sanzioni pesanti minacciate dall’Europa con l’avvio della procedura d’infrazione per non aver rispettato la direttiva sulla tutela delle acque a causa del deficit cronico sulla depurazione, ha ammonito Cogliati Dezza.

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