Marea nera Scozia, Shell: “Ma dove vuoi andare a perforare?”

di Redazione Commenta

Marea nera in Scozia: dopo l’annuncio del tutto sotto controllo sulla prima falla di mercoledì scorso, oggi il mondo si è svegliato con la notizia di una seconda falla dalla piattaforma Alpha Bennet della Shell, nelle acque del Mare del Nord, 180 chilometri ad Est di Aberdeen in Scozia, luogo dell’incidente. Le associazioni ambientaliste britanniche, malgrado la Shell abbia dato notizia dell’accaduto e persino del fatto che non sanno dove sia localizzata di preciso la falla, si mostrano critiche nei confronti della compagnia petrolifera. In gioco non c’è infatti solo il fattore trasparenza sull’entità del disastro, ma le trivellazioni stesse in aree così critiche.

Non è sufficiente aggiornarci con sincerità sul decorso delle operazioni di messa in sicurezza quando un incidente ha luogo, bisognerebbe pensarci prima ed evitare che accada, investendo maggiormente su sistemi di emergenza e piani più efficienti che tengano conto di intoppi simili. Il direttore del WWF Scozia, Richard Dixon, attacca:

E’ evidente che la Shell sta avendo grandi difficoltà a fermare la fuoriuscita.

Episodi simili, ha spiegato Dixon, ti fanno dubitare della capacità dell’intero settore petrolifero di rispondere ad incidenti ben peggiori di questo e magari in acque più ostili come quelle della regione artica, ad esempio, dove proprio la Shell vuole andare a perforare e nelle quali sarebbe davvero difficile intervenire per ripulire l’area in eventualità simili.

Gli fa eco, sullo stesso tono, Fischer, responsabile della comunicazione di Amici della Terra Scozia:

E’ incredibile che abbiamo così poche informazioni sull’accaduto e che una perdita definita all’inizio dalla Shell insignificante stia causando ancora problemi.

Le risposte che la Shell ha dato alla Scozia su questo episodio, paradossalmente, prosegue Fischer, sono più esaustive di quelle che la Shell ha fornito alla Nigeria, dove per lungo tempo la compagnia ha negato ogni responsabilità per fuoriuscite di petrolio infinite. Solo poche settimane fa la Shell si è assunta la responsabilità di due perdite massiccie a Bodo e Ogoniland: si stima che ci vorranno 20 anni per ripulirle.

[Fonti: Guardian; Marine Scotland]]

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