I Paesi del Nord Africa e Medioriente potrebbero fornire energia solare a tutto il mondo

energia solare

Il Medio Oriente e l’Africa del Nord, di cui fanno parte quei Paesi che rientrano sotto il termine generico di Paesi MENA, hanno il potenziale per creare più di 3 volte il fabbisogno mondiale di energia soltanto grazie al sole, secondo un nuovo studio riportato sul Khaleej Times.

I Paesi che si muovono velocemente, spiega lo studio, potrebbero avere un vantaggio competitivo. In questo modo essi potrebbero assumere la leadership: i Paesi MENA, in particolare quelli situati sulla penisola araba, così come alcuni altri, come la Giordania, Libano e Israele, potrebbe essere i capofila. Questi Paesi non sono estranei alla nozione di energia solare, come fanno notare innumerevoli articoli sull’energia solare redatti sui blog e i giornali in Medio Oriente.

Artico più caldo e senza ghiaccio d’estate? Per i climatologi è possibile

scioglimento ghiacchi artico

Vi sono sempre più prove che l’Artico potrebbe affrontare condizioni stagionali senza ghiaccio e con le temperature molto più calde in futuro. Gli scienziati hanno portato prove documentate che l’Oceano Artico e i mari nordici erano troppo caldi per sostenere il ghiaccio marino estivo durante la metà del periodo del Pliocene caldo (da 3,3 a 3 milioni anni fa). Questo periodo è caratterizzato da temperature calde analoghe a quelle previste per la fine di questo secolo, ed è usato come un paragone per capire le condizioni future.

L’US Geological Survey ha rilevato che le temperature della superficie del mare d’estate nella regione artica erano tra i 10 e i 18 ° C durante la metà del Pliocene, mentre le temperature attuali sono pari o inferiori a 0 ° C. L’esame delle condizioni climatiche passate permette una reale comprensione di come il sistema climatico terrestre davvero funzioni. La ricerca dell’USGS sulla metà del Pliocene è la ricostruzione più completa a livello mondiale di un periodo di caldo che contribuirà a perfezionare i modelli climatici, che attualmente sottovalutano il tasso di perdita di ghiaccio marino nell’Artico.

100 Babbi Natale di sabbia per protestare contro il riscaldamento globale (gallery)

100 babbi natale

L’artista di fama mondiale Sudarshan Patnaik, indiano famoso per le sue sculture di sabbia, è già ben noto per il suo lavoro con Babbo Natale. Lo scorso anno infatti è entrato nel Guinness dei Primati per la creazione della più grande statua mai realizzata con la sabbia che raffigurava Santa Claus. Quest’anno si è voluto superare, e ha deciso di usare il suo talento per rafforzare la usa fama, puntando stavolta sul tema del momento, il cambiamento climatico, e per evidenziare le crescenti sfide che esso sta portando già oggi in India.

Per farlo, ha costruito oltre 100 Babbi Natale di 1.000 tonnellate di sabbia nella località turistica di Puri. Ma non solo. Patnaik ha disintegrato anche un altro record del mondo nel processo di formazione della scultura: ha infatti ora il record del maggior numero di Babbi Natale di sabbia mai realizzati su un’unica spiaggia.

Impianti fotovoltaici: Sardegna, contributi ai privati

fotovoltaico-casaNella Regione Sardegna l’Assessorato dell’Industria ha provveduto a pubblicare un Bando, finalizzato all’incentivazione della diffusione degli impianti di produzione di energia da fonte fotovoltaica, a favore delle persone fisiche e di tutti quei soggetti giuridici che, sempre privati, sono però diversi dalle imprese. Il Bando, con la formula dei contributi in conto capitale, in ragione del 20% delle spese ammissibili, prevede complessivamente uno stanziamento pari a ben cinque milioni di euro per installare impianti fotovoltaici di piccola potenza, da 1 e fino a non oltre 20 kilowatt, rigorosamente integrati o semintegrati nelle strutture edilizie. Tutti coloro che sul territorio regionale sono interessati ad installare un impianto fotovoltaico hanno la possibilità di inoltrare la domanda direttamente online, avvalendosi di un form telematico presente sul sito della Regione Sardegna, alla sezione “fotovoltaico“, a partire dal 18 gennaio e fino e non oltre il 24 gennaio 2010.

Cambiamenti climatici: ecco come risponde l’evoluzione

orso polare

Le temperature globali continueranno ad aumentare, così gli scienziati hanno cercato di affrontare la complessa sfida di capire come le specie possono rispondere e adattarsi a tali cambiamenti. In un articolo pubblicato su Insect Conservation and Diversity, il dottor Francisco Rodriguez-Trelles e il dottor Miguel Rodriguez valutano questa sfida.

Il riscaldamento globale del ventesimo secolo è di circa 0,6˚ C, ed ha già colpito il biota della Terra (l’insieme della vita vegetale e animale), e ora la grande sfida per ecologi e biologi evoluzionisti è quello di prevedere come gli impatti biologici dei cambiamenti climatici accadranno in risposta ad ulteriori aumenti di temperatura previsti fino ad un massimo di 6˚ C entro il 2100.

Usa: auto elettriche cittadine a 600 euro

KandiCoco

Quando un Governo decide di dare incentivi all’economia, ed in particolare al settore automobilistico, può farlo in due modi. Uno è quello italiano (ma non solo), cioè dire a parole di voler dare incentivi, ma questi si basano soltanto sulla rottamazione o sugli sconti fiscali. Risultato: un risparmio di poche migliaia di euro per l’acquisto di un’auto nuova. Oppure si può fare come in America, dove un’auto che costa circa 10 mila euro si riesce a comprare con meno di 600.

E’ esattamente quello che sta avvenendo per la nuova auto elettrica cittadina, la Kandi-Coco, un’auto di origine cinese ma sviluppata negli Stati Uniti, il cui prezzo di listino è 10.599 dollari, già di per sé basso, visto che normalmente le auto simili, almeno in Italia, vanno dai 12-15 mila euro per le Reva agli oltre 20 mila euro per tutte le altre. Ma l’amministrazione Obama, la quale ha stanziato fondi in due direzioni, per il rilancio dell’economia e per l’acquisto di prodotti ecologici, permette di tagliare 4.435 dollari con il primo incentivo e 5.299 con l’altro. Risultato: 865 dollari rimanenti, che al cambio in euro sono 599,44 euro.

La deforestazione in Amazzonia continua a ritmi elevatissimi

deforestazione-in-amazzonia

Durante il COP15 di Copenaghen, all’inizio di questo mese, il Brasile si è distinto tra le nazioni in via di sviluppo per il suo coraggioso impegno nel ridurre le emissioni di carbonio e ridurre la deforestazione della foresta Amazzonica, ed è stato forse il più deluso dai risultati. L’anno scorso, il Brasile si era impegnato a ridurre la deforestazione dell’80% entro il 2020, e sembrava che fosse sulla buona strada per realizzare tale obiettivo: il tasso di deforestazione era sceso al 64% rispetto al 2005.

Lo scorso novembre, tuttavia, mentre il mondo si preparava alla conferenza di Copenaghen, e mentre il Brasile si preparava a fare la sua parte per trovare una soluzione ai cambiamenti climatici, 75 chilometri quadrati di foresta amazzonica sono stati distrutti.

Fotovoltaico: TerniEnergia cresce con le acquisizioni

campo_impianto_fotovoltaicoNuova acquisizione in casa TerniEnergia S.p.A.; la società, quotata a Piazza Affari sul Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana S.p.A., ha infatti annunciato nei giorni scorsi, prima di Natale, il perfezionamento dell’acquisizione dell’azienda MeetSolar, società a responsabilità limitata, con l’obiettivo di sviluppare ben otto nuovi impianti di produzione di energia da fonte fotovoltaica; gli impianti, aventi una taglia industriale, sono siti nella Regione Puglia, presentano una potenza installata pari a ben 8 MW, e sono arrivati a diversi stadi per quanto riguarda il livello corrente di autorizzazioni. TerniEnergia non è tra l’altro nuova a queste operazioni societarie, visto che già da parecchi mesi sta adottando questo modello di espansione per acquisizioni che, tra l’altro, risulta essere ben collaudato.

Risparmio carburante sugli aerei? Basta volare come gli uccelli

aerei in formazione

Gli scienziati hanno proposto un metodo insolito per il taglio del consumo di carburante degli aeromobili: gli jumbo jet devono volare in formazione, come le oche. La prospettiva di flotte di aerei che solcano attraverso il cielo in stormi a forma di V, come gli uccelli migratori, è sorprendente. Tuttavia, la ricerca da parte degli esperti dell’aviazione ha dimostrato che questo metodo potrebbe portare a notevoli riduzioni nel consumo di carburante degli aerei.

Il lavoro segue una ricerca svolta quasi 100 anni fa da un ricercatore tedesco, Carl Wieselsberger. Nel 1914, ha pubblicato un documento in cui si calcola che gli uccelli che volano in formazioni a V utilizzano meno energia per sbattere le ali di quella dei voli singoli. Per questo gli stormi possono volare per periodi più lunghi di quelli che viaggiano per conto proprio.

Wieselsberger ha dimostrato che la corrente in questo modo non crea attrito con le loro ali, ma anzi, le favorisce dandogli un’ulteriore spinta aerodinamica. Questa idea è supportata da osservazioni di scienziati francesi che hanno studiato i grandi pellicani bianchi addestrati a volare alle spalle di un aereo. La squadra – dal Centre National de la Recherche Scientifique, Villiers-en-Bois – ha rivelato che i tassi di fatica degli uccelli scendevano quando volavano insieme.

Gli scienziati propongono dei nuovi obiettivi sul clima

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Un tasso di riscaldamento di oltre 0,2° C per decennio è intollerabile se gli ecosistemi della Terra sono costretti ad adeguarsi, secondo il tedesco Advisory Council on Global Change. Gli scienziati CICERO hanno adottato questa percentuale e calcolato che, per non superare tale soglia, le emissioni cumulative nel periodo 2010-2030 non devono essere superiori a circa 190 miliardi di tonnellate di carbonio (CG).

Le implicazioni sono che le emissioni globali devono raggiungere il picco intorno al 2015 e ridurlo di circa la metà tra il picco e l’anno 2030

ha affermato Steffen Kallbekken, scienziato CICERO. In un nuovo documento pubblicato su Nature Reports Climate Change, Steffen Kallbekken, Nathan Rive, Glen P. Peters e Jan S. Fuglestvedt del CICERO Center for International Climate and Environmental Research di Oslo, sono favorevoli ad un nuovo tipo di obiettivo per il clima da considerare:

La politica del clima di messa a fuoco su un obiettivo a lungo termine, come quello dell’Unione europea, con il bersaglio dei 2 gradi di aumento, fornisce una guida per la mitigazione dei prossimi decenni, e dà l’impressione che ci sia il tempo di ritardarle

continua Kallbekken.

Come investire il Fondo per i Paesi poveri: recupero energetico dai rifiuti

energia dai rifiuti

Ecco l’opportunità di spendere un po’ dei 100 miliardi di dollari che il Segretario di Stato Hillary Clinton ha promesso a Copenaghen per ridurre i gas ad effetto serra nelle nazioni in via di sviluppo, favorendo lo sviluppo delle infrastrutture energetiche rinnovabili e risolvere la dipendenza dai combustibili fossili.

A quanto pare una città cinese su quattro e sette contee su 10 sono prive di impianti di trattamento delle acque reflue, secondo il People’s Daily. Mentre ci sono molti modi per trattare i liquami o i rifiuti urbani, uno dei più recenti è l’uso dei rifiuti solidi urbani per produrre l’energia rinnovabile.

ErgyCapital: grandi manovre per sviluppo fotovoltaico

fotovoltaico a terraI mesi conclusivi del 2009 sono stati molto importanti per il Gruppo ErgyCapital, che proprio a ridosso del Natale, e per la precisione mercoledì scorso, ha annunciato d’essere salita a quota 11,1 MW di potenza, in quanto a impianti di produzione di energia fotovoltaica, attraverso la messa in funzione di un impianto da 1 MW di potenza a Galatina; la struttura, completata e pienamente operativa, è costituita da un impianto a terra per la cui realizzazione e progettazione la società si è avvalsa di Energetica Solare S.p.A., società del Gruppo ErgyCapital che si occupa degli aspetti legati all’impiantistica. Il portafoglio di strutture che producono e produrranno energia da fonte fotovoltaica sale così in termini di potenza a 24,2 MW; il Gruppo ErgyCapital, infatti, oltre agli 11,1 MW di potenza già operativi ha 3,7 MW di potenza di impianti in fase avanzata di completamento, ed altri 9,4 MWp di strutture per le quali è già stata avviata la loro realizzazione.

Le tecnologie rinnovabili del futuro testate in Antartide

ebase

L’isola King George, uno dei punti più settentrionali del continente Antartico, era una volta una base di caccia e pesca popolare, ma ora è sede di piccoli avamposti di scienziati provenienti da dodici Paesi. Le stazioni russe e cilene, Eduardo Frei e Bellingshausen, sono separate solo di pochi metri, e formano una piccola comunità. Sul versante cileno, c’è una scuola per i bambini delle famiglie che vi abitano, mentre, sul versante russo, una piccola chiesa ortodossa che si trova in cima ad una collina.

Una breve passeggiata al di là della chiesa e si trova l’E-base, una capanna di ricerca come tutte le altre, tranne che per i tubi solari termici, celle fotovoltaiche, turbine eoliche e altro. Il rifugio è diventato famoso nel 2008 per l’aver saputo dimostrare che la tecnologia delle energie rinnovabili è pronta già ora, non lo sarà “un giorno”. In Antartide, le condizioni, si sa, sono estreme, e ottenere anche le energie rinnovabili è più complicato che altrove. Eppure questi scienziati ci riescono.

Il riscaldamento globale è più alto del previsto e le specie emigrano o si estinguono

tartaruga rischio estinzione

Diversi ecosistemi della Terra, con tutte le loro piante e gli animali, dovranno spostarsi di circa 400 metri all’anno in media per tenere il passo con il cambiamento climatico globale, spiegano gli scienziati in uno studio pubblicato su Nature.

Per sopravvivere all’innalzamento delle temperature in tutto il mondo, le specie sono obbligate a migrare o adattarsi al posto. Le specie più individuali, dagli arbusti agli alberi, dagli insetti ad alcuni mammiferi, necessitano di rimanere nel loro clima preferito, aumentando così la probabilità di estinzione.

Lo studio suggerisce che gli scienziati e i governi dovrebbero aggiornare le strategie di conservazione degli habitat che hanno da tempo sottolineato, tracciando confini intorno alle aree ecologicamente sensibili e limitando lo sviluppo all’interno di tali frontiere.