Doppio attacco di Greenpeace, purtroppo finiscono entrambi male

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I sostenitori di Greenpeace non si risparmiano con nessuno, ma spesso di mezzo ci vanno loro stessi. Due “abbordaggi” sono stati fatti nelle scorse ore ai due capi dell’Europa, uno vicino le coste britanniche, l’altro nel porto di Malta. Il loro scopo era manifestare il proprio disappunto anche con azioni non proprio legali, ma stavolta gli è andata piuttosto male.

In ordine di tempo, il primo “arrembaggio” è stato effettuato al largo di Kingsnorth, una città costiera britannica vicino alla quale c’è una centrale elettrica a carbone. Siccome il carbone è il combustibile fossile più inquinante al mondo, gli attivisti di Greenpeace hanno tentato di bloccare la nave per non farla mai attraccare, in modo da non permettere a quelle milioni di tonnellate di CO2 di sprigionarsi nell’atmosfera.

Purtroppo però quest’azione non è piaciuta alla polizia, visto che il commercio del carbone è legale, e così in breve tempo sono arrivati sulla nave anche diversi rappresentanti delle forze dell’ordine per arrestare 6 persone, tra cui anche alcune donne, le quali combattevano per dare un futuro ai propri figli.

Caccia scientifica, moratoria balene a rischio

baleneIslanda e Giappone rischiano di far saltare la moratoria sulla caccia alle balene per scopi commerciali. L’allarme è stato lanciato in questi giorni da Greenpeace, dopo la notizia di una richiesta per la riapertura della caccia alle megattere, che verrà presentata dalla Danimarca, per conto, della Groenlandia, sul tavolo della 61/a sessione annuale della Commissione baleniera internazionale (Iwc), che si riunisce dal 22 al 26 giugno a Madeira in Portogallo.

Le megattere sono specie protetta dal 1963 e fungono da modelle per il whale watching. A quanto pare, la Groenlandia vorrebbe poter cacciare 10 megattere all’anno in acque territoriali europee per motivi di sussistenza. Ma, sempre secondo Greenpeace, si tratterebbe di motivazioni false, perchè gli esemplari uccisi ogni anno dalle popolazioni locali soddisfano appieno il fabbisogno del Paese, tanto da non sfruttare nemmeno la totalità delle quote consentite. Ma a preoccupare gli animalisti è soprattutto la ripresa della caccia in Giappone e Islanda.

WWF: la ricetta anti-crisi è la green economy con i suoi 3,4 milioni di posti di lavoro

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Nonostante i proclami che arrivano da più parti, la crisi economica c’è e siamo ancora ben lontani dall’uscirne. Il vero problema che attanaglia i cittadini di tutto il mondo industrializzato è la disoccupazione. La crisi infatti è dovuta soprattutto al fatto che sempre più persone perdono il posto di lavoro, e non riescono a trovare il modo di “riciclarsi”. La nostra Terra gliene offre uno e non possiamo permetterci di lasciarcelo sfuggire.

Si chiama Green economy, ed è letteralmente l’economia ecologica di cui tanto parliamo da tempo su queste pagine. I posti di lavoro disponibili in questo settore sono milioni, perché si tratta di una categoria nuova, ancora non sufficientemente sfruttata, ed in continua crescita negli ultimi anni. Una crescita che di certo non verrà fermata prossimamente, ma anzi, continuerà senza dubbio, vista l’obbligatorietà di utilizzare energia pulita in futuro. Ad appoggiare questa tesi oggi arrivano anche i dati elaborati dal WWF, il quale afferma che per i prossimi anni il settore verde garantirà nella sola Unione Europea almeno 3,4 milioni di posti di lavoro.

G8 di Copenaghen, i moniti degli scienziati e le risposte dei politici

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Mancano 6 mesi alla conferenza sul clima che cambierà il mondo. Il prossimo dicembre a Copenaghen dovrebbe esserci la riunione più importante dal punto di vista ambientale della storia del genere umano. Per arrivarci preparati l’Onu ha presentato una prima bozza di testo su cui discutere, da rendere noto ai politici delle varie nazioni, ma anche agli esperti che lo dovranno valutare e migliorare. Il tempo per farlo c’è, ma non è così tanto.

Questo documento servirà prima di tutto per renderci conto a che punto siamo con gli obiettivi del protocollo di Kyoto, il quale scadrà nel 2012. Poi bisognerà porre i nuovi parametri per prolungare il controllo anche dopo tale data, i quali andranno a coprire il periodo fino al 2020, e con alcune indicazioni per arrivare fino al 2050. Come facilmente prevedibile, molti uomini politici già hanno cominciato ad esprimere le proprie perplessità, se non a protestare, mentre al contrario gli scienziati dicono che questo testo non è sufficiente ad arginare il problema, e che anzi questo va affrontato con più severità. Andiamo a capire cosa gli scienziati chiedono.

Eco-profughi, il nuovo problema mondiale è alle porte dell’Europa

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Fino a qualche anno fa i profughi e i rifugiati nei Paesi industrializzati scappavano tutti dalle guerre. In questi ultimi due anni ad essi si vanno aggiungendo i cosiddetti profughi ambientali, o eco-profughi, in pratica persone che scappano dalla loro terra perché, a causa dei cambiamenti climatici è diventata invivibile.

Secondo uno studio di Legambiente, presentato in questi giorni durante la manifestazione Terra Futura, sono 18 milioni le persone che ogni anno vengono colpite da eventi che all’apparenza sono naturali, ma che in realtà sono provocati dall’uomo. Siccità, la quale porta i terreni costieri o con poca vegetazione alla completa desertificazione; aumento degli uragani e delle piene dei fiumi, che straripano praticamente ogni anno, inondando intere città e villaggi e uccidendo centinaia di persone o rendendo impossibile la vita in quelle zone.

Vacanze, si punta sulla qualità. Le vele blu italiane diventano 13

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In tempi di crisi, bisogna stimolare il consumo, e siccome la vacanza diventa un dilemma, ecco che la qualità delle località costiere italiane si incrementa notevolmente. Fino allo scorso anno le cosiddette “vele blu“, cioè quei luoghi che avevano ricevuto l’attestazione di qualità da Legambiente, erano 10. Quest’anno sono salite a 13, con un impennata per Sicilia e Puglia.

Le località di vacanza sono analizzate per tutto l’anno da Legambiente e dal Touring Club Italiano che alla presentazione della Guida Blu 2009 hanno fatto tirare un sospiro di sollievo all’organizzazione turistica italiana. L’unica località che è stata in grado di ricevere tutte e 5 le vele blu, il massimo punteggio, è l’Isola del Giglio, in Toscana, che conferma la supremazia del Mar Tirreno rispetto alle altre coste.

Solare a concentrazione, l’evoluzione futura dell’energia pulita

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In questi giorni si sta tenendo a Roma il g8 dell’energia. I telegiornali si guardano bene dal diffondere la notizia perché mentre nelle sale convention si parla di nucleare e carbone, e solo in minima parte delle energie rinnovabili, fuori da quelle sale centinaia di manifestanti chiedono maggiori investimenti in favore dell’energia pulita.

Alcuni di questi manifestanti sono di Greenpeace, ed oggi hanno pubblicato un dossier molto interessante sul futuro del solare. Essi parlano dell’energia del futuro, che potrebbe essere quella del solare a concentrazione. Più precisamente si tratterebbe di una centrale la quale moltiplicherebbe esponenzialmente la produzione di energia solare con degli antichi metodi di giochi di specchi. Si tratterebbe semplicemente di potenziare i raggi solari tramite degli specchi, i quali potrebbero far arrivare la temperatura al generatore di corrente da 400 a 1000 gradi, producendo tantissima energia in più rispetto a quella che si produce oggi.

Aiutiamo le popolazioni che subiscono il cambiamento climatico, e aiuteremo noi stessi

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Aiutare i paesi poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici e mitigarne gli effetti. E’ questo l’appello delle Nazioni Unite che deriva dopo la notizia, che qualche giorno fa anche Ecologiae vi aveva dato, dei primi ufficiali rifugiati climatici della Terra che avevano appena lasciato le loro case su un’isola di Papua Nuova Guinea per sempre.

Un episodio orribile che dovrebbe spingere le nazioni ricche a parlarne nei dibattiti nazionali e a tentare di trovare soluzioni al problema che tra qualche anno potrebbe toccare tutti. A tal fine, la Commissione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e sullo sviluppo ha appena presentato un rapporto dettagliato che indica la quantità di aiuto che deve essere dato a queste popolazioni sfortunate. Si tratta di circa uno o due miliardi di dollari l’anno. Di certo non un grande sforzo.

Uccelli: la lista rossa si allunga, il cambiamento climatico colpisce ancora

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Si aggiungono nuove specie di volatili alla Lista Rossa dell’IUCN, l’International Union for Conservation of Nature. L’ultima stima effettuata sulla popolazione di uccelli di tutto il mondo ha infatti rivelato un aumento degli esemplari che rischiano l’estinzione. Nel libro nero ci sono circa 1.227 specie appartenenti al “regno dei cieli”. La minaccia per loro è  ancora una volta determinata dai cambiamenti climatici in corso o dagli stravolgimenti territoriali operati dall’uomo, che devastano interi ecosistemi, minacciando la sopravvivenza di molte specie viventi.

BirdLife International, che ha condotto la ricerca per conto dell’IUCN, ha potuto verificare che il 12% delle specie dei volatili sarebbe a rischio. La buona notizia è che queste specie potranno ancora essere salvate, non appena si darà il via ad una serie di azioni volte a proteggerne e a garantirne la sopravvivenza.
La Lista Rossa IUCN ora elenca nella fascia più alta di rischio 192 specie di uccelli, due in più rispetto all’aggiornamento più recente che risale allo scorso anno.

Problemi rifiuti in Campania: ecco il miracolo di Berlusconi

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“Area d’interesse strategico nazionale”. Così recitano i cartelli all’ingresso della più grande vergogna italiana: il cosiddetto miracolo di Berlusconi. “Abbiamo risolto il problema rifiuti a Napoli” continuano a dire gli alleati di Governo del nostro Presidente del Consiglio, nel tentativo di convincere qualcuno che effettivamente sia così. Potranno convincere qualche italiano che abita a centinaia di chilometri dalla Campania, di certo non i campani, che la situazione la conoscono benissimo.

Forse il vero miracolo di Berlusconi è quello di aver messo a tacere tutto e tutti. Qui, lasciatemi usare il paradosso, è tutto fuorilegge per legge. Se queste cose le avessero fatte i privati, si sarebbero aperte sicuramente le porte del carcere.

Queste le parole del professor Stefano Tonziello di Legambiente, che recentemente ha visitato il sito militarizzato e vietato ai civili, ma di cui lui e la sua squadra sono riusciti a scattare alcune foto che documentano lo scandalo.

Olkiluoto, la centrale nucleare più grande del mondo che crolla per un temporale

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E’ incredibile che si continui a puntare sul nucleare nel mondo, ed è ancora più incredibile che ci si fidi di Areva, un’azienda che non ha mai dimostrato nulla ma che anzi, ha dimostrato una completa inaffidabilità. Sotto accusa, da molti anni ormai, è la centrale nucleare di Olkiluoto, in Finlandia, che sarebbe dovuta essere la più grande al mondo. Sarebbe, appunto.

Infatti la data del suo completamento era prevista nel 2005 ma oggi, a 4 anni di distanza, non solo i lavori non sono stati ultimati, ma non si vede nemmeno la luce alla fine di questo tunnel. I ritardi sono stati accumulati a causa di incongruenze rispetto ai progetti, imperfezioni nelle costruzioni e tanti altri motivi che per una centrale nucleare, la più pericolosa al mondo, sono molto gravi.

Se infatti mettere in sicurezza un reattore nucleare è fondamentale, figuriamoci quanto possa essere rendere sicura la più grande centrale nucleare del mondo. In quasi 4 anni il costo si è raddoppiato, la costruzione dei sistemi di controllo elettronico non è stata ancora nemmeno iniziata, e già 2.100 sono state le “non conformità” al progetto originario che si sono susseguite.

Ecomafia 2009, il rapporto di Legambiente

Rapporto Legambiente sulle Ecomafie. La criminalità organizzata guadagna – è quanto emerge dall’analisi 2009 – più di 20 miliardi di euro l’anno in Italia. Un quarto del fatturato delle mafie.. Il tutto grazie al traffico di rifiuti, e in barba ad ogni crisi. Proliferano, infatti, ulteriormente le “aziende del settore” per Legambiente.

Un business di successo soprattutto nel Meridione, banalmente. In cima alla classifica, stabile, la Campania. Seguono Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio. E nel Lazio si rimarca un significativo aumento proprio in termini di “ecoreati” legati allo smaltimento illecito dei rifiuti nel quale alcune indagini hanno evidenziato interessi della criminalità organizzata.

Per finanziare il nucleare, Enel vende il settore delle rinnovabili

Un nuovo allarme viene lanciato in questi giorni da Greenpeace, ed è molto preoccupante perché tocca l’Italia e le tasche degli italiani. La maggiore compagnia elettrica italiana, l’Enel, si è accollata l’onere di costruire le famose quattro centrali nucleari volute dal Governo nei prossimi anni. Il problema è che queste centrali costano, e nemmeno poco.

Un’azienda così importante e grande come l’Enel avrà chissà quanti capitali, direbbe chiunque. Ed invece no. L’ultimo bilancio della società energetica parla di una perdita di ben 50 miliardi di euro in un solo anno. Ma nonostante questo, Enel è corsa in aiuto della Edf, la cugina francese, per tentare di sollevarla dai costi della produzione energetica. Sarà inguaiata anche l’Edf? Certo che sì, ma paradossalmente lo è molto meno di Enel. Per la precisione i debiti della società francese, la quale sta facendo di tutto per recuperarli, ammontano a 25 miliardi di euro, la metà degli italiani.

Greenpeace e Legambiente contro la riconversione di Porto Tolle

Ipnotizzati dalla parola “carbone pulito“, molti burocrati che di ecologia ci capiscono poco o nulla, pensano che costruire una centrale con quella tecnologia sia favorevole per l’ambiente. Secondo molti politici e sedicenti imprenditori ambientali, esisterebbe un carbone che non si sa da dove viene, e che nella combustione non rilascia anidride carbonica.

Per questo, speriamo in buona fede, da anni l’Enel continua a chiedere al Governo di poter riconvertire la centrale a olio pesante di Porto Tolle (Ro) in centrale a carbone pulito. Dopo 4 anni di pressioni, sembra che il colosso dell’energia abbia ottenuto ciò che voleva, visto che il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha annunciato di voler firmare il decreto di compatibilità ambientale che di fatto autorizza la riconversione.

Dicevamo in buona fede perché, secondo il ministero:

dal punto di vista ambientale, con la riconversione si ottiene una sostanziale riduzione delle emissioni rispetto al passato.

Nulla di più falso, come hanno tentato di fargli capire i volontari di Greenpeace e Legambiente, che forse di inquinamento ne capiscono un po’ di più del Ministero.