
I sostenitori di Greenpeace non si risparmiano con nessuno, ma spesso di mezzo ci vanno loro stessi. Due “abbordaggi” sono stati fatti nelle scorse ore ai due capi dell’Europa, uno vicino le coste britanniche, l’altro nel porto di Malta. Il loro scopo era manifestare il proprio disappunto anche con azioni non proprio legali, ma stavolta gli è andata piuttosto male.
In ordine di tempo, il primo “arrembaggio” è stato effettuato al largo di Kingsnorth, una città costiera britannica vicino alla quale c’è una centrale elettrica a carbone. Siccome il carbone è il combustibile fossile più inquinante al mondo, gli attivisti di Greenpeace hanno tentato di bloccare la nave per non farla mai attraccare, in modo da non permettere a quelle milioni di tonnellate di CO2 di sprigionarsi nell’atmosfera.
Purtroppo però quest’azione non è piaciuta alla polizia, visto che il commercio del carbone è legale, e così in breve tempo sono arrivati sulla nave anche diversi rappresentanti delle forze dell’ordine per arrestare 6 persone, tra cui anche alcune donne, le quali combattevano per dare un futuro ai propri figli.
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