Dallo studio promosso da
AGICI Finanza d’Impresa, sotto la guida di
Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, arrivano i dati relativi agli investimenti dei principali gruppi elettrici europei e italiani, nel periodo che va dal 2008 al 2015. Lo studio riguarda tutti i maggiori
player europei (
Atel, Centrica, Edf, EdP, Enel, E.On, Iberdrola, Rwe, Statkraft, Suez e Gdf considerati sia singolarmente che post fusione,
Vattenfall, Verdbund, A2A, Acea, Edison, Erg, Iride, Sorgenia). Con uno sforzo finanziario di oltre 50 miliardi di euro e un tasso di crescita al 285%, i 14 gruppi europei considerati porteranno la loro capacità produttiva da rinnovabili da 13 mila
megawatt nel 2007 a 50 mila megawatt nel 2015 (escludendo l’idroelettrico tradizionale).
Tra le fonti, quella eolica risulta la piu’ attrattiva, interessando la quasi totalita’ della nuova capacita’ prevista dai gruppi considerati, in virtu’ di un potenziale elevato (ancora poco sfruttato), di costi d’investimento decrescenti, di un’elevata capacita’ produttiva installabile, di forti incentivi allo sviluppo da parte di tutti i Paesi europei.
Dallo studio emerge che
Il settore più dinamico è quello eolico, che interessa quasi la totalità dei progetti in Europa; l’idroelettrico presenta margini di sfruttamento molto limitati; modesto è il ruolo giocato dal solare, non ancora competitivo. Dallo studio emerge che gli obiettivi europei al 2010 sembrano raggiungibili, mentre forse troppo ambizioso è il pacchetto “20‐20‐20” previsto per il 2020. Il rapporto, oltre all’Europa, analizza lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel mondo, con un focus particolare sui futuri Paesi leader del settore: Usa, Cina, India e Sud America.
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