Patto tra produttori per il biocarburante, l’Italia comincia a respirare

di Redazione 2

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Il biocarburante in Italia è sempre più vicino. E’ stato firmato mercoledì mattina a Roma, tra il presidente di Assocostieri (Unione Produttori Biodiesel), Giancarlo Jacorossi, e il presidente di AssoDistil, Antonio Emaldi, il Protocollo di Intesa per la nascita dell’Unione Biocarburanti che si occuperà di definire una strategia comune per lo sviluppo e l’incentivazione all’utilizzo dei biocarburanti nel nostro Paese.

I nuovi carburanti presi in considerazione saranno specificamente biodiesel e bioetanolo. L’idea alla base dell’intesa è di mettere in comunicazione e favorire i rapporti tra istituzioni e organizzazioni agricole, anche in vista di investimenti nella ricerca di nuove tecnologie e nuovi carburanti puliti.
Non solo, perchè la ricerca punterebbe anche a sviluppare nuove forme di produzione energetica naturale, alternative allo sfruttamento degli olii e dei cereali.


L’Unione Biocarburanti non si occuperà solo dell’Italia, ma si propone, inoltre, di monitorare l’evoluzione delle direttive comunitarie e la loro applicazione nei singoli Paesi, di seguire i progressi della tecnologia e l’evoluzione di questo mercato a livello comunitario ed internazionale e di partecipare ai tavoli istituzionali per tutte le problematiche inerenti al settore.

Tutto questo sforzo ha alla base il principio secondo il quale questi combustibili hanno un impatto ambientale nullo, a differenza di quello dei combustibili classici, colpevoli di causare il 93% delle emissioni di ossido di carbonio, il 60% dell’ossido di azoto e il 12% di anidride carbonica, tutti esclusivamente riferiti ai dati del traffico. Provate ora a moltiplicare queste cifre per tutte le altre applicazioni del petrolio e altri combustibili fossili.
L’obiettivo è di ridurre l’inquinamento, soprattutto nelle grandi città, dove questi gas si concentrano maggiormente.

I biocarburanti non sono di origine fossile, e quindi non generano emissioni di anidride carbonica e non contengono zolfo. Anzi hanno una funzione positiva, dato che, emettendo ossigeno nell’aria, riducono le emissioni di carbonio derivanti da altri tipi di combustioni.
Altro punto fondamentale è che bioetanolo e biodiesel sono completamente biodegradabili, mentre un prodotto del petrolio ci mette milioni di anni per essere smaltito.

Per questo motivo l’Unione Europea ha stimato che sarà necessario utilizzare tra il 4 e il 13% delle superfici agricole europee per la produzione di biocarburanti, con l’obiettivo di passare dall’1% del mercato attuale dei combustibili nel campo dei trasporti, al 25% entro il 2030.

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