Negoziati sul clima, gli obiettivi non sono sicuri

L’analisi delle registrazioni geologiche che conteggiano i dettagli dell’ultimo periodo conosciuto del riscaldamento globale, hanno rivelato sorprendenti risultati, i quali suggeriscono che gli attuali obiettivi per limitare il cambiamento climatico, stabiliti durante gli ultimi negoziati sul clima, non sono sicuri. Lo studio è stato effettuato dagli esperti sul cambiamento climatico dell’Università di Exeter ed avranno importanti implicazioni per i negoziatori internazionali che dovranno concordare gli obiettivi vincolanti per gli obiettivi futuri delle emissioni di gas serra.

Il professor Chris Turney e il dottor Richard Jones, entrambi del Dipartimento di Geografia, hanno riportato uno studio completo dell’ultimo periodo interglaciale, un periodo di riscaldamento di circa 125.000 anni fa, nell’ultimo numero del Journal of Quaternary Science. I risultati rivelano che l’obiettivo dell’Unione europea di limitare l’aumento della temperatura globale a meno di 2° C rispetto ai livelli pre-industriali non dovrebbe essere considerato “sicuro”.

Nissan presenta la sua auto elettrica con uno spot sul riscaldamento globale (video)

E’ raro che uno spot pubblicitario si basi su un luogo comune, ma questo è esattamente ciò che è successo con la nuova réclame televisiva di Nissan (ancora non arrivata in Italia) per presentare la sua nuova Leaf elettrica.

Lo spot “incriminato” utilizza la classica immagine degli orsi polari che stanno perdendo il loro habitat a causa dello scioglimento dei ghiacciai dell’Artico per colpa del cambiamento climatico. Ovviamente ha diviso la blogosfera tra quelli che l’hanno lodato, e quelli che non l’hanno molto apprezzato, compresi gli ambientalisti che non hanno molto gradito l’utilizzo di uno stereotipo così sfacciato.

Riscaldamento globale, rischio carestia in Cina

E se la Cina, lo abbiamo visto ieri, continua a mantenere il suo triste primato di Paese più inquinante al mondo, pare che paghi (pagherà) anche il prezzo più alto a causa del cambiamento climatico.
A dirlo è una ricerca compiuta dalla stessa Università di Pechino che lancia l’allarme, in questi giorni, sul rischio di una carestia nel Paese orientale dovuta proprio agli effetti del riscaldamento globale.

L’agricoltura è infatti il settore più penalizzato dalle temperature alte per via di siccità, aumento dei parassiti e di malattie delle piante favorite da climi caldi, e forti piogge, e l’équipe di ricercatori si spinge molto, forse troppo, in avanti con le previsioni, ipotizzando, per il 2050, uno scenario a dir poco disastroso, con una riduzione, in alcune aree, del 20% della produzione agricola. Si parla di perdite della resa fino al 22% per il grano, del 18% per il riso e fino al 30% per il mais.

Il riscaldamento globale è già qui, nelle tazzine di caffè

Quest’anno in tutto il mondo i prezzi del caffè sono lievitati, rispetto agli altri anni. La causa è stata una bassa resa delle coltivazioni, specie in Sud America, che pare non dover finire qui, ed anzi peggiorare negli anni a venire. In particolare il problema è un insetto che pare infestare le coltivazioni, e proliferare grazie al riscaldamento globale.

Il caffè Arabico, una pianta sensibile al clima, cresce in Etiopia e in America Latina. Tutte queste regioni hanno visto un lento ma costante aumento della temperatura media, con maggiore variabilità delle piogge e, cosa ancor più devastante, la diffusione del coleottero piralide sulle piante di caffè che si trova a proprio agio con un aumento della temperatura.

Riscaldamento globale, auto più dannose di aerei?

Riscaldamento globale: le auto sono più dannose degli aerei. A dirlo è un recente studio coordinato da Jens Borken-Kleefeld e pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Environmental Science & Technology. Studio che non mancherà di far discutere e che solleva, a mio avviso, più di una perplessità.
La prima è che mentre l’era delle auto ecologiche è già arrivata con motori sempre meno inquinanti, la rivoluzione delle elettriche, l‘ibrido, nonché le misure restrittive, vedi ecopass, zone a traffico limitato, di aerei ecologici ne volano ben pochi, se si esclude quelli che utilizzano biocarburante, e anche lì ce ne sarebbe da dire, dal momento che il biocarburante rappresenta il paradosso dell’ecologia, o almeno quello di prima generazione. E se si escludono prototipi di aerei solari come lo Zephyr o il Solar Impulse di Piccard, non ancora pronti per il traffico su larga scala.

La seconda è quella che riguarda un altro dato diffuso dallo stesso studio, riferito ad un presunto effetto benefico delle navi nel rallentamento del riscaldamento globale.
I ricercatori affermano infatti che la navi sarebbero addirittura le migliori amiche dell’ambiente, anche se non credo si tratti di una definizione corretta, magari potevano definirle il male minore, dal momento che si tratta di una classifica sul minor impatto che vede primeggiare le navi, a discapito di aerei ed automobili.

E’ possibile sopravvivere al riscaldamento globale? L’evoluzione lo permette ai pesci

Se stiamo tanto a preoccuparci che il riscaldamento globale sopra i 2 gradi centigradi sia pericoloso per la sopravvivenza umana, non è detto che questo avverrà veramente. Non perché non ci siano pericoli, ma perché c’è la possibilità di un’evoluzione per adattarsi all’ambiente. Se negli esseri umani quest’evoluzione è stata osservata nell’arco di migliaia di anni, per i pesci è stata molto più rapida.

I ricercatori della University of British Columbia hanno osservato una delle più veloci risposte evolutive mai registrate nelle popolazioni selvatiche. In meno di tre anni, il pesce spinarello ha sviluppato una tolleranza per la temperatura dell’acqua di 2,5 gradi centigradi inferiore rispetto ai suoi antenati. Lo studio, pubblicato nell’ultimo numero di Proceedings of the Royal Society B, fornisce alcune prime prove sperimentali che l’evoluzione potrebbe aiutare le popolazioni a sopravvivere agli effetti dei cambiamenti climatici.

No slogan: l’eco-ottimismo ai tempi del catastrofismo

No slogan: l’eco-ottimismo ai tempi del catastrofismo, un titolo che è tutto un programma, quello scelto per l’instant book edito da Sangel, a cura di Mario Masi, giornalista ed esperto di tematiche ambientali, di Luigi Mariani, esperto di agrometereologia all’Università di Milano e di Teodoro Georgiadis, Senior Scientist del Cnr-Ibimet.

E’ un libro che si fa leggere con interesse, quando l’interesse per il dibattito climatico c’è  ovviamente. L’ho divorato ieri pomeriggio in spiaggia in poche ore, a caldo. E ho trovato azzeccatissime le previsioni di Guido Guidi, meteorologo della corrente degli ottimisti, come si autodefinisce, espresse concisamente nella prefazione: No slogan non chiarisce le cose, le complica.

Eco-ottimismo: il riscaldamento globale non esiste

riscaldamento globaleI negazionisti del riscaldamento globale sono arrivati anche in Italia. Finora erano rimasti solo un gruppo di nicchia che ogni tanto faceva sentire la sua voce, cercando di negare (nella maggior parte dei casi senza dati certi) i mutamenti climatici. Ma oggi pare che il fenomeno, molto diffuso negli Stati Uniti, sia sbarcato anche nel Bel Paese con un libro intitolato No slogan: l’eco-ottimismo ai tempi del catastrofismo, scritto da Mario Masi, giornalista ed esperto di tematiche ambientali, in collaborazione con Luigi Mariani, esperto di agrometereologia all’Università di Milano e Teodoro Georgiadis, Senior Scientist del Cnr-Ibimet.

La teoria del libro alla fine non è nulla di nuovo: il responsabile di tutto ciò non è l’uomo ma la Terra stessa, a causa dei cicli naturali che portano ad un aumento inevitabile delle temperature, con conseguente incremento del livello del mare. Un po’ poco rispetto a quanto ci si può aspettare da degli “esperti”.

Riscaldamento globale, in un futuro sommerso vivremo tutti nei grattamare

grattamare2Mai sentito parlare di grattamare? Forse ancora poco o niente, ma in futuro potremmo addirittura viverci. Come avrete intuito dal nome, il grattamare è un grattacielo al contrario, sommerso. Sommerso come lo sarà la Terra se lo scioglimento dei ghiacciai continua a questa velocità, scatenando un innalzamento dei livelli del mare senza precedenti. Isole come le Maldive e città come Venezia potrebbero scomparire per sempre o meglio trasformarsi in satelliti del regno di Atlantide. E allora tanto vale prepararsi al peggio. Lo hanno fatto simbolicamente i rappresentanti del governo delle Maldive qualche tempo fa improvvisando una riunione sott’acqua, in tenuta da sub.

Va ben oltre il gesto simbolico, invece, il progetto dell’architetto malese Sarly Adre Bin Sarkum, che ha ideato un vero e proprio palazzo subacqueo. Ovviamente autosufficiente dal punto di vista energetico e ad impatto zero. Si chiama hO2+(la formula dell’acqua rimescolata) e ha la maggior parte della struttura immersa nel mare.

Individuato il più potente gas ad effetto serra

condizionatori

I gas serra contenenti molecole di fluoro sono tra i più nocivi per l’ambiente perché intrappolano il calore della Terra nell’atmosfera in modo più efficiente, secondo un nuovo studio della NASA. Qui gli scienziati hanno analizzato decine di composti di gas ad effetto serra e li hanno classificati come agenti del riscaldamento globale per creare le linee guida in modo da minimizzare il fenomeno.

L’obiettivo serve alle aziende chimiche come linee guida durante la creazione di potenti gas ad effetto serra, come i perfluorocarburi (PFC) e gli idrofluorocarburi (HFC), che sono utilizzati in oggetti di uso quotidiano come i condizionatori d’aria.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings della National Academy of Sciences, ha scoperto che le sostanze chimiche che contenevano fluoro erano dei gas ad effetto serra molto più forti di quelli che contengono cloruro di idrogeno, come PFC, HFC e clorofluorocarburi (CFC), che sono stati considerati responsabili della distruzione dello strato di ozono. I ricercatori hanno in particolare esaminato come il numero e la disposizione degli atomi di fluoro all’interno di una molecola chimica influenzi la sua potenza come gas serra.

Aprile, nuovo record di caldo: il riscaldamento globale si fa sentire sempre più

aprile caldo

Nonostante in Italia le belle giornate ancora non è che si siano viste molto, le registrazioni provenienti dal resto del mondo ci raccontano di un pianeta sempre più caldo. La combinazione tra la temperatura superficiale dell’oceano e quella della Terra è stata la più calda mai registrata per i mesi di aprile e per il periodo gennaio-aprile, secondo il NOAA (National Oceanic and Atmosferic Administration).

Inoltre, il mese scorso la temperatura media della superficie dell’oceano è stata la più calda in assoluto per qualsiasi aprile della storia, e la temperatura globale della superficie terrestre è stata la terza più calda. L’analisi mensile del NOAA’s National Climatic Data Center, che si basa su dati risalenti al 1880, serve ai governi per avere una fotografia della situazione delle temperature globali. Dopo il salto vedremo tutte le registrazioni.

Entro il 2300 metà della Terra sarà inabitabile

metà terra inabitabile

Trecento anni fa, l’Età dell’Illuminismo diffuse le nozioni della ragione, la democrazia e il progresso scientifico in gran parte del mondo. Da quel momento, la nostra civiltà globale ha percorso una lunga strada, attraverso molte rivoluzioni fino alle sfide di oggi. Delle sfide che, stando allo studio effettuato dalle Università di New South Wales e Purdue, abbiamo perso, visto che secondo le loro previsioni, nell’arco di tre secoli l’immagine  della Terra sarà piuttosto desolante.

Stando ai risultati della loro ricerca, pare che in 300 anni la metà del nostro pianeta diventerà “semplicemente troppo calda” per l’uomo, se è l’eredità che gli lasceremo sarà quella che già viviamo oggi. Secondo il Telegraph, i ricercatori dell’Università americana e australiana hanno basato il loro studio su una serie di scenari tra i peggiori prodotti a partire dai modelli climatici, e le loro conclusioni sono state abbastanza inquietanti: se l’umanità non riesce a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, le temperature globali potrebbero aumentare del 10-12% entro l’anno 2300, facendo diventare gran parte del mondo inabitabile.

Il riscaldamento globale anticipa l’estate

estate anticipata

Le indagini condotte da Amy Kirbyshire, un ex studente dell’Università di Sheffield, e il professor Grant Bigg, capo del Dipartimento di Geografia, hanno esaminato le registrazioni delle prime date di fioritura delle piante da fiore all’inizio dell’estate (fenologia) e il calendario della prima occorrenze di caldo estivo, in pratica i due eventi collegati con l’inizio dell’estate. I risultati hanno rivelato che la presenza di “temperature estive è stata anticipata di 11 giorni nel 1990 rispetto al periodo 1954-1963, mentre la fioritura all’inizio dell’estate ha fatto passi in avanti di tre giorni”. Se questa analisi viene estesa al 2007, l’anticipo raggiunge i 18 giorni.

A livello globale, la ricerca ha dimostrato che il clima è stato sottoposto a riscaldamento in significativo aumento nella metà del secolo scorso, con la seconda metà del ventesimo secolo che è stato il periodo più caldo di almeno gli ultimi 1.300 anni, secondo i dati dell’IPCC.

Il riscaldamento globale porterà temperature troppo alte per la sopravvivenza umana

caldo eccessivo

Gli scenari ragionevolmente peggiori sul riscaldamento globale potrebbero portare a temperature mortali per l’uomo nei secoli a venire, secondo i risultati della ricerca effettuata presso la Purdue University e la University of New South Wales, Australia. I ricercatori per la prima volta hanno calcolato la temperatura di bulbo bagnato massima tollerabile, ed hanno scoperto che essa potrebbe essere superata per la prima volta nella storia umana negli scenari climatici futuri, se le emissioni di gas ad effetto serra continueranno al loro ritmo attuale.

La temperatura cosidetta “di bulbo bagnato” è equivalente a ciò che si sente quando la pelle bagnata è esposta al movimento dell’aria. Comprende la temperatura e l’umidità atmosferica e viene misurata mediante la copertura di un termometro standard con un panno bagnato e ventilandolo continuamente.

I ricercatori hanno calcolato che gli esseri umani e molti mammiferi, la cui temperatura interna del corpo vicino a 36,6 gradi Celsius, sarà interessata da un livello potenzialmente letale di stress da calore di bulbo bagnato a causa di una temperatura superiore a 35 gradi per sei ore o più al giorno, ha spiegato Matthew Huber, docente di scienze atmosferiche e della Terra alla Purdue e co-autore del documento che sarà pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.