Tigri, gufi, caimani: traffico mondiale di specie esotiche

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Si stima un commercio mondiale da 25 miliardi di euro: il fatturato derivante dal traffico mondiale di specie esotiche è inferiore solo a quello di armi e droga. Un terzo di questo traffico sarebbe illegale.

Procurarsi un lupo, un orso, un caimano non è difficile. L’ Organizzazione internazionale protezione animali ha reclutato dei volontari che, fingendosi studenti o potenziali acquirenti, si recano presso zoo, canili, capannoni, negozi di cuccioli chiedendo se è possibile acquistare questi animali. I volontari hanno scoperto che comprare un tigrotto o un lupo cecoslovacco non è tanto più difficile rispetto a un cagnolino. Nel Varesotto un capannone smercia pappagalli. Un canile offre tigri, civette delle nevi, gufi reali, procioni, caimani, moffette e un avvoltoio. Certo questi commercianti compiono un’illegalità, ma non sono più illegali coloro che alimentano questa domanda? Tenere in casa un caimano, una civetta o addirittura una tigre fa molto “in”, ma questi signori hanno pensato che queste povere bestie molto probabilmente preferirebbero vivere nel loro habitat naturale? Il collezionista purtroppo non si ferma davanti a nulla. Chi avesse visto qualcuno che vende questi animali può contattare:[email protected] o tel. 02.642.7882.

Una tartaruga marina viva vale più di una tartaruga marina morta

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Una verità che colpisce, navigando sul sito del WWF International, la vista delle innumerevoli specie a rischio estinzione.
Sei delle sette specie di tartarughe marine sono nella lista nera e tutto fa credere che le cose non stiano affatto per migliorare.
Nel Pacifico questi animali marini sono in serio pericolo, mentre nel Mediterraneo il numero di esemplari rimasti ha subito un calo vertiginoso.

Tutte e sette le specie sono elencate nell’allegato uno della convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatica minacciate di estinzione (CITES). Il commercio internazionale di tartarughe marine è vietato nei 166 Paesi aderenti al CITES.
Tre delle sette specie attualmente esistenti sono classificate sulla IUCN RedList, la lista rossa degli animali che si stanno estinguendo.

Giornata oasi 2008: per un 25 maggio all’insegna della biodiversità

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Se non avete ancora preso impegni per il prossimo 25 maggio, WWF Italia propone una domenica alla scoperta della natura, in una delle tante oasi protette presenti nelle regioni italiane.

L’obiettivo dell’iniziativa è di far conoscere il mondo delle biodiversità, i tanti meravigliosi luoghi protetti ed incontaminati che ancora esistono nel nostro Paese.
L’intento del WWF si spinge però oltre: la maggiore sfida di questa giornata è data dalla volontà di risvegliare le coscienze all’amore per la Natura, evidenziando il contrasto tra il come dovrebbe essere, e la contaminazione attuale.

All’Italia il primato nella classifica delle auto più inquinanti

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Se avete intenzione di acquistare un auto nei prossimi giorni, sicuramente saranno tanti i parametri da tener conto. Il prezzo, la bellezza, la grandezza, il consumo, e chissà quanto altro ancora. Noi di Ecologiae vi chiediamo di aggiungere un’altra caratteristica da tenere d’occhio: l’inquinamento prodotto.

Siamo andati a confrontare le classifiche delle auto più e meno inquinanti stilate da Legambiente, WWF, Associazione Svizzera Traffico e Ambiente, Transport Environment, ETA e JATO Dynamics, giusto per avere un quadro completo della situazione. E i dati sono confortanti. Infatti ciò su cui tutte queste classifiche sono d’accordo è che le case produttrici più ecologiche sono quelle francesi e una italiana. La Fiat è la migliore di tutte, prendendo in considerazione la totalità dei modelli, dato che mediamente produce 137,3 grammi di CO2 per km. Seguono la Peugeot con 141,9 e la Citroen con 142,2 grammi per km. Purtroppo c’è l’altro lato della medaglia, ed è che la casa produttrice più inquinante è l’altra italiana di cui tutti andiamo fieri, la Ferrari, con oltre 200 grammi di CO2 prodotti ogni chilometro. Ma andiamo a vedere la classifica dei modelli.

Earth Day 2008: The call for climate, oggi in tutto il mondo mobilitazione telefonica per salvare il Pianeta

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Scatta l’Earth Day, 24 ore dedicate tutte alla Terra, ai suoi problemi di “respirazione”, ai cambiamenti climatici che ne stanno distruggendo le biodiversità, al disastroso effetto serra, alla deforestazione.
New York, Roma, Barcellona, Caracas, Mosca, San Francisco, Tokyo sono solo alcune delle città che si mobiliteranno oggi per l’edizione 2008 dell’Earth Day.
La manifestazione salvaterra ha raccolto l’adesione di ben 174 Paesi di tutto il mondo, per un totale di oltre 4000 eventi organizzati.

L’Earth Day Network, fondato dal senatore democratico del Wisconsin, Gaylord Nelson, in occasione della prima mobilitazione per la Terra nel 22 aprile 1970, seguirà la totalità delle manifestazioni. Tema di quest’anno sarà “The Call for Climate“, una mobilitazione telefonica.
Gli organizzatori invitano i visitatori del sito e i partecipanti all’Earth Day ad alzare la cornetta per chiamare i propri governanti e parlamentari per spronarli a legiferare sui cambiamenti climatici, sull’inquinamento, al fine di bloccare l’avanzata del disastro ecologico.
Per l’Italia è disponibile il numero della Camera dei Deputati, che riporto qui di seguito: 06-67601.
Negli Stati Uniti l’obiettivo è di raggiungere la quota di un milione di telefonate al Congresso.

Completato il censimento dei delfini d’acqua dolce

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I biologi stimano che oggi sulla Terra esistano tra i 5 e i 15 milioni di specie di piante, animali, microrganismi. Dei quali solo 1,5 milioni sono stati descritti ed hanno un nome. Il totale stimato comprende circa 300.000 specie di piante e, per gli animali, tra i 4 e gli 8 milioni di specie di insetti, e circa 50.000 specie di vertebrati (dei quali circa 10.000 sono uccelli e 4.000 sono mammiferi). Perchè le specie stanno estinguendosi? La conversione della terra a causa dell’uomo, con risultante perdita di habitat naturali, labiodiversità globale è in diminuzione più velocemente del tasso naturale di estinzione a causa dei cambiamenti d’uso delle terre, dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e comunque, qualsiasi sia la causa, il processo non è facilmente arrestabile, e delle molte specie che si stanno estinguendo, spesso, neanche sappiamo che esistono.

Dopo due anni di lavoro, completato il censimento della specie in cinque nazioni e tredici fiumi del Sudamerica. 3.188 i delfini censiti in 3.600 km dell’Amazzonia e dell’Orinoco.

Il primo censimento dei delfini d’acqua dolce è stato un ottimo esempio di lavoro di squadra che va al di là dei risultati scientifici raggiunti. Ha infatti consentito di consolidare il lavoro che il WWF fa su questa specie in tutto il mondo

afferma Saulo Usma, coordinatore del progetto acque dolci del WWF Colombia, che continua:

Ad aprile ci incontreremo a Santa Cruz, in Bolivia, con esperti di varie organizzazioni per consolidare la strategia di conservazione del delfino d’acqua dolce. Questa strategia verrà pubblicata dallo IUCN e adattata ad ogni paese.

Earth Hour, 60 minuti di buio per riaccendere la Terra

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La Terra al buio, dalle 20 alle 21, come a concederle un’ora di sonno, un po’ di riposo dal caos, dal frastuono e dal riverbero di neon e luci.
E’ l’iniziativa promossa dal WWF, che coinvolge ben 380 città di tutto il mondo. Earth Hour, l’ora della terra, ha preso il via giovedì sera a Tel Aviv ed è ripartita oggi alle 9 ora italiana in Nuova Zelanda, a Christchurc.

Si spegneranno monumenti simbolici, edifici, scuole, uffici, il tutto per far arrivare a governi ed istituzioni di ogni parte del globo lo stesso messaggio: i cittadini di tutto il mondo vogliono delle normative per ridurre le emissioni di gas serra e si spengono, per un’ora, proprio come avverrebbe in caso di un cataclisma dovuto al disastro ambientale globale in corso.

La deforestazione in Cina mette in pericolo il panda gigante

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Il tenero animale bianco e nero simbolo del WWF rischia l’estinzione. L’allarme viene proprio dal WWF: sembrerebbe che le immagini raccolte grazie ai satelliti documentano un grave danneggiamento dell’habitat del panda gigante.

In Cina,dove questo animale vive, metà delle foreste sono state abbattute per costruire strade e palazzi, e per incrementare il commercio nazionale di legname.

Il tetrapak è riciclabile?

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La Tetra Pak è un’azienda svedese che produce imballaggi per alimenti e che dà il nome al materiale divenuto ormai famoso soprattutto per i contenitori del latte.
Questa ditta ha aderito alla HCVF (High Conservation Value Forest), sorto nel 2006 per combattere la deforestazione illegale e sin dalla sua nascita si è schierata a favore dell’ambiente, partecipando ad iniziative del WWF, per diminuire le emissioni di CO2 favorendo un aumento della quota di energia verde e una riduzione dei consumi.

Tuttavia, c’è da dire che proprio per smaltire il tetrapak, i cittadini che coscienziosamente operano la raccolta differenziata, hanno riscontrato non pochi problemi. Primo tra tutti: dove si buttano i cartoni di tetrapak?

Le conseguenze della deforestazione nell’isola di Sumatra

Secondo uno studio realizzato dal WWF in una delle province di Sumatra, esiste uno stretto rapporto tra il fenomeno della deforestazione, i cambiamenti climatici e l’estinzione di specie rare come la tigre di Sumatra.
Più di 4 milioni di ettari di foresta tropicale sono stati distrutti negli ultimi 25 anni, e i dati si riferiscono alla sola provincia di Riau!
Il nostro Paese è, purtroppo, uno tra i principali importatori di legname.

Il disboscamento provoca un’alta immissione di CO2 nell’atmosfera, con gravi conseguenze per il clima dovute all’effetto serra.
La distruzione delle foreste comporta la scomparsa degli habitat di alcuni animali, seriamente a rischio estinzione.
Riau ha perso il 65% del totale delle sue foreste e di conseguenza l’84% degli elefanti e il 70% delle tigri.
Attualmente a Riau ci sono soltanto 210 esemplari di elefanti e 192 tigri.

WWF Italia e Birdlife Malta insieme per le cicogne

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Al via un progetto per la protezione delle cicogne e dei rapaci in migrazione sullo Stretto di Messina. L’iniziativa è stata promossa dal WWF Italia in collaborazione con l’Associazione Mediterranea per la Natura e Birdlife Malta.
Organizzato un campo internazionale le cui date in Sicilia vanno dal 12 aprile al 25 maggio, e a Malta dal 14 al 19 aprile.

L’intervento nasce a tutela delle centinaia di rapaci e cicogne che ogni anno vengono uccise, mentre passano sullo Stretto di Messina. Questa carneficina va avanti da molti anni, nonostante la legge vieti gli appostamenti fissi, e avviene anche in periodi in cui la stagione della caccia è chiusa.