Sacchetti di plastica: a Milano -50% in un anno

A Milano, negli ultimi dodici mesi, il consumo dei sacchetti di plastica da parte dei cittadini è crollato del 50%. A farlo presente è stata la Camera di Commercio di Milano nel sottolineare come tale tendenza sia stata tra l’altro alimentata dal bando, anche in Italia, degli inquinanti sacchetti di plastica; contestualmente, non a caso, i milanesi per fare la spesa si sono organizzati in largo anticipo rispetto ai tempi previsti per l’eliminazione dei sacchetti di plastica inquinanti dai supermercati.

E così l’utilizzo delle borse riutilizzabili sotto la Madonnina, da un anno all’altro, è aumentato del 30,7%, mentre per le borse di stoffa l’ascesa è stata addirittura più robusta con un incremento del 32,1% in base ad un’indagine condotta dall’Ente camerale nel corrente mese di aprile 2011 su un campione di quasi 700 intervistati.

Consumi e sostenibilità, come spendono gli italiani

Consumo sostenibile? Acquisti equosolidali e attenti all’ambiente? Preferenza per prodotti sciolti o per confezioni e imballaggi in plastica? Sporta in cotone o shoppers? La ricerca su Sostenibilità e Consumi, il punto di vista di consumatori pubblici e privati, produttori e distributori, è stata condotta su un campione di oltre 8.000 intervistati.

L’indagine è stata effettuata dalla società Ervet (Valorizzazione Economica del territorio) partendo dal progetto europeo Life Promise. Sono stati presi in esame gli iscritti al portale di e-Coop, consumatori che già delineano un gruppo di persone determinato e abbastanza omogeneo, attento all’ambiente e all’ecologia.

Pepsi lancia la sua bottiglia 100% vegetale

Pepsi ha presentato lunedì scorso una nuova bottiglia, la prima del suo genere, secondo la società, ad essere realizzata interamente con materiali vegetali, i quali includono erbaccia, corteccia di pino, e lolla di mais (sottoprodotto derivante dalla lavorazione del mais, dunque non rientra tra i materiali commestibili).

Nel frattempo la grande concorrente, la Coca Cola, ha spinto molto negli ultimi tempi sulla sua PlantBottle, costituita da materie vegetali “appena” al 30%. I suoi dirigenti avevano ammesso che ci sarebbero voluti diversi anni prima che il livello di materiali ecologici per una bottiglia per bibite potesse raggiungere il 100%, ma sono stati smentiti dopo pochi mesi.

Mappe del consumo sostenibile, una realtà in Emilia Romagna

Sviluppo sostenibile e consumo responsabile, queste le parole chiavi del progetto Mappe del consumo in Emilia Romagna promosso da ERVET (Emilia Romagna Valorizzazione Economica Territorio S.p.A.) per sensibilizzare i consumatori verso acquisti ecosostenibili.

Tra i molti progetti portati avanti da ERVET, le Mappe del consumo in Emilia Romagna, possono dare un contributo reale ed immediato per la salvaguardia del Pianeta. La scelta dei consumatori è indispensabile per promuovere un certo tipo di economia e per bilanciare l’asse economico al rispetto delle tematiche ambientali.

San Valentino 2011, idee regalo ecofriendly su Yeslife Store

Si avvicina San Valentino e per noi innamorati della Terra non c’è occasione migliore delle festività per dimostrare la nostra attenzione alla sostenibilità ambientale, dagli acquisti ai viaggi alla tavola. Vi abbiamo già dispensato qualche consiglio utile a ridurre l’impronta dei consumi in vista del 14 febbraio. Oggi parliamo delle idee regalo, ecofriendly ovviamente, scovate su Yes.life Store. La nostra raccomandazione è di acquistare magari insieme ad altri amici per evitare che la consegna venga effettuata per un solo prodotto e ridurre così le emissioni del trasporto.

Non tutti i prodotti in vendita sul sito di e-commerce sono in possesso di certificazioni sul basso impatto ambientale, ma tutti obbediscono a uno o più dei diversi criteri di sostenibilità: essere realizzati con materiali riciclati, biologici, fibre naturali piuttosto che appartenenti al commercio equo e solidale.

Consigli per gli acquisti, come limitare gli sprechi alimentari

Gli sprechi alimentari sono dannosi per le nostre famiglie in termini economici e per l’ambiente in quanto accumuliamo spazzatura e rifiuti che non sono necessari al nostro fabbisogno. Le tentazioni dei grandi supermercati e le offerte dei volantini pubblicitari non sempre sono così convenienti se poi quei generi alimentari, ma anche prodotti hi-tech, abiti e accessori finiscono nella pattumiera perché, in effetti, non ci servono.

Per limitare gli sprechi e per riciclare il riciclabile ci sono molte idee creative e interessanti, come ad esempio lo scambio ecosostenibile dei regali sgraditi, promosso dal portale Riciklo, oppure il riutilizzo di vecchi accessori ed abiti per farne nuovi oggetti di arredo o gioielli… insomma le idee ci sono ma anche un’utile guida per evitare gli sprechi alimentari dettata dall’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc).

Sprechi alimentari, oltre 450 euro finiscono nella spazzatura

Gli italiani sono un popolo di grandi spreconi. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc) per l’anno appena trascorso. Gli sprechi alimentari del 2010 hanno visto gettare nella spazzatura in media 454 euro, pari all’8% della spesa totale di ogni famiglia. Rispetto al 2009 gli sprechi alimentari sono calati del 13,4% ma tuttavia la media è ancora alta. Come ha commentato Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc

E’ positivo che le famiglie stiano imparando a sprecare sempre meno, nel 2010 sono stati buttati nel cassonetto 454 euro contro i 515 euro del 2009, per un risparmio di 61 euro un calo complessivo del 13,4%, con punte del 17,6% durante le Feste. Nel 2009 lo spreco mensile era pari a 33 euro, lo scorso anno è sceso a 29 euro. I consumatori, complice la crisi e grazie anche ai consigli dell’Adoc, hanno assunto maggiore consapevolezza, tuttavia gli sprechi rimangono alti, sono necessari ulteriori sforzi per ridurre drasticamente la percentuale di cibo sprecato da parte delle famiglie.

Sacchetti della spesa, Comune di Capannori distribuisce sporte di tela gratis ai cittadini

Tra i Comuni Virtuosi merita una menzione particolare Capannori, in provincia di Lucca, il primo in Italia ad intraprendere quell’arduo quanto vantaggioso percorso che ha come mèta i rifiuti zero, obiettivo fissato al 2020. La scomparsa dei cassonetti dal territorio comunale è stata sostituita dalla raccolta porta a porta e dalla distribuzione del materiale per la raccolta differenziata ai cittadini. Tutti i rifiuti raccolti, dall’organico alla carta, vengono destinati a nuovi usi ed al riciclo.

Il latte è alla spina così come i detersivi, l’acqua di sorgente, le sagre sono eco e la sostenibilità coinvolge incessantemente i cittadini in nuove sfide ed obiettivi che costano pochi sacrifici ed assicurano molteplici vantaggi.
Di recente il Comune avrebbe addirittura scritto alla Lavazza per chiedere di ripensare le capsule di caffé usa e getta di modo che siano riciclabili.
E l’entrata in vigore, il primo gennaio scorso, della 296, che mette al bando le buste di plastica tradizionali, certo non poteva lasciare insensibile l’amministrazione comunale di Capannori.

Caro sacchetti, come risparmiare sulle buste della spesa bio

Torniamo a parlare di come arginare i costi dei sacchetti biodegradabili che hanno sostituito, dal primo gennaio 2011, le tradizionali buste inquinanti in plastica, con l’entrata in vigore della 296.
Numerose sono state le lamentele, oltre che per il caos del decreto attuativo, ritenuto da chi più da chi meno necessario, anche per ragioni di natura ben più pratica: a partire dal malcontento dei negozianti, costretti a volte persino a pensare di ritoccare i prezzi sul listino per far fronte agli oneri economici maggiori dei nuovi shoppers, a quelli dei cittadini che li hanno pagati dai 5 ai 20 centesimi, rispetto alle buste di plastica tradizionali che venivano spesso date gratis insieme alla spesa.
Inoltre, i sacchetti bio non sono altrettanto resistenti e si rompono facilmente, diventando pressoché inutilizzabili una volta a casa, le rare volte che ci arrivano intatti.

Per lottare contro il caro sacchetti, che potrebbe costare ad ogni italiano almeno 30 euro all’anno in più, la Coldiretti Lombardia ha stilato una sorta di miniguida in poche mosse per tagliare questa voce di spesa di oltre l’80%. Come?

Shopper riutilizzabili: ci sono anche quelli praticamente indistruttibili

Dall’inizio del 2011, finalmente potremmo dire, anche in Italia è scattata la messa al bando degli odiati ed inquinanti sacchetti di plastica, quelli, per intenderci, con cui andiamo a fare la spesa. Al momento tanti supermercati stanno smaltendo le scorte, e quindi nulla cambia ma solo per poco; a regime, visto che non potranno essere più prodotti, i consumatori dovranno dotarsi di shopper biodegradabili che dovrebbero costare di più rispetto a quelle inquinanti.

In vendita, comunemente, in accordo con quanto riporta la Coldiretti, è già possibile acquistare per fare la spesa delle borse di iuta, molto leggere, che però non garantiscono un’apprezzabile durata.

Sacchetto di plastica bio, quanto mi costi

Continua ad infuriare la polemica generata dal caos sulla messa al bando dei sacchetti della spesa inquinanti, in vigore, se vi pare, dal primo gennaio 2011. Si fa presto a dire addio alla tradizionale busta di plastica se a rimetterci non sono le casse dello Stato quanto piuttosto i cittadini. Con questo non intendiamo affatto negare la validità della 296 ed il merito del Governo che fortunatamente non ha concesso ulteriori proroghe all’entrata in vigore del decreto ma fa riflettere come il costo del sacchetto bio, superiore a quello delle buste andate in pensione, vada a pesare sul consumatore quando quelle maggiormente pericolose per l’ambiente erano in molti supermercati addirittura gratis.

Ed ora che succede? La sostenibilità ha un prezzo più alto e nessuno vuole pagarlo. Non lo Stato certamente che non ha previsto incentivi che rendessero più morbido il passaggio dall’una all’altra versione degli shoppers. Non i negozianti che, giustamente, fanno notare che questo tipo di sacchetti gli viene a costare di più e non intendono rimetterci.
Tra i due portafogli, il terzo paga. Ed il terzo è il nostro, quello dei cittadini. In un articolo apparso ieri su Repubblica, si prende in esame il caso di Milano, dove il sacchetto di plastica bio arriva a costare dai 10 ai 20 centesimi.

Coldiretti: per le feste nel 98% delle tavole italiane spumanti nazionali

La cena di vigilia, il pranzo di Natale, la cena di S.Stefano, per chi ce la farà a farla, ed il cenone del 31 saranno tutti imbanditi all’insegna del chilometro zero. Vi avevamo già parlato della predilezione mostrata dagli italiani per le ricette della tradizione locale.

Una volta passata la moda degli esotismi lussuosi come il salmone norvegese, si torna alle ricette della cucina locale. Tavole delle feste imbandite con prodotti provenienti dalle campagne d’intorno per la maggior parte degli italiani, ma la tendenza al consumo locale non si circoscrive al cibo. Anche i nostri brindisi, le bollicine che ci augureranno un brioso anno nuovo saranno tutte italiane.

Un Natale senza sprechi, i consigli degli esperti

La sindrome del 3×2 colpisce ancora e, come ogni anno, i carrelli strabordano di dolci, panettoni e cibarie varie. Fare scorta per le feste che poi si limitano a tre o quattro giorni, a conti fatti, acquistando cibo per un mese, raddoppiare le porzioni prevedendo che i nostri ospiti siano a digiuno da giorni, inutile dirlo, è una pessima idea che altro non fa che aumentare il volume di rifiuti nella pattumiera.

Ogni anno, in occasione delle feste, gli sprechi alimentari, già all’ordine del giorno nella routine consumistica dell’Occidente, aumentano a dismisura, con gravi conseguenze per l’ambiente che soffre per l’aumento di spazzatura prodotta, e per il portafoglio, a cui certo non giova buttare letteralmente i soldi nell’immondizia.

A Natale adotta a distanza un albero, un orto, una mucca o un maiale

Ancora sui regali di Natale. Siamo ormai agli sgoccioli, sono gli ultimi giorni ed anche per i ritardatari e gli indecisi è arrivato il momento di fare acquisti e, si sa, scegliere cosa mettere sotto l’albero non sempre è cosa semplice. Puntare sul regalo enogastronomico made in Italy è una scelta sicura, la Coldiretti ci ha infatti rassicurato, e non potrebbe fare altrimenti, che si tratta di un dono che sarà certamente gradito e noi che promuoviamo la cultura dei prodotti tipici legati alla campagna ed al territorio, a km zero, non possiamo che associarci all’invito.

Ma se volete fare un regalo meno scontato del classico cestino natalizio ci sono altre opzioni, certamente più originali, ma sempre legate alle aziende agricole ed ai prodotti genuini. Idee regalo che coniugano la tradizione alla tecnologia. Avete sempre sognato un frutteto? Bene, se abitate in città e non avete un giardino, potrete comunque regalarvi o regalare un albero da frutto, adottandolo a distanza.