Mutamenti climatici: le conseguenze sull’India

Volete conoscere gli effetti dei cambiamenti climatici sui villaggi dell’India? Basta chiedere ad Ajantha e Prabhati, due cittadine indiane che hanno parlato al Tribunale Nazionale del Popolo sulla crisi del clima, che si è tenuto a Delhi il mese scorso, dove le due donne hanno fornito le stime di quanto il litorale si sia spostato nell’entroterra e di come molte specie di pesci stanno scomparendo dalle acque locali. Un messaggio forte e chiaro a quanti negano l’esistenza dei cambiamenti climatici.

La riunione di Delhi è molto importante perché preparatrice agli incontri internazionali che si terranno il prossimo anno in Sudafrica per il COP17, per fare il punto della situazione nei Paesi in via di sviluppo. Lo Stato Occidentale indiano del Rajasthan registra un costante aumento della siccità ogni quattro anni, lasciando le persone che dipendono dall’agricoltura particolarmente vulnerabili.

Riscaldamento globale: cosa rispondere al parente scettico durante le vacanze

Durante le vacanze ci si ritrova spesso con parenti che si vedono una volta l’anno e specialmente durante i pasti, si finisce col parlare di discorsi seri, come ad esempio il riscaldamento globale. Può essere utile per questo motivo preparare già le risposte alle domande classiche che tutti gli scettici fanno, e a cui Andrew Freedman della Gang Weather Capital ora fornisce delle risposte semplici e precise, utili per smontare qualsiasi teorema negazionista.

Domanda: Credi nel riscaldamento globale?

Risposta: Credi nella gravità? Il riscaldamento globale è un dato di fatto, non una questione di fede. Il biossido di carbonio intrappola il calore nell’atmosfera. Questa è fisica, non ideologia. Il decennio 2000-2009 è stato il più caldo mai registrato, superando gli anni ’90, che a loro volta avevano superato gli anni ’80. Quest’anno finirà per essere il più caldo, o tra i due o tre anni più caldi. Queste sono osservazioni, non invenzioni.

Accordo di Copenaghen saltato per colpa degli hacker, nuova rivelazione di Wikileaks

Tutti pensavamo che il congresso di Copenaghen fosse stato un fallimento perché le parti in causa, specialmente Cina e Stati Uniti, non volevano impegnarsi nella lotta contro i cambiamenti climatici. In parte questo corrisponde al vero, ma c’è di più.

L’ultimo blocco di documenti diplomatici rivelati da Wikileaks ha messo in luce che i negoziatori climatici del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sono stati bersaglio di un attacco hacker lo scorso anno. Gli attacchi sono stati avviati in coincidenza con la fase di preparazione ai colloqui sul clima di Copenaghen, all’incirca quando la Cina e gli Stati Uniti stavano per trovare un accordo, e sono serviti per rubare le email degli scienziati da un database, facendo precipitare l’evento che in seguito sarebbe stato chiamato Climate gate.

I colori dei boschi italiani sbiaditi da caldo e smog

Primi risultati a tinte fosche ci giungono dal progetto Life+ Futmon (Further development and implementation of an Eu-level forest monitoring system), promosso dall’Unione Europea, e che per l’Italia vede la partecipazione del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con il Cnr ed il Cra (Consiglio per la ricerca in agricoltura): i boschi italiani perdono smalto a causa dello smog e dell’aumento delle temperature.

Le foreste italiane, vittime dei cambiamenti climatici, come l’uomo d’altronde, soffrono e si ammalano di più. La letteratura scientifica si è interrogata spesso sull’impatto del riscaldamento globale nello sviluppo e nella diffusione delle malattie, e numerosi studi hanno accertato un ruolo chiave dell’innalzamento delle temperature nella proliferazione di alcuni batteri e virus.

National Geographic, nel 2011 saremo 7 miliardi

“Il mondo ha davanti a sé una grande sfida: la fame. Ma il progressivo aumento della popolazione rischia di farci perdere questa sfida, senza neppure combatterla”. Così inizia la lettera aperta, scritta qualche tempo fa da Guglielmo Pepe, direttore del National Geographic Italia. Alla fine del 2011 saremo in 7 miliardi a scambiarci gli auguri per il nuovo anno, mentre, nel 2025  saremo 8 miliardi e oltre 9 miliardi nel 2050.  Il tasso di  incremento è continuo; per ogni secondo che passa ci sono 2,5 neonati in più da alimentare rispetto al precedente, ma con ogni probabilità tenderà ad aumentare.

Nell’ultimo decennio abbiamo consumato più di quanto abbiamo prodotto intaccando le riserve alimentari del pianeta. Per sette anni su nove, il consumo globale ha superato la produzione di cereali.

Il Dalai Lama contro i cambiamenti climatici, ma il mondo non lo ascolta

Il Dalai Lama ha chiesto ai diplomatici USA l’anno scorso di concentrarsi, insieme alla comunità internazionale, nella lotta ai cambiamenti climatici. Un impegno che doveva essere maggiore anche di quello dedicato alle iniziative pro-Tibet perché i problemi ambientali erano più urgenti. A svelare la richiesta, tanto per cambiare, è stato Wikileaks, che ha pubblicato dei documenti, redatti dal leader buddista ed inviati a Timothy Roemer, l’ambasciatore americano in India.

Secondo il Dalai Lama l’agenda politica sarebbe dovuta essere messa da parte per 5-10 anni e la comunità internazionale avrebbe dovuto spostare l’attenzione sul cambiamento climatico che colpirà, ed ha già cominciato a farlo, l’altopiano tibetano.

Congresso di Cancun: trovato l’accordo all’ultimo minuto

Ce l’abbiamo fatta. Ieri sera (le prime ore dell’alba in Italia), l’accordo per combattere i cambiamenti climatici è stato trovato al congresso di Cancun. Non siamo ancora al famoso “accordo perfetto“, e resta ancora da fare molto per uscire da questa situazione pericolosa, ma già il fatto di aver elaborato un testo che ha messo d’accordo tutti gli Stati, in cui ognuno ha promesso di fare la sua parte, si può definire un’impresa straordinaria.

L’accordo consiste essenzialmente in 3 parti. La prima, l’unica che dà numeri, per quanto imprecisi, è anche la più scottante: l’impegno a ridurre le emissioni. Il limite è stato stabilito nel 25-40%, rispetto ai livello del 1990, entro il 2020. Un traguardo storico visto che già il 20% dell’Unione Europea sembrava tanto, e si tratta di oltre il triplo rispetto a quanto promesso dagli Stati Uniti due anni fa.

Riscaldamento globale, NASA riconsidera il ruolo delle piante nel raffreddamento

Mentre a Cancun la conferenza ONU è ormai agli sgoccioli e si attendono risultati, se non perfetti, almeno incoraggianti per quanto riguarda la riduzione delle emissioni globali e gli altri temi in gioco, la NASA spiega che, in un mondo con livelli atmosferici di CO2 raddoppiati, si potrebbe ottenere un effetto di raffreddamento incrementando considerevolmente il numero di piante ed alberi. Una misura concreta per porre un freno e limitare i danni del riscaldamento globale.

Secondo il modello climatico elaborato dall’Agenzia spaziale USA l‘effetto di raffreddamento sarebbe pari a -0,3 gradi centigradi (C) (-0,5 Fahrenheit (F) a livello globale e -0,6° C (-1,1 F) nelle aree interessate dall’incremento di vegetazione.
Lahouari Bounoua, del Goddard Space Flight Center di Greenbelt, è l’autore principale dello studio pubblicato il 7 dicembre scorso sulla rivista di divulgazione scientifica Geophysical Research Letters.

Cambiamenti climatici e salute, si salvi chi può

Si salvi chi può, questo il titolo inequivocabile del rapporto sull’impatto dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici sulla salute della popolazione mondiale, la diffusione e l’incidenza delle malattie e l’aumento di eventi catastrofici come uragani, carestie, siccità e alluvioni.
A diffonderlo la nota associazione ambientalista Greenpeace e l’ISDE, l’Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente.

Secondo il parere degli esperti, l’aumento delle temperature globali crea un terreno favorevole alla proliferazione di agenti patogeni, con un conseguente incremento delle patologie infettive e delle parassitosi. Senza contare le ondate di calore e il picco di malattie da inquinamento dovuto alle emissioni di CO2, altri gas serra e polveri sottili in atmosfera, che causano patologie respiratorie, allergie e asma, colpendo soprattutto i bambini e minando la cagionevole salute degli anziani.

Congresso di Cancun: si prepara il terreno per la settimana finale

L’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di gestire i negoziati in vista di un nuovo patto internazionale sul clima, nella giornata di ieri (sabato 4 dicembre) ha rilasciato dei documenti di diversi progetti da prendere in esame per la settimana finale della conferenza. Uno era una bozza di un accordo incentrato su una “visione comune a lungo termine per la cooperazione”, focalizzata su una notevole intensificazione degli sforzi per aumentare la resistenza agli shock climatici, in particolare nei Paesi più poveri e vulnerabili, e per ridurre le emissioni di gas serra.

Peccato che tale bozza contenga molti aspetti provvisori. Una dichiarazione fatta il giorno precedente da Christiana Figueres, responsabile dei trattati per le Nazioni Unite, riassume perfettamente l’atteggiamento nelle sale conferenza:

Onestamente, non si è fatto un lavoro perfetto qui, ok? Nulla di ciò che ci accingiamo a fare a Cancun potrà essere perfetto. Non vi aspettate la perfezione. Niente potrà essere molto ambizioso. Niente. Tutto qui serve per fare un passo, e tutto sta sembrando insufficiente. Ma è il meglio che questo gruppo di persone in queste circostanze, con questi vincoli politici, in questo contesto economico, può fare per il momento. E’ non appena questo finirà che dobbiamo iniziare a spingere per il passaggio successivo. E così che va. Ma ognuno di noi qui ha la responsabilità morale di fare il meglio in assoluto che si possa fare in questo momento, in queste circostanze.

Congresso di Cancun: perdita di biodiversità e picco di caldo i temi della quarta giornata

Il tasso con cui le specie stanno scomparendo sul pianeta Terra è terrificante. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), esso è compreso tra 1.000 e 10.000 volte oltre il tasso naturale di estinzione. Ciò è dovuto in gran parte all’attività umana. Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2010 Anno Internazionale della Biodiversità per aumentare la consapevolezza del ruolo fondamentale che la biodiversità svolge nel sostenere la vita.

Allo stesso tempo, le nazioni sono alle prese con questioni spinose come rallentare il cambiamento climatico. Nella quarta giornata della conferenza di Cancun si è dibattuto per trovare un modo per proteggere le foreste per ridurre i tassi di estinzione e le emissioni di carbonio.

Cambiamenti climatici: i decessi legati al clima nel 2010 sono raddoppiati

Nei primi nove mesi di quest’anno oltre 21.000 persone sono morte in tutto il mondo a causa di eventi legati al clima, secondo un nuovo rapporto di Oxfam. Si tratta di più del doppio dei morti di tutto il 2009. Questa notizia purtroppo non ci sorprende nemmeno più di tanto, dopo aver assistito alle inondazioni in Pakistan, alle ondate di calore in Russia, e all’innalzamento del livello del mare nelle nazioni insulari come Tuvalu. Ed anche i casi italiani di esondazione dei fiumi non sono da meno.

Oxfam ha rilasciato il suo rapporto in tempo per l’inizio dei colloqui sul clima di Cancun, in Messico. Nonostante le aspettative non ottimistiche per un progresso delle trattative, l’organizzazione spera di sottolineare che, mentre il congresso di Copenaghen potrebbe non essere riuscito bene, e la politica climatica degli Stati Uniti possa sembrare irrimediabilmente apatica, il riscaldamento globale è ancora un problema.

Dieci paesaggi da vedere prima che sia troppo tardi, la lista delle meraviglie che stanno sparendo

L’innalzamento del livello del mare, la desertificazione, i monsoni e le piogge torrenziali, lo scioglimento dei ghiacciai e l’acidificazione degli oceani stanno cambiando il volto del pianeta. I paesaggi terrestri sono da sempre in perenne mutamento ma in questa nostra era, detta dai geologi antropocene, tutto accade con più rapidità tant’è che potremo essere tra le ultime generazioni a vedere alcuni dei posti più belli della terra. Ecco la triste lista delle meraviglie da godere prima che sia troppo tardi redatta da Mother Nature Network.

Glacier National Park

Meno di 100 anni fa i ghiacciai compresi nell’area del parco erano 150. Ora ne restano 27 ed entro il 2030, se non prima, scompariranno del tutto insieme alle specie aventi habitat ed autoecologia legati ai ghiacci ed alle acque fredde.

Onu: “riscaldamento globale inarrestabile”, climatologi “ci stiamo raffreddando”. Chi ha ragione?

Due notizie contrastanti, che avranno come conseguenza quella di aumentare lo sconcerto e la confusione nella popolazione mondiale, giungono oggi nel campo dei cambiamenti climatici. Da una parte c’è l’Onu, che con il suo gruppo di scienziati spiega che, nonostante gli sforzi delle nazioni Occidentali per ridurre le emissioni, le temperature cresceranno e supereranno i due gradi di media, considerati il punto di non ritorno.

Dall’altra c’è Roberto Madrigali, climatologo, che come molti suoi colleghi sostiene che la Terra stia attraversando un fenomeno opposto: ci stiamo avvicinando ad una nuova Era Glaciale. Nella confusione generale, cerchiamo di fare chiarezza.