Accumulare meno per vivere meglio e ridurre l’impatto ambientale

La ricchezza di una persona si misura in base alle cose di cui riesce a fare a meno. Se questo Natale vi siete concessi poche spese per risparmiare, per principio o per mancanza di fondi, forse avete comunque parecchie cose di cui essere felici. Un articolo apparso su Mother Nature Network mi ha offerto lo spunto per una riflessione che mi piacerebbe condividere con voi e che spero possa essere d’aiuto per orientare le nostre scelte nell’anno che sta per iniziare.

Durante le feste si torna a parlare di consumismo e di quanto spesso ci si circondi di oggetti inutili e costosi, o si butti via il vecchio più per un gesto simbolico che ha a che vedere con un cambiamento di vita che perché ormai è inutilizzabile. Un tema, quello dell’accumulo di beni, caro alla sostenibilità ambientale. Pensiamo a tutti i rifiuti che vengono prodotti dagli sprechi, dal comprare e cucinare cibo in eccesso, dal consumo non equo di risorse che fa pendere la bilancia dalla nostra parte, privando i Paesi del Sud del mondo persino dei beni di prima necessità.

L’inquinamento alla base dell’omosessualità degli uccelli?

Un gruppo di scienziati americani ipotizza che l’inquinamento possa essere considerato una minaccia per le popolazioni di uccelli perché provoca una tendenza ad accoppiarsi tra esemplari maschi.

Gli scienziati ritengono che composti di metalli velenosi possano entrare nella catena alimentare e di conseguenza influenzino la sessualità, causando una riduzione della prole. Essi hanno scoperto che livelli ancora relativamente bassi di metilmercurio nella dieta del maschio bianco di ibis abbiano causato l’accoppiamento fra uccelli maschi, i quali sono finiti con lo snobbare le femmine. La conseguenza è che è stato generato un minor numero di pulcini.

L’inquinamento alla base dell’epidemia di obesità anche negli animali

L’esposizione all’aria inquinata nei primi anni di vita ha portato ad un accumulo di grasso addominale e resistenza all’insulina nei topi, anche se hanno seguito una dieta normale. A spiegarlo è una nuova ricerca scientifica effettuata negli Stati Uniti, dove si è dimostrato che gli animali esposti alle polveri sottili presenti nell’atmosfera erano più in sovrappeso, possedevano più cellule di grasso nella zona addominale e livelli più elevati di zucchero nel sangue, rispetto a quelli che avevano seguito la stessa dieta ma respirato aria pulita. Un meccanismo molto simile potrebbe avvenire anche nell’uomo, e così si potrebbe spiegare l’epidemia di obesità che sta colpendo il mondo Occidentale da alcuni decenni.

I ricercatori hanno esposto i topi all’aria inquinata per sei ore al giorno, cinque giorni alla settimana per 10 settimane a partire dalla terza settimana di vita. Questo arco di tempo corrisponde all’incirca, in un essere umano, al periodo che va dalla prima infanzia alla tarda adolescenza. I livelli di esposizione all’aria inquinata a cui gli animali sono stati sottoposti erano paragonabili all’inquinamento da polveri sottili che si può trovare nelle aree urbane degli Stati Uniti, ma anche in molte zone d’Europa.

Deforestazione Sumatra mette a rischio gli orangotango

Ancora sulla deforestazione nell’isola di Sumatra, scrigno di biodiversità messo a rischio dallo scempio dissennato dei colossi della carta. Ci arriva infatti notizia, una brutta notizia, che una delle foreste pluviali più importanti per le tigri e sede dell’unico progetto di reintroduzione degli orangotango potrebbe essere presto rasa al suolo da uno dei più grandi fornitori al mondo di carta.

Un’indagine ha infatti rilevato che dal 2004 le società affiliate con l’Asia Pulp & Paper/Sinar Mas Group hanno cercato di ottenere delle licenze per deforestare le dense foreste naturali del paesaggio del Bukit Tigapuluh.

Riscaldamento globale: cosa rispondere al parente scettico durante le vacanze

Durante le vacanze ci si ritrova spesso con parenti che si vedono una volta l’anno e specialmente durante i pasti, si finisce col parlare di discorsi seri, come ad esempio il riscaldamento globale. Può essere utile per questo motivo preparare già le risposte alle domande classiche che tutti gli scettici fanno, e a cui Andrew Freedman della Gang Weather Capital ora fornisce delle risposte semplici e precise, utili per smontare qualsiasi teorema negazionista.

Domanda: Credi nel riscaldamento globale?

Risposta: Credi nella gravità? Il riscaldamento globale è un dato di fatto, non una questione di fede. Il biossido di carbonio intrappola il calore nell’atmosfera. Questa è fisica, non ideologia. Il decennio 2000-2009 è stato il più caldo mai registrato, superando gli anni ’90, che a loro volta avevano superato gli anni ’80. Quest’anno finirà per essere il più caldo, o tra i due o tre anni più caldi. Queste sono osservazioni, non invenzioni.

Accordo di Copenaghen saltato per colpa degli hacker, nuova rivelazione di Wikileaks

Tutti pensavamo che il congresso di Copenaghen fosse stato un fallimento perché le parti in causa, specialmente Cina e Stati Uniti, non volevano impegnarsi nella lotta contro i cambiamenti climatici. In parte questo corrisponde al vero, ma c’è di più.

L’ultimo blocco di documenti diplomatici rivelati da Wikileaks ha messo in luce che i negoziatori climatici del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sono stati bersaglio di un attacco hacker lo scorso anno. Gli attacchi sono stati avviati in coincidenza con la fase di preparazione ai colloqui sul clima di Copenaghen, all’incirca quando la Cina e gli Stati Uniti stavano per trovare un accordo, e sono serviti per rubare le email degli scienziati da un database, facendo precipitare l’evento che in seguito sarebbe stato chiamato Climate gate.

I colori dei boschi italiani sbiaditi da caldo e smog

Primi risultati a tinte fosche ci giungono dal progetto Life+ Futmon (Further development and implementation of an Eu-level forest monitoring system), promosso dall’Unione Europea, e che per l’Italia vede la partecipazione del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con il Cnr ed il Cra (Consiglio per la ricerca in agricoltura): i boschi italiani perdono smalto a causa dello smog e dell’aumento delle temperature.

Le foreste italiane, vittime dei cambiamenti climatici, come l’uomo d’altronde, soffrono e si ammalano di più. La letteratura scientifica si è interrogata spesso sull’impatto del riscaldamento globale nello sviluppo e nella diffusione delle malattie, e numerosi studi hanno accertato un ruolo chiave dell’innalzamento delle temperature nella proliferazione di alcuni batteri e virus.

Firefox adotta firefox, due esemplari di panda rosso in via d’estinzione (video)

Per gli utenti di tutto il mondo ormai il nome Firefox è associato al browser per internet concorrente principale di Microsoft Explorer. Eppure il nome Firefox esisteva già secoli prima che Mozilla decidesse di renderlo internazionale grazie alla rete. Esso infatti è il nome dato al panda rosso, una specie in via di estinzione che oggi i vertici dell’azienda IT hanno deciso di tentare di proteggere.

Sono così andati in uno zoo di Knoxville, in Tennessee, ed hanno adottato due esemplari femmina di panda rosso per avviare un vero e proprio show. Le due firefoxes saranno seguite via web come in un reality show, attraverso telecamere piazzate in punti strategici del loro recinto, senza però televoti, nominations ed eliminazioni. Il pubblico da casa può partecipare per dare un nome ai due animali. Finora in vantaggio ci sono Ember e Spark, ma le alternative sono tante. Oggi ci sarà la scelta definitiva.

Leoni decimati in 50 anni, anche loro rischiano l’estinzione

Sembravano invincibili, almeno nella cultura umana tramandata per secoli, eppure i leoni, proprio come le tigri, rischiano di sparire per sempre. I grandi felini in generale rischiano seriamente l’estinzione, dunque anche i leopardi, i ghepardi, ed in pratica tutti quegli animali che hanno simboleggiato per secoli la forza e la supremazia. Le cause sono sostanzialmente due, ma è una quella determinante: la stupidità umana che ha portato migliaia di bracconieri ad uccidere, per semplice sport, questi bellissimi animali.

L’altra è la deforestazione che ha distrutto habitat incontaminati per millenni, ma trattandosi dell’Africa subsahariana siamo ancora lontani dal preoccuparci di questo aspetto. Il vero problema che dovrebbe portare ad una sollevazione mondiale è da individuare nella volontà di molti cacciatori che, in barba a qualsiasi legge e divieto, si appostano e puntano il capobranco, di solito il leone più bello e forte.

(In)sostenibilità: l’umanità sta consumando il mondo

Un gran numero di ricerche effettuate sia sulle impronte ecologiche personali che nazionali hanno dimostrato che stiamo utilizzando le risorse della Terra a tassi insostenibili, e che le stiamo esaurendo più velocemente di quanto possano essere rigenerate. Ora, alcuni nuovi lavori dalla NASA scavano un po’ più a fondo, esaminando come il consumo di vegetali sia in crescita con l’aumentare della popolazione e dei livelli di consumismo.

Un aggiornamento al primo lavoro svolto nel 2004, mostra infatti che, tra il 1995 e il 2005, il consumo umano delle piante terrestri è passato dal 20 al 25% della produzione totale delle piante presenti sul pianeta ogni anno, e così sia il consumo totale mondiale che quello pro capite sono in aumento e continuano ad aumentare. Dopo il salto gli altri risultati.

National Geographic, nel 2011 saremo 7 miliardi

“Il mondo ha davanti a sé una grande sfida: la fame. Ma il progressivo aumento della popolazione rischia di farci perdere questa sfida, senza neppure combatterla”. Così inizia la lettera aperta, scritta qualche tempo fa da Guglielmo Pepe, direttore del National Geographic Italia. Alla fine del 2011 saremo in 7 miliardi a scambiarci gli auguri per il nuovo anno, mentre, nel 2025  saremo 8 miliardi e oltre 9 miliardi nel 2050.  Il tasso di  incremento è continuo; per ogni secondo che passa ci sono 2,5 neonati in più da alimentare rispetto al precedente, ma con ogni probabilità tenderà ad aumentare.

Nell’ultimo decennio abbiamo consumato più di quanto abbiamo prodotto intaccando le riserve alimentari del pianeta. Per sette anni su nove, il consumo globale ha superato la produzione di cereali.

Il Dalai Lama contro i cambiamenti climatici, ma il mondo non lo ascolta

Il Dalai Lama ha chiesto ai diplomatici USA l’anno scorso di concentrarsi, insieme alla comunità internazionale, nella lotta ai cambiamenti climatici. Un impegno che doveva essere maggiore anche di quello dedicato alle iniziative pro-Tibet perché i problemi ambientali erano più urgenti. A svelare la richiesta, tanto per cambiare, è stato Wikileaks, che ha pubblicato dei documenti, redatti dal leader buddista ed inviati a Timothy Roemer, l’ambasciatore americano in India.

Secondo il Dalai Lama l’agenda politica sarebbe dovuta essere messa da parte per 5-10 anni e la comunità internazionale avrebbe dovuto spostare l’attenzione sul cambiamento climatico che colpirà, ed ha già cominciato a farlo, l’altopiano tibetano.

Cani, molto più che amici dell’uomo, ci salvano da una rara malattia genetica

Ricercatori dell’Unità di ricerca GIGA dell’Università di Liegi, in parte finanziati dall’Unione europea, hanno scoperto che un gene responsabile di una rara malattia  genetica è presente sia negli uomini, sia nei canidi, la discinesia ciliare primaria.

La discinesia ciliare primaria (DCP) è una malattia respiratoria che colpisce i bambini in età infantile ed in particolare le ciglia della mucosa respiratoria, delle appendici simili a capelli che a causa del gene DCP non riescono a proteggere i polmoni dall’attacco di germi, e causano disturbi e deficit a carico delle via aeree e del parenchima polmonare.