Il Delta del Niger è invivibile a causa, tra gli altri, della Shell, che ha di recente e finalmente ammesso la sua fetta di responsabilità nello sversamento di petrolio costante e massiccio avvenuto ad Ogoniland e Bodo, in Nigeria. Le stime dell’UNEP parlano di ingenti danni agli ecosistemi ed alle popolazioni locali, alla pesca, all’agricoltura, alla salute pubblica, un disastro dalla portata immensa e dagli impatti a lungo termine che potrà essere tamponato in non meno di trent’anni. Ma questa stima vale solo per due degli sversamenti avvenuti, quelli appunto di cui si è assunta la colpa la compagnia petrolifera Royal Dutch Shell. In realtà nell’area, in cui operano numerose compagnie tra cui aziende nigeriane, Eni, Chevron, Total ed ExxonMobil, dal 1976 al 2001, secondo quanto conferma un rapporto dell’UNEP, le perdite di greggio si attestano a ben 6.800 incidenti accertati.