Petizione di Greenpeace per fermare lo “Sporco Accordo”

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Una delle maggiori cause dell’inquinamento atmosferico, è risaputo, è dovuta agli scarichi delle automobili.
Questi mezzi di cui non riusciamo proprio a fare a meno producono una grossa percentuale di CO2 che, spargendosi nell’atmosfera, va ad aggravare l’effetto serra.

Le sue conseguenze sono visibili agli occhi di tutti. Ad esempio in Cina, nelle grandi metropoli, la gente è costretta a camminare per le strade con una mascherina sul volto perchè il boom economico ha portato ad una densità tale di auto da non lasciare più lo spazio nemmeno per passeggiare, con la conseguente difficoltà nel respirare. Se andassimo su una collina a debita distanza, potremmo vedere come la cappa di smog ha talmente circondato città come Pechino (ma anche molte metropoli europee o americane), da farle sembrare racchiuse in una campana di vetro. Solo che il vetro è fatto di sostanze tossiche.

Allarme rifiuti: la montagna di spazzatura elettronica potrebbe presto sommergerci

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I Paesi ricchi stanno letteralmente inondando di spazzatura hi-tech i paesi del Terzo Mondo. Anziché impegnarsi nel riciclo e nello smaltimento, le nazioni industrializzate scaricano verso i Paesi poveri la responsabilità dello smaltimento. Computer, telefonini e televisioni che finiscono in discariche a cielo aperto o vengono bruciati, liberando sostanze molto tossiche per l´ambiente. I Paesi più colpiti: Cina, il porto nigeriano di Lagos (uno dei più colpiti), molte località indiane e africane. Questo perché scaricare la responsabilità dello smaltimento nei Paesi emergenti ha costi inferiori rispetto ai Paesi industrializzati.

Il problema dello smaltimento dei rifiuti di natura elettronica è emerso in maniera drammatica negli ultimi anni. Dopo anni di disinteresse delle autorità e l’accumulo di materiali inquinanti di ogni tipo, l’opinione pubblica si è accorta della pericolosità di questi scarti. I dati ufficiali a livello europeo parlano di 8 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da materiale elettronico: circa l’80% di essi finisce in discarica insieme a tutto il resto. Va sottolineato che oltre ai materiali non biodegradabili questi rifiuti contengono sostanze altamente inquinanti. Stiamo parlando di piombo, cadmio e mercurio, tanto per cominciare, che finiscono nel sottosuolo o vengono disperse nell’aria. L’Italia all’interno dell’Unione europea incide per circa il 14% su queste cifre.

Energia idroelettrica, la fonte alternativa più snobbata d’Italia

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Ultimamente non si fa altro che parlare di energia fotovoltaica, e a volte anche di eolico, rendendole portabandiera dell’energia alternativa.
Quello che però non sappiamo è che c’è un’altra energia alternativa che non ha bisogno di grossi investimenti, è sempre presente, e soprattutto è molto utilizzata in Italia già da decine di anni: l’energia idroelettrica.

L’energia idroelettrica è quel tipo di energia che sfrutta la trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d’acqua in quota) in energia cinetica nel superamento di un dislivello, la quale energia cinetica viene trasformata, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica.

Wikipedia recita così alla voce “energia idroelettrica”, ed ecco la spiegazione per quanti non hanno capito cosa significa.

L’energia potenziale gravitazionale è quell’energia che si sprigiona all’impatto di un corpo con un altro dovuto alla caduta del primo da una grossa distanza (ad esempio le cascate); l’energia cinetica deriva dal suo movimento (ad esempio un corso d’acqua), alternatore e turbina sono componenti che servono a “tradurre” quest’energia in elettricità.

Primavera, stagione di risveglio alla vita: non per le foche, riparte la crudele mattanza in Canada

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La Primavera sopraggiunge, con il suo richiamo alla vita per molte specie animali. Questo secondo il naturale corso della Natura, ma l’intervento dell’uomo rende crudele il più dolce dei risvegli.
In Canada riapre come ogni anno a Primavera il terribile massacro delle foche, che vede vittime migliaia di cuccioli appena nati, considerati prede privilegiate per l’alto valore della pelliccia. La mattanza è autorizzata e legalizzata dal Department of Fisheries and Ocean Canadese, che ha già consentito negli ultimi quattro anni l’uccisione di più di un milione e trecentomila esemplari.

La lotta per la sopravvivenza si fa sempre più dura per questi teneri ed indifesi animali marini. Il surriscaldamento globale che provoca lo scioglimento dei ghiacciai mette a rischio i cuccioli appena nati. Essendo infatti la superficie del pack molto più sottile e fragile del dovuto, molto spesso accade che ceda sotto il peso dei piccoli mammiferi e che essi precipitino nelle acque ghiacciate e muoiano affogati, essendo ancora incapaci di nuotare.
Se poi riescono a sopravvivere alla morte, in agguato un altro nemico ancora più temibile: l’uomo. Per il 2008 sono state condannate a morte 275000 foche, questa la cifra consentita dalla legge. Senza contare le migliaia di uccisioni non regolamentate ed illegali che avvengono ogni anno!

Bioarchitettura amica dell’uomo: sostenibilità e costi

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La bioarchitettura è una pratica architettonica rispettosa dei principi della sostenibilità, ha l’obiettivo di instaurare un rapporto equilibrato tra l’ambiente ed il costruito, soddisfacendo i bisogni delle attuali generazioni senza compromettere, con il consumo indiscriminato delle risorse, quello delle generazioni future. Tutto ciò privilegiando la qualità della vita ed il benessere psico-fisico dell’uomo, impiegando risorse naturali (acqua, vegetazione, clima), evitando di causare emissioni dannose (fumi, gas, acque di scarico, rifiuti), prevedendo un diffuso impiego di fonti energetiche rinnovabili ed utilizzando materiali e tecniche ecocompatibili, preferibilmente appartenenti alla cultura materiale locale. Una casa fatta con materiali naturali, che non sono pericolosi per chi li produce e per chi ci deve abitare è una casa ecologica. La bioarchitettura, da questo punto di vista, si pone all’avanguardia nel superamento dagli eccessi della tecnologia, per la capacità di mostrare che un’architettura amica della natura è amica dell’uomo.

Trovata la causa delle basse temperature della primavera, si chiama “La Niña”

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Per chi si preoccupava del riscaldamento globale, la natura ha previsto una soluzione. Si chiama “La Niña”, ed è il contrario del vecchio “El Niño“, cioè il processo di riscaldamento dei venti e dei mari.

Se vi state chiedendo come mai quest’anno la primavera sembra non arrivare mai, la risposta la danno gli esperti dell’Organizzazione Metereologica Mondiale, con sede a Parigi. Secondo i loro dati, quest’anno sarà un’anomalia rispetto agli ultimi. Infatti oltre alla primavera in cui saremo costretti ad indossare i cappotti, anche l’estate sarà meno afosa del solito, dato che sono previste temperature ben al di sotto della media.

Varese Ligure, il paese più ecologico che ci sia

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Dopo avervi parlato dell’ecologica Curitiba in Brasile, torniamo nella nostra Italia e vediamo, tra comuni ricicloni ed amministrazioni che si orientano a scelte di consumo sostenibile, a chi va il titolo di città più ecologica dello stivale.

Lo scettro simbolico tocca a Varese Ligure, un comune di 2.400 abitanti tra Parma e La Spezia che ha deciso di puntare tutto sulla sostenibilità per non rimanere deserto ed offrire una possbilità di lavoro ed uno stile di vita sano alla sua popolazione.

Le energie alternative generano un aumento di posti di lavoro e valorizzano l’imprenditoria locale

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Dai dati emersi dal “Renewable 2007 Global Status Report” (Ren21) l’industria eolica statunitense ha oltrepassato nel 2007 i 17 GW di potenza installata negli impianti eolici, circa un terzo dell’intera produzione mondiale di energia dal vento. Gli Stati Uniti d’America archiviano quindi una forte crescita nelle energie rinnovabili. L’ economia americana in recessione e petrolio alle stelle hanno portato ad investire nelle energie alternative: il caro-petrolio avvantaggia tutte le fonti di energia (rinnovabili e non).

L’uso delle fonti energetiche rinnovabili genera un aumento di posti di lavoro superiore a quello prodotto da un investimento analogo in fonti energetiche di tipo tradizionale (fossile e nucleare). A dirlo è il centro ricerca statunitense RAEL (“Renewable and Appropriate Energy Laboratory“) dell’università di Berkeley nel suo recente rapporto tra energia rinnovabile e occupazione. Nel rapporto viene anche dimostrato come le regolamentazioni ambientali non sono la causa della perdita di lavoro nel settore dell’energia tradizionale. Lo sviluppo delle tecnologie per le energie rinnovabili e pulite rappresentano un’opportunità concreta straordinaria a favore di occupazione e valorizzazione dell’imprenditoria locale. L’uso dell’energia rinnovabile permette di avviare un interessante ciclo di innovazione-investimento-occupazione, una scintilla per lo sviluppo locale per molte aree depresse.

Energia Eolica: la situazione italiana

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Dopo aver parlato dettagliatamente dell’energia eolica e dei suoi vantaggi, andiamo ad analizzare la situazione in cui versa oggi la sua produzione in Italia.

Nel 1971, anno in cui gli impianti eolici moderni (che attenzione, sono diversi dai vecchi mulini a vento) hanno iniziato a prendere piede nel nostro paese, la produzione di energia alternativa era di 10,2 tonnellate equivalenti al petrolio (unità di misura che calcola la quantità di energia comparabile a quella derivata dal petrolio). Quella produzione non era dovuta completamente all’eolico, ma esso era comunque la maggior parte delle energie rinnovabili esistenti, dato che sia le biomasse che l’energia fotovoltaica erano ancora allo stato embrionale.

Pablo Fajardo: una voce per l’Amazzonia

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Pablo Fajardo, avvocato ed indio di etnia, ha 31 anni e sta combattendo contro i petrolieri in Ecuador, rappresentando piu’ di 30mila persone, soprattutto indigeni della regione del Lago Agrio. Questa lotta sembra tanto quella di Davide contro Golia, lui ha chiesto infatti 1.500 milioni di dollari come risarcimento alla Chevron-Texaco, per la bonifica del territorio. Questa zona è stata trivellata in oltre 200 pozzi e cosa piu’ grave è stata intossicata dai rifiuti sversati illegalmente, tra cui il cromo esavalente.

La foresta amazzonica è il polmone verde del mondo, un luogo meraviglioso naturalisticamente e, la cui integrita’ è fondamentale per le popolazioni indigene e per l’equilibrio dell’ecosistema mondiale, ma le compagnie petrolifere ed i magnati industriali per anni hanno calpestato questi valori, danneggiando il territorio, inquinandolo ed approfittando dell’ignoranza delle etnie piu’ povere. Fajardo stesso, era poverissimo, ma grazie all’aiuto di associazioni umanitarie ha potuto studiare e diventare avvocato, per poter difendere i diritti del suo popolo. Lui stesso è stato testimone delle morti di decine di indios per cancro ed ha assistito al cambiamento del cuore verde della foresta, in un territorio inquinato dagli scarichi industriali, dagli oleodotti che sversano nei fiumi e nei laghi.

Riconoscimento al rifuto: Riarteco 2008, la più grande mostra in Italia dedicata al riciclo

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Per presenza di opere e flusso di pubblico Riarteco è davvero la più grande mostra in Italia dedicata ai rifiuti, riassemblati e ri-usati e ri-pensati fino a creare opere d’arte e oggetti d’uso quotidiano. La mostra è allestita ed ospitata all’interno di APRE, evento dedicato all’Architettura sostenibile e per il rispermio energetico.

L’evento si tiene a Firenze, a partire da oggi, 6 aprile 2008, e le porte della mostra saranno aperte fino al 15 aprile. Dalle h.10.00 alle h.19.00 artisti, organizzatori ed espositori vi aspettano in piazza della Neve, ex Murate.

Biogas: genesi, produzione, usi e consumi, la situazione italiana

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Il biogas è un combustibile composto da una miscela di vari gas (per lo più metano), prodotta tramite un processo di fermentazione di materiale organico.
Il processo di fermentazione prevede varie fasi e benchè possa riguardare potenzialmente tutte le sostanze organiche, le più indicate e le più impiegate sono i liquami zootecnici, i rifiuti domestici organici, gli ortaggi, la frutta, il latte, gli oli e i grassi vegetali e animali.
Il biogas si forma spontaneamente nelle discariche e ovunque ci sia un grande ammasso di rifiuti organici. Per evitare che si diffonda deve essere opportunamente captato.
Diverso è il discorso negli impianti preposti alla produzione di biogas, dove la fermentazione avviene in apposite vasche, i fermentatori. E’ quì che i rifiuti organici, in anaerobiosi (assenza di ossigeno), grazie alla presenza di batteri, fermentano. Il processo chimico della fermentazione decompone il carbonio legato alle molecole organiche delle sostanze. Il carbonio si lega successivamente agli atomi dell’idrogeno, componendo in tal modo il metano (CH4).

La spesa ecologica al supermercato: si puo’ fare

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Una delle possibili alternative per vivere in maniera piu’ consapevole e senza sprechi è quella di acquistare i prodotti, prestando attenzione ad ogni particolare, che possa nuocere a noi e all’ambiente. Infatti anche un gesto comune, come fare la spesa al supermercato puo’ trasformarsi in un modo per evitare il consumo di prodotti e materiali inquinanti, basta saperlo e volerlo. Mentre attraversiamo le corsie del nostro supermercato di fiducia, non riempiamo il carrello velocemente ma soffermiamoci per ogni prodotto, che ci occorre, a leggere la provenienza, la composizione, guardiamone la freschezza, l’imballaggio e la conservazione. Iniziamo dal banco frutta e verdura, guardiamo sempre la provenienza, prediligiamo la frutta e la la verdura di stagione, magari non imballata in involucri di plastica. Le buste preconfezionate, tanto vendute, con insalata, spinaci e altre verdure, gia’ lavate e tagliate, andrebbero evitate, non solo per l’impatto della busta in plastica (derivata dal petrolio), ma perche’ dalle indagini microbiologiche effettuate, contengono un numero di batteri elevatissimo.

Al banco frigorifero, quando scegliamo il latte, prediligiamo quello contenuto in bottiglie di vetro, che preserva meglio la freschezza e l’integrita’ dell’alimento e, inoltre è recuperabile come vuoto. Lo yogurt, che è largamente consumato, nella maggior parte dei casi è contenuto in vasetti di plastica, ricoperti da una chiusura in stagnola, bene, il costo del prodotto tiene conto anche di quello del materiale della confezione, il petrolio da cui deriva la plastica e il carburante per il trasporto dalla fabbrica al distributore. Anche in questo caso sarebbe preferibile acquistare lo yogurt contenuto in vasetti di vetro oppure farlo a casa con una yogurtiera.

Appello ai candidati: “Stop al nucleare, vogliamo il solare”

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In campagna elettorale ognuno vuol dire la sua, e come il premio nobel Rubbia, anche gli altri scienziati si schierano a favore dell’energia solare. Per farlo hanno deciso di inviare un’appello ai candidati, firmato da oltre 900 tra docenti universitari e ricercatori.

Secondo i loro calcoli, le prospettive che propongono i politici sono più dannose che utili. Infatti c’è chi da una parte prospetta il ritorno al carbone (un grosso passo all’indietro della tecnologia), con un aumento abnorme di emissioni di CO2; e chi dall’altra crede nel nuovo nucleare, che però è pericoloso sia per quanto riguarda il danno che possono creare le scorie, ma anche per il rischio di esplosione, di attacchi terroristici, e soprattutto ha un forte costo che dovrebbero sostenere i cittadini, e che non sarebbe nemmeno un assicurazione sul suo funzionamento, dato che di uranio in natura ce n’è davvero poco.